)*(Stazione Celeste)

a colloquio col Cuore

Chi è morto?

 

E va bene: è ora che tu lo sappia.

Sei ormai certo che la tua compagna è viva, anche se non più presente in forma fisica. Sai che la morte praticamente non esiste se non come passaggio, cambiamento di stato.

Hai vinto la nostalgia e ricordi i momenti passati insieme a lei come qualcosa che ha costruito un presente che puoi vivere pienamente solo spostando la tua attenzione da un piano all’altro della tua coscienza.

Però, ogni tanto, ancora soffri, vieni preso da "sindrome da lutto". Perché? Te lo sei mai chiesto per chi sei ancora in lutto? Qual è il vero morto di tutta la situazione? Chi è passato da un modo di vita ad un altro? Non sei tu? Quello per cui ancora soffri non è il distacco da un sistema di vita che era per te l’unico possibile?

Questa è la morte: la perdita di una fase di esistenza per l’inizio di un’altra. "Ma io sto ancora nel mio corpo, come posso essere considerato morto?", dirai tu. E che differenza fa tra una vita nel corpo ed una fuori di esso? Quando dormi non esci forse dal tuo corpo fisico? Non te ne accorgi, non ti ricordi praticamente nulla, al tuo risveglio, ma il corpo lo lasci.

La sofferenza che ancora patisci è per te stesso, non per altri. Piangi la tua morte, la tua metamorfosi. Quindi non aggrapparti a rimasugli di nostalgia per giustificarti o a residui di ignoranza: sei solo uno struzzo che nasconde la testa nella sabbia per illuderti di nasconderti la realtà. E, scusami, sei anche ipocrita.

Se piangere per gli altri può avere, umanamente, una giustificazione, piangere per se stessi è solo egoismo e vigliaccheria.

Taglia l’ultimo anello della catena e libera la tua anima: alzala da terra e falla volare. Solo cosi può vedere la Terra dall’alto e giudicare serenamente gli avvenimenti che si verificano su di essa e sui suoi abitanti ancora incatenati.

Fra prigionieri è difficile aiutarsi, ma dall’altra parte delle sbarre, con una visione più ampia della realtà, il discorso è diverso: puoi cercare di far evadere qualcuno che lo merita, puoi consolare qualcun altro, puoi far capire a chi non sa darsi pace il vero perché delle catene che lo legano.

Chiudi, seppellisci il tuo vecchio essere ed esci per sempre dal cimitero della tua vecchia forma mentale.

Affidati a me e fatti condurre per mano: ti porterò nell’isola popolata dai nudisti dell’anima e comunicherai con loro, imparerai la loro saggezza e troverai il vecchio tesoro nascosto sotto la sabbia.

Per quanto tempo l’hai cercato? Ora puoi prenderlo. Fanne buon uso.