)*(Stazione Celeste)

 

 

 

 

 

Bambini Indaco

di Debra Hegerle 

Mio figlio è un Indaco di sette anni. Ho lavorato come aiuto insegnante in tutte le sue classi, dalla scuola dell'infanzia fino a oggi che è in prima elementare, e l'ho osservato interagire con altri bambini, Indaco e non, di tutte le età. E' stato interessante! In effetti, cercare di mettere per iscritto la mia esperienza per me ha rappresentato una sfida, poiché i bambini fanno tante cose difficilmente percettibili.

Gli Indaco elaborano le emozioni in modo diverso rispetto ai non-Indaco, grazie a un buon livello di autostima e alla loro integrità. Possono leggervi come un libro aperto e notano o neutralizzano subito ogni vostra intenzione occulta o perfino il più piccolo tentativo di manipolazione che abbiate in mente. Anzi, sono addirittura in grado di percepire le vostre idee riposte anche se voi stessi non ne siete consapevoli! Possiedono una forte disposizione innata a fare le cose da soli e vogliono una guida esterna solo se viene proposta loro con rispetto e sotto forma di una vera scelta. Preferiscono risolvere le situazioni per conto loro.

Nascono con intenzioni e doni di natura già ben evidenti. Assorbono la conoscenza come delle spugne, specialmente su argomenti che gradiscono e da cui si sentono attratti, divenendo in tal modo molto esperti nelle loro aree di interesse. Poiché l'esperienza rappresenta per loro il modo più congeniale per apprendere, sono capaci di crearsi le esperienze di cui hanno bisogno per riuscire a risolvere i problemi che incontrano o per crescere in determinate aree. Quando vengono trattati con il rispetto dovuto all'adulto, reagiscono nel modo migliore.

Non solo sono maestri nell'individuare intuitivamente nell'altro motivi reconditi o intenzioni riposte, ma sono anche altrettanto bravi a rivolgere tali manipolazioni verso le persone stesse che le usano, specialmente i genitori. La loro tendenza psicologica a "premere i bottoni" della gente li connota spesso come dei non conformisti. Se si accorgono che volete manipolarli per fargli fare qualcosa, oppongono molta resistenza e si sentono estremamente giustificati nel mantenere tale atteggiamento. Vedendo le cose dal loro punto di vista, se ritengono che voi non stiate mettendocela tutta per relazionarvi con loro, vi sfidano.

Quando li ho definiti bravi a "premere i bottoni" in realtà volevo esprimere il concetto che lavorano con noi adulti, per aiutarci a riconoscere quando ci stiamo servendo di vecchi e ingegnosi modelli per manipolarli, tutti trucchi che una volta funzionavano, ma ora non più. Quindi se un Indaco vi fa continuamente resistenza, significa che dovete prima di tutto controllare cosa state facendo. Forse quell'Indaco sta mettendovi davanti uno specchio, o vi sta chiedendo, in modo non certo conformista, di aiutarlo a scoprire nuovi confini, in modo che possa affinare le sue abilità e i suoi talenti, o raggiungere un livello ulteriore di crescita. 

Gli Indaco hanno abilità guaritrici innate che solitamente sono attive in loro fin da piccoli, ma possono non rendersi conto che le stanno usando! L'evento più spettacolare che mi è capitato di osservare era il modo in cui formavano dei gruppi, sistemandosi e allargandosi in un certo modo intorno a un loro coetaneo ammalato o in pena: si sedevano e fondevano il loro campo con quello del compagno. Molte volte era uno solo di loro che andava a mettersi vicino al compagno, ma talvolta formavano dei gruppi e si sedevano in modo da creare una formazione di tipo triangolare o romboidale intorno al compagno. Tutto si svolgeva in maniera molto impercettibile, tutt'altro che ovvia. Quando avevano finito, se ne andavano a fare qualcos'altro.

Era incredibile: lo facevano, ma non volevano parlarne. In alcuni casi non erano neanche consapevoli di ciò che stavano facendo e del perché! Per loro era cosi naturale che, se un bambino aveva bisogno di qualcosa dagli Indaco, loro andavano semplicemente a sedersi accanto a lui per un po', talvolta senza neanche il bisogno di parlare, e poi lo lasciavano stare per conto suo.

Un'altra cosa interessante che ho notato è che durante tutto l'anno scolastico gli Indaco attraversavano dei periodi in cui provavano o attrazione o repulsione gli uni verso gli altri; oppure c'erano periodi in cui avevano veramente bisogno della compagnia dei loro simili alternati ad altri momenti in cui non ne avevano bisogno. Non ho un'idea del tutto precisa di questo fenomeno, ma sembra coincidere con lo sviluppo personale individuale. Il senso di comunanza e di interesse reciproco fra Indaco non veniva mai a cadere durante i loro periodi di distanziazione, tuttavia ciò non comportava che si riavvicinassero gli uni agli altri finché tutto non era tornato a posto.

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 estratto dal libro:

I Bambini Indaco

di Lee Carroll e Jan Tober

(macroedizioni)

 

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Bambini Indaco