)*(Stazione Celeste)

 

 

Uno nell'Uno

di Gian Piero Abbate

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Premessa: la parola "anima" può assumere diversi significati. In questo documento con il termine "anima" si fa riferimento al corpo astrale, ovvero all'aura. In molti scritti americani la parola "anima" corrisponde a quello che in questo scritto viene indicato come "Sé superiore" e come "Spirito". Analizzando bene i documenti, non ci sono contraddizioni, è solo questione di terminologia.

Per capire meglio come possiamo essere singoli individui e, contemporaneamente, parte di una Unità indivisibile, propongo una visione simbolica semplificata, che proprio per questo non è perfetta né deve essere presa alla lettera, ma può aiutare a capire il fenomeno.

L'acqua della Terra è tutta connessa in qualche modo. Dalle sorgenti sgorga e forma fiumi e laghi, che però non possono restare isolati. Quindi quest'acqua scorre verso i mari e gli oceani, che sono anch'essi tutt'uno. E poi dagli oceani, attraverso quello che è chiamato il ciclo, l'acqua torna alle origini. Non importa se è salata o no, possiamo prendere l'acqua del pianeta come un simbolo dell'Uno.

Una parte di quest'acqua viene raccolta e incanalata, per alimentare gli acquedotti. Prendiamo una città piccola, dotata di un unico acquedotto. Questo porta l'acqua a tutte le case. C'è un grande tubo che collega il condominio all'acquedotto, ma questo si separa poi un singoli tubi, uno per ogni abitazione. Siccome bisogna pagare l'acqua che consumiamo, c'è un contatore che è l'interfaccia tra l'impianto comune e quello privato.

Dal contatore poi parte il tubo che arriva, semplificando, al nostro rubinetto della cucina. Se apriamo il rubinetto senza aver chiuso il lavabo, l'acqua scorre e se ne va, se però mettiamo il tappo alla vasca, possiamo raccogliere una certa quantità d'acqua ed usarla, prima di lasciarla andare. Però la quantità è limitata: per quanto sia grande la nostra vasca, sarà sempre insignificante rispetto alla quantità d'acqua disponibile a livello globale.

Questa è l'immagine che vi propongo per fare un'analisi di noi stessi.

L'acqua del pianeta è come lo Spirito. Lo Spirito è già Uno. Ciascuno di noi, volente o nolente, consapevolmente o no, è già nell'Uno, a questo livello. Non posso dire che un individuo è parte dell'Uno, perché l'Uno è indivisibile. Questo significa anche che non possiamo parlare di un "nostro" Spirito.  Siamo come gocce del mare, una equivale all'altra, anche se è possibile pensare anche alla singola goccia, ma non come una entità diversa dalle altre, ma semplicemente come uno degli elementi costituenti il Tutto. Il concetto di sistema rende bene l'idea, perché amplia l'idea anche a parti diverse tra loro. Ogni sistema è formato da tanti componenti aggregati tra loro. L'auto è un sistema, fatto dal motore, le pedaliere, il volante, la carrozzeria, e così via. A loro volta ciascuno di questi componenti sono dei sistemi. Il motore è fatto dai pistoni, la testata, le fasce, e così via. Ma ogni componente non ha senso in sé, se non come parte del sistema, e il sistema è uno. Tornando allo Spirito come totalità dell'acqua, quest'ultima possiamo pensarla come l'insieme di tutte le informazioni disponibili, l'Intelligenza suprema. Come vedremo alla fine, qualsiasi informazione sia stata generata, nasca ora, o che verrà creata domani, è già presente nello Spirito, perché questo è fuori dallo spazio / tempo, e per lui il futuro, come il passato, è sempre e solo presente: il Tutto esiste solo nel "qui e ora".

In tutte le religioni si parla della discesa dello Spirito in noi. Anche Gesù parla della discesa dello Spirito Santo e delle condizioni perché questo avvenga. Lui stesso l'ha voluta sperimentare personalmente. Bene, questo è analogo all'aver incanalato l'acqua nell'acquedotto. Lo Spirito scende e arriva nel nostro Sé. Quest'ultimo però, proprio come nell'esempio, è pensabile come costituito dall'unione di due parti, che per comodità possiamo chiamare il Sé superiore e il Sé inferiore. Tra loro c'è l'equivalente del contatore dell'acqua. Per fortuna, però, l'accesso alle informazioni è gratuito, quindi questo contatore permette il flusso in entrambi i versi. E forse conteggia anche i transiti, chi lo sa? Questa condizione va compresa molto bene, perché ci da spiegazione di molti fenomeni che viviamo. Recentemente ho scritto che il Sé è la sede dei nostri pensieri, e questa affermazione qui trova conferma, ed opera secondo le modalità della Fisica Quantistica, il che ora posso meglio chiarire.

I pensieri non vanno confusi con le idee. Potrei dire che i pensieri sono forme, non hanno energia, non sono collocabili nello spazio / tempo, sono ovunque nell'Universo. Si comportano come le particelle prive di massa e carica elettrica, e quindi rispondono ai principi della Fisica Quantistica. Per contro le idee sono segnali elettromagnetici generati dal cervello attraverso scambi ionici o veri e propri circuiti elettrici. Le idee sono energia, hanno un inizio, comparsa dell'idea, e una fine, morte dell'idea, hanno una loro forza, intensità dell'idea, e rispondono alle leggi della Fisica Classica. Le idee cambiano, i pensieri no. Le idee muoiono, i pensieri restano in eterno una volta che siano stati generati. E così via.  Le idee sono in quantità limitata, i pensieri no. Le idee sono l'equivalente dell'acqua del nostro lavandino.

Un pensiero è una certa quantità d'informazione libera, cioè non vincolata ad un certo luogo in un dato momento. L'energia di pensiero è quindi energia libera, che se viene vincolata a un determinato spazio, si trasforma immediatamente. I pensieri sono quindi in qualche modo collegati al Sé, ma in due modi diversi, che comportano due stati diversi di aggregazione. Ritorniamo all'immagine di esempio per meglio comprendere. I pensieri collegati al Sé superiore sono come le gocce d'acqua della porzione di acquedotto che è dentro il condominio, ma queste gocce ancora non sono entrate nel circuito idraulico di nostra proprietà. Dalla loro presenza e dalla loro "vicinanza" dipendono molte caratteristiche del nostro circuito, ad esempio la pressione e la conseguente velocità con cui ci arriveranno i pensieri "dall'Alto", ma è impossibile distinguere o isolare le singole gocce, perché trattandosi di energia libera non è assoggettata allo spazio  / tempo. Ci troviamo ai limiti della Fisica Quantistica, come se stessimo parlando di particelle senza massa, senza carica elettrica, e più veloci della luce. La conseguenza teorica è che questi pensieri non emettono luce, non vibrano, non sono associabili a quantità di calore, non sono materiali, non hanno una energia fisica così come tradizionalmente definita nella Fisica Classica e in quella Relativistica. Non si può dire dove siano e dove stiano andando, ma la loro presenza è misurabile a causa delle conseguenze. Come misurare la perturbazione indotta dalla particella, non potendo misurare la stessa.

Quando un pensiero entra nel Sé inferiore, cioè simbolicamente passa il contatore, il suo stato di aggregazione cambia. Il Sé inferiore è in contatto con l'Anima, e questo lo porta ad essere osservato direttamente. Il Sé inferiore è un pò come l'etere nella Fisica. La grande discussione sulla sua esistenza ormai sta volgendo al termine, e sempre più s'impone la realtà. Però nell'etere l'unica Fisica possibile è quella Quantistica dove spazio e tempo esistono, seppure con certe modalità. Questo significa che qui i pensieri restano vincolati ad un certo spazio, il "mio" Sé, e quindi iniziano ad emettere vibrazioni, luce, calore, anche se non si può sapere la loro posizione precisa e, simultaneamente, la loro velocità e direzione, applicando il principio d'indeterminazione di Heisemberg. In questo nuovo stato i pensieri si comportano come le particelle elementari, nel senso che si manifestano solo se vengono "osservati", e con l'osservazione perturbati. Le particelle elementari è come se non esistessero, fossero una quantità d'informazione non visibile, sino a quando non vengono perturbate dalla loro osservazione, per cui osservandole decadono ad uno stadio "materiale" misurabile entro certi limiti. Altrettanto i pensieri, che nel Sé superiore non sono osservabili, ma nel Sé inferiore acquistano concretezza e possono manifestarsi, se osservati.

Tutto il discorso dei pensieri positivi, o negativi, che determinano la realtà che ci circonda, nel Sé superiore non ha senso, ma nel Sé inferiore diviene una realtà.

In qualche modo quel contatore diviene quindi anche il punto d'interfaccia tra Dio e noi. Spesso dico che Dio esiste ma non interferisce nella nostra vita, che è tutta nelle nostre mani. Se lo Spirito non è altro che una parte della essenza di Dio, e lo Spirito, attraverso il Sé superiore, non può passare quel contatore, allora l'esistenza di Dio non riguarda le manifestazioni fisiche del Creato e della nostra vita. Almeno in generale, perché le eccezioni sono sempre possibili, ma rare.

Il Sé inferiore lo possiamo pensare come il "divino" che opera in noi. Non vorrei però dare l'impressione di spaccare in due il Sé. Il Sé è tutt'uno, è solo un problema di comprensione degli strati del DNA. La problematica è legata agli strati 7, 8 e 9 e la loro collocazione nello spazio / tempo. Su questo punto tornerò in un prossimo documento. Per ora posso dire che lo strato 7 corrisponde al Sé inferiore, lo strato 9 al Sé superiore, e lo strato 8 alla loro interfaccia, cioè al mio "contatore".

Torniamo al grande oceano dello Spirito. Lo Spirito e l'Uno coincidono. Nello Spirito siamo già tutti Uno, ma questo non significa averne la consapevolezza. Per questo in molte religioni si parla della "discesa dello Spirito", e anche Gesù volle essere battezzato, per permettere la sua manifestazione. La discesa è l'apertura ad una consapevolezza, quella di essere divini, e quindi indivisibili. A questo livello non esistono più le persone, maschere definite dai corpi fisici e astrali, né gl'individui, differenziati dal Sé, ma siamo solo Uno. E questa consapevolezza è difficile da raggiungere e comprendere, perché fa molta rabbia alla nostra mente, che pretende di essere unica proprietaria del libero arbitrio. Qui si aprirebbe un lungo discorso sui limiti del nostro libero arbitrio, che però evito, dicendo solo che tendiamo alla Verità, e la strada per raggiungerla è quella dello Spirito cristico ("Io sono la Via, la Verità e la Vita") e il libero arbitrio è solo lo strumento per decidere se fare il percorso più breve o quello più lungo.

Nessuno può possedere l'intera informazione. Sarebbe come poter raccogliere in sé l'intera acqua. Almeno questo è quello che ci dice la mente, essendo consapevole che la sua capienza è come quella di un lavandino. Ma non è proprio così. Tutti hanno l'accesso a una parte di quest'acqua, ma se mantengono il canale aperto, hanno accesso all'acqua corrente, che porta informazioni sempre nuove e aggiuntive. In questo senso la frase "La Verità vi farà liberi" deve essere interpretata come la capacità di mantenere un accesso incondizionato al Tutto, perché solo nell'Uno risiede la Verità. Chi pensa invece di poter possedere la Verità come un oggetto distaccato e a se stante segue una illusione basta sulla superbia. Ciò che ci permette di arrivare alla Verità è la nostra appartenenza all'Uno.

Qui nasce un problema. Quando incontriamo una persona per strada, percepiamo quella come un "altro": è vero o è falso? Posso dire che è vero se parliamo della persona, è falso se parliamo dell'individuo. In altre parole, chi incontriamo ha un corpo e un'anima diversa e distinta da noi, ma il Sé superiore e lo Spirito sono unici. Ovvero, incontriamo sempre e solo noi, nei nostri miliardi di manifestazioni possibili. Vi può sembrare sconvolgente, ma è così. Incontriamo sempre Adam. Nella Genesi il racconto sembra creare una contraddizione. Adam è uno, poi diventano due, Ish e Isha, poi interviene Eva e c'è Caino, essendo stato ucciso Abele, e siamo a quattro, ma Caino parla di un moltitudine della quale ha paura: da dov'è saltata fuori questa moltitudine? Vi ho dato la chiave di lettura. Tutta l'umanità è stata realizzata in Adam, tutta l'umanità continua a vivere in lui.

Questo significa che anche il concetto di anime gemelle deve essere inquadrato in questa logica. Se per anime gemelle intendiamo tutte le persone che condividono lo stesso Spirito, quante sono le mie anime gemelle? Tutte le persone viventi. Ma se per anime gemelle intendiamo tutte le persone che condividono il mio Sé superiore, quante sono le mie anime gemelle? Poche, quelle che hanno realizzato con me l'Uno in questa o in altre vite. Perché una unione, una volta realizzata, resta per sempre. Come il vero amore. Infine, le anime gemelle, nonostante le parole, hanno qualche cosa a che fare con la mia anima? No, le anime gemelle non c'entrano con l'anima.

Per contro ci possono essere due o più persone che "vibrano" con l'anima alla stessa frequenza. Come se fotografando l'aura ci trovassimo di fronte a immagini identiche. Queste persone le possiamo chiamare "fiamme" gemelle. Questo può portare a sentirsi molto in sintonia e, ad esempio, riuscire a comunicare facilmente in modo telepatico, ma questi fenomeni non devono portare a ipotizzare di essere anime gemelle: le fiamme gemelle cambiano continuamente, di situazione in situazione.

Voglio fare una ulteriore riflessione sull'ottava: come e dove c'entra? Per sapere cos'è l'ottava rimando agli scritti di Michele Proclamato e di Carlo Splendore. Il principio delle armoniche, inferiori e superiori, entra in gioco ad ogni livello, ma con modalità differenti. A livello del corpo fisico influenza tutta la materia, dalle cellule sino alle idee. La moltiplicazione delle cellule segue le regole dell'ottava, ma anche le idee sono ad esse collegate. Una idea può essere rappresentata come un segnale di una certa frequenza che si propaga nello spazio. Bene, questo segnale può interferire con altri segnali di pari frequenza, e con i multipli e sottomultipli. Introduco qui un concetto ben chiarito dal biologo Lipton, che è quello della relazione tra realtà umana e interferenze costruttive e distruttive. Quando due segnali di eguale frequenza e in fase tra loro collidono, le due onde si unificano, generando un'onda doppia, e questa è l'interferenza costruttiva. Viceversa quella distruttiva si verifica quando i due segnali sono in opposizione di fase, e le due onde spariscono, perché si annullano. Se le onde non hanno la stessa ampiezza, e se le fasi non sono esattamente uguali o opposte, si verificano tutti i casi intermedi. Ripartiamo dalle idee. Se due idee sono identiche e in fase, cioè ad esempio entrambe positive, e interferiscono perché generate da due cervelli abbastanza vicini, nasce un'unica idea di potenza maggiore. Viceversa le se le due idee sono in opposizione, allora si annullano. Vista la bassa potenza dei segnali, la distanza fisica tra le persone è importante. Un esempio: se marito e moglie generano l'idea "cambio auto", ma il marito vuole cambiarla e la moglie no, le due idee si annullano, essendo in opposizione di fase. Invece se entrambi vogliono cambiarla, accadrà che uno dirà all'altro"senti, cambiamo l'auto", e l'altro risponderà "avevo pensato la stessa cosa". Questo fenomeno però può interferire anche con idee di frequenza doppia o metà, cioè con le ottave superiori o inferiori dell'idea originale. Mentre è facile capire che sulla tastiera di un pianoforte il do di una scala, cioè di un pezzo di tastiera, è l'ottava superiore di quello che lo precede, e quindi quel do emette una nota la cui frequenza è esattamente il doppio dell'altro do, non è altrettanto facile parlare di idee che hanno frequenze doppie l'una dell'altra. In modo del tutto intuitivo, posso dire che tanto più una idea abbraccia un'area estesa, tanto più è bassa di frequenza, e tanto più si focalizza su un punto particolare, tanto più sale di ottava in ottava.

Il fenomeno delle ottave però riguarda anche l'anima. Abbiamo detto che l'anima è un corpo di luce, detto anche aura, e quindi per definizione è un corpo che vibra. Se due anime interagiscono tra loro, il che è possibile solo se sono abbastanza vicine, come quando, ad esempio, ci si stringe la mano, oppure si siede uno accanto all'altro, o si dorme assieme, allora le due anime interagiscono in forma costruttiva o distruttiva sempre secondo i principi fisici suddetti. Se ora ci ricordiamo che l'anima è la sede delle emozioni, allora questo significa esaltare o annullare certe emozioni che sono presenti in noi. La simpatia o antipatia verso certe persone non si spiega totalmente così, essendo un fenomeno complesso, però buona parte delle nostre reazioni emotive verso un altro che si è avvicinato a noi dipendono proprio dall'interazione tra le due anime.

Arriviamo così al Sé superiore. Qui troviamo i pensieri. Come detto i pensieri non hanno energia, ma hanno una forma d'onda, e quindi delle loro frequenze caratteristiche. Quindi le considerazioni fatte per l'anima valgono anche in questo caso, ma con una differenza: lo spazio e il tempo qui non contano. Un mio pensiero può interagire con un pensiero generato da un abitante di un remoto pianeta di una sperduta stella di chissà quale galassia. Da una parte questo inizia a farci paura, d'altra parte ci apre orizzonti smisurati, e inizia a indebolire la nostra innata superbia. Collegarsi a quello che qualcuno chiama "mondi superiori" è una realtà, ma in questa ottica la qualifica di "superiori" perde di significato: semplicemente si tratta di essere collegati alla Vita.

Così arriviamo allo Spirito, dove siamo nell'Uno, e quindi il discorso delle ottave perde ogni significato: qui suona la magnifica orchestra fatta da infiniti strumenti, e tutte le forme d'onda esistono contemporaneamente, generando la maestosa melodia della creazione.

Molte sono le conseguenze di quanto detto, e chi è arrivato a cogliere per primo alcuni aspetti e le conseguenze inevitabili, magari ha preso paura della potenza di tutto ciò. Uno di questi è Gustavo Rol: il segreto nascosto nella quinta di ottava, nel verde e nel calore va ricercato proprio usando le nozioni sopra esposte.

Concludendo, le considerazioni esposte sono preliminari all'attivazione consapevole dei 12 strati del DNA, che è la cosa più urgente da fare in questo momento. La divulgazione di questo documento è quindi un primo passo verso questa attivazione che, dal prossimo settembre, inizierò a fare nei miei incontri, a tutti coloro che, in piena libertà, si sentiranno pronti.

Un abbraccio.

Abbate Gian Piero

Pordenone, 15 luglio 2014

 

Leggi qui un articolo/intervista all'autore pubblicata su il Giornale.

 

 

 

 

 

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