"Il mio interesse va a un’unica cosa essenziale: la liberazione dell’Uomo" -Jiddu Krishnamurti
)*(Stazione Celeste)
le 4 Paure 2° Paura: il confronto
In mezzo a voi (tra i presenti in sala, venuti per seguire
la canalizzazione di kryon, ndr.) c’è anche una persona che teme ogni tipo di
confronto. Spiegheremo perché. Nel riflesso di quella vita, carissima, sei un
uomo di trentadue anni, ma nella vita attuale, mentre siedi in questa sala, sei
una donna. Solo tre giorni prima gli inviati del governo erano venuti a portarti via dai tuoi campi, perché tu sei un contadino e conosci gli animali, le coltivazioni e le piante. Ora ti trovi in queste vesti di ferro accanto ad altri contadini che come te avevano tutti a che fare con pecore, capre e bestiame. In piedi, con la pesante spada in mano, ti rendi conto che non sai come usarla e che neppure puoi sognarti di avere la conoscenza del guerriero che stai per affrontare. Hai paura! Il tuo corpo e il cervello urlano: «SCAPPA DALL’ALTRA PARTE!» ma tu hai il silenzioso onore dell’amore per la terra e per il paese – così aspetti. È l’ora! Il sole sta sorgendo e i suoni del nemico arrivano coprendo i campi umidi della rugiada del mattino. Guardi al di là della trincea, vedi le fila avanzare verso di te e senti il rumore e lo sferragliare dei macchinari da guerra. Suona la campana della battaglia: devi alzarti e avanzare. Guardi l’uomo accanto a te – tuo vicino da molti anni, che raccoglieva bellissime messi, raccolti che molte volte hai gustato incontrandoti con la sua meravigliosa famiglia – e nei suoi occhi vedi la paura e il dolore. Ma egli evita il tuo sguardo per non farti vedere le sue lacrime. Sollevate contemporaneamente le vostre pesanti armi, alzandovi e avanzando verso i guerrieri sul vostro cammino. Non pensi minimamente di fuggire o di dire no alla tua terra. Il nemico distruggerà comunque la tua fattoria, perciò puoi anche morire ora combattendo. Oh, carissima, nell’aria c’è l’odore della paura e mentre avanzi verso quella linea rumorosa sai che la morte è imminente! Non volti le spalle. Non guardi i volti di chi ti sta accanto – i volti dei vicini che hai conosciuto e amato, quei vicini di cui conoscevi i figli per nome – perché ora vedresti la loro paura, e vuoi lasciar loro la dignità in questi ultimi momenti. Vi avvicinate ai nemici ed essi avanzano più rapidamente: sono ansiosi di incontrarvi, in qualche modo sanno di avere la vittoria assicurata. In un attimo sono su di voi! Vedi il viso di colui che sta per combattere contro di te, anche lui ti vede e ti valuta in un attimo. Sa che sei un contadino e sogghigna con la bocca sdentata. Tutto sembra come al rallentatore, mentre ti chiedi se quell’uomo ha mai aiutato un vitello a nascere, sorvegliato un gregge o coltivato qualcosa. Aveva una famiglia, o ha mai curato un animale malato? L’uomo solleva in alto la sua scure, tu istintivamente sollevi lo scudo per parare il colpo, e lui con l’altra mano ti affonda la spada nella carne sotto lo scudo. Ti ha ingannato con questa mossa elementare da guerriero e senti immediatamente le gambe cedere e un dolore bruciante invadere le viscere. Veloce ed efficace, l’uomo ti spinge a terra con il suo scudo lanciando un grido di vittoria. Senti la sua saliva sul tuo volto mentre parla una lingua che non capisci… e poi va verso la sua prossima vittima.
Riverso nel fango, senti l’odore familiare della terra e
il frastuono di quel folto gruppo che si dirige verso la tua fattoria.
Sapendolo, avevi messo la tua famiglia al sicuro in un nascondiglio e liberato
tutti gli animali. In qualche modo ti senti in pace. È finita. Hai fatto tutto
quello che potevi e ora spetta agli altri. «Addio, cara e preziosa famiglia» ti
senti dire rauco con una voce che non sembra la tua. «Vi rivedrò tutti quando
Dio vorrà». È finita, e intuitivamente sai che stai andando a casa. Senti il
calore del fluido vitale scorrere via da te e riversarsi sulla terra che ami e
che tante volte hai coltivato. Il dolore dura pochi attimi, poi il buio. Questo doloroso evento di un grandioso tempo passato ti parla oggi, molte vite più tardi, della paura di confrontarti. Ti parla anche dell’esitazione nell’unirti, all’evenienza, al tuo governo, perché questo, la volta scorsa, ti ha portato alla morte! Ti prego, capisci che non c’è bisogno di battersi con un gigante sdentato per avere paura del confronto. Ripeto, questa sera abbiamo illustrato il caso più drammatico così da poter apprezzare chi vi è seduto vicino.
Incoraggiamo chi di voi desidera attraversare e superare
questa paura karmica del confronto a indossare l’armatura di Dio! Quale che sia
la forma in cui il confronto si presenterà la prossima volta creando dentro di
voi la paura – facendovi battere più forte il cuore o modificando la chimica per
l’ansia – entrateci direttamente dentro! Sentitevi avvolti dal manto di Dio.
Questa nuova armatura dello Spirito di Dio è molto diversa rispetto a prima
perché in questa nuova era le regole sono cambiate. Questa nuova era di
co-creazione con Dio è un’era in cui il vostro potere è assoluto fintantoché il
vostro intento è puro. Questo è il manto dell’amore e la spada della verità.
Nulla può resistergli! Qualunque tipo di confronto abbiate davanti a voi, entrateci con fiducia e amore. Confrontarvi non è più una battaglia dove c’è sempre un vincitore e un vinto, anzi… sarà proprio il confronto a portare soluzioni per entrambi. Nel manto di Dio c’è l’armatura della saggezza, lo scudo della conoscenza e la spada della verità. Entratevi, dunque, con serena e consapevole sicurezza. Così facendo, il vostro legame karmico sarà infranto e non avrete mai più paura di questo attributo.
-pubblicazione imminente-
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