)*(Stazione
Celeste)
~ Il
Cambio d'Era ~
THE
shift
of the ages
di David Wilcock
Capitolo Tre
Le Piramidi
Armoniche sulla Terra e Altrove
GEOMETRIA SACRA
Ora che abbiamo fatto una panoramica
dell’intero modello eterico di questa serie, e trattato alcuni dei fondamenti
dal punto di vista di come si comporta la vita nelle densità precedenti,
esploreremo alcune delle proprietà fisiche di queste densità, e i loro
risvolti esoterici. È importante ricordare ancora che queste densità sono
formate da una fonte d’energia fluida non fisica. La prova schiacciante
dell’esistenza di un etere fluido è estesa, e sarà trattata in grande dettaglio
nei Volumi II e III.
Prima di tutto, da fonti come Ra,
sappiamo che l’Universo è Uno. Questo Uno viene unilateralmente citato come Pura
Luce Bianca. È anche citato come il “suono fondamentale” dell’Universo, o l’OM.
Ci viene poi detto che le cose sono diventate piuttosto statiche come L’Uno,
dal momento che niente è mai cambiato in questa Unità. Così, L’Uno ha deciso di
creare nuova vita da se stesso. Per fare ciò, L’Uno ha vibrato se stesso in
un’“ottava”. La Pura Luce Bianca è diventata una serie di sette colori: rosso,
arancione, giallo, verde, blu, indaco, violetto. Lo spettro dei colori visibili
impersonano la memoria di questo. L’Uno Suono Fondamentale si è infranto in una
serie di toni puri: do, re, mi, fa, sol, la, si. La struttura immutabile
dell’Ottava, quelle note che sono i rapporti matematici più puri e che suonano
anche meglio al nostro orecchio, conservano la memoria di questo. (Questi
possono essere visualizzati e ascoltati con i tasti bianchi del pianoforte).
Un’altra parola per vibrazione è “armoniche”, e useremo frequentemente quella
parola per descrivere questi sistemi.
Dobbiamo ricordare che la Luce Pura e
il Suono Puro sono semplicemente due modi diversi di descrivere le stesse
vibrazioni della fluida “energia intelligente” dell’Uno. Non c’è alcuna reale
differenza tra loro, dato che sono entrambi funzioni della vibrazione. Il suono
è una vibrazione delle molecole d’aria, e la luce è infine una vibrazione
dell’etere fluido. Vedremo nel Volume II come Dale Pond abbia dimostrato che se
si moltiplicano le frequenze del suono puro per molte volte, si ottengono le
frequenze del colore visibile, mostrando così l’equivalenza tra i due.
[La maggior parte degli scienziati
accetta che la luce si comporti come un’onda, ma cerca anche di asserire che non
c’è alcun medium attraverso cui viaggia l’onda, che l’onda è
semplicemente un tipo di particella conosciuta come “fotone” che viaggia
attraverso uno spazio “vuoto”. Questa è una nozione assurda, dato che tutti gli
esempi naturali di onde hanno qualcosa attraverso cui stanno “ondeggiando”. La
definizione di base di onda è “un impulso che viaggia attraverso un medium”, e
in realtà la luce non fa alcuna eccezione].
Il terzo componente “armonico” chiave
che abbiamo bisogno di mettere in gioco dopo la luce e il suono è la geometria,
che è il risultato visibile della vibrazione. La prima e più importante
geometria da cui dobbiamo cominciare è la sfera, che le antiche tradizioni
vedono come la geometria più alta nell’Universo, la pura essenza dell’Uno. Nel
nostro modello fisico, l’Universo è, in definitiva, sferico nella forma, dato
che, da quando si è formato, i suoi campi d’energia si sono espansi in tutte le
direzioni ad un ritmo costante. [Tuttavia, tutte le nostre galassie visibili
nell’Universo si sono fuse in una singola super-galassia “piatta”, ma i campi
d’energia sferici sono ancora presenti intorno a questa super-galassia, solo non
sono visibili. Questo sarà discusso nel Volume III]. Una sfera può essere
compressa in un singolo punto, che non ha nessuno spazio e nessun tempo, e così
esiste come l’oggetto più semplice nell’Universo, ma la sfera è anche la forma
più complessa dell’Universo, dato che contiene dentro di sé tutte le altre cose.
Sebbene in principio questo possa sembrare non aver senso, è, di fatto,
abbastanza semplice da spiegare se cominciamo con una “piatta” dimostrazione
bidimensionale, come hanno imparato gli antichi studenti di geometria sacra.
Cominciamo disegnando un cerchio con
un compasso. Ogni posto su un cerchio può essere definito come un punto, e
allora si può prendere un righello e disegnare una linea verso ogni altro
possibile punto del cerchio. Ci sono letteralmente un numero infinito di
diverse linee, angoli e forme che possono essere disegnate all’interno di un
cerchio. Matematicamente parlando, nessun altra forma geometrica può formare
così tante geometrie al proprio interno quanto un cerchio, e così esso è la
forma bidimensionale più complessa che ci sia. Allo stesso tempo, la sua
struttura pura e armonica lo rende la forma bidimensionale più semplice
possibile nell’Universo. È l’unica forma in cui c’è solo un lato, nessuna linea
retta, e una curva che è completamente unificata per 360° intorno ad un singolo
punto centrale. Esso si risolve in Uno, e pertanto è la forma bidimensionale più
semplice possibile.
Quando allarghiamo il discorso alle
tre dimensioni, possiamo allora capire che lo stesso principio si applica alla
sfera. In modo confuso, il fisico Buckminster Fuller ha descritto la sfera come
una “molteplicità di eventi discreti, approssimativamente equidistanti in
tutte le direzioni da un nucleo centrale”. Eventi, dite? Per metterla in un
linguaggio decisamente più semplice, in una sfera si può disegnare un infinito
numero di linee che si connettono con un infinito numero di punti (cioè
eventi) sulla superficie della sfera, con tutte le linee che partono da un
singolo centro o nucleo, e tutte le linee finiranno per essere tutte della
stessa lunghezza. Questo rende la sfera l’oggetto tridimensionale più complesso
che ci sia; un infinito numero di diverse forme geometriche possono essere
disegnate al suo interno, semplicemente unendo punti diversi sulla superficie
della sfera. Se si stira o schiaccia una sfera in un modo qualsiasi, si ha meno
simmetria e quindi meno flessibilità in ciò che può esservi creato all’interno.
(Questo può sembrare difficile da comprendere, ma può essere provato
matematicamente. Questo spiega anche perché i liquidi formino naturalmente delle
sfere quando sono in caduta libera o un una bolla di sapone, dato che la
pressione dell’aria sul liquido è uguale in ogni direzione). La sfera è anche la
formazione tridimensionale più semplice nell’Universo per le stesse ragioni del
cerchio; di fatto, c’è solo una superficie, perfettamente simmetrica nella sua
curvatura intorno al punto centrale, e quindi tutto si risolve in Uno. In
confronto, un cubo ha sei lati o superfici, e questa è una delle forme
tridimensionali più semplici che ci siano. La sfera ha una sola ‘superficie’.
In modo interessante, il lavoro del
dott. Hans Jenny (pronunciato “Ienni”) ha mostrato che quando un’area sferica di
un fluido viene fatta vibrare a frequenze Diatoniche pure, cioè le vibrazioni
fondamentali dell’Ottava, compaiono forme geometriche all’interno del fluido.
Durante l’esperimento, piccole particelle che Jenny ha messo nel fluido
conosciute come ‘colloidi’ si sistemavano in forme geometriche fondamentali,
lasciando l’acqua pulita nel mezzo, mentre normalmente le particelle sarebbero
sospese in tutta l’acqua in modo uniforme. Se il dott. Jenny alzava la frequenza
del suono ad un livello più alto, allora apparivano strutture geometriche più
complesse, e quando la riportava al livello originale si poteva allo stesso modo
rivedere ancora una volta la stessa geometria con cui si era iniziato. Questa è
una dimostrazione piuttosto chiara quando si vede nel video “Cymatics” del dott.
Jenny, che è reperibile da varie fonti; ma ancora tale ricerca è stata
notevolmente sottostimata e/o ignorata dalla comunità scientifica.
Quindi, la geometria è una
caratteristica assai fondamentale della vibrazione; o come ha detto una volta
Pitagora: “La Geometria è musica congelata”. Le cinque geometrie tridimensionali
più importanti sono collettivamente conosciute come Solidi Platonici, dal
filosofo greco Platone che ne ha scritto per primo nei tempi moderni.
Figura 3.1 – I
cinque Solidi Platonici. (Ottaedro, Tetraedro a Stella, Cubo, Dodecaedro,
Icosaedro)
A titolo di nota, il Tetraedro a
Stella è tecnicamente più conosciuto come tetraedro intrecciato. Si può anche
prendere in considerazione il tetraedro stesso, che è semplicemente una piramide
a quattro facce con triangoli equilateri ad ogni faccia, ma in termini di
funzionamento dell’energia come vibrazione, sembra che la maggior parte delle
strutture tetraedriche abbiano due tetraedri incastonati l’uno nell’altro come
vediamo qui sopra.
C’è la prova chiara che ogni sforzo
scientifico che vada verso la scoperta dell’importanza di queste geometrie
nell’Universo venga attivamente soppresso, dato che quelli delle fratellanze
segrete possiedono ancora un alto grado di potere e si sentono legati al
“nascondere sempre e rivelare mai” i “segreti dell’Ordine”. Molti membri di
questi gruppi sono deliberatamente saliti al potere in varie istituzioni
scientifiche, e sono quindi posizionati per respingere certi tipi di ricerca,
specialmente quelli relativi alla free-energy/anti-gravità, come diremo nel
Volume II. Richard Hoagland e l’Enterprise Mission, lavorando col Ten.Col. Tom
Bearden, hanno mostrato come questi sforzi di soppressione risalgano al 19°
secolo, come minimo. Il grande pioniere del 19° secolo che analizzò il
comportamento dell’onda elettromagnetica (EM) fu Sir James Clerk Maxwell. Le sue
equazioni, conosciute come Quaterne, furono utilizzate per mappare interamente
le strutture interne nascoste dell’onda EM in una vista 3-d, con oltre 200
equazioni insieme. Quando si analizzano più di 200 quaterne come un gruppo, si
vede la geometria del tetraedro dentro una sfera. Questo è il segreto nascosto
dell’onda elettromagnetica, la struttura portante che determina il suo
comportamento mentre si muove, e Oliver Heaviside e altri, che ridussero le
equazioni di Maxwell a quattro quaterne fondamentali e dichiararono la geometria
nascosta un “occulto nonsenso”, la rimossero vigorosamente da tutti i loro
dibattiti accademici. Se non fosse stato fatto questo, avremmo potuto “risolvere
il puzzle” molto prima.
Non c’è un modo diretto per provare
che queste forme di gruppi segreti abbiano ispirato questa mossa politica sul
lavoro di Maxwell, ma è esattamente quello che ci si aspettava basandosi sul
loro sistema di credenze su cui hanno giurato di vegliare a costo della vita. Un
esempio ancora più lampante è stata la demonizzazione del concetto di “etere”
tramite l’uso dei risultati dell’esperimento di Michelson-Morley come “prova”.
La mistica del 19° secolo Madame Blavatsky predisse che l’etere sarebbe stato
rimosso dalla discussione, e che “i pilastri della scienza sarebbero venuti giù
con esso”. Discuteremo di questo più approfonditamente nel Volume II e III.
Anche ora, il comportamento anti-etere è così forte che si viene immediatamente
liquidati se si cerca di reintrodurlo in una discussione scientifica; ma noi non
siamo preoccupati, in quanto il tempo e le prove guariranno questa ferita.
Una volta accettata l’esistenza di un
etere fluido a più livelli di densità, dove ogni densità possiede una diversa
qualità della vibrazione, allora capiamo che certe evidenti forme geometriche
emergeranno a determinate frequenze “pure”. Infatti, la geometria è l’aspetto
più importante del comportamento dell’etere in termini di capacità nel
costituire strutture stabili, come i cristalli. Senza la geometria, la materia
non sarebbe possibile, dato che è la geometria ciò che permette alle “bolle di
campo” dell’etere di raggrupparsi insieme in schemi organizzati precisamente,
formando specifiche molecole. Diversamente, il meglio che potremmo sperare è che
le sfere si allineino polo-a-polo, e siano altrimenti libere di fluire le une
intorno alle altre, e questo comportamento non sarebbe sufficientemente
complesso da costruire materia. I vertici delle geometrie hanno più forza per
attrarsi l’un con l’altro rispetto alle altre aree sulla superficie della sfera,
come discuteremo fra poco, e questo permette alle sfere di organizzarsi in
schemi a “matrice” non casuali.
Sebbene la maggior parte delle volte
non possiamo osservare direttamente queste geometrie, eccetto che nelle
strutture cristalline, nei micro-cluster e nei quasi-cristalli (volume III),
essi creano distinti stress o zone di pressione nell’etere che possono
esercitare enormi forze sul loro ambiente. Pensate alla forza contenuta in un
vortice e capirete come un fluido possa avere aree di forza più forti e altre
più deboli al proprio interno. Queste forme geometriche quindi possiedono le
qualità sia dei fluidi, in quanto si formano in un medium fluido, sia dei
cristalli, in quanto essi sono chiaramente geometrici, quindi il dott. Harold
Aspden si riferisce ad essi come a “cristalli fluidi”. Per la fine del Volume
III, avremo costruito un modello fisico completo che dimostra come queste
formazioni siano nascoste in tutta la fisica quantica, biologica o cosmologica.
Se pensate che la scienza della chimica e della fisica quantica sia completa
così com’è, rimarrete veramente sorpresi nello scoprire quanti problemi ci siano
nel modello attuale, e che il disegno che presentiamo qui noi risolve ognuno di
questi problemi. In questo libro tratteremo alcuni dei fondamenti di come questa
schematizzazione geometrica funziona, compresa la “Griglia Globale” di linee di
energia sulla Terra, che danno direttamente forma ai continenti.
La qualità più importante dei Solidi
Platonici è che ogni forma è perfettamente inscritta in una sfera, tanto che
tutti i suoi punti esterni combaciano precisamente con la superficie esterna
della sfera. Ognuna delle linee rette che compongono questi oggetti saranno
della stessa lunghezza, e tutti i punti geometrici sulla superficie della sfera
sono equidistanti dai loro vicini, che è esattamente quello che ci aspettavamo
con la scienza della vibrazione. Platone e altri filosofi Greci hanno anche
sottolineato che tutte le misurazioni angolari in questi solidi geometrici sono
uguali, e che ogni lato degli oggetti tridimensionali deve avere la stessa
forma. Sebbene questo possa inizialmente sembrare un po’ confuso, in realtà
funziona molto bene. Ci sono solamente cinque forme maggiori con cui abbiamo a
che fare, quando osserviamo questa informazione. Queste cinque forme sono
l’ottaedro, il tetraedro a stella, il cubo (o esaedro), il dodecaedro e
l’icosaedro.
Per comprendere perché tali oggetti
geometrici si formino all’interno di una sfera vibrante di energia fluida,
dobbiamo sapere qualcosa riguardo al movimento delle onde. Se abbiamo una
semplice onda bidimensionale, come una corda di chitarra che vibra, allora ci
sono tre componenti fondamentali che rimarranno uguali se l’onda non viene
disturbata. Questi tre componenti fondamentali sono la lunghezza d’onda, la
frequenza e l’ampiezza. La lunghezza d’onda è la lunghezza di ogni parte
dell’onda, cioè “la distanza osservata tra due creste d’onda adiacenti”,
(misurata come una quantità di lunghezza in angstrom se si ha a che fare con la
luce visibile). La frequenza è il numero di creste d’onda che passano per un
punto ogni secondo, misurato in cicli al secondo o “hertz”, e l’ampiezza è
l’altezza di ogni cresta d’onda, cioè “la grandezza dell’onda misurata da zero
al picco”.
Ogni colore o suono che rimane uguale
per un certo periodo di tempo avrà una ripetizione continua della stessa
lunghezza d’onda durante tale tempo. Come esempio tipico, la frequenza “di
concerto” della nota LA è di 440 cicli al secondo. Questo significa che quando
l’aria vibra 440 volte in un secondo, il nostro orecchio lo interpreta come il
suono musicale “LA”. E questo è tutto. Se questi 440 cicli non avessero la
stessa frequenza e ampiezza, allora noi non sentiremmo una modulazione costante
ad un volume costante. Se aumentiamo la frequenza del suono, come ad esempio
salendo a 497 cicli al secondo, allora la modulazione diventa più alta mentre la
lunghezza d’onda si accorcia. Se aumentiamo l’ampiezza, il volume del suono sale
con l’aumentare dell’altezza d’onda, ma la sua modulazione rimane la stessa.
Dovremmo anche ricordare che con
queste onde si possono trasmettere informazioni complesse. Ci sono due tipi di
onde utilizzate per la trasmissione radio: modulazione di frequenza, o FM, e
modulazione d’ampiezza, o AM. La parola modulazione significa semplicemente
‘cambiamento’. Così come semplice spiegazione, le onde FM conservano la stessa
ampiezza, ma hanno continui cambiamenti (modulazioni) nella loro frequenza,
mentre le onde AM mantengono la stessa frequenza, ma hanno continui cambiamenti
in ampiezza. Questo è fondamentalmente tutto quello che c’è da sapere. Dato che
queste onde elettromagnetiche possono muoversi molto velocemente, c’è una grande
quantità di informazioni che possono essere trasmesse con esse, e questo è un
punto importante. Le informazioni codificate della radio AM/FM, dei CB, delle
bande di polizia/pompieri/emergenza, delle stazioni televisive terrestri e
satellitari, delle conversazioni ai telefoni cordless e cellulari sono sempre
intorno a noi in ogni momento.
Ora, quando abbiamo una forma d’onda
geometrica tridimensionale all’interno di una sfera, la lunghezza d’onda e la
frequenza sarebbero rappresentate dalla distanza tra i vari punti nodali sulla
superficie della sfera, che potrebbero essere misurati in gradi, e calcolati con
la funzione trigonometrica del seno. L’ampiezza sarebbe misurata dalla grandezza
della sfera, che potrebbe essere misurata in radianti e calcolata dalla funzione
del coseno. Quindi, se aumentiamo la forza (ampiezza) di un dato campo
energetico sferico, ingrandiamo anche la sua dimensione, la qual cosa spiega
perché queste strutture esistano dai livelli più piccoli della meccanica
quantica fino alla dimensione di tutto l’Universo conosciuto. È anche importante
capire che in questo sistema di etere fluido, incrementi di frequenza
dall’ambiente circostante faranno fluire all’interno maggiore energia eterica, e
pertanto quando una geometria si trasforma in un’altra si incrementa la
grandezza (ampiezza) della sfera. Lo esploreremo più avanti nel capitolo, quando
vedremo quanto ordinatamente i vari Solidi Platonici “siano annidati” uno
all’interno dell’altro, con ogni nuova geometria più grande di quella al suo
interno. Quindi tipicamente, un aumento di frequenza implicherà anche un aumento
di ampiezza.
L’unica cosa rimasta da spiegare è il
perché le vibrazioni formino punte, punti o vertici sulla superficie della
sfera, con linee rette che li connettono. Di nuovo, ritornando al semplice
studio di un’onda in due dimensioni, conosciuto come meccanica delle onde,
sappiamo che ogni onda ha certi punti conosciuti come “nodi” in cui non c’è
alcun movimento. Questo è più facile da visualizzare nell’onda sinusoidale
fondamentale, che ha la stessa forma di un’onda che si muove lentamente sulla
superficie di un lago; una continua curva a forma di ‘S’. Se si pizzica la corda
di una chitarra, ci sono determinate aree dell’onda in cui non c’è alcun
movimento, ma esse rimangono effettivamente perfettamente ferme. Queste aree
sono i “nodi”, misurando la distanza tra questi nodi si ottiene la lunghezza
d’onda. Un nodo può anche essere visto come l’area in cui l’altalena per bambini
è sostenuta da un fulcro metallico; ogni lato dell’altalena può andare su e giù,
ma il centro della tavola starà sempre nello stesso punto. Di nuovo, tale punto
è conosciuto nella meccanica delle onde come “nodo” o “punto di momento”.
Similmente, i vertici appuntiti dei
Solidi Platonici rappresentano i nodi dell’onda. Questi punti sono quelli in cui
in tutta la sfera è presente la minor quantità di vibrazioni. Di conseguenza,
vedremo che c’è grande forza in questa “calma” causata dalla pressione che
circonda i punti. Queste aree nodali (così come l’esatto centro della sfera)
possiedono, in effetti, la più grande forza energetica dell’intera superficie
della sfera, perché le zone di vibrazione circostanti a più alta pressione
raccoglieranno e rispediranno indietro naturalmente tutto ciò che è “libero” in
queste zone di pressione inferiore. È proprio per questa ragione che il maggior
numero di “colloidi” liberi si raccolgono in questi nodi negli esperimenti del
dott. Jenny. (Questa è anche la stessa ragione per cui le nuvole a più alta
pressione viaggiano verso zone a minor pressione nella nostra atmosfera). Dato
che questi nodi esercitano una notevole forza l’uno con l’altro per le leggi
della vibrazione, allora come dicono i vecchi adagi: “la distanza più breve tra
due punti è una linea retta”. Quindi, le linee rette di forza si formano
naturalmente tra questi nodi una volta che questi sono stati creati, e quando si
vedono tutte le linee combinate insieme, emerge l’oggetto geometrico, proprio
come quando si uniscono i puntini nei giochi di enigmistica.
Gli ultimi termini della meccanica
delle onde che abbiamo bisogno di introdurre a questo punto sono “onde in
movimento” e “onde stazionarie”. (Vengono anche utilizzati i termini “dinamico”
o “propagazione” per le onde in movimento e “statico” per le onde stazionarie).
Questi si spiegano quasi da soli: un’onda in movimento si muove nello spazio,
mentre un’onda stazionaria quando vibra rimane ferma. Quindi, se abbiamo una
sfera di fluido che rimane stazionaria e che ha uno schema geometrico di stress
da vibrazione al suo interno, ci si riferisce a quella geometria come “onda
stazionaria”. Una volta che pensiamo in questi termini, diventa facile mettere
insieme il modello: si basa su semplici, conosciuti principi fisici di fluidi
che vibrano, e gli stress quasi-solidi che si possono formare al suo interno per
le vibrazioni.
ABBINAMENTO DELLE FORME
GEOMETRICHE ALLE “DENSITÀ”
Ora se
ripensiamo all’idea che c’è un’Ottava di densità eteriche nell’Universo,
possiamo vedere che queste densità possiedono componenti di colore, suono e
geometria. Questo è forse il nesso più frequentemente studiato che fu esplorato
dagli eredi degli antichi misteri, molto tempo dopo che avevano perso traccia
del pieno scopo della conoscenza scientifica che vi stava dietro. Così, un primo
enigma su cui abbiamo lavorato dal 1996 al 1998 era: “Come facciamo ad assegnare
una forma geometrica ad ognuna delle sette densità maggiori, dal momento che ci
sono solamente cinque Solidi Platonici più la sfera con cui lavorare?” Non
abbiamo bisogno di otto forme, dato che le antiche tradizioni ci dicono che la
sfera esiste sia all’inizio sia alla fine dell’Ottava. Similmente, nell’Ottava
del suono, ogni nota che è un’ottava superiore a un’altra nota avrà esattamente
il doppio dei cicli al secondo. Così il “LA” a 440 cicli al secondo ridiventerà
“LA” quando arriva a 880 cicli al secondo.
Quindi dov’è
la settima forma? La risposta è stata trovata nei “miti religiosi” delle antiche
scritture Vediche dell’India, i resti dell’impero Rama, come raccontato
dall’inestimabile libro Geometria Sacra di Robert Lawlor. Gli Indù, o i loro
contatti, fornirono la risposta fornendoci due volte uno dei solidi Platonici.
Così come la sfera appare due volte, all’inizio e alla fine dell’ottava, così fa
il suo più stretto partner armonico, l’icosaedro, localizzato in seconda e in
settima densità. Per la ricca, mistica cultura degli antichi testi Vedici, con
la piena cooperazione di entità extradimensionali che volavano in favolosi
vimana, la forma dell’icosaedro era in realtà trasformata in un dio. Essi lo
chiamavano Purusha, e nella settima dimensione, o densità, esso rappresenta la
forza mascolina dell’Universo.
Figura 3.2 –
L’icosaedro, conosciuto all’antico impero Rama come il dio mascolino “Purusha”.
Come abbiamo appena detto, Purusha si
mostra anche come prima forma in cui si cristallizza la sfera quando siamo
all’inizio dello spettro. Pertanto, l’Uno, essendo una manifestazione di tutte
le entità consce, deve cristallizzarsi giù nel mondo della forma come Purusha, e
ogni entità deve ancora raggiungere il livello di Purusha per ritornare all’Uno
al termine del ciclo. La prossima immagine dalla Geometria Sacra di Lawlor
mostra come si disegnerebbe un icosaedro in due dimensioni, utilizzando un
compasso e un righello.
Figura 3.3 –
L’icosaedro, disegnato in due dimensioni con un compasso e un righello. (da
Geometria Sacra)
Prima di dire che la cultura Indù era
sessista e patriarcale, che assegnava la mascolinità a tutte le migliori forze
spirituali nella vita, comprendiamo che c’è uno yin al nostro yang. La forza
femminina universale viene citata come Prakriti, ed è identificata con il
dodecaedro, o sesta densità.
Figura 3.4 – Il
dodecaedro, conosciuto all’antico impero Rama come la dea femminina “Prakriti”.
(da Geometria Sacra)
Di fatto, sembra che si possa
considerare ogni densità come avente qualità “maschile” o “femminile”, con la
seconda che è femminile, la terza maschile, la quarta femminile, la quinta
maschile, eccetera. Non dimentichiamo che l’Unità è una combinazione di entrambi
i generi in un’Unione. Così, quando Purusha inizia come femmina in seconda
densità, vediamo che esso è, di fatto, un dio padre/madre, poiché incorpora in
sé anche l’archetipo femminino, o Prakriti. Quando avanziamo nella lettura del
disegno e capiamo le proprietà metafisiche e spirituali delle dimensioni, il
loro genere comincia ad avere molto senso. Oltre alla sfera, possiamo vedere che
Purusha e Prakriti sono le due forme più alte nello spettro, così ha un senso,
in qualche modo, che queste due forme possano aver impersonificato gli dei e le
dee. Questi regni superiori sono chiaramente qualcosa cui possiamo aspirare, e
queste sono, essenzialmente, forme coscienti.
La nostra attuale casa è attualmente
nella forma numero 3. Questo, l’ottaedro, è il livello vibratorio che fornisce
l’invisibile trama di sfondo per l’energia da cui tutti i nostri atomi e le
molecole vengono creati. Rod Johnson, il cui modello di fisica quantica della
geometria sacra viene trattato nel Volume III, ha asserito che i “neutrini”
privi di massa che sono stati osservati in laboratorio possano essere proprio
ottaedri. Tuttavia, più spesso queste vibrazioni rimangono irrilevabili, dato
che sono solamente la trama nascosta della realtà, non la stessa vera realtà.
Quando si guarda ad un grattacielo completato, non si vedono le travi a ‘I’.
Similmente, non vediamo “l’energia del punto zero” che crea “particelle
virtuali” di protoni, neutroni ed elettroni che vanno e vengono sul piano
dell’esistenza, ma noi sappiamo comunque che essa deve esistere. Pertanto, la
fisica degli antichi ci insegna che questa forma rappresenta il substrato
fondamentale per tutta la materia nella nostra “densità”. Questo è l’antico
insegnamento dimenticato. È importante capire che questa è solamente una regola
generale, dato che all’interno della nostra densità vediamo le prove di tutti i
solidi Platonici, che rappresentano le diverse “sub-densità”. Abbiamo bisogno di
tutti questi all’opera affinché si possa costruire materia fisica, ma quello più
forte in terza densità è l’ottaedro.
Figura 3.5 –
L’ottaedro, la geometria che sta alla base della nostra “terza densità”.
Guardando giusto alla metà superiore
di un ottaedro, possiamo facilmente vedere che è identica alla forma della
Grande Piramide Egizia. Avendo messo in campo tutto il modello fisico, questo
semplice fatto illustra chiaramente che tutte le piramidi erano progettate per
essere in grado di focalizzare questa energia geometrica dell’etere, proprio
come farebbe un imbuto per dirigere un flusso d’acqua. Come vedremo più avanti
in questo volume, i “campi torsionali” sulla Terra possono variare da luogo a
luogo molto di più della normale “spinta” gravitazionale o del campo magnetico
terrestre, e per usare un gergo dei Russi, ogni piramide agisce come un
“generatore passivo di torsione”.
La materia stessa si comporta come un
spugna immersa nell’acqua che vibra, con l’energia fluida che vi fluisce
continuamente dentro e fuori con un moto pulsante. Quando si ammassa la materia
insieme in una singola struttura, la forma di quella struttura determinerà come
fluiranno le “correnti” eteriche attraverso di essa. Ogni oggetto cilindrico o
conico imbriglia e focalizza campi torsionali, come abbiamo documentato in modo
esteso nel Volume III. Ci sono sempre campi torsionali che emergono dalla Terra
in spirali, e la forma del cono può direzionare e focalizzare questi campi. Non
dimentichiamo che questi campi sono composti di energia intelligente, così uno
dei più importanti benefici nell’imbrigliare questi campi è che questi aumentano
enormemente la nostra salute fisica così come la nostra coscienza spirituale in
breve tempo, quindi gli antichi Egizi si riferivano alle piramidi come a “templi
di iniziazione”. E noi sappiamo che la parola greca “Piramide” nasce dall’unione
di “Pyre” e “Amid”, che significa “Fuoco nel Mezzo”. Questo “fuoco nel mezzo”
rappresenta i campi di energia che vengono imbrigliati dentro la Piramide,
quindi il nome stesso cela parte del segreto.
Essenzialmente, con la scienza
appropriata in gioco, comprendiamo che la grande Piramide di Giza, la piramide
costruita con maggior precisione sulla Terra, è una macchina fantastica,
modellata con una tecnologia che è molto più avanzata del nostro livello di
comprensione scientifica attuale. La ragione di questo è perché questa è una
tecnologia di coscienza, che funziona in base ad un modello di fisica che noi
stiamo riscoprendo solo ora sulla scena pubblica. E più esaminiamo la Piramide,
più possiamo comprendere quanto accurata e vasta debba essere la conoscenza
antica che v’è insita.
È un fatto
stabilito da molto tempo che se si prende la differenza tra le misure della base
e dell’altezza della Piramide, si esprime il rapporto pi (π)
di 3,14159. Questo significa che si può disegnare un cerchio da un angolo, fino
al vertice e giù fino all’angolo opposto. E che quel cerchio toccherà
perfettamente tutti e tre i punti. Poi, tutto quello che dobbiamo fare è pensare
in tre dimensioni, e scopriremo velocemente che la Piramide è inscritta
perfettamente in una semisfera.
Figura 3.6 – La Grande Piramide si inscrive
perfettamente in una semi-sfera, come in figura.
Così, in modo
molto diretto, la struttura della piramide forma “risonanza” con l’etere,
causando la formazione di una sfera di energia invisibile, proprio come questa,
intorno ad essa. Ricordate che la struttura di energia geometrica più forte
della nostra dimensione, se potessimo vederla, apparirebbe esattamente come
questa.
Così, la
Piramide non era solamente un oggetto geometrico, era letteralmente costruita
come una gigantesca, solidificata “unità di coscienza”. Ad un certo punto,
potremmo pensare ad essa come ad una gigantesca statua in onore della densità di
energia in cui noi ora abitiamo; ma è anche una macchina molto potente. Ci è
anche stato detto da Ra che essa era molto più efficiente quando è stata
costruita rispetto ad adesso, per via del mutamento di posizione della Terra e
del deterioramento delle sue facciate di pietra.
Molti
piramidologi hanno evidenziato il fatto che l’esterno della Grande Piramide
esprime, in molti diversi rilevamenti, l’esatta lunghezza di un anno terrestre,
365,2422. Dato che gli studiosi comprendono che la Piramide si inscrive
perfettamente in una semisfera, molti ne hanno concluso che la Piramide sia
progettata per rappresentare la Terra. Ma questo non spiegherebbe perché i
costruttori della piramide non abbiano semplicemente eretto un globo,
specialmente con l’apparente tecnologia che avevano a loro disposizione per
posizionare precisamente tali immense pietre. È solo ora che possiamo capire
perché per questo scopo sia stata scelta la forma ottaedrica.
Sebbene oggi
non possiamo vedere la Piramide come un cristallo, è un fatto riconosciuto nei
circoli egittologici che quando la Piramide fu inizialmente costruita,
all’esterno fosse interamente ricoperta da un involucro di pietre. Queste
erano composte di calcare bianco di Tura che era tirato precisamente a lucido
come uno specchio per una luminosa brillantezza (Lemesurier, 1977). Era così
brillante alla luce del giorno da essere accecante, quindi gli Egizi la
chiamavano “Ta Khut”, o “La Luce”. Sarebbe stato molto facile concludere che non
fosse stata costruita da esseri umani primitivi se vista nella sua forma
originale. Nella prossima figura, vediamo i resti di queste pietre che esistono
ancora lungo la base.
Figura 3.7 –
Pietre dell’involucro che esistono ancora lungo il perimetro della base della
Grande Piramide.
Quello che non
molto spesso si sa è che gli spazi tra le pietre dell’involucro erano larghi
solo 1/100 (pari a 0,254 mm, n.d.t.) di pollice (Lemesurier, Hoagland).
Per confronto, il meglio che la moderna tecnologia può fare per allineare gli
scudi termici sullo Space Shuttle ha una tolleranza di 1/30 (pari a 0,84 mm,
n.d.t.) di pollice (Hoagland). Questo pone la modellazione delle pietre
dell’involucro al livello della precisione ottica; qualcosa che noi useremmo
solamente per pezzi estremamente sensibili di equipaggiamento. Tutta questa
precisione era utilizzata per fare in modo che fosse molto più efficiente come
“macchina” per imbrigliare campi torsionali.
Inoltre, in
questi spazi incredibilmente stretti tra le pietre dell’involucro, così strette
che una lama di coltello non vi può essere spinta in mezzo, c’è uno strato
impossibilmente sottile di “cemento” che le mantiene insieme. Questo “cemento” è
così forte che per rompere il collante con un martello pneumatico, lo stesso
calcare si rompe prima del “cemento”. Ancora al giorno d’oggi, nessuno ha
fornito una spiegazione soddisfacente su come questo potesse essere stato
ottenuto. Certamente sembrava che le pietre stesse fossero state fuse sul luogo,
e che il cemento non ci fosse proprio, ma che ci fosse un prodotto di calore
estremo, che fondesse le due pietre insieme. Quindi come hanno ottenuto il
calore? Un laser, forse? O era coscienza focalizzata, che trasformava la fase
della materia delle molecole consce di calcare? La spiegazione di Ra comincia ad
avere sempre più un senso per noi, mentre procediamo, dato che nel loro modello,
essi erano in grado di utilizzare la coscienza per visualizzare come volevano
che le pietre si sistemassero insieme, e le loro visualizzazioni diventavano poi
realtà.
Quindi, per
tirare le somme, l’esterno della Piramide era modellato con una precisione
ottica che è raggiunta solo ora dal tipo di lavoro che noi impieghiamo sulle
lenti a specchio per un telescopio riflettente (Hoagland). Dobbiamo poi
immaginare una piramide gigante costruita con quattro specchi, così splendenti
da essere quasi accecanti. Di nuovo, non ci meraviglia che gli antichi Egizi si
riferissero ad essa come a “Ta Khut”, o La Luce. Quando era nel suo stato
cristallino, non ci dovevano essere dubbi che non fosse stata costruita dagli
umani del tempo; doveva essere una struttura dall’aspetto quasi totalmente
alieno. Ora possiamo solo immaginare il suo aspetto originale, dato che i
terremoti hanno scosso la maggior parte delle pietre dell’involucro nei primi
anni del primo millennio d.C. circa, e queste pietre perfettamente bianche sono
state poi saccheggiate per costruire moschee al Cairo. Quindi possiamo solo
misurare il progetto originale delle pietre d’involucro dalle poche che
rimangono lungo la base, ancora intatte. Il vertice della seconda piramide ha
anche alcune pietre dell’involucro ancora rimanenti.
Figura 3.8 – Vista dall’alto della
seconda piramide nella piana di Giza, che ci mostra le pietre d’involucro sulla
cima.
Il grado quasi
insano di precisione comincia ad avere molto più senso quando comprendiamo che
le energie possono essere imbrigliate dalla costruzione di una struttura simile.
Queste energie non erano fredde e senza vita come l’elettricità; invece, esse
rappresentano l’energia conscia, e potrebbero essere così indirizzate da un
essere umano conscio, una volta addestrato. Le fonti dell’autore, insieme con Ra
e le letture di Cayce, indicano che una persona ben addestrata nel direzionare
questa energia potrebbe ringiovanire corpi morenti fino all’estrema giovinezza e
vitalità, viaggiare nel tempo e levitare oggetti massicci con facilità. Inoltre,
aiuterebbe nello stabilizzare la Terra sul suo asse, diminuire condizioni meteo
severe e terremoti nelle aree circostanti, guarire e normalizzare la mente,
purificare l’acqua, creare energia utilizzabile ed eliminare le radiazioni
residue di battaglie nucleari in tempi molto più brevi. Più cose impariamo
riguardo alla scienza che ne è coinvolta, più questo diventa ovvio, e più grande
sarà il nostro desiderio di ricostruire ancora una volta una rete di piramidi
per guarire la terra dai danni che attualmente stiamo creando.
Di fatto, Ra
ci dice che la Piramide era un gigantesco regalo che essi hanno prodotto per la
nostra civiltà, un regalo il cui proposito primario era incentrato a fornire un
tempio di iniziazione che funzionasse come un efficiente agente bilanciante dei
campi d’energia della Terra. Avere un “tempio di iniziazione” significava che
potevano essere imbrigliate e integrate energie di livello superiore nei corpi
fisici e non fisici del ricercatore umano, e poteva essere compiuto un pieno
progresso evolutivo attraverso lo spettro delle sette densità mentre si era
ancora sulla Terra. Questo era un processo molto rigoroso e terrificante, dato
che ci si confrontava essenzialmente con tutte le “distorsioni” della
personalità del sé tutto in una volta, in quello che finiva per essere
soggettivamente un incubo di lunga durata. Affinché questo lavoro fosse
eseguito, mentre essi andavano in questo viaggio, era sempre presente un
guaritore addestrato, che può viaggiare con la persona fuori dal corpo, dato che
la paura da sola poteva causare alla persona la perdita di contatto col corpo
fisico e quindi la morte.
Se
l’iniziazione era un successo, allora dopo che una tale progressione evolutiva
era compiuta, l’entità aveva accesso a tutto il potere dell’intera ottava di
dimensioni, diventando come un dio e possedendo abilità come quelle di Cristo,
se non decideva di lasciare la Terra. Una ragione per cui gli eredi dei misteri
Atlantidei sentivano di dover tenere la conoscenza segreta è che sentivano che
se una persona polarizzata negativamente faceva sufficienti progressi nella
Piramide, essa poteva diventare una forza molto potente per il male sulla Terra,
anche se sembra che questo non sarebbe potuto essere realmente possibile, dato
che il percorso negativo non può sostenersi oltre la quinta densità.
Non dovrebbe
essere una sorpresa che la tradizione mistica abbia nascosto a lungo il fatto
che anche Gesù avesse completato l’iniziazione Piramidale in tale maniera, e
poteva anche essere stata la sola persona ad entrarvi equipaggiata
sufficientemente bene da completare veramente il processo pieno. Secondo le
letture di Edgar Cayce, Gesù trascorse una vita precedente come Hermes, il
co-progettista della Piramide, insieme al prete Ra-Ta che poi si è reincarnato
come lo stesso Cayce. Così, sembra che Gesù abbia utilizzato in seguito il pezzo
di tecnologia che aveva originariamente aiutato a costruire, al fine di
completare la propria iniziazione.
Come vedremo
alla fine del libro, la Piramide ha di fatto scritto dell’arrivo di Gesù
direttamente su una linea temporale basata su un codice geometrico e numerico
costruito all’interno del progetto delle sue camere e dei suoi passaggi.
L’affermazione profetica di questo arrivo Messianico avviene nel momento in cui
lo stretto Passaggio dell’Ascensione si innalza improvvisamente nell’immensa
Grande Galleria. Questo particolare evento nel simbolismo della Piramide è
probabilmente uno degli eventi simbolici più potenti dell’intero arco di tempo
dato. Ovviamente Gesù sapeva, anche quando aiutò a progettare questa incredibile
struttura, per che cosa l’avrebbe poi usata nelle vite future.
Se la forma
della piramide è un prodotto fondamentale per comprendere una fisica più
avanzata di quella che stiamo usando noi ora, allora ci aspetteremmo che la
tecnologia debba essere stata scoperta da una qualsiasi società su un qualsiasi
altro pianeta abitato. Nel 1981, Ra disse che Marte è l’unico pianeta rimasto
nel nostro Sistema Solare che abbia avuto vita umanoide di terza dimensione come
la nostra nel recente passato. E nei tardi anni ’80 iniziò ad essere un po’ più
conosciuto il lavoro di Richard Hoagland, il quale rivelava i resti proprio di
una civiltà del genere. Dai dati riguardanti Marte di Hoagland e altri,
osserviamo che la piramide più grande e facile da identificare nella regione
marziana di Cydonia fotografata dalla Viking è a cinque facce, replicando quasi
precisamente la parte superiore di un icosaedro, o il dio Indù Purusha, se
ricordate. Vicino a questa piramide a cinque facce c’è un complesso agglomerato
di piramidi leggermente più piccole che appaiono identiche a quelle che vediamo
in Egitto.
Inoltre, le
piramidi di Elysium fotografate dalla Mariner su Marte hanno chiaramente la
forma di tetraedri, e Carl Munck, che incontreremo nei capitoli successivi,
mostra un mound terrestre in Nord America con la forma di un tetraedro nel suo
libro Il Codice, disponibile anche nella Laura Lee Online Bookstore. Inoltre,
Hoagland e altri hanno scritto di cupole sferiche di vetro sulla Luna, che
potrebbero proprio servire al medesimo proposito di imbrigliare campi
torsionali, di trattenere un’atmosfera e fornire una visione chiara dello
“spazio esterno”. Il nostro astrofisico ex-NASA Maurice Chatelain, di cui
parleremo altrettanto nei prossimi capitoli, venne fuori nel 1995 con la
dirompente rivelazione che la NASA aveva trovato sulla Luna “rovine geometriche
di origine sconosciuta” durante le missioni Mariner e Apollo. Più recentemente,
una simile testimonianza fu fornita alle conferenze del Disclosure Project,
iniziate il 9 Maggio 2001, e noi eravamo presenti all’evento del 10 maggio e
abbiamo intervistato personalmente il testimone.
LE TRANSIZIONI DELL’ENERGIA GEOMETRICA
La nostra
prossima domanda è: “Come facciamo a tracciare naturalmente le transizioni da
una frequenza d’energia geometrica a quella successiva?” Attraverso una serie
moderatamente complessa di procedure, si può dimostrare come ogni forma
geometrica “emergerà” naturalmente da quella precedente. Per iniziare, la sfera
nell’icosaedro è relativamente ovvio - il movimento dell’informe Unità verso una
forma geometrica – quindi non c’è alcuna reale modellazione da fare. L’icosaedro
della seconda densità nell’ottaedro della terza densità sarà chiaramente
modellato nel Volume II. Al fine di trasformare il nostro ottaedro in una forma
di quarta dimensione, tutto quello che è richiesto è di espandere ogni faccia in
semplice triangolo, o tetraedro, a quattro lati. Qui nel nostro diagramma, lo
concettualizziamo come se stessimo posizionando un tetraedro su ogni faccia
separatamente.
Figura 3.9 – La
transizione dell’ottaedro (a sin.) in un tetraedro a stella (a des.)
Sull’ottaedro, che ha la forma di
triangolo equilatero, (composto interamente di angoli interni di 60°, con ogni
lato della stessa lunghezza), ogni faccia diventa un vertice a tre facce di un
tetraedro a stella. Dato che l’ottaedro ha otto facce, bisogna quindi aggiungere
otto tetraedri alle sue facce. Se si animasse questa transizione come fosse un
cartone animato, apparirebbe che l’ottaedro stia improvvisamente sbocciando come
un fiore; con le facce che germogliano all’infuori quando i tetraedri crescono
nella loro posizione. [Si compari il disegno qui sotto con l’originale tavola
armonica come aiuto per visualizzarlo. La forma in alto a destra nel disegno
mostra dove sarebbe uno degli otto tetraedri, in termini di posizione, se non
fosse attaccato direttamente all’ottaedro].
Al fine di progredire poi dalla
quarta dimensione alla quinta, si può osservare il disegno e vedere facilmente
quanto con un semplice “unisci i puntini” delle estremità del tetraedro a stella
si formi un cubo. Per passare dal cubo di quinta dimensione al dodecaedro di
sesta dimensione, è necessaria un’ulteriore espansione, dove ogni faccia del
cubo germoglia in un “tetto” obliquo al fine di trasformarsi in un dodecaedro.
La forma a “tetto” che compare è più facilmente visibile nell’area rettangolare
inferiore, dove l’area quadrata sarebbe più simile a una vista dall’alto.
Figura 3.10 – La
posizione “annidata” del cubo in un dodecaedro.
Quindi, se si mette un punto nel
centro di ogni pentagono del dodecaedro e si connettono tutti i punti insieme,
si avranno una serie di linee che formeranno stelle a cinque punte che creano la
forma dell’icosaedro, l’ultimo grande nodo prima del ritorno alla Sfera. In
breve, tornando ancora alla nostra tavola armonica originale, possiamo vedere
come l’intera progressione sia una sfera, o un’Unità, che si espande nella forma
“seminale” o fondamentale dell’icosaedro, che poi con la sua struttura cresce in
tutte le altre forme contenute al suo interno (Lawlor, 1982). L’aspetto
“seminale” dell’icosaedro è la ragione per cui gli Indù lo associavano a un dio
maschile: stavano utilizzando una metafora del seme, o “seme della vita”.
Figura 3.11 – La completa gerarchia
delle forme geometriche che rappresentano l’Ottava delle densità.
Quello che abbiamo, quindi, é una
comprensione del fatto che le forme create da queste vibrazioni di energia
possono crescere, proprio nel modo in cui crescono i cristalli.
TUTTO È UNO
Tratteremo brevemente un altro punto
che è stato una delle grandi fonti di confusione per coloro che hanno letto
questo libro, e tenteremo di ridurlo in termini più semplici in questa edizione
revisionata. Se lo trovate ancora difficile da comprendere, ricordate che non è
un punto essenziale richiesto per comprendere la fisica. Affinché l’Universo sia
veramente Uno, ci deve essere un livello in cui non c’è nessuno spazio né tempo,
dove Tutto è Qui e Adesso. Fonti come “Seth” attraverso Jane Roberts ci dicono
che niente “esiste” veramente nell’Universo, incluso l’etere stesso, che tutto
l’Universo si espande e si contrae in un singolo punto di Unità in ogni singolo
istante.
Così, le molte piccole “bolle di
campo” che creano l’etere fluido sembrano fluire una intorno all’altra, quando
studiamo il loro comportamento. Ad un certo livello, questo è effettivamente
vero, come hanno dimostrato gli esperimenti del dott. Nikolai Kozyrev, Nikola
Tesla ed altri, che tratteremo nel Volume III. A un altro livello, dobbiamo
ricordare che l’ampiezza dell’onda sferica ci mostra che il “punto zero”
dell’onda è effettivamente proprio nel centro, il che significa che l’onda
stessa sta costantemente espandendo e collassando in un singolo punto. Si pensi
a un palloncino che viene costantemente gonfiato e sgonfiato da un punto molto
piccolo a una sfera molto grande. Al livello più elevato della vibrazione, tutta
l’energia nella sfera è contenuta all’interno del punto centrale. Sebbene questo
possa sembrare confuso, varie fonti come Seth e Ra ci dicono che tutti quei
singoli punti sono, in realtà, uniti insieme nell’Unità, che c’è solo un singolo
punto da cui tutto emana. Questo è un altro modo in cui possiamo comprendere che
noi possediamo davvero una perfetta “scintilla” dell’Uno Infinito Creatore
dentro di noi.
Se questo è vero, e abbiamo tutte le
ragioni di crederlo, allora ognuna delle forme geometriche di cui abbiamo
parlato deve essere continuamente presente, alla sua propria frequenza, in ogni
“unità di coscienza” o bolla di campo nell’intero Universo. Per dirla in modo
semplice, ogni forma di energia pulsa da un punto, attraverso l’icosaedro,
nell’ottaedro, al tetraedro a stella, al cubo, al dodecaedro, ancora
nell’icosaedro per poi tornare una volta ancora alla sfera o punto. Questo è
l’unico modo in cui possiamo spiegare quello che Seth ci direbbe, parafrasando
banalmente, che “il vostro intero sistema di realtà è “spento” così come è
“acceso”, e semplicemente non vibrate abbastanza velocemente per vedere cosa c’è
nel mezzo”. Un’altra analogia che abbiamo usato è quella della pellicola di un
film. La pellicola in una telecamera è in realtà una serie di immagini fisse
separate le une dalle altre, ma quando le guardiamo abbastanza velocemente, esse
formano “immagini in movimento”, o “film”.
Così, l’energia sferica che forma
l’Universo stesso potrebbe essere vista vibrare attraverso tutte le diverse
forme a velocità da capogiro, espandendosi da un singolo punto fino a formare i
confini dello spazio e del tempo per come lo conosciamo e poi ricomprimendosi
ancora in quello spazio altrettanto velocemente. Sebbene possa sembrare
praticamente impossibile concepire il nostro intero universo raggrinzito in un
singolo punto ancora e ancora a velocità troppo alte da misurare, questo è
esattamente quello che accade, dicono fonti come Ra. Dal momento che tutta la
realtà fisica è, in definitiva, nient’altro che energia conscia in vibrazione,
ogni densità ha quindi l’illusione di esistere solo ad un livello in questo
sistema energetico. Infatti, tutte le densità sono interpenetrabili, le
vibrazioni di densità superiori esercitano pressioni misurabili nello spazio e
nel tempo qui nella terza. Tra le altre cose, questo forma le basi della Griglia
Globale, che esamineremo nei capitoli futuri.
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