Perché la
consapevolezza nelle nostre scelte quotidiane,
invece di farci sentire più liberi, spesso genera
all’interno di noi continue situazioni di stress?
Questa è
una domanda che va affrontata con determinazione e
sicurezza; questa è una domanda che va affrontata
senza avere dubbi; è una domanda che va affrontata –
e qui "affrontare" è il verbo esatto – per
spiegarvi, amati fratelli, come occorre porsi di
fronte a questa difficoltà della vostra vita.
Vedete
amati fratelli, continuamente voi vi ponete in una
posizione di polarità: siete cattolici o non lo
siete; tifate per una squadra piuttosto che
un’altra; siete carnivori o vegetariani; siete alti
o bassi; siete istruiti o siete ignoranti; siete
belli o siete brutti… E adesso la polarità più forte
che abbia mai attraversato il genere umano –
addirittura più forte della polarità primitiva e
cioè la differenza tra un uomo e una donna – è tra
coloro che dicono di fare un percorso di
consapevolezza e coloro che invece rimangono legati
a vecchi schemi.
Automaticamente voi potreste pensare: “Se faccio
un percorso di consapevolezza divento un Buddha,
divento un uomo libero, divento un uomo quantico…”,
un uomo cioè capace di trasportarsi immediatamente e
con successo solamente in situazioni piacevoli e
scelte da lui in quanto creatore della propria
realtà… E allora, in questa polarità – tra coloro
che dicono di fare un percorso di risveglio e coloro
che invece rimangono ingabbiati in vecchi schemi –
l’uomo sta scivolando – e noi aggiungeremo
–pericolosamente, ogni momento di più.
È un fatto
storico, siete già scivolati, come umanità, in
situazioni come questa e cioè del mondo che si
divide in differenti movimenti di pensiero. Perché
vedete, amati fratelli, la vita è una, la realtà è
una, la verità è una; è il vostro pensiero che
frammenta, ancora una volta, tutto questo.
Quando voi
vi sentite confusi nelle vostre scelte – anche
scelte che possono sembrare ridicole viste
dall’esterno e cioè: “È giusto per me mangiare
questo alimento che mi fa del male, perché ho letto
che mi fa del male, ma mi piace tanto e allora che
cosa devo fare?”, oppure; “È giusto per me
sfogliare una rivista con immagini pornografiche
perché questo fa male alla mia moralità, però da un
certo punto di vista alletta i miei sensi?” –
voi cedete il vostro potere, e cedete il vostro
potere ogni volta che vi fate prendere dal dubbio. E
infatti qui "affrontare" è il termine esatto perché
occorre tirare fuori il vostro Potere! Il vostro
potere, amati fratelli, quello con l’iniziale
maiuscola, quello che non vi fa andare gli uni
contro gli altri e risiede nell’amorevole cuore di
cui, tutti quanti, indistintamente, siete dotati.
Non è la
voce della consapevolezza quella da ascoltare qui.
Non è la voce della consapevolezza, così come la
chiamate voi e cioè come un qualche cosa che ancora
una volta vi sovrasta dall’esterno, come è un
partito politico, come è una fede religiosa… è tutta
esattamente la medesima cosa, solamente etichettata
in maniera diversa. Non è la voce della
consapevolezza ma è la voce del vostro cuore.
Voi
potreste dire: “Ma io non riesco ad ascoltarlo il
mio cuore, non so da che parte vuole andare!” E
poi una volta per tutte: “Che cosa significa
ascoltare il mio cuore?” Siete qui per fare
esperienza e fare esperienza significa anche questo:
attraversare il variegato deserto dove siete
bombardati da stimoli esterni. Soffermatevi su
questa nostra frase perché questa nostra frase è la
chiave di volta che risponde a questa vostra sentita
domanda.
Prima di
tutto, quando date ascolto all’esterno – e non al
Maestro, lo scienziato, l’uomo amorevole, la
scintilla divina che siete – prima di tutto voi
camminate in quello che è un variegato deserto.
Il nostro
canale in questo momento sta ricevendo l’input di
un’immagine, l’immagine è quella di un uomo che si
trascina, camminando, non cammina spedito, si
trascina un passo dopo l’altro, in una zona
desertica il cui suolo è formato nemmeno da sabbia
fluida che scorre tra le vostre dita e che crea
forme, ma da zolle di terra spaccata che da eoni ed
eoni di tempo non ricevono più l’acqua che le nutre
e le fa tornare alla vita. E non solamente è un
arido e infuocato deserto dove il sole non nutre la
luce che siete – ma brucia le vostre potenzialità –
ma è variegato. Voi siete la goccia che sta accanto
ad altre n/infinite gocce in un oceano che non ha
inizio e non conoscerà mai la fine, ed è variegato.
Basta che
uno di voi beva una tazzina di caffè e dica: “Questo
caffè mi fa male…” e poi lo dica a un altro di
voi e a un altro di voi, e raggiunge quella voce un
piccolo quorum, non ne basta tanto, non occorre
essere milioni e milioni. Basta una manciata di voi
che affermano a gran voce: “Il caffè è un veleno
per l’uomo…” Ed ecco che, come larve affamate,
alcuni di voi si buttano su questa affermazione e la
usano in maniera scientifica dicendo: “il caffè
fa male e se tu lo bevi avrai problemi di cuore…”
Poi arriva uno di voi che assaggia una tazzina di
caffè e per il suo corpo quella tazzina di caffè è
benefica, lo fa sentire meglio, gli da un po’ di
scossa e allora dice: “No amati fratelli, in
realtà questa tazzina di caffè non è veleno per il
mio corpo, mi fa stare meglio, mi tiene sveglio, mi
tiene attento…” e così dicendo lo racconta a un
altro fratello che sì, in effetti riconosce gli
effetti benefici di una tazzina di caffè, e poi a un
altro fratello e a un altro fratello… ed ecco che il
caffè benefico raggiunge un piccolo quorum, una
manciata di voi, anche qui non ne servono milioni,
ma siete già una manciata che si contrappone a
un’altra manciata.
Perché
colui che considera negativo l’effetto del caffè sul
vostro corpo non dice “Il mio corpo”, dice: “Il tuo
corpo e... il tuo corpo e... il tuo corpo…" E così quello
che è il suo corpo, la sua esperienza, le sue
cellule organizzate in una determinata e precisa
architettura come per magia diventa il corpo di
tutti. E così vi frapponete e generate confusione.
Abbiamo
usato l’esempio del caffè, ma potremmo usare, per
esempio, qualche cosa che non osate tirare fuori, ma
che viaggia tra di voi a una velocità incredibile ed
è la marijuana, proibita, una droga, che fa male,
che provoca dipendenza e, da un certo punto di
vista, è anche vero, ma mettetevi la mano sul cuore:
quanti di voi possono veramente dire di non avere
nessun tipo di dipendenza?
Parliamo
quindi della marijuana, questa sostanza che arriva
da una pianta e che voi fumate per sentirvi meglio,
per sentirvi leggeri, per sentirvi bene e il
fratello che ha iniziato una volta lo dice a un
altro fratello e a un altro fratello e a un altro
fratello che raggiungono il quorum; ed ecco, la
marijuana diventa una sostanza che alleggerisce
l’uomo dalla fisicità; perché poi, credeteci, altro
non si tratta che di quello, si tratta di pesantezza
del vostro radicamento; perché colui che è radicato
in ciò che è, non solo non ha bisogno di sentirsi
leggero, ma desidera sentirsi pesantemente radicato
in questa esperienza. E qui non c’è giudizio, cioè
noi non stiamo dicendo che la marijuana è negativa.
E poi
arriva un altro fratello che vede questa sostanza
dall’esterno minacciosa, che entra dentro di lui,
sale lungo i suoi polmoni e libera parti di sé che
non vuole liberare assolutamente; e allora dice: “No,
questa sostanza è da proibire, è sbagliata, è
negativa, è quanto di peggio ci possa essere –
ad esempio – sul percorso di un giovane.”, e
lo dice a un fratello e a un altro fratello e
raggiungono il quorum ed ecco nuovamente l’umanità
si spacca e così facendo si trascina, stancamente,
in quell’infuocato deserto dove voi siete bombardai
dall’esterno. Perché se voi volete fare uso di
marijuana per sentirvi leggeri siete nel vostro
assoluto e pieno diritto; perché se voi volete bervi
una tazzina di caffè per svegliarvi e non
addormentarvi sulla scrivania, voi siete nel vostro
assoluto e pieno diritto. Così come siete nel vostro
assoluto pieno diritto dire: “No, non fumo
marijuana perché non è benefica per me.”,
No, io non bevo caffè perché il caffè per me è una sostanza che
danneggia le cellule del mio corpo così come sono
organizzate nella mia architettura.”
E allora
cosa significa tutto questo? Significa sapere in
primo luogo che voi siete auto-conoscenza.
Noi abbiamo
iniziato così questi incontri con voi, con
l’affermare che siete un raggio di luce che è
auto-conoscenza e auto-guarigione. Partite di li, ma
partite proprio da questa affermazione, quando il
brusio della voce che disturba il vostro operare,
che sia una voce esterna o interna , è esattamente
la medesima cosa. Cominciate di li e dite:
Io sono
dotato di auto-conoscenza! Nemmeno Io sono Verbo,
nemmeno Io sono la Grande Presenza Io sono,
no! Ma: Io sono Paola e sono dotata di
auto-conoscenza! Io sono Giovanna e sono dotata di
auto-conoscenza! Io sono Pietro e sono Marco
eccetera… e sono dotato di auto-conoscenza!
Perché così
facendo voi portate il vostro radicamento non a
livello di un gregge, no!Ma al livello della vostra
individualità così come deve essere in quello che si
chiama Territorio Comune.
Ora voi
dove volete stare? Volete stare in un percorso di
risveglio? Volete stare in un percorso di vecchi
schemi, sapendo che questo vi fa trascinare
stancamente in quell’arido deserto dove il suolo
sono zolle spaccate da mancato nutrimento? E questo
accade da eoni ed eoni di tempo.
Non potete,
amati fratelli, suvvia siate pratici e concreti, non
potete cancellare la polarità, ma la potete vivere
in una condizione di Verità, scritta con l'iniziale
maiuscola.
Non potete
cancellare la polarità, siete un uomo con un sesso
maschile, siete una donna con un sesso femminile; e
anche se i Maestri spirituali vi continuano a
ripetere che il mondo è un’illusione, voi lo
percepite come realtà materiale, e non solo, vi fate
sormontare da quella realtà materiale, quella realtà
materiale diventa la vostra guida divina e spesso
confondete quelle che sono le vostre voci intuitive
interne – quella che è la vostra Guida interiore, il
vostro sé, la vostra Unità – con voci che provengono
dall’esterno.
E allora se
desiderate farvi una canna, vi nascondete dietro un
cespuglio e non osate farla davanti a tutti; ma poi
il profumo di quella canna si propaga nell’aria e… “Oh,
come è dolce il profumo di quella sostanza…” che
per un attimo vi fa sentire più leggeri; oppure; “Oh,
come è fastidioso questo rancido odore di qualche
cosa che dall’esterno vuol prendere il comando su di
me!...”.
Capite
amati fratelli? Spesso vi abbiamo detto che questo
conflitto tra scienza e spiritualità è ciò che causa
tanti danni nelle vostre vite. Gli argomenti sono o
argomenti sui quali solamente l’autorità spirituale,
ahimè religiosa, può dire la sua: la vita dopo la
morte, il bene e il male, la moralità… addirittura
vi siete inventati il peccato originale! E poi ci
sono argomenti che possono essere discussi solamente
dalle vostre autorità scientifiche, quelle che hanno
l’etichetta di medico sul cuore al posto del vostro
sentire e che allora affermano ciò che fa bene o non
fa bene per il vostro organismo.
Certamente
come esseri umani, dotati degli organi di cui siete
dotati, se vi bevete dieci litri di caffè nell’arco
di dodici ore, è probabile che abbiate delle serie
conseguenze sul vostro sistema fisico perché siete
fatti tutti più o meno con la stessa forma, ma
vedete amati fratelli le vostre cellule internamente
sono organizzate in un’architettura che è unica… non
c’è nessun’altro, nessuno, che sia come voi; e se
anche voi prendeste una vostra cellula e la faceste
riprodurre in laboratorio, se foste così bravi da
dare vita a un vostro gemello, sarebbe sempre il
figlio di voi stessi e mai un vostro clone.
Fate pace
dentro di voi tra la vostra religiosa autorità
giudicante che avete e il vostro rigoroso principio
scientifico che avete. Se volete che avvenga la pace
nel mondo fate pace all’interno di voi, tra queste
due parti così predominanti nella vostra vita.
Ve le siete
portate dietro dai vecchi schemi, avete dato un
nuovo nome, nuovi argomenti di conversazione, un
nuovo linguaggio, nuovi strumenti di comprensione.
Sì, e questo è sicuramente un passo in avanti, ma
ora occorre lasciare andare questo vizio di forma
che avete e riconoscere che siete dotati di
auto-conoscenza; e se vi va di bere una tazzina di
caffè perché ne sentite il desiderio lo potete fare,
non morirete per questo, così come non morirete per
esservi fumati della marijuana. Ma morirete – e qui
intendiamo proprio morire nell’anima e non lasciare
il corpo – se non riuscirete ad amarvi e ad
ascoltarvi.
Se siete
confusi, amati fratelli, e al mattino non sapete se
bere la spremuta o bervi una tazzina di caffè
ditevelo: Io sono auto-conoscenza!
Ma non solo
Io sono auto-conoscenza, aggiungete a
quell’Io sono il vostro nome e cognome:
Io sono
(nome e cognome) e sono dotato di auto-conoscenza!
Così finalmente tirerete fuori… e qui il nostro canale sta esitando,
ma noi le chiediamo di farsi da parte con il suo
mentale e di lasciarci parlare, attraverso la nostra
capacità di portare la Verità.
Se voi
usate questa frase voi tirate fuori il Cristo che è
in voi. Ma nemmeno il Cristo, perché voi adesso
identificate il Cristo con un uomo che sta
inchiodato a una croce con una corona di spine e il
costato ferito e sanguinante. Chi vorrebbe tirare
fuori quel Cristo?
Tirate
fuori invece l’Energia Cristica, quella per
la quale quel Cristo è venuto a parlarvi attraverso
l’amore e l’esempio di ciò che è.
È la vostra
Energia Cristica che smette di nutrire la
polarità tra i vostri giudici interiori. E la
polarità che nutrite tra i vostri giudici interiori
non avete idea di quanto potente diventa quando la
sputate all’esterno, sputando sentenze sugli altri,
su quello che è bene o non è bene fare.
Ovviamente
ci deve essere un codice etico che è scritto dentro
le vostre cellule, in qualunque maniera siano
organizzate nella loro individuale architettura. Un
codice etico che vi impedisce di tagliare la testa
ai vostri fratelli, che vi impedisce di violentare
le vostre sorelle, che vi impedisce di violentare i
vostri bambini, non rispettandoli e lasciando loro
pesanti eredità. Ma questo è l’unico codice etico
che come portatori di Energia Cristica dovete
nutrire quotidianamente da quando vi alzate a quando
andate a dormire.
Perché
siete tutti così tanto connessi che quando tagliate
una testa ad un vostro fratello voi tagliate una
parte di voi, quando violentate una vostra donna o
un vostro bambino o anche un vostro essere maschile,
voi violentate una parte di voi.
Si parla
tanto, ma veramente tanto, di violenza sulla donna
in questo periodo storico. Si parla di violenza
sulla donna e nascono associazioni per preservare i
delicati organi femminili sacri, e va bene così, ma
noi che sappiamo leggere nei vostri cuori come
portatori di Presenza e sappiamo leggere – diciamo
così – sui vostri strati di pensiero che albergano
sopra le vostre teste, vi diciamo che vengono
mandati continui stimoli affinché nasca dentro
l’uomo che è in voi il desiderio di violentare altri
fratelli.
Proprio nel
momento in cui l’omosessualità viene riconosciuta
come un diritto di ognuno, ecco che dall’altra parte
nasce la polarità e cioè nasce il bisogno di
violentare dei fratelli maschi. E così
l’omosessualità viene considerata come una causa di
cattive azioni che arrivano da cattivi pensieri.
Ora noi
abbiamo risposto per ora alla vostra domanda.
Questi sono
i nostri saluti amorevoli e questa è la nostra
risposta e questo è il nostro stop.
Stop.*
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