)*(Stazione Celeste)

 

~ Il Cambio d'Era ~

THE shift of the ages

di David Wilcock

 

 

Capitolo Tre

Le Piramidi Armoniche sulla Terra e Altrove

 

GEOMETRIA SACRA

 

Ora che abbiamo fatto una panoramica dell’intero modello eterico di questa serie, e trattato alcuni dei fondamenti dal punto di vista di come si comporta la vita nelle densità precedenti, esploreremo alcune delle proprietà fisiche di queste densità, e i loro risvolti esoterici. È importante ricordare ancora che queste densità sono formate da una fonte d’energia fluida non fisica. La prova schiacciante dell’esistenza di un etere fluido è estesa, e sarà trattata in grande dettaglio nei Volumi II e III.

 

Prima di tutto, da fonti come Ra, sappiamo che l’Universo è Uno. Questo Uno viene unilateralmente citato come Pura Luce Bianca. È anche citato come il “suono fondamentale” dell’Universo, o l’OM. Ci viene poi detto che le cose sono diventate piuttosto statiche come LUno, dal momento che niente è mai cambiato in questa Unità. Così, L’Uno ha deciso di creare nuova vita da se stesso. Per fare ciò, L’Uno ha vibrato se stesso in un’“ottava”. La Pura Luce Bianca è diventata una serie di sette colori: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, violetto. Lo spettro dei colori visibili impersonano la memoria di questo. L’Uno Suono Fondamentale si è infranto in una serie di toni puri: do, re, mi, fa, sol, la, si. La struttura immutabile dell’Ottava, quelle note che sono i rapporti matematici più puri e che suonano anche meglio al nostro orecchio, conservano la memoria di questo. (Questi possono essere visualizzati e ascoltati con i tasti bianchi del pianoforte). Un’altra parola per vibrazione è “armoniche”, e useremo frequentemente quella parola per descrivere questi sistemi.

 

Dobbiamo ricordare che la Luce Pura e il Suono Puro sono semplicemente due modi diversi di descrivere le stesse vibrazioni della fluida “energia intelligente” dell’Uno. Non c’è alcuna reale differenza tra loro, dato che sono entrambi funzioni della vibrazione. Il suono è una vibrazione delle molecole d’aria, e la luce è infine una vibrazione dell’etere fluido. Vedremo nel Volume II come Dale Pond abbia dimostrato che se si moltiplicano le frequenze del suono puro per molte volte, si ottengono le frequenze del colore visibile, mostrando così l’equivalenza tra i due.

 

[La maggior parte degli scienziati accetta che la luce si comporti come un’onda, ma cerca anche di asserire che non c’è alcun medium attraverso cui viaggia l’onda, che l’onda è semplicemente un tipo di particella conosciuta come “fotone” che viaggia attraverso uno spazio “vuoto”. Questa è una nozione assurda, dato che tutti gli esempi naturali di onde hanno qualcosa attraverso cui stanno “ondeggiando”. La definizione di base di onda è “un impulso che viaggia attraverso un medium”, e in realtà la luce non fa alcuna eccezione].

 

Il terzo componente “armonico” chiave che abbiamo bisogno di mettere in gioco dopo la luce e il suono è la geometria, che è il risultato visibile della vibrazione. La prima e più importante geometria da cui dobbiamo cominciare è la sfera, che le antiche tradizioni vedono come la geometria più alta nell’Universo, la pura essenza dell’Uno. Nel nostro modello fisico, l’Universo è, in definitiva, sferico nella forma, dato che, da quando si è formato, i suoi campi d’energia si sono espansi in tutte le direzioni ad un ritmo costante. [Tuttavia, tutte le nostre galassie visibili nell’Universo si sono fuse in una singola super-galassia “piatta”, ma i campi d’energia sferici sono ancora presenti intorno a questa super-galassia, solo non sono visibili. Questo sarà discusso nel Volume III]. Una sfera può essere compressa in un singolo punto, che non ha nessuno spazio e nessun tempo, e così esiste come l’oggetto più semplice nell’Universo, ma la sfera è anche la forma più complessa dell’Universo, dato che contiene dentro di sé tutte le altre cose. Sebbene in principio questo possa sembrare non aver senso, è, di fatto, abbastanza semplice da spiegare se cominciamo con una “piatta” dimostrazione bidimensionale, come hanno imparato gli antichi studenti di geometria sacra.

 

Cominciamo disegnando un cerchio con un compasso. Ogni posto su un cerchio può essere definito come un punto, e allora si può prendere un righello e disegnare una linea verso ogni altro possibile punto del cerchio. Ci sono letteralmente un numero infinito di diverse linee, angoli e forme che possono essere disegnate all’interno di un cerchio. Matematicamente parlando, nessun altra forma geometrica può formare così tante geometrie al proprio interno quanto un cerchio, e così esso è la forma bidimensionale più complessa che ci sia. Allo stesso tempo, la sua struttura pura e armonica lo rende la forma bidimensionale più semplice possibile nell’Universo. È l’unica forma in cui c’è solo un lato, nessuna linea retta, e una curva che è completamente unificata per 360° intorno ad un singolo punto centrale. Esso si risolve in Uno, e pertanto è la forma bidimensionale più semplice possibile.

 

Quando allarghiamo il discorso alle tre dimensioni, possiamo allora capire che lo stesso principio si applica alla sfera. In modo confuso, il fisico Buckminster Fuller ha descritto la sfera come una “molteplicità di eventi discreti, approssimativamente equidistanti in tutte le direzioni da un nucleo centrale”. Eventi, dite? Per metterla in un linguaggio decisamente più semplice, in una sfera si può disegnare un infinito numero di linee che si connettono con un infinito numero di punti (cioè eventi) sulla superficie della sfera, con tutte le linee che partono da un singolo centro o nucleo, e tutte le linee finiranno per essere tutte della stessa lunghezza. Questo rende la sfera l’oggetto tridimensionale più complesso che ci sia; un infinito numero di diverse forme geometriche possono essere disegnate al suo interno, semplicemente unendo punti diversi sulla superficie della sfera. Se si stira o schiaccia una sfera in un modo qualsiasi, si ha meno simmetria e quindi meno flessibilità in ciò che può esservi creato all’interno. (Questo può sembrare difficile da comprendere, ma può essere provato matematicamente. Questo spiega anche perché i liquidi formino naturalmente delle sfere quando sono in caduta libera o un una bolla di sapone, dato che la pressione dell’aria sul liquido è uguale in ogni direzione). La sfera è anche la formazione tridimensionale più semplice nell’Universo per le stesse ragioni del cerchio; di fatto, c’è solo una superficie, perfettamente simmetrica nella sua curvatura intorno al punto centrale, e quindi tutto si risolve in Uno. In confronto, un cubo ha sei lati o superfici, e questa è una delle forme tridimensionali più semplici che ci siano. La sfera ha una sola ‘superficie’.

 

In modo interessante, il lavoro del dott. Hans Jenny (pronunciato “Ienni”) ha mostrato che quando un’area sferica di un fluido viene fatta vibrare a frequenze Diatoniche pure, cioè le vibrazioni fondamentali dell’Ottava, compaiono forme geometriche all’interno del fluido. Durante l’esperimento, piccole particelle che Jenny ha messo nel fluido conosciute come ‘colloidi’ si sistemavano in forme geometriche fondamentali, lasciando l’acqua pulita nel mezzo, mentre normalmente le particelle sarebbero sospese in tutta l’acqua in modo uniforme. Se il dott. Jenny alzava la frequenza del suono ad un livello più alto, allora apparivano strutture geometriche più complesse, e quando la riportava al livello originale si poteva allo stesso modo rivedere ancora una volta la stessa geometria con cui si era iniziato. Questa è una dimostrazione piuttosto chiara quando si vede nel video “Cymatics” del dott. Jenny, che è reperibile da varie fonti; ma ancora tale ricerca è stata notevolmente sottostimata e/o ignorata dalla comunità scientifica.

 

Quindi, la geometria è una caratteristica assai fondamentale della vibrazione; o come ha detto una volta Pitagora: “La Geometria è musica congelata”. Le cinque geometrie tridimensionali più importanti sono collettivamente conosciute come Solidi Platonici, dal filosofo greco Platone che ne ha scritto per primo nei tempi moderni.

Figura 3.1 – I cinque Solidi Platonici. (Ottaedro, Tetraedro a Stella, Cubo, Dodecaedro, Icosaedro)

 

A titolo di nota, il Tetraedro a Stella è tecnicamente più conosciuto come tetraedro intrecciato. Si può anche prendere in considerazione il tetraedro stesso, che è semplicemente una piramide a quattro facce con triangoli equilateri ad ogni faccia, ma in termini di funzionamento dell’energia come vibrazione, sembra che la maggior parte delle strutture tetraedriche abbiano due tetraedri incastonati l’uno nell’altro come vediamo qui sopra.

 

C’è la prova chiara che ogni sforzo scientifico che vada verso la scoperta dell’importanza di queste geometrie nell’Universo venga attivamente soppresso, dato che quelli delle fratellanze segrete possiedono ancora un alto grado di potere e si sentono legati al “nascondere sempre e rivelare mai” i “segreti dell’Ordine”. Molti membri di questi gruppi sono deliberatamente saliti al potere in varie istituzioni scientifiche, e sono quindi posizionati per respingere certi tipi di ricerca, specialmente quelli relativi alla free-energy/anti-gravità, come diremo nel Volume II. Richard Hoagland e l’Enterprise Mission, lavorando col Ten.Col. Tom Bearden, hanno mostrato come questi sforzi di soppressione risalgano al 19° secolo, come minimo. Il grande pioniere del 19° secolo che analizzò il comportamento dell’onda elettromagnetica (EM) fu Sir James Clerk Maxwell. Le sue equazioni, conosciute come Quaterne, furono utilizzate per mappare interamente le strutture interne nascoste dell’onda EM in una vista 3-d, con oltre 200 equazioni insieme. Quando si analizzano più di 200 quaterne come un gruppo, si vede la geometria del tetraedro dentro una sfera. Questo è il segreto nascosto dell’onda elettromagnetica, la struttura portante che determina il suo comportamento mentre si muove, e Oliver Heaviside e altri, che ridussero le equazioni di Maxwell a quattro quaterne fondamentali e dichiararono la geometria nascosta un “occulto nonsenso”, la rimossero vigorosamente da tutti i loro dibattiti accademici. Se non fosse stato fatto questo, avremmo potuto “risolvere il puzzle” molto prima.

 

Non c’è un modo diretto per provare che queste forme di gruppi segreti abbiano ispirato questa mossa politica sul lavoro di Maxwell, ma è esattamente quello che ci si aspettava basandosi sul loro sistema di credenze su cui hanno giurato di vegliare a costo della vita. Un esempio ancora più lampante è stata la demonizzazione del concetto di “etere” tramite l’uso dei risultati dell’esperimento di Michelson-Morley come “prova”. La mistica del 19° secolo Madame Blavatsky predisse che l’etere sarebbe stato rimosso dalla discussione, e che “i pilastri della scienza sarebbero venuti giù con esso”. Discuteremo di questo più approfonditamente nel Volume II e III. Anche ora, il comportamento anti-etere è così forte che si viene immediatamente liquidati se si cerca di reintrodurlo in una discussione scientifica; ma noi non siamo preoccupati, in quanto il tempo e le prove guariranno questa ferita.

 

Una volta accettata l’esistenza di un etere fluido a più livelli di densità, dove ogni densità possiede una diversa qualità della vibrazione, allora capiamo che certe evidenti forme geometriche emergeranno a determinate frequenze “pure”. Infatti, la geometria è l’aspetto più importante del comportamento dell’etere in termini di capacità nel costituire strutture stabili, come i cristalli. Senza la geometria, la materia non sarebbe possibile, dato che è la geometria ciò che permette alle “bolle di campo” dell’etere di raggrupparsi insieme in schemi organizzati precisamente, formando specifiche molecole. Diversamente, il meglio che potremmo sperare è che le sfere si allineino polo-a-polo, e siano altrimenti libere di fluire le une intorno alle altre, e questo comportamento non sarebbe sufficientemente complesso da costruire materia. I vertici delle geometrie hanno più forza per attrarsi l’un con l’altro rispetto alle altre aree sulla superficie della sfera, come discuteremo fra poco, e questo permette alle sfere di organizzarsi in schemi a “matrice” non casuali.

 

Sebbene la maggior parte delle volte non possiamo osservare direttamente queste geometrie, eccetto che nelle strutture cristalline, nei micro-cluster e nei quasi-cristalli (volume III), essi creano distinti stress o zone di pressione nell’etere che possono esercitare enormi forze sul loro ambiente. Pensate alla forza contenuta in un vortice e capirete come un fluido possa avere aree di forza più forti e altre più deboli al proprio interno. Queste forme geometriche quindi possiedono le qualità sia dei fluidi, in quanto si formano in un medium fluido, sia dei cristalli, in quanto essi sono chiaramente geometrici, quindi il dott. Harold Aspden si riferisce ad essi come a “cristalli fluidi”. Per la fine del Volume III, avremo costruito un modello fisico completo che dimostra come queste formazioni siano nascoste in tutta la fisica quantica, biologica o cosmologica. Se pensate che la scienza della chimica e della fisica quantica sia completa così com’è, rimarrete veramente sorpresi nello scoprire quanti problemi ci siano nel modello attuale, e che il disegno che presentiamo qui noi risolve ognuno di questi problemi. In questo libro tratteremo alcuni dei fondamenti di come questa schematizzazione geometrica funziona, compresa la “Griglia Globale” di linee di energia sulla Terra, che danno direttamente forma ai continenti.

 

La qualità più importante dei Solidi Platonici è che ogni forma è perfettamente inscritta in una sfera, tanto che tutti i suoi punti esterni combaciano precisamente con la superficie esterna della sfera. Ognuna delle linee rette che compongono questi oggetti saranno della stessa lunghezza, e tutti i punti geometrici sulla superficie della sfera sono equidistanti dai loro vicini, che è esattamente quello che ci aspettavamo con la scienza della vibrazione. Platone e altri filosofi Greci hanno anche sottolineato che tutte le misurazioni angolari in questi solidi geometrici sono uguali, e che ogni lato degli oggetti tridimensionali deve avere la stessa forma. Sebbene questo possa inizialmente sembrare un po’ confuso, in realtà funziona molto bene. Ci sono solamente cinque forme maggiori con cui abbiamo a che fare, quando osserviamo questa informazione. Queste cinque forme sono l’ottaedro, il tetraedro a stella, il cubo (o esaedro), il dodecaedro e l’icosaedro.

 

Per comprendere perché tali oggetti geometrici si formino all’interno di una sfera vibrante di energia fluida, dobbiamo sapere qualcosa riguardo al movimento delle onde. Se abbiamo una semplice onda bidimensionale, come una corda di chitarra che vibra, allora ci sono tre componenti fondamentali che rimarranno uguali se l’onda non viene disturbata. Questi tre componenti fondamentali sono la lunghezza d’onda, la frequenza e l’ampiezza. La lunghezza d’onda è la lunghezza di ogni parte dell’onda, cioè “la distanza osservata tra due creste d’onda adiacenti”, (misurata come una quantità di lunghezza in angstrom se si ha a che fare con la luce visibile). La frequenza è il numero di creste d’onda che passano per un punto ogni secondo, misurato in cicli al secondo o “hertz”, e l’ampiezza è l’altezza di ogni cresta d’onda, cioè “la grandezza dell’onda misurata da zero al picco”.

 

Ogni colore o suono che rimane uguale per un certo periodo di tempo avrà una ripetizione continua della stessa lunghezza d’onda durante tale tempo. Come esempio tipico, la frequenza “di concerto” della nota LA è di 440 cicli al secondo. Questo significa che quando l’aria vibra 440 volte in un secondo, il nostro orecchio lo interpreta come il suono musicale “LA”. E questo è tutto. Se questi 440 cicli non avessero la stessa frequenza e ampiezza, allora noi non sentiremmo una modulazione costante ad un volume costante. Se aumentiamo la frequenza del suono, come ad esempio salendo a 497 cicli al secondo, allora la modulazione diventa più alta mentre la lunghezza d’onda si accorcia. Se aumentiamo l’ampiezza, il volume del suono sale con l’aumentare dell’altezza d’onda, ma la sua modulazione rimane la stessa.

 

Dovremmo anche ricordare che con queste onde si possono trasmettere informazioni complesse. Ci sono due tipi di onde utilizzate per la trasmissione radio: modulazione di frequenza, o FM, e modulazione d’ampiezza, o AM. La parola modulazione significa semplicemente ‘cambiamento’. Così come semplice spiegazione, le onde FM conservano la stessa ampiezza, ma hanno continui cambiamenti (modulazioni) nella loro frequenza, mentre le onde AM mantengono la stessa frequenza, ma hanno continui cambiamenti in ampiezza. Questo è fondamentalmente tutto quello che c’è da sapere. Dato che queste onde elettromagnetiche possono muoversi molto velocemente, c’è una grande quantità di informazioni che possono essere trasmesse con esse, e questo è un punto importante. Le informazioni codificate della radio AM/FM, dei CB, delle bande di polizia/pompieri/emergenza, delle stazioni televisive terrestri e satellitari, delle conversazioni ai telefoni cordless e cellulari sono sempre intorno a noi in ogni momento.

 

Ora, quando abbiamo una forma d’onda geometrica tridimensionale all’interno di una sfera, la lunghezza d’onda e la frequenza sarebbero rappresentate dalla distanza tra i vari punti nodali sulla superficie della sfera, che potrebbero essere misurati in gradi, e calcolati con la funzione trigonometrica del seno. L’ampiezza sarebbe misurata dalla grandezza della sfera, che potrebbe essere misurata in radianti e calcolata dalla funzione del coseno. Quindi, se aumentiamo la forza (ampiezza) di un dato campo energetico sferico, ingrandiamo anche la sua dimensione, la qual cosa spiega perché queste strutture esistano dai livelli più piccoli della meccanica quantica fino alla dimensione di tutto l’Universo conosciuto. È anche importante capire che in questo sistema di etere fluido, incrementi di frequenza dall’ambiente circostante faranno fluire all’interno maggiore energia eterica, e pertanto quando una geometria si trasforma in un’altra si incrementa la grandezza (ampiezza) della sfera. Lo esploreremo più avanti nel capitolo, quando vedremo quanto ordinatamente i vari Solidi Platonici “siano annidati” uno all’interno dell’altro, con ogni nuova geometria più grande di quella al suo interno. Quindi tipicamente, un aumento di frequenza implicherà anche un aumento di ampiezza.

 

L’unica cosa rimasta da spiegare è il perché le vibrazioni formino punte, punti o vertici sulla superficie della sfera, con linee rette che li connettono. Di nuovo, ritornando al semplice studio di un’onda in due dimensioni, conosciuto come meccanica delle onde, sappiamo che ogni onda ha certi punti conosciuti come “nodi” in cui non c’è alcun movimento. Questo è più facile da visualizzare nell’onda sinusoidale fondamentale, che ha la stessa forma di un’onda che si muove lentamente sulla superficie di un lago; una continua curva a forma di ‘S’. Se si pizzica la corda di una chitarra, ci sono determinate aree dell’onda in cui non c’è alcun movimento, ma esse rimangono effettivamente perfettamente ferme. Queste aree sono i “nodi”, misurando la distanza tra questi nodi si ottiene la lunghezza d’onda. Un nodo può anche essere visto come l’area in cui l’altalena per bambini è sostenuta da un fulcro metallico; ogni lato dell’altalena può andare su e giù, ma il centro della tavola starà sempre nello stesso punto. Di nuovo, tale punto è conosciuto nella meccanica delle onde come “nodo” o “punto di momento”.

 

Similmente, i vertici appuntiti dei Solidi Platonici rappresentano i nodi dell’onda. Questi punti sono quelli in cui in tutta la sfera è presente la minor quantità di vibrazioni. Di conseguenza, vedremo che c’è grande forza in questa “calma” causata dalla pressione che circonda i punti. Queste aree nodali (così come l’esatto centro della sfera) possiedono, in effetti, la più grande forza energetica dell’intera superficie della sfera, perché le zone di vibrazione circostanti a più alta pressione raccoglieranno e rispediranno indietro naturalmente tutto ciò che è “libero” in queste zone di pressione inferiore. È proprio per questa ragione che il maggior numero di “colloidi” liberi si raccolgono in questi nodi negli esperimenti del dott. Jenny. (Questa è anche la stessa ragione per cui le nuvole a più alta pressione viaggiano verso zone a minor pressione nella nostra atmosfera). Dato che questi nodi esercitano una notevole forza l’uno con l’altro per le leggi della vibrazione, allora come dicono i vecchi adagi: “la distanza più breve tra due punti è una linea retta”. Quindi, le linee rette di forza si formano naturalmente tra questi nodi una volta che questi sono stati creati, e quando si vedono tutte le linee combinate insieme, emerge l’oggetto geometrico, proprio come quando si uniscono i puntini nei giochi di enigmistica.

 

Gli ultimi termini della meccanica delle onde che abbiamo bisogno di introdurre a questo punto sono “onde in movimento” e “onde stazionarie”. (Vengono anche utilizzati i termini “dinamico” o “propagazione” per le onde in movimento e “statico” per le onde stazionarie). Questi si spiegano quasi da soli: un’onda in movimento si muove nello spazio, mentre un’onda stazionaria quando vibra rimane ferma. Quindi, se abbiamo una sfera di fluido che rimane stazionaria e che ha uno schema geometrico di stress da vibrazione al suo interno, ci si riferisce a quella geometria come “onda stazionaria”. Una volta che pensiamo in questi termini, diventa facile mettere insieme il modello: si basa su semplici, conosciuti principi fisici di fluidi che vibrano, e gli stress quasi-solidi che si possono formare al suo interno per le vibrazioni.

ABBINAMENTO DELLE FORME GEOMETRICHE ALLE “DENSITÀ”

Ora se ripensiamo all’idea che c’è un’Ottava di densità eteriche nell’Universo, possiamo vedere che queste densità possiedono componenti di colore, suono e geometria. Questo è forse il nesso più frequentemente studiato che fu esplorato dagli eredi degli antichi misteri, molto tempo dopo che avevano perso traccia del pieno scopo della conoscenza scientifica che vi stava dietro. Così, un primo enigma su cui abbiamo lavorato dal 1996 al 1998 era: “Come facciamo ad assegnare una forma geometrica ad ognuna delle sette densità maggiori, dal momento che ci sono solamente cinque Solidi Platonici più la sfera con cui lavorare?” Non abbiamo bisogno di otto forme, dato che le antiche tradizioni ci dicono che la sfera esiste sia all’inizio sia alla fine dell’Ottava. Similmente, nell’Ottava del suono, ogni nota che è un’ottava superiore a un’altra nota avrà esattamente il doppio dei cicli al secondo. Così il “LA” a 440 cicli al secondo ridiventerà “LA” quando arriva a 880 cicli al secondo.

Quindi dov’è la settima forma? La risposta è stata trovata nei “miti religiosi” delle antiche scritture Vediche dell’India, i resti dell’impero Rama, come raccontato dall’inestimabile libro Geometria Sacra di Robert Lawlor. Gli Indù, o i loro contatti, fornirono la risposta fornendoci due volte uno dei solidi Platonici. Così come la sfera appare due volte, all’inizio e alla fine dell’ottava, così fa il suo più stretto partner armonico, l’icosaedro, localizzato in seconda e in settima densità. Per la ricca, mistica cultura degli antichi testi Vedici, con la piena cooperazione di entità extradimensionali che volavano in favolosi vimana, la forma dell’icosaedro era in realtà trasformata in un dio. Essi lo chiamavano Purusha, e nella settima dimensione, o densità, esso rappresenta la forza mascolina dell’Universo.

Figura 3.2 – L’icosaedro, conosciuto all’antico impero Rama come il dio mascolino “Purusha”.

 

Come abbiamo appena detto, Purusha si mostra anche come prima forma in cui si cristallizza la sfera quando siamo all’inizio dello spettro. Pertanto, l’Uno, essendo una manifestazione di tutte le entità consce, deve cristallizzarsi giù nel mondo della forma come Purusha, e ogni entità deve ancora raggiungere il livello di Purusha per ritornare all’Uno al termine del ciclo. La prossima immagine dalla Geometria Sacra di Lawlor mostra come si disegnerebbe un icosaedro in due dimensioni, utilizzando un compasso e un righello.

 

Figura 3.3 – L’icosaedro, disegnato in due dimensioni con un compasso e un righello. (da Geometria Sacra)

 

Prima di dire che la cultura Indù era sessista e patriarcale, che assegnava la mascolinità a tutte le migliori forze spirituali nella vita, comprendiamo che c’è uno yin al nostro yang. La forza femminina universale viene citata come Prakriti, ed è identificata con il dodecaedro, o sesta densità.

 

Figura 3.4 – Il dodecaedro, conosciuto all’antico impero Rama come la dea femminina “Prakriti”. (da Geometria Sacra)

 

Di fatto, sembra che si possa considerare ogni densità come avente qualità “maschile” o “femminile”, con la seconda che è femminile, la terza maschile, la quarta femminile, la quinta maschile, eccetera. Non dimentichiamo che l’Unità è una combinazione di entrambi i generi in un’Unione. Così, quando Purusha inizia come femmina in seconda densità, vediamo che esso è, di fatto, un dio padre/madre, poiché incorpora in sé anche l’archetipo femminino, o Prakriti. Quando avanziamo nella lettura del disegno e capiamo le proprietà metafisiche e spirituali delle dimensioni, il loro genere comincia ad avere molto senso. Oltre alla sfera, possiamo vedere che Purusha e Prakriti sono le due forme più alte nello spettro, così ha un senso, in qualche modo, che queste due forme possano aver impersonificato gli dei e le dee. Questi regni superiori sono chiaramente qualcosa cui possiamo aspirare, e queste sono, essenzialmente, forme coscienti.

 

La nostra attuale casa è attualmente nella forma numero 3. Questo, l’ottaedro, è il livello vibratorio che fornisce l’invisibile trama di sfondo per l’energia da cui tutti i nostri atomi e le molecole vengono creati. Rod Johnson, il cui modello di fisica quantica della geometria sacra viene trattato nel Volume III, ha asserito che i “neutrini” privi di massa che sono stati osservati in laboratorio possano essere proprio ottaedri. Tuttavia, più spesso queste vibrazioni rimangono irrilevabili, dato che sono solamente la trama nascosta della realtà, non la stessa vera realtà. Quando si guarda ad un grattacielo completato, non si vedono le travi a ‘I’. Similmente, non vediamo “l’energia del punto zero” che crea “particelle virtuali” di protoni, neutroni ed elettroni che vanno e vengono sul piano dell’esistenza, ma noi sappiamo comunque che essa deve esistere. Pertanto, la fisica degli antichi ci insegna che questa forma rappresenta il substrato fondamentale per tutta la materia nella nostra “densità”. Questo è l’antico insegnamento dimenticato. È importante capire che questa è solamente una regola generale, dato che all’interno della nostra densità vediamo le prove di tutti i solidi Platonici, che rappresentano le diverse “sub-densità”. Abbiamo bisogno di tutti questi all’opera affinché si possa costruire materia fisica, ma quello più forte in terza densità è l’ottaedro.

 

Figura 3.5 – L’ottaedro, la geometria che sta alla base della nostra “terza densità”.

 

Guardando giusto alla metà superiore di un ottaedro, possiamo facilmente vedere che è identica alla forma della Grande Piramide Egizia. Avendo messo in campo tutto il modello fisico, questo semplice fatto illustra chiaramente che tutte le piramidi erano progettate per essere in grado di focalizzare questa energia geometrica dell’etere, proprio come farebbe un imbuto per dirigere un flusso d’acqua. Come vedremo più avanti in questo volume, i “campi torsionali” sulla Terra possono variare da luogo a luogo molto di più della normale “spinta” gravitazionale o del campo magnetico terrestre, e per usare un gergo dei Russi, ogni piramide agisce come un “generatore passivo di torsione”.

 

La materia stessa si comporta come un spugna immersa nell’acqua che vibra, con l’energia fluida che vi fluisce continuamente dentro e fuori con un moto pulsante. Quando si ammassa la materia insieme in una singola struttura, la forma di quella struttura determinerà come fluiranno le “correnti” eteriche attraverso di essa. Ogni oggetto cilindrico o conico imbriglia e focalizza campi torsionali, come abbiamo documentato in modo esteso nel Volume III. Ci sono sempre campi torsionali che emergono dalla Terra in spirali, e la forma del cono può direzionare e focalizzare questi campi. Non dimentichiamo che questi campi sono composti di energia intelligente, così uno dei più importanti benefici nell’imbrigliare questi campi è che questi aumentano enormemente la nostra salute fisica così come la nostra coscienza spirituale in breve tempo, quindi gli antichi Egizi si riferivano alle piramidi come a “templi di iniziazione”. E noi sappiamo che la parola greca “Piramide” nasce dall’unione di “Pyre” e “Amid”, che significa “Fuoco nel Mezzo”. Questo “fuoco nel mezzo” rappresenta i campi di energia che vengono imbrigliati dentro la Piramide, quindi il nome stesso cela parte del segreto.

 

Essenzialmente, con la scienza appropriata in gioco, comprendiamo che la grande Piramide di Giza, la piramide costruita con maggior precisione sulla Terra, è una macchina fantastica, modellata con una tecnologia che è molto più avanzata del nostro livello di comprensione scientifica attuale. La ragione di questo è perché questa è una tecnologia di coscienza, che funziona in base ad un modello di fisica che noi stiamo riscoprendo solo ora sulla scena pubblica. E più esaminiamo la Piramide, più possiamo comprendere quanto accurata e vasta debba essere la conoscenza antica che v’è insita.

È un fatto stabilito da molto tempo che se si prende la differenza tra le misure della base e dell’altezza della Piramide, si esprime il rapporto pi (π) di 3,14159. Questo significa che si può disegnare un cerchio da un angolo, fino al vertice e giù fino all’angolo opposto. E che quel cerchio toccherà perfettamente tutti e tre i punti. Poi, tutto quello che dobbiamo fare è pensare in tre dimensioni, e scopriremo velocemente che la Piramide è inscritta perfettamente in una semisfera.

Figura 3.6 – La Grande Piramide si inscrive perfettamente in una semi-sfera, come in figura.

Così, in modo molto diretto, la struttura della piramide forma “risonanza” con l’etere, causando la formazione di una sfera di energia invisibile, proprio come questa, intorno ad essa. Ricordate che la struttura di energia geometrica più forte della nostra dimensione, se potessimo vederla, apparirebbe esattamente come questa.

Così, la Piramide non era solamente un oggetto geometrico, era letteralmente costruita come una gigantesca, solidificata “unità di coscienza”. Ad un certo punto, potremmo pensare ad essa come ad una gigantesca statua in onore della densità di energia in cui noi ora abitiamo; ma è anche una macchina molto potente. Ci è anche stato detto da Ra che essa era molto più efficiente quando è stata costruita rispetto ad adesso, per via del mutamento di posizione della Terra e del deterioramento delle sue facciate di pietra.

Molti piramidologi hanno evidenziato il fatto che l’esterno della Grande Piramide esprime, in molti diversi rilevamenti, l’esatta lunghezza di un anno terrestre, 365,2422. Dato che gli studiosi comprendono che la Piramide si inscrive perfettamente in una semisfera, molti ne hanno concluso che la Piramide sia progettata per rappresentare la Terra. Ma questo non spiegherebbe perché i costruttori della piramide non abbiano semplicemente eretto un globo, specialmente con l’apparente tecnologia che avevano a loro disposizione per posizionare precisamente tali immense pietre. È solo ora che possiamo capire perché per questo scopo sia stata scelta la forma ottaedrica.

Sebbene oggi non possiamo vedere la Piramide come un cristallo, è un fatto riconosciuto nei circoli egittologici che quando la Piramide fu inizialmente costruita, all’esterno fosse interamente ricoperta  da un involucro di pietre. Queste erano composte di calcare bianco di Tura che era tirato precisamente a lucido come uno specchio per una luminosa brillantezza (Lemesurier, 1977). Era così brillante alla luce del giorno da essere accecante, quindi gli Egizi la chiamavano “Ta Khut”, o “La Luce”. Sarebbe stato molto facile concludere che non fosse stata costruita da esseri umani primitivi se vista nella sua forma originale. Nella prossima figura, vediamo i resti di queste pietre che esistono ancora lungo la base.

Figura 3.7 – Pietre dell’involucro che esistono ancora lungo il perimetro della base della Grande Piramide.

Quello che non molto spesso si sa è che gli spazi tra le pietre dell’involucro erano larghi solo 1/100 (pari a 0,254 mm, n.d.t.) di pollice (Lemesurier, Hoagland). Per confronto, il meglio che la moderna tecnologia può fare per allineare gli scudi termici sullo Space Shuttle ha una tolleranza di 1/30 (pari a 0,84 mm, n.d.t.) di pollice (Hoagland). Questo pone la modellazione delle pietre dell’involucro al livello della precisione ottica; qualcosa che noi useremmo solamente per pezzi estremamente sensibili di equipaggiamento. Tutta questa precisione era utilizzata per fare in modo che fosse molto più efficiente come “macchina” per imbrigliare campi torsionali.

Inoltre, in questi spazi incredibilmente stretti tra le pietre dell’involucro, così strette che una lama di coltello non vi può essere spinta in mezzo, c’è uno strato impossibilmente sottile di “cemento” che le mantiene insieme. Questo “cemento” è così forte che per rompere il collante con un martello pneumatico, lo stesso calcare si rompe prima del “cemento”. Ancora al giorno d’oggi, nessuno ha fornito una spiegazione soddisfacente su come questo potesse essere stato ottenuto. Certamente sembrava che le pietre stesse fossero state fuse sul luogo, e che il cemento non ci fosse proprio, ma che ci fosse un prodotto di calore estremo, che fondesse le due pietre insieme. Quindi come hanno ottenuto il calore? Un laser, forse? O era coscienza focalizzata, che trasformava la fase della materia delle molecole consce di calcare? La spiegazione di Ra comincia ad avere sempre più un senso per noi, mentre procediamo, dato che nel loro modello, essi erano in grado di utilizzare la coscienza per visualizzare come volevano che le pietre si sistemassero insieme, e le loro visualizzazioni diventavano poi realtà.

Quindi, per tirare le somme, l’esterno della Piramide era modellato con una precisione ottica che è raggiunta solo ora dal tipo di lavoro che noi impieghiamo sulle lenti a specchio per un telescopio riflettente (Hoagland). Dobbiamo poi immaginare una piramide gigante costruita con quattro specchi, così splendenti da essere quasi accecanti. Di nuovo, non ci meraviglia che gli antichi Egizi si riferissero ad essa come a “Ta Khut”, o La Luce. Quando era nel suo stato cristallino, non ci dovevano essere dubbi che non fosse stata costruita dagli umani del tempo; doveva essere una struttura dall’aspetto quasi totalmente alieno. Ora possiamo solo immaginare il suo aspetto originale, dato che i terremoti hanno scosso la maggior parte delle pietre dell’involucro nei primi anni del primo millennio d.C. circa, e queste pietre perfettamente bianche sono state poi saccheggiate per costruire moschee al Cairo. Quindi possiamo solo misurare il progetto originale delle pietre d’involucro dalle poche che rimangono lungo la base, ancora intatte. Il vertice della seconda piramide ha anche alcune pietre dell’involucro ancora rimanenti.

Figura 3.8 – Vista dall’alto della seconda piramide nella piana di Giza, che ci mostra le pietre d’involucro sulla cima.

Il grado quasi insano di precisione comincia ad avere molto più senso quando comprendiamo che le energie possono essere imbrigliate dalla costruzione di una struttura simile. Queste energie non erano fredde e senza vita come l’elettricità; invece, esse rappresentano l’energia conscia, e potrebbero essere così indirizzate da un essere umano conscio, una volta addestrato. Le fonti dell’autore, insieme con Ra e le letture di Cayce, indicano che una persona ben addestrata nel direzionare questa energia potrebbe ringiovanire corpi morenti fino all’estrema giovinezza e vitalità, viaggiare nel tempo e levitare oggetti massicci con facilità. Inoltre, aiuterebbe nello stabilizzare la Terra sul suo asse, diminuire condizioni meteo severe e terremoti nelle aree circostanti, guarire e normalizzare la mente, purificare l’acqua, creare energia utilizzabile ed eliminare le radiazioni residue di battaglie nucleari in tempi molto più brevi. Più cose impariamo riguardo alla scienza che ne è coinvolta, più questo diventa ovvio, e più grande sarà il nostro desiderio di ricostruire ancora una volta una rete di piramidi per guarire la terra dai danni che attualmente stiamo creando.

Di fatto, Ra ci dice che la Piramide era un gigantesco regalo che essi hanno prodotto per la nostra civiltà, un regalo il cui proposito primario era incentrato a fornire un tempio di iniziazione che funzionasse come un efficiente agente bilanciante dei campi d’energia della Terra. Avere un “tempio di iniziazione” significava che potevano essere imbrigliate e integrate energie di livello superiore nei corpi fisici e non fisici del ricercatore umano, e poteva essere compiuto un pieno progresso evolutivo attraverso lo spettro delle sette densità mentre si era ancora sulla Terra. Questo era un processo molto rigoroso e terrificante, dato che ci si confrontava essenzialmente con tutte le “distorsioni” della personalità del sé tutto in una volta, in quello che finiva per essere soggettivamente un incubo di lunga durata. Affinché questo lavoro fosse eseguito, mentre essi andavano in questo viaggio, era sempre presente un guaritore addestrato, che può viaggiare con la persona fuori dal corpo, dato che la paura da sola poteva causare alla persona la perdita di contatto col corpo fisico e quindi la morte.

Se l’iniziazione era un successo, allora dopo che una tale progressione evolutiva era compiuta, l’entità aveva accesso a tutto il potere dell’intera ottava di dimensioni, diventando come un dio e possedendo abilità come quelle di Cristo, se non decideva di lasciare la Terra. Una ragione per cui gli eredi dei misteri Atlantidei sentivano di dover tenere la conoscenza segreta è che sentivano che se una persona polarizzata negativamente faceva sufficienti progressi nella Piramide, essa poteva diventare una forza molto potente per il male sulla Terra, anche se sembra che questo non sarebbe potuto essere realmente possibile, dato che il percorso negativo non può sostenersi oltre la quinta densità.

Non dovrebbe essere una sorpresa che la tradizione mistica abbia nascosto a lungo il fatto che anche Gesù avesse completato l’iniziazione Piramidale in tale maniera, e poteva anche essere stata la sola persona ad entrarvi equipaggiata sufficientemente bene da completare veramente il processo pieno. Secondo le letture di Edgar Cayce, Gesù trascorse una vita precedente come Hermes, il co-progettista della Piramide, insieme al prete Ra-Ta che poi si è reincarnato come lo stesso Cayce. Così, sembra che Gesù abbia utilizzato in seguito il pezzo di tecnologia che aveva originariamente aiutato a costruire, al fine di completare la propria iniziazione.

Come vedremo alla fine del libro, la Piramide ha di fatto scritto dell’arrivo di Gesù direttamente su una linea temporale basata su un codice geometrico e numerico costruito all’interno del progetto delle sue camere e dei suoi passaggi. L’affermazione profetica di questo arrivo Messianico avviene nel momento in cui lo stretto Passaggio dell’Ascensione si innalza improvvisamente nell’immensa Grande Galleria. Questo particolare evento nel simbolismo della Piramide è probabilmente uno degli eventi simbolici più potenti dell’intero arco di tempo dato. Ovviamente Gesù sapeva, anche quando aiutò a progettare questa incredibile struttura, per che cosa l’avrebbe poi usata nelle vite future.

Se la forma della piramide è un prodotto fondamentale per comprendere una fisica più avanzata di quella che stiamo usando noi ora, allora ci aspetteremmo che la tecnologia debba essere stata scoperta da una qualsiasi società su un qualsiasi altro pianeta abitato. Nel 1981, Ra disse che Marte è l’unico pianeta rimasto nel nostro Sistema Solare che abbia avuto vita umanoide di terza dimensione come la nostra nel recente passato. E nei tardi anni ’80 iniziò ad essere un po’ più conosciuto il lavoro di Richard Hoagland, il quale rivelava i resti proprio di una civiltà del genere. Dai dati riguardanti Marte di Hoagland e altri, osserviamo che la piramide più grande e facile da identificare nella regione marziana di Cydonia fotografata dalla Viking è a cinque facce, replicando quasi precisamente la parte superiore di un icosaedro, o il dio Indù Purusha, se ricordate. Vicino a questa piramide a cinque facce c’è un complesso agglomerato di piramidi leggermente più piccole che appaiono identiche a quelle che vediamo in Egitto.

Inoltre, le piramidi di Elysium fotografate dalla Mariner su Marte hanno chiaramente la forma di tetraedri, e Carl Munck, che incontreremo nei capitoli successivi, mostra un mound terrestre in Nord America con la forma di un tetraedro nel suo libro Il Codice, disponibile anche nella Laura Lee Online Bookstore. Inoltre, Hoagland e altri hanno scritto di cupole sferiche di vetro sulla Luna, che potrebbero proprio servire al medesimo proposito di imbrigliare campi torsionali, di trattenere un’atmosfera e fornire una visione chiara dello “spazio esterno”. Il nostro astrofisico ex-NASA Maurice Chatelain, di cui parleremo altrettanto nei prossimi capitoli, venne fuori nel 1995 con la dirompente rivelazione che la NASA aveva trovato sulla Luna “rovine geometriche di origine sconosciuta” durante le missioni Mariner e Apollo. Più recentemente, una simile testimonianza fu fornita alle conferenze del Disclosure Project, iniziate il 9 Maggio 2001, e noi eravamo presenti all’evento del 10 maggio e abbiamo intervistato personalmente il testimone.

LE TRANSIZIONI DELL’ENERGIA GEOMETRICA

La nostra prossima domanda è: “Come facciamo a tracciare naturalmente le transizioni da una frequenza d’energia geometrica a quella successiva?” Attraverso una serie moderatamente complessa di procedure, si può dimostrare come ogni forma geometrica “emergerà” naturalmente da quella precedente. Per iniziare, la sfera nell’icosaedro è relativamente ovvio - il movimento dell’informe Unità verso una forma geometrica – quindi non c’è alcuna reale modellazione da fare. L’icosaedro della seconda densità nell’ottaedro della terza densità sarà chiaramente modellato nel Volume II. Al fine di trasformare il nostro ottaedro in una forma di quarta dimensione, tutto quello che è richiesto è di espandere ogni faccia in semplice triangolo, o tetraedro, a quattro lati. Qui nel nostro diagramma, lo concettualizziamo come se stessimo posizionando un tetraedro su ogni faccia separatamente.

Figura 3.9 – La transizione dell’ottaedro (a sin.) in un tetraedro a stella (a des.)

 

Sull’ottaedro, che ha la forma di triangolo equilatero, (composto interamente di angoli interni di 60°, con ogni lato della stessa lunghezza), ogni faccia diventa un vertice a tre facce di un tetraedro a stella. Dato che l’ottaedro ha otto facce, bisogna quindi aggiungere otto tetraedri alle sue facce. Se si animasse questa transizione come fosse un cartone animato, apparirebbe che l’ottaedro stia improvvisamente sbocciando come un fiore; con le facce che germogliano all’infuori quando i tetraedri crescono nella loro posizione. [Si compari il disegno qui sotto con l’originale tavola armonica come aiuto per visualizzarlo. La forma in alto a destra nel disegno mostra dove sarebbe uno degli otto tetraedri, in termini di posizione, se non fosse attaccato direttamente all’ottaedro].

 

Al fine di progredire poi dalla quarta dimensione alla quinta, si può osservare il disegno e vedere facilmente quanto con un semplice “unisci i puntini” delle estremità del tetraedro a stella si formi un cubo. Per passare dal cubo di quinta dimensione al dodecaedro di sesta dimensione, è necessaria un’ulteriore espansione, dove ogni faccia del cubo germoglia in un “tetto” obliquo al fine di trasformarsi in un dodecaedro. La forma a “tetto” che compare è più facilmente visibile nell’area rettangolare inferiore, dove l’area quadrata sarebbe più simile a una vista dall’alto.

Figura 3.10 – La posizione “annidata” del cubo in un dodecaedro.

 

Quindi, se si mette un punto nel centro di ogni pentagono del dodecaedro e si connettono tutti i punti insieme, si avranno una serie di linee che formeranno stelle a cinque punte che creano la forma dell’icosaedro, l’ultimo grande nodo prima del ritorno alla Sfera. In breve, tornando ancora alla nostra tavola armonica originale, possiamo vedere come l’intera progressione sia una sfera, o un’Unità, che si espande nella forma “seminale” o fondamentale dell’icosaedro, che poi con la sua struttura cresce in tutte le altre forme contenute al suo interno (Lawlor, 1982). L’aspetto “seminale” dell’icosaedro è la ragione per cui gli Indù lo associavano a un dio maschile: stavano utilizzando una metafora del seme, o “seme della vita”.

 

Figura 3.11 – La completa gerarchia delle forme geometriche che rappresentano l’Ottava delle densità.

 

Quello che abbiamo, quindi, é una comprensione del fatto che le forme create da queste vibrazioni di energia possono crescere, proprio nel modo in cui crescono i cristalli.

 

TUTTO È UNO

 

Tratteremo brevemente un altro punto che è stato una delle grandi fonti di confusione per coloro che hanno letto questo libro, e tenteremo di ridurlo in termini più semplici in questa edizione revisionata. Se lo trovate ancora difficile da comprendere, ricordate che non è un punto essenziale richiesto per comprendere la fisica. Affinché l’Universo sia veramente Uno, ci deve essere un livello in cui non c’è nessuno spazio né tempo, dove Tutto è Qui e Adesso. Fonti come “Seth” attraverso Jane Roberts ci dicono che niente “esiste” veramente nell’Universo, incluso l’etere stesso, che tutto l’Universo si espande e si contrae in un singolo punto di Unità in ogni singolo istante.

 

Così, le molte piccole “bolle di campo” che creano l’etere fluido sembrano fluire una intorno all’altra, quando studiamo il loro comportamento. Ad un certo livello, questo è effettivamente vero, come hanno dimostrato gli esperimenti del dott. Nikolai Kozyrev, Nikola Tesla ed altri, che tratteremo nel Volume III. A un altro livello, dobbiamo ricordare che l’ampiezza dell’onda sferica ci mostra che il “punto zero” dell’onda è effettivamente proprio nel centro, il che significa che l’onda stessa sta costantemente espandendo e collassando in un singolo punto. Si pensi a un palloncino che viene costantemente gonfiato e sgonfiato da un punto molto piccolo a una sfera molto grande. Al livello più elevato della vibrazione, tutta l’energia nella sfera è contenuta all’interno del punto centrale. Sebbene questo possa sembrare confuso, varie fonti come Seth e Ra ci dicono che tutti quei singoli punti sono, in realtà, uniti insieme nell’Unità, che c’è solo un singolo punto da cui tutto emana. Questo è un altro modo in cui possiamo comprendere che noi possediamo davvero una perfetta “scintilla” dell’Uno Infinito Creatore dentro di noi.

 

Se questo è vero, e abbiamo tutte le ragioni di crederlo, allora ognuna delle forme geometriche di cui abbiamo parlato deve essere continuamente presente, alla sua propria frequenza, in ogni “unità di coscienza” o bolla di campo nell’intero Universo. Per dirla in modo semplice, ogni forma di energia pulsa da un punto, attraverso l’icosaedro, nell’ottaedro, al tetraedro a stella, al cubo, al dodecaedro, ancora nell’icosaedro per poi tornare una volta ancora alla sfera o punto. Questo è l’unico modo in cui possiamo spiegare quello che Seth ci direbbe, parafrasando banalmente, che “il vostro intero sistema di realtà è “spento” così come è “acceso”, e semplicemente non vibrate abbastanza velocemente per vedere cosa c’è nel mezzo”. Un’altra analogia che abbiamo usato è quella della pellicola di un film. La pellicola in una telecamera è in realtà una serie di immagini fisse separate le une dalle altre, ma quando le guardiamo abbastanza velocemente, esse formano “immagini in movimento”, o “film”.

 

Così, l’energia sferica che forma l’Universo stesso potrebbe essere vista vibrare attraverso tutte le diverse forme a velocità da capogiro, espandendosi da un singolo punto fino a formare i confini dello spazio e del tempo per come lo conosciamo e poi ricomprimendosi ancora in quello spazio altrettanto velocemente. Sebbene possa sembrare praticamente impossibile concepire il nostro intero universo raggrinzito in un singolo punto ancora e ancora a velocità troppo alte da misurare, questo è esattamente quello che accade, dicono fonti come Ra. Dal momento che tutta la realtà fisica è, in definitiva, nient’altro che energia conscia in vibrazione, ogni densità ha quindi l’illusione di esistere solo ad un livello in questo sistema energetico. Infatti, tutte le densità sono interpenetrabili, le vibrazioni di densità superiori esercitano pressioni misurabili nello spazio e nel tempo qui nella terza. Tra le altre cose, questo forma le basi della Griglia Globale, che esamineremo nei capitoli futuri.

 

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Originale in inglese:

http://www.divinecosmos.com/index.php?option=com_content&task=view&id=57&Itemid=36

 

Tradotto da Mauro Carfi per Stazione Celeste