)*(Stazione Celeste)
Scintille di Saggezza Esoterica
Qual è la nostra relazione "psicologica" con Dio?
di Francesco de Falco
A cosa serve la psicologia? A conoscere noi stessi in modo sempre più completo. A mano a mano che ci “innalziamo”dal subconscio (il passato psicologico, individuale e collettivo) al superconscio, entriamo in contatto con aspetti di noi stessi sempre più elevati. Espandiamo sempre di più la consapevolezza di ciò che siamo. In questo modo, prima o poi, ci troviamo a incontrare la divinità che è in noi e quella in cui viviamo.
Come possiamo raffigurarla in un modo meno infantile di come la raffigurano le religioni tradizionali? Per esempio, immaginando di essere… una cellula del nostro fegato. In questo caso, come descriveremmo Dio? Probabilmente come una cellula immensamente più grande, ma a nostra immagine e somiglianza; magari come un grande insieme di tutte le cellule del fegato, che formano un organo immenso. Forse, insieme a milioni di cellule simili a noi, abbiamo fondato delle religioni che venerano il grande Dio Fegato. Può darsi però che, tra di noi, vi siano alcune cellule che abbiano compiuto studi esoterici e che tengano lezioni alle altre. Esse spiegano che, nell’universo, vi sono numerosi piani di esistenza, e che noi, insieme al Dio Fegato, esistiamo simultaneamente su almeno sette di questi piani. Non solo, ma queste cellule esoterismo suggeriscono anche che il Dio Fegato non è l’unico e neppure il più grande dio esistente. Esso vive all’interno di una divinità maggiore, un’enigmatica Entità che è chiamata Uomo. Quest’ultimo è talmente immenso che i suoi piani e i suoi propositi evolutivi sono inconoscibili per noi, piccole cellule del Fegato. Forse solo il grande Dio Fegato conosce qualcosa del proposito del misterioso Dio Uomo.
Una delle cellule chiede allora al suo insegnante: “Il Dio Fegato e il Dio Uomo, nella loro onniscienza e onnipotenza, ci conoscono e ci amano una per una, non è così? Hanno cura di noi come tante figlie, vero?” L’insegnante allora risponde, con uno sguardo tenero e forse un po’ mesto: “Non lo possiamo sapere con certezza. Tenete però presente che, all’interno dell’evoluzione cosmica, come ci sono livelli di consapevolezza oltre i nostri, ve ne sono altri così inferiori che cadono al di sotto del nostro livello di consapevolezza. Noi stesse non siamo coscienti di ogni singolo atomo da cui siamo costituite: eppure anch’essi sono dei piccoli figli del Dio Fegato e dunque meritevoli di amore e cura. È probabile che lo stesso avvenga, per analogia, anche a Lui. È possibile che Egli ci ami tutte collettivamente, ma non sia consapevole di noi individualmente. È ancora più impensabile che il sommo Dio Uomo si ricordi di noi, una per una, ma certamente ci prepara con cura un ambiente benevolo in cui vivere, crescere ed evolvere. Non preoccupatevi e non siate quindi ansiose per il vostro futuro. Tra l’altro, esiste comunque un dio più piccolo che ci conosce intimamente e crea degli eventi e delle situazioni nella nostra vita, per indirizzare la nostra evoluzione: è il nostro Sé superiore. Egli è il nostro Padre celeste, che dimora nei piani di esistenza più elevati. Ognuna di noi è un essere divino che esiste in tanti piani, dal piano fisico a quelli più spirituali, e in essi fa l’esperienza di essere parte del Dio Fegato e del Dio Uomo nelle loro essenze più spirituali. Siamo tutte, collettivamente, come una goccia nell’oceano del Dio Uomo, sia che Egli abbia consapevolezza di noi o meno”.
Se ora portiamo questa analogia alla nostra scala di grandezza, comprenderemo ancor meglio che noi esseri umani siamo entità individuali che vivono all’interno di un’entità collettiva molto più grande, l’umanità. L’umanità stessa è un centro di coscienza del Logos planetario della Terra. A sua volta Egli fa parte del Logos solare, di cui il Sole e i pianeti costituiscono i principali centri. Il Logos planetario è certamente consapevole di ogni suo centro, tra cui l’umanità, ma difficilmente di ogni singola unità umana. Ancora più improbabile è che il Logos solare sappia chi siamo individualmente. L’idea di un Dio personale, simile a un immenso essere umano, che ci vede e ci considera uno per uno, appartiene all’infanzia della razza umana e a una mitologia religiosa un po’ ingenua. I Logoi planetario e solare hanno comunque approntato un ambiente adatto per la nostra evoluzione, nel rispetto dell’evoluzione del sistema solare.
Noi esseri umani siamo comunque assistiti, individualmente e collettivamente, nella nostra evoluzione da molte entità di luce che sono intorno a noi. Il nostro Sé superiore, Maestri, discepoli sui piani sottili, entità angeliche ci aiutano e ci sostengono se e quando glielo chiediamo. Invochiamoli dunque con fiducia e saremo sostenuti dalla loro energia e dalla loro ispirazione.
Ma, come direbbe J.F. Kennedy, smettiamola di chiederci cosa può fare il Logos planetario per noi e chiediamoci invece cosa possiamo fare noi per il Logos planetario. Ci ricordiamo che ogni regno della natura porta un contributo, sacrifica qualcosa della propria energia, a favore dell’evoluzione dei regni superiori al proprio? Noi cosa possiamo offrire ai Maestri e a Gaia, il pianeta vivente?
Possiamo sacrificare qualcosa delle energie fisiche, dei desideri emotivi, delle ambizioni intellettuali, dell’autorealizzazione della nostra personalità, per il bene comune del gruppo, dell’umanità e del pianeta. In cambio cosa riceveremo in dono? La gioia che proviene dall’allineamento con i propositi della nostra Anima, che è già parte dei regni superiori della natura. La guida che i Maestri riservano a coloro che si rendono disponibili a collaborare al piano per la trasmutazione della coscienza del pianeta. Il premio che consiste nel fatto che, quando stiamo lavorando concretamente per l’evoluzione di gruppo, la nostra evoluzione personale procede molto più rapidamente. La sensazione beatifica, che all’inizio si rivelerà in brevi istanti d’illuminazione, di essere non individui separati, ma entità di gruppo immerse nella vita di gruppi sempre più ampi e inclusivi, parte della Vita Una.
In questo articolo ho iniziato a parlare di una forma di psicologia differente dal solito: la psicologia delle entità divine. Essa ci viene, in parte, rivelata in diversi trattati esoterici. Conoscerla può servirci a distaccarci, per un attimo, dai nostri piccoli e grandi problemi quotidiani, per abbracciare una visione più ampia dell’esistenza. Questo può donarci maggiore serenità e indicarci qualcosa sul significato stesso della nostra esistenza. A presto
Francesco
|