)*(Stazione Celeste)
Chiedi
a chiunque cosa desidera di più dalla vita e tutti ti risponderanno:
la felicità.
E se chiederai quanti sono felici, forse non ci sarà uno solo che ti
risponderà affermativamente. Eppure l’uomo è stato creato per
essere felice. Cos’è questa contraddizione?
Se vai a cercare pesci nei campi o uva nel mare, credi di poter trovare ciò
che desideri? No, di certo.
E allora perché l’uomo va a chiedere la felicità ad un altro uomo
o ad un lavoro, ad una dottrina, ad una autorità, ad un’ideologia e non
la cerca nell’unico posto in cui può trovarla?
In se stessi, nel più profondo di se stessi, nel proprio cuore c’è
la pianta della felicità perché nel cuore c’è l’amore e
solo nell’amore nasce, cresce, prospera e dà frutti.
Il cuore di ognuno è parte del Cuore Universale, quel centro creativo
da cui origina la vita, la vera vita, una vita che non conosce dolore, sofferenza,
malattia, perché è vita cosciente che non ha bisogno del bastone
per essere ben indirizzata.
Solo che, di fronte alle proprie disgrazie, è più comodo addossare
la colpa a qualcun altro piuttosto che a se stessi: una volta l’artefice dall’infelicità
viene identificato nel coniuge, altre volte nei figli e nei vicini di casa,
nel collega e nel governo, e nell’età che avanza.
Tutto ciò che appare fuori di te è solo proiezione distorta della
mente: è la mente che rende penosa o gioiosa una certa circostanza.
Domani, invece di guardarti nello specchio, specchiati in me: ti vedrai come
veramente sei, non come ti proietti fuori. E, se saprai accettarti così
come ti vedrai, sarai felice. Altri mezzi non esistono.