)*(Stazione Celeste)

a colloquio col Cuore

Il centro

 

 A colloquio col cuore: è bello. Con chi vorresti dialogare se non con il tuo cuore per conoscere le ve­rità più profonde di te stesso?

Ma, mentre è facile instaurare un rapporti con un altri, è cosi difficile entrare in intima armonia con se stessi. Perché? 

Questo è il mistero delle soffe­renze dell’uomo.

Si segue l’illusione della separazione e si va a cercare nel cosiddetto fuori la soluzione ai mille interrogativi che ci assillano. Questa proiezione verso un esterno fittizio fa sì che si cerchi un’impossibile felicità basata sui rapporti esteriori che poi non sono proprio esteriori, ma lasciamo stare: è troppo difficile da capire, ora.

Per questi c’è bisogno di qualche batosta che tolga l’illusione del fuori se si vuole portare l’atten­zione al dentro, cioè al cuore.

Chi si affaccia alla porta del cuore comincia ad intravedere un mondo diverso, un mondo in cui l’unica legge è l’amore.

Hai avuto un amore che ti sembrava di vivere nel tempo e poi il tempo è finito e ti sei sentito perduto. Ma proprio per questo avvenimento doloroso ti sei rivol­to verso te stesso e, nel silenzio, hai sentito la mia voce. Hai creduto di essere diventato pazzo ed invece è stato il primo passo per uscire da quella follia che l’uomo chiama normalità.

   Quell’amore che ti sembrava avesse avuto inizio per un incontro apparentemente casuale, nel monde del cuore senza tempo e senza spazio era già presente nel sempre-unico reale.

L’amore è una forza come il magnetismo o la gravità. Quando sono iniziate queste forze? Sono esistenti da sempre. Quello che sembra temporale e spaziale è solamente il loro manifestarsi alle coscienze. Perciò quell’amore che doveva agire su di te come forza di accensione della tua coscienza non è nata in un determinato momento, ma c’è sempre stato come ci sei sempre stato tu. La tua compagna, l’essere che doveva agire per te come veicolo di trasmissione dell’amore - stra­da maestra per la verità - ha scavato nella tua anima e, quando è arrivata nel centro di essa, il tuo cuore, che ragione c’era che continuasse ad agire? Il compito era stato svolto. Questa è la ragione del distacco.

Dovevi andare avanti da solo, con la tua coscien­za più sgombra da inutili orpelli. Cercare il perché di quanto ti è capitato è pura perdita di tempo.

La realtà è questa; prendine atto e, serenamente, continua la tua strada, quella che ti ha portato a manifestarti nella apparentemente inutile pietra, nel fiore che sei stato, nella bestia istintiva, nell’uomo che sei, e che farà di te l’angelo che sarai, fino al Dio dal quale sei partito ed al quale ritornerai.

Perché questo viaggio per tornare al punto di partenza? Non era più semplice restare nel seno divino? E le tracce che hai lasciato nella materia in tutto questo tragitto? E le influenze che avrai ancora sulla terra nel tuo campo d’azione? E sì per­ché ne hai ancora di cose da fare! Sei solo all’inizio.

Quindi, buon lavoro. E lavora bene perché lavo­ri per me che lavoro per Lui.

Per oggi basta.