)*(Stazione
Celeste)
~ Il
Cambio d'Era ~
THE
shift
of the ages
di David Wilcock
In questo capitolo, poniamo la
chiave di volta sulla nostra indagine dell’espressione delle CU come
Griglia Globale, attraverso il lavoro iniziale di Ivan P. Sanderson,
seguito da tre scienziati Russi e culminante nel lavoro dei professori
William Becker e Bethe Hagens.
Dimostriamo come l’enigma finale della Griglia si risolva quando si
disegnano sulla sfera Terrestre tutti i Solidi Platonici fondamentali
delle CU.
Vediamo come la struttura dei continenti venga modellata da questa
Griglia. Inoltre, indaghiamo su alcuni rapporti che riguardano le
misteriose scomparse e gli effetti iperdimensionali mostrati in certi
“punti nodali” della Griglia.
Capitolo
Dodici
Becker/Hagens:
La Soluzione della Griglia Globale
Abbiamo già visto con Cathie il cubo e l’ottaedro nella Terra, e abbiamo
visto con Hoagland il tetraedro nel Sistema Solare. Questo lascia a noi il
compito di localizzare Purusha e Prakriti, l’icosaedro ed il dodecaedro,
affinché la nostra Griglia Globale sia completa. Sono William Becker e Bethe
Hagens che in ultimo hanno risolto l’enigma per noi. Al tempo in cui è stata
pubblicata la loro opera, il dott. Becker era Professore di Industrial
Design all’University of Illinois, Chicago, e la dott.ssa Hagens era
Professoressa di Antropologia alla Governors State University. Insieme,
hanno dapprima dimostrato come queste due forme siano state scoperte, e poi
come si adattassero nella Griglia Terrestre finale, che loro hanno chiamato
Unified Vector Geometry 120 Polyedron, ovvero UVG 120 “Earth
Star.” [1]
Sebbene in precedenza avessimo detto che la storia moderna della Griglia
Globale può aver avuto inizio con Bruce Cathie, l’ex squadra Becker e Hagens
(marito e moglie) ha un’opinione diversa. Essi ascrivono questa scoperta
all’opera di Ivan P. Sanderson, che è stato il primo a creare il caso della
struttura dell’icosaedro in funzione sulla Terra. Ha fatto questo
localizzando quelli che lui definisce “vili vortici,” ovvero quelle aree
della Terra in cui si sono osservate misteriose sparizioni, guasti meccanici
e distorsioni spazio-temporali. Ovviamente, la maggior parte dei lettori è a
conoscenza del fatto che i rapporti sul Triangolo delle Bermuda, sulla costa
orientale della Florida, appartengono a questa categoria, ma Sanderson ha
osservato anche altre aree meno popolari. Queste aree sono state spesso
definite “Cimiteri del Diavolo,” [2]
dal momento che molti esploratori semplicemente scomparivano se li
attraversavano nel momento sbagliato dell’anno, apparentemente quando ci
sono allineamenti planetari o lunari sbagliati che attivano quella
particolare area.
Quello che inizialmente ha condotto
Sanderson a questo lavoro è il caso delle Mappe degli Antichi Re del Mare,
come le ha definite Charles Hapgood. Ora sappiamo che durante l’epoca di
Atlantide e forse anche molto prima, le coordinate dell’intera Terra erano
state mappate tramite la costruzione di diverse piramidi, templi e monumenti
sulla superficie Terrestre. Carl Munck lo dimostra oltre ogni possibile
dubbio. Pertanto, è quasi inevitabilmente ovvio che in un certa epoca ci
dovessero essere molte mappe Atlantidee del mondo. Queste mappe avrebbero
dovuto essere molto precise, dato il livello di sofisticazione che abbiamo
osservato nella precisa esecuzione del “Codice” di coordinate mondiali di
Munck.
Possiamo ragionare su come queste mappe possano essere state trasmesse,
basandoci su una varietà di fonti d’informazione. Ci è stato detto che dopo
l’ultimo spostamento dei poli, 12.500 anni fa, la parte principale della
terra Atlantidea è affondata. I sopravissuti dei sacerdoti Atlentidei si
sono mantenuti in una stretta ed isolata comunità monastica, dal momento che
la maggior parte della restante umanità era caduta nella barbarie. Dal
momento che la maggior parte della terra era scomparsa, con solo pochi
superstiti rimasti, è chiaro come allo stesso modo sia rimasto solo uno
numero esiguo di queste mappe.
La civiltà Sumera potrebbe essere stata il primo tentativo degli Atlantidei
di ricostruire una società di un certo livello, e questo potrebbe essere
iniziato circa nel 6.000 a.C., grosso modo 8.000 anni fa. Come hanno
evidenziato Zecharia Sitchin ed altri, la civiltà Sumera sembra essere
fiorita piuttosto spontaneamente ed improvvisamente. In un periodo di tempo
molto breve, hanno avuto linguaggio scritto, educazione, leggi, agricoltura
ed acqua corrente, per esempio. Sappiamo che i Sumeri avevano la Costante di
Niniveh, il ciclo di cui abbiamo parlato in precedenza.
Poi, quando introduciamo anche la più
profonda opera di Zecharia Sitchin, comprendiamo come un gruppo che aveva
accesso ad una tecnologia incredibile abbia aiutato i Sumeri, un gruppo che
possedeva macchine volanti, laser ed altra attrezzatura esotica. Era
presente anche una comprensione molto avanzata di scienza e fisica, compresa
la conoscenza dell’intero spettro dei pianeti del Sistema Solare. Ci è stato
anche detto negli antichi Veda Indù e nelle Letture di Edgar Cayce che gli
Atlantidei possedevano veramente macchine volanti, quindi questa ne è la
conferma. (Potrebbe anche essere che gli Atlantidei stessero cooperando con
Fratelli dello Spazio con cui anche loro stavano interagendo, data la
preponderanza di dati “Astronautici Antichi” a loro disposizione. I dati di
Sitchin suggeriscono con molta forza l’esistenza degli Annunaki, ovvero
“Coloro che dal Cielo sulla Terra Vennero.”)
Le mappe sono state conservate all’interno degli alti ranghi del sacerdozio
molto dopo l’inizio della civiltà Sumera, e infine sono stati secretati
nella Libreria di Alessandria d’Egitto, e più tardi nelle sale accademiche
della Grecia. Si crede che solo coloro che fossero membri della fratellanza
segreta sapessero dell’esistenza di queste mappe. L’argomento dell’esistenza
delle fratellanze segrete è estremamente forte, e il miglior libro che
Wilcock abbia mai trovato su questo argomento è The Poeple of The Secret
di Ernest Scott (Octagon Press, Londra 1983). L’opera di Scott non lascia
alcun dubbio sul fatto che questa Fratellanza sia esistita, che si sia
segretamente alleata alle maggiori religioni della Cristianità, dell’Islam e
del Giudaismo, e che persista tuttora come gruppo positivo che si lega con
l’Intelligenza Superiore e che cerca di svelare gradualmente i Misteri alla
nostra civiltà.
Così, queste fratellanze segrete hanno inviato esploratori del mare per
riscoprire le terre che erano nascoste sulle loro mappe, per ricostruire
infine una grande civiltà tecnologica come Atlantide. Francesco Bacone, il
padre della moderna Massoneria, ha dichiarato che il continente Americano, è
il sito per una “Nuova Atlantide”. E, al fine di mettere in moto questo
piano, gli esploratori stessi avevano la necessità di ricopiare le mappe,
almeno in parte, così da avere qualcosa su cui lavorare. Certi autori,
compreso Hancock in Impronte degli Dei [3],
speculano che Colombo avesse accesso a queste mappe, e pertanto sapesse che
la Terra era effettivamente rotonda, e che si sarebbero trovate nuove terre
oltremare.
Tutto questo si è dimostrato molto interessante per Ivan P. Sanderson, il
“padre della Griglia”, e ora vedremo il perché. Il primo esploratore di cui
siamo a conoscenza che abbia copiato una di queste mappe è l’Ammiraglio Piri
Reis, nel 1513 d.C. Questa mappa si concentrava sulla costa occidentale
dell’Africa, sulla costa Orientale del Sud America e la costa settentrionale
dell’Antartide. Quello che è davvero interessante è che questa mostra l’area
Antartica della Queen Maud Land come una costa priva di ghiacci. E, come
scrive Hancock in Impronte, affinché queste coste potessero essere
state esplorate senza ghiacci, avrebbero dovuto essere state disegnate tra
il 13.000 ed il 4.000 a.C.! L’umanità moderna non ha conosciuto il profilo
di questa costa fino al 1949, grazie al risultato di una vasta esplorazione
sismica da parte di una squadra di esplorazione Anglo-Svedese. (Hancock
1995, pg.12.)
L’uomo che ha messo insieme tutte queste informazioni riguardanti le mappe è
Charles Hapgood, tuttavia le sue teorie inizialmente non cominciavano da
queste mappe. Hapgood era Professore di Storia della Scienza al Keene
College nel New Hampshire, sebbene la sua area di ricerca andasse ovviamente
molto oltre la semplice storia. La teoria di base di Hapgood riguarda la
dislocazione della crosta terrestre, molto analoga all’idea di “spostamento
dei poli”, in cui la superficie della Terra cambia veramente posizione.
Hapgood dice che l’intera crosta della superficie terrestre “possa talvolta
dislocarsi, muovendosi sopra il soffice corpo interno, proprio come la
buccia di un’arancia, se allentata, può scivolare sulla parte interna
dell’arancia tutta d’un pezzo.” Questa teoria ha attirato l’attenzione anche
di Albert Einstein, che ha contribuito con l’introduzione al libro di
Hapgood nel 1953. La citazione di Einstein, ristampata a pg. 10 del libro di
Hancock, merita decisamente di essere inserita qui:
“Ricevo
frequentemente comunicazioni da parte di persone che vogliono consultarmi
riguardo alle loro idee inedite [ha osservato Einstein]. Non serve dire che
queste idee molto raramente possiedono una validità scientifica. La
primissima comunicazione, tuttavia, che ho ricevuto da Mr. Hapgood mi ha
elettrizzato. La sua idea è originale, di grande semplicità, e – se
continuasse ad essere comprovata – di grande importanza per tutto quanto sia
correlato alla storia della superficie terrestre.”
Einstein ha anche espresso le proprie idee su come questo movimento della
terra possa avvenire:
“In una
regione polare c’è un continuo deposito di ghiaccio, che non è distribuito
simmetricamente rispetto al polo. La rotazione terrestre agisce su queste
masse depositate asimmetricamente, e produce un momento centrifugo che viene
trasmesso alla crosta terrestre rigida. Il momento centrifugo in costante
aumento prodotto in tal modo produrrà, quando ha raggiunto un certo punto,
un movimento della crosta terrestre sul resto del corpo terrestre...”
E così, la teoria di Hapgood ha spiegato che in vari momenti nel tempo, la
massa di terra dell’Antartide si allontana dalle regioni più fredde, per via
del Dislocamento della Crosta Terrestre. E ha conquistato parecchi punti dal
momento che il miglior scienziato che sia mai vissuto ha corroborato la sua
teoria. Nei prossimi capitoli vedremo che questi fatti si armonizzano con le
informazioni di Gregg Braden riguardanti la crescita del “battito cardiaco”
della Terra e la decrescita della forza del suo campo magnetico. Braden
rivela che nel passato questi fenomeni si sono sempre verificati subito
prima di casi di spostamenti dei poli magnetici, che potrebbero ben essere
il “Dislocamento della Crosta Terrestre” in funzione.
Possiamo vedere che se la teoria di Hapgood è corretta, l’inondazione
Atlantidea è stata il più recente esempio di questo dislocamento, in quanto
prima di questo momento, molte mappe erano disegnate con l’Antartide senza
ghiaccio. Pertanto, lo scivolamento della crosta terrestre deve aver
collocato l’Antartide in un’area più calda prima del dislocamento più
recente. Così, il modello di Hapgood è la miglior concezione che abbiamo del
perché l’Antartide fosse in una regione più calda. Insieme a Impronte
degli Dei, anche il libro When The Sky Fell[4]
di Rand e Rose Flem-Ath è una fonte eccellente per ulteriori dettagli su
questi punti.
Anche le altre mappe che mostravano l’Antartide sotto il ghiaccio
includevano la mappa di Oronteus Finaeus del 1531. In questo caso, abbiamo
una visione completa dell’Antartide, con i bordi ampiamente privi di
ghiacci. Fiumi e montagne sono chiaramente visibili. Un’altra mappa molto
simile è stata prodotta da Gerard Kremer, noto al mondo come Mercator,
l’autore della moderna proiezione di Mercator che è oggi tanto comunemente
utilizzata. Hapgood conclude che Mercator avesse accesso ad altre fonti
oltre a quelle usate da Oronteus Fineaus, dal momento che nella sua opera
molte figure riconoscibili dell’Antartide sono visibili più chiaramente.
Così, pare che ci fossero effettivamente parecchie copie disponibili a quei
tempi.
Un altro cartografo che ha dimostrato altrettante conoscenze e fonti
d’informazione è stato Phillippe Bauche, un geografo francese del
diciottesimo secolo. La sua mappa del 1737 ci mostra una versione
dell’Antartide che in apparenza non presenta alcun ghiaccio! Come possiamo
vedere, c’è un evidente canale che corre proprio nel mezzo, dividendo il
continente in due masse di terra, una più grande ed una più piccola, forse
un quinto di quella più grande.
Ciò che rende tutto questo ancor più
sorprendente è che la versione dell’Antartide di Bauche è quasi identica a
quella che abbiamo effettivamente scoperto nel 1958, l’Anno Internazionale
di Geofisica. In quel caso, è stata condotta una estesa ricognizione sismica
della “topografia subglaciale” dell’Antartide. E infatti la divisione fra le
due masse, mostrata nella mappa di Bauche come un canale, si trova
esattamente nella stessa posizione. Sia la terra più piccola sia la più
grande nella mappa di Bauche sono molto simili alle scoperte degli
scienziati nel 1958.
Così, ovviamente, questo è un fenomeno
molto interessante, e va a braccetto con l’opera di Carl Munck. L’opera di
Hapgood che, ripetiamo, raccolse l’interesse accademico di Einstein,
fornisce le fondamenta per comprendere perché gli Antichi conoscessero le
coordinate globali con tanta esattezza. Torniamo ora ad Ivan P. Sanderson,
che ha studiato anche l’opera di Hapgood e che rimase folgorato da queste
incredibili prove. Sanderson ha cercato di immaginare come questi antichi
cartografi siano stati in grado di dettagliare una mappa dell’intero globo.
Che tipo di modelli dovevano avere per fare qualcosa di questo genere, ed
utilizzarla? Come hanno suddiviso la superficie Terrestre in unità
misurabili? E inoltre, c’era qualcosa che fosse fisicamente osservabile e
misurabile nelle vastità degli oceani Terrestri, tale che questi cartografi
sapessero veramente dove si trovavano nel mezzo del mare?
Sanderson ha lavorato su questo
enigma con parecchi associati negli anni ’60 e ’70. Ha affrontato enormi
volumi di dati, la maggior parte dei quali provenienti da rapporti anomali
dichiarati da centinaia di piloti e marinai, e li ha organizzati in modo
sistematico. I suoi risultati provano oltre ogni ombra di dubbio che in
certe aree degli oceani Terrestri erano visibili alcune interessanti
anomalie. Queste anomalie ci sono molto familiari, essendo quelle
comunemente riportate nel Triangolo delle Bermuda. Certamente questo vortice
ha attirato immensamente l’interesse di Sanderson, sebbene ci fossero anche
altre aree molto più trascurate.
Utilizzando l’analisi statistica per
raggruppare insieme tutti i dati, riguardanti tutti i diversi luoghi dove si
sono verificati questi eventi nel globo, Sanderson è stato in grado di
derivare 12 punti comuni di avvenimenti anomali sulla Terra.
Sorprendentemente, questi dodici punti erano tutti egualmente ed
armonicamente distanziati gli uni dagli altri! Gli effetti di questi
“vortici vili”, come li ha chiamati lui, comprendevano non solo sparizioni
ma a quanto pare anche eventi di distorsione temporale. Molti di questi sono
stati registrati in libri come il The Bermuda Triangle di Charles
Berlitz, ma Sanderson ha trovato prove di questi disturbi spazio-temporali
anche in altri vortici, non solo nelle Bermuda.
Per esempio, uno dei vortici di
Sanderson è localizzato vicino alle Hawaii. Sanderson ha trovato il rapporto
di un pilota, in volo con passeggeri molto vicino a questa zona, che ha
improvvisamente perso tutti gli strumenti e le comunicazioni radio. Questa
viene chiamata “zona morta”, o “volo cieco” senza alcuna possibilità di
usare la radio per chiedere aiuto o per determinare altitudine, posizione,
eccetera, eccetto la navigazione a vista. Il pilota ha continuato a volare
in questa “zona morta” per circa 350 miglia, senza essere in grado di
parlare via radio con nessuno; chissà dove, per un periodo di circa
mezz’ora/un’ora, a seconda della velocità. Alla fine, questa bizzarra
esperienza è terminata, ed il pilota era sollevato dal fatto di essere di
nuovo in grado di mettersi in contatto con la torre. Possiamo immaginare il
panico e lo stupore nella sua voce, così vicino al pericolo e chiedendosi
che diavolo fosse successo.
Quello che è stato tanto sorprendente e
inaspettato è stato che secondo gli ufficiali della torre, non era affatto
trascorso tempo tra i suoi contatti radio! In altre parole, un momento stava
parlando loro normalmente, e dieci secondi dopo era nel panico, dicendo loro
che aveva volato per 350 miglia senza strumentazione! Per quanto
sorprendente debba sembrare per il nostro “senso comune”, tutti i passeggeri
a bordo del velivolo devono essere passati ad una frequenza dimensionale
superiore, in cui non erano influenzati dal tempo. La causa di questo
effetto era l’energia iperdimensionale imbrigliata dal “vortice vile”
attraverso cui hanno volato.
A questo punto, il lettore non dovrebbe
essere sorpreso quando riaffermiamo che i dodici vortici simmetricamente
distanziati di Sanderson disegnano effettivamente uno dei Solidi Platonici,
ovvero l’icosaedro. Questo viene indicato nell’immagine seguente tratta dal
libro di Nicholas R. Nelson Paradox (Dorrance & Co., Ardmore,
Pennsylvania 1980), ristampata nel libro di David Hatcher Childress,
Anti-Gravity and the World Grid (Adventures Unlimited Press, Box 74,
Kempton, Illinois 60946: 1987, 1995.)
(Abbiamo
alterato digitalmente l’immagine per preservarne la semplicità in questo
piccolo formato.)
La
popolare opera di Sanderson ha certamente messo in moto l’interesse di tutto
il mondo. Il problema è stato rapidamente raccolto e affrontato da un gruppo
di tre scienziati russi: Nikolai Goncharov, uno storico moscovita,
Vyacheslav Morozov, un ingegnere edile e Valery Makarov, uno specialista di
elettronica. Questi tre scienziati hanno lavorato direttamente sulla ricerca
di Sanderson, e i dodici punti dell’icosaedro sono stati posizionati quasi
esattamente negli stessi luoghi. Ma questi scienziati hanno anche aggiunto
altri 50 punti, sovrapponendo alla Griglia anche un dodecaedro. I loro
risultati hanno prodotto la mappa seguente, stampata per la prima volta nel
popolare giornale scientifico Sovietico Khimivai Zhizn (ovvero Chimica e
Vita), riprodotta in Anti-Gravity and the
World Grid:
Questi tre scienziati hanno sfruttato la combinazione dei loro talenti
per determinare questa “matrice di energia coscmica” che circonda la
Terra. Con questa nuova formulazione della Griglia Globale, Becker ed
Hagens scrivono:
“Queste nuove linee e punti, insieme a quelli di Sanderson, ora
combaciano con la maggior parte delle zone di frattura sismica della
Terra e con le linee delle creste oceaniche così come con gli alti e
bassi dell’atmosfera mondiale, con le rotte migratorie degli animali,
con le anomalie gravitazionali, ed anche con i siti delle città
antiche”.
L’attenzione di Becker e Hagens è stata attirata da questa ricerca
attraverso il lavoro di Chris Bird, che ha scritto un articolo sulla
“Griglia Planetaria” sul New Age Journal di Maggio 1975. Essi erano così
sopraffatti da queste nuove informazioni che finirono per organizzare un
incontro con lui per discuterne il lavoro. Subito dopo, hanno
“completato” la Griglia, rendendola compatibile con tutti i Solidi
Platonici, inserendo una creazione tratta dall’opera di Buckminster
Fuller. Nella citazione seguente, spiegano in termini precisi cosa
esattamente abbiano fatto:
“Noi proponiamo che la mappa della griglia planetaria evidenziata dal
team russo Goncharov, Morozov e Makarov sia essenzialmente corretta, con
la sua organizzazione generale ancorata ai poli assiali nord e sud ed
alla Grande Piramide di Gizeh. La mappa russa, tuttavia, manca di
completezza, secondo noi, che può essere raggiunta con la
sovrapposizione di un complesso poliedro sferico, derivato
dall’icosaedro, sviluppato da R. Buckminster Fuller. Nel suo libro
Synergetics 2, egli la
definisce la “Composizione dei Gruppi del Grande Cercio dell’Icosaedro
Primario e Secondario.” Noi lo abbiamo abbreviato in Sfera 120 dell’Unified
Vector Geometry (UVG)... Usiamo il numero 120 per via della sua facile
comprensione in quanto poliedro sferico con 120 triangoli identici –
tutti approssimativamente della composizione di 30°, 60° e 90°.”
Ed ora, il momento che tutti noi aspettavamo: la griglia Becker/Hagens,
che ha finalmente “craccato il codice” delle posizioni dei Solidi
Platonici sulla Terra. Tra poco, dovreste essere in grado di vedere le
sorprendenti corrispondenze della Griglia con la forma fisica dei
continenti, tra le altre cose.
Quando
si ristampa questa foto bisogna riportare i seguenti crediti:
Il Sistema di Griglia Planetaria mostrato è stato ispirato da un
articolo originale di Christopher Bird, “Griglia Planetaria”, pubblicato
sul New Age Journal n°5, Maggio 1975, pp.36-41. La griglia ad “icosaedro
esakis”, i calcoli delle coordinate, ed il sistema di classificazione
dei punti sono ricerca originale di Bethe Hagens e William S. Becker.
Questi materiali sono distribuiti, con il permesso degli autori, dalla
Conservative Technology Intl. in cooperazione con la Governors State
University, Divisione degli Studi Interculturali, University Park,
Illinois 60466 312/534-5000 x2455. Questa mappa può essere riprodotta se
distribuita senza costi e con il consenso della Governors State
University e di Mr. Bird.
Diventa immediatamente ovvio come a tutti gli effetti questa Griglia
controlli il posizionamento delle masse continentali sulla Terra. I
nostri esempi preferiti, entrambi i quali combinano “nodi” e linee di
forza, sono il Sud America e l’Australia. Nella figura che segue,
possiamo vedere chiaramente il dettaglio che rivela la precisione della
strutturazione della Terra che avviene per via di questa interazione di
forze della Griglia:
Quindi
dovrebbe essere visibile per “chi ha occhi per vedere” che la Griglia
Globale sta ovviamente dando forma a queste strutture continentali. Se
si osserva il Sud America, per esempio, si può vedere l’effetto
estremamente ovvio di questo specifico “triangolo della griglia”, nel
dare letteralmente forma al continente intorno a sè. Osservando il
vertice più a sud del Sud America, si può vedere come la forza del nodo
numero 58 spinga la terra lontano dalla sua normale tendenza verso sud e
lo spinga invece verso est. Poi, se si osserva il nodo 49, a metà della
Costa Est del Sud America vicino a Rio de Janeiro, si può chiaramente
osservare come la forza del nodo abbia spinto la terra del contiente a
creare una forma rotondeggiante.
Osservando
poi l’Australia, si può chiaramente vedere come l’intero continente, e
specialmente il lato nordoccidentale, si formi con esterma precisione
all’interno delle forze traenti di quest’area della Griglia Globale. Se
si osserva il centro esatto del nord dell’Australia sul punto 27, si
vede un “punto nodale” circolare che dispone la terra intorno a sè e
forma il Golfo di Carpenteria. Ancora una volta, i nodi stessi hanno
modellato la terra in “vortici” circolari, respingendo la massa
continentale e in questo caso, dando forma anche al profilo dell’isola
direttamente sopra l’Australia. Queste forme circolari, come
continueremo a vedere, sono visibili sistematicamente in relazione alla
Griglia Globale. Le abbiamo viste in Egitto, nel capitolo riguardante
Carl Munck, dare forma alla linea costiera del fiume Nilo nel
Mediterraneo.
Inoltre,
il nodo 44 è allineato precisamente con il fondo dell’Antartide, e
vediamo come il bordo penda alla sua destra o alla sua sinistra. Secondo
Richard Lefors Clark, questa è la configurazione energetica a papillon,
che lui definisce “vortice di energia diamagnetica”, che si evidenzia
nella massa continentale Australiana. Esamineremo come una forma simile
possa essere modellata dalle energie curve spiraliformi che compongono
la griglia sottostante. Clark ci mostra anche che il Golfo del Messico
segue questa stessa organizzazione energetica ricurva, così come le due
linee costiere del continente statunitense.
Poi,
osserviamo l’Africa, e vediamo l’azione combinata di due triangoli più
grandi, uno col punto rivolto in basso nel continente africano e il suo
vicino rivolto verso l’alto, che circonda l’Oceano Indiano.
Il
triangolo rivolto verso il basso descrive certamente bene l’Africa, e la
terra extra sul lato occidentale può essere spiegata dalla pressione
proveniente dalla cresta MesoAtlantica, che è quasi esattamente la
stessa della linea atlantica della griglia formata dai punti 10, 19, 37,
38 e 50. Le coste orientali dell’Africa e dell’Arabia Saudita seguono il
lato orientale del triangolo, sulla linea della griglia tra i punti 41 e
12.
Possiamo
vedere anche come il punto nodale 22 prema delicatamente sulla costa est
dell’Africa, causando sul suo tracciato un ritiro verso l’interno e
modellando il bacino Somalo. Possiamo anche presumere che le “fratture”
che separano l’Africa e l’Arabia Saudita siano state causate
dall’espansione della Griglia, costringendo prepotentemente la terra ad
allinearvisi. La “frattura” immediatamente a sinistra del punto 12 segue
esattamente la linea della griglia. Ed infine, si può chiaramente vedere
come il triangolo col punto rivolto in alto si ritagli lo spazio proprio
in mezzo alla terra, con la costa africana a definirne il lato sinistro
e la costa indiana a definirne quello destro.
Nell’illustrazione qua sopra, possiamo vedere come il punto 21, nel
centro del continente africano, lavori con il suo partner in alto a
sinistra, il punto 20, per fornire la struttura per il vortice d’energia
a papillon che ha modellato la costa nord-ovest dell’Africa. Il punto 20
è l’unico “vortice vile” che si trovi significativamente sulla terra
ferma; il 41, vicino al Sud Africa, e il 42, vicino all’India, sono gli
unici altri punti che toccano terra! Questo è dovuto probabilmente
all’incredibile forza che posseggono, che sembra respingere la terra
ferma. Possiamo vedere come la costa nord-ovest dell’Africa sia
effettivamente molto circolare, ed il punto 20 si trova direttamente nel
centro di questo papillon di energia.
Di nuovo,
vediamo il “vortice di energia diamagnetica” a forma di papillon del
dott. Lefors Clark che forma la terra in una curva. Possiamo anche
vedere la stessa formazione ricurva creata dalla costa est dell’India e
dalla costa ovest dell’area asiatica della Cina/Corea/Vietnam. Il
vortice è equilibrato fra i punti 24 e 13. Teniamo a mente che queste
liscie curve illustrano la natura spiraliforme delle superstringhe che
compongono questi campi di energia geometrica, qui espresse come linee
spiraliformi di forza magnetica.
Ricordiamoci
che il principale esempio di Clark di questa energia a papillon è quella
che avviene nell’area del Triangolo delle Bermuda, col suo polo opposto
che forma la costa orientale del Messico. Secondo il dott. Clark, il
punto al centro del “papillon” diviene una zona magneticamente nulla, a
gravità zero, quando appropriatamente innescata dalle giuste posizioni
geometriche del Sole, della Luna e dei Pianeti rispetto alla Terra. In
quei momenti di congiunzione, c’è una “emorragia iperdimensionale” e poi
si hanno dilatazioni del tempo, sparizioni, perdita di gravità,
levitazione ed altri fenomeni del genere.
Nelle
prossime tre immagini, le formazioni circolari di energia della griglia
che circondano la costa est della Cina e della zona circostante sono
facilmente visibili.
Così, possiamo
vedere che quando si sa cosa cercare, e si ha la mappa della Griglia, queste
formazioni non possono rimanere nascoste. Nella figura numero 1, abbiamo la
nostra mappa rettificata della griglia della Cina come termine di paragone.
Nella figura 2 ci sono tre vortici circolari. Abbiamo già parlato del
vortice in basso a sinistra in India e Cina. Quindi, il vortice in centro dà
forma alla Costa Est della Cina, basata ed emanata dal punto 13. Il vortice
superiore, nonché il più grande, in figura 2 modella l’intero arcipelago
Russo e Giapponese, ed è centrato e si emana dal punto 4.
Infine, nella
figura numero 3 abbiamo un vortice incentrato nel “vortice vile” di
Sanderson vicino al Giappone, il “Mare del Diavolo”, qui elencato come punto
14. Questo vortice è “equalizzato” dai punti 25 e 26, entrambi i quali sono
equidistanti dal bordo del cerchio. E ovviamente, le Filippine tracciano
precisamente la parte in basso a sinistra del cerchio stesso. Questo
ovviamente deve essere un vortice molto forte per essere in grado di dare
forma alla terra delle Filippine dalla distanza da cui si trova. Secondo
Becker e Hagens,
Un’altra area
di continue sparizioni e misteriose distorsioni temporali è il Mare del
Diavolo localizzato ad est del Giappone tra Iwo Jima e Marcus Island. Qui
gli eventi sono diventati tanto sinistri che il governo Giapponese ha
ufficialmente definito l’area come una “danger zone”.
Quest’area era
sufficientemente significativa per l’opera dell’autore del Bermuda
Triangle, Charles Berlitz, da fargli scrivere un intero libro dedicato
ad essa ed al “quadro generale” intitolato The Devil’s Triangle [5]
Sta diventando sempre più chiaro che le nostre forme geometriche, espresse
come unità di coscienza espanse su scala planetaria, sono molto più che
astratti concetti di fisica teorica. Quelli che abbiamo qui sono fenomeni
diretti, quantificabili e misurabili, e questi schemi di Griglia basati
sulla geometria semplicemente sono la più semplice, e pertanto migliore
soluzione del problema.
Se il lettore
desiderasse vedere di più delle connessioni tra la griglia Becker/Hagens e
le masse continentali, osservi semplicemente la mappa per un po’ e queste
cominceranno a saltar fuori da sole. Il lettore ricorderà che nei capitoli
precedenti, abbiamo mostrato le “fasce della griglia” sulla Terra e come i
loro effetti abbiano dato forma all’Anello del Fuoco, al flusso del Fiume
Nilo, al “punto nodale” della costa settentrionale dell’Egitto incentrata a
Giza, ed alla struttura verticale della Penisola dello Yucatan. Ora, con
‘l’intera mappa della griglia Becker/Hagens, possiamo vedere molto di più
dall’effetto di queste linee rette longitudinali.
Come esempio,
riferendoci ancora alla mappa principale, il lettore può chiaramente vedere
che l’intero lato orientale della Baia di Hudson in Canada segue
precisamente la linea che va dal punto 18 in Florida al 9 nella Baia al 61
al Polo Nord. Inoltre, tutta l’Inghilterra sta precisamente nella linea
creata dal punto 20 in Africa, attraverso il punto 11 in Inghilterra fino al
punto 61 al Polo Nord. Così, ci sono una varietà di modi per vedere
all’opera questa energia sulla Terra. Si può iniziare a visualizzare questa
energia della Griglia come una rete viva di “cavi” strettamente tesi su un
sottile palloncino. Per noi è ovvio che quelli che noi pensavamo essere
continenti posizionati casualmente in realtà si stanno conformando a questa
enorme energia.
Se guardiamo
ai diversi diagrammi di come queste energie geometriche si manifestano sulla
Terra, possiamo farci davvero un’idea delle immense forze coinvolte in
questa Griglia. Sappiamo anche che la gravità non è l’unica espressione di
queste forze, in quanto può essere dimostrato che hanno profondi effetti
sulla coscienza umana. Becker/Hagens spiegano anche come questi punti della
Griglia sembrino attrarre grandi centri di popolazione. Abbiamo mostrato
come una piramide sia una struttura fisica cristallina costruita per essere
identica alla nostra frequenza nativa dell’ottaedro, col proposito di
imbrigliare energia. La lettura di Wilcock nel capitolo 17 ci ha detto che
anche la forma circolare di opere in pietra come Stonhenge e le creazioni
dei “Costruttori di Mound” in Florida lavorano per armonizzarsi con questa
energia spiroidale ascendente della Terra.
Tornando
ancora alla nostra discussione sulle informazioni del dott. Clark,
possiamo tornare ad osservare il continente sudamericano. Non solo sta
perfettamente all’interno del nostro “Triangolo della Griglia”, ma
possiamo vedere ancora un altro esempio di questa energia circolare a
forma di papillon all’opera nella reale forma del continente stesso.
Questo “papillon” è quasi centrato all’interno del diamante formato dai
punti 18, 35, 37 e 49. Abbiamo già visto il “vortice vile” africano dare
forma ad un “papillon” altrettanto grande nei diagrammi precedenti. Lo
scostamento del continente sudamericano dal centro preciso di questo
“diamante” può essere di nuovo imputato alla spinta della Cresta
Meso-Atlantica, che segue le linee della Griglia Globale con precisione
impressionante.
Riguardando
la mappa di Becker/Hagens, ci viene piuttosto facile vedere come questa
linea demarchi chiaramente la separazione tra i continenti, proprio come
la Cresta Meso-Atlantica è il punto d’espansione tra le due placche
continentali.
Abbiamo
appena esaminato le formazioni circolari di energia provocate dalla
Griglia nell’area asiatica dell’Oceano Pacifico. E qui, possiamo vedere
quello che accade quando disegniamo un “grande cerchio” ancora più
grande, basandoci strettamente sulle formazioni insulari nell’area
Filippina del Pacifico Asiatico. Qui possiamo vedere che è chiaramente
visibile un campo gravitazionale ellittico quando si posiziona il centro
direttamente nel nodo 15. Se usiamo un qualsiasi programma di editing
grafico ed “estraiamo” un’ellisse utilizzando il punto 15 come centro,
possiamo effettivamente allinearlo precisamente alle formazioni insulari
all’estremo ovest del nostro diagramma. Possiamo provare altri punti
oltre al 15 come centri, ma l’ellisse non combacerà mai tanto
precisamente come in quel punto.
Immediatamente, dovremmo vedere che questo grandissimo vortice d’energia
pare essere la più chiara controparte per la Griglia dell’Anello di
Fuoco, che è un anello di vulcani e attività tettoniche che circondano
l’Oceano Pacifico. Se guardiamo attentamente quest’anello della griglia,
possiamo vedere come rappresenti la perfetta fusione fra i continenti e
la Griglia Globale. Procedendo in senso orario dalle ore 12:00, l’anello
toccherà perfettamente un “quadrato” di punti della griglia, ovvero il
7, 31, 27 e 5. (Il punto nodale 27, vicino all’Australia, è l’unico che
non viene toccato esattamente, e questo è probabilmente dovuto alle
distorsioni nella proiezione della mappa.)
Possiamo
anche vedere come quest’ellisse sia ben definita dai punti 14 e 16, di
nuovo potenti “vortici vili” di Sanderson, i punti dell’icosaedro.
Abbiamo già visto come la forza gravitazionale di questi “vortici” sia
stata in grado di modellare l’intera metà occidentale dell’Africa in un
elegante forma circolare. Ora, stiamo osservando due di questi vortici
lavorare insieme per creare una forma ancora più grande. L’anello forma
parte della Costa Est della Cina, così come buona parte della linea
costiera superiore della Russia intorno al nodo 5. Definisce anche parte
della linea costiera meridionale dell’Alaska.
Forse la
cosa più interessante di tutte è che la combinazione di forze che si
dimostrano in questa mappa appaiono molto simili ad una formazione di
natura microscopica. Date un’altra occhiata e la vedrete... La Mitosi
Cellulare! Possiamo certamente vedere come Madre Terra stia rivelando
tutti i Suoi segreti, proprio davanti ai nostri occhi, se solo
comprendessimo la Sua Griglia. I punti della griglia 14 e 16 sarebbero
simili ai due poli della cellula che si divide. Le linee della griglia
ci danno un ritratto semplificato delle “fibre fusali” che formano la
mitosi cellulare. Il vero anello di energia che si crea forma un preciso
analogo della membrana nucleare della cellula, mentre continua il suo
processo ellittico espansivo di divisione.
Se questo
è interessante lo diventa ancor di più quando guardiamo la pagina 31 del
libro di Robert Lawlor Sacred Geometry. Lì, vi è stampato un
diagramma che mostra gli otto stadi della mitosi cellulare. Otto è il
numero dell’ottava, quindi ecco la citazione di Lawlor:
Da una
cellula a due c’è un ciclo di trasformazione, in otto fasi con sette
intervalli, analogo all’ottava musicale. Il Sette simbolizza tale ciclo;
il mese lunare, un perfetto esempio di fasi graduate all’interno di un
processo continuo, è dominato dal sette e dai suoi multipli... Lo schema
funzionale del sistema nervoso umano è anch’esso diviso in sette
parti...
In altre
parole, possiamo vedere ancora una volta un’analogia molto diretta con
l’ “unità di coscienza” nella cellula; un processo di divisione con otto
stadi in sette intervalli. Anche il sistema nervoso umano, come spiega
Lawlor nel suo libro, ci mostra questa struttura in ottava. Ora,
possiamo vedere la controparte della Griglia per questo, che avviene
attraverso la geometria iperdimensionale che è basata sull’ottava.
Quindi, vi
sterete chiedendo, cosa significa tutto questo? Perchè è importante se
c’è uno schema ad ottava nella mitosi cellulare o nel sistema nervoso
umano? Possiamo riguardare i capitoli precedenti e vedere tutte le
prove. Fonti come le Letture di Cayce ed il Ra Material ci dicono che
viviamo in un universo a otto dimensioni basato sull’ottava. Abbiamo poi
osservato il mondo della moderna e rivoluzionaria “teoria delle
superstringhe” e scoperto che con un leggero adattamento, hanno scoperto
entrambi la stessa cosa. Le “funzioni modulari” di ispirazione divina di
Srinivasa Ramanujan sono tutte basate sull’ottava.
Abbiamo
citato numerose opere spirituali che ci dicono che l’Uno ha avuto
origine come Pura Luce Bianca, e si è frammentato nell’ottava o spettro
di frequenze o dimensioni. Ogni intervallo discreto rappresentava un
diverso aspetto di questa Interezza. Sappiamo fondamentalmente per
intuizione, così come da fonti come il Ra Material, che la Natura ci
fornirà metafore fisiche per spiegare il metafisico. Osservate la
struttura della conchiglia marina e la sua rappresentazione della
spirale φ, per esempio. Anche nel libro di Lawlor Sacred
Geometry, possiamo vedere numerosi esempi di Scienziati
Rinascimentali che evidenziano chiare relazioni tra questi rapporti
armonici e le proporzioni del corpo umano. Continuando ad esplorare
questi argomenti, possiamo vedere davvero quale trascendentale
significato abbia in realtà il corpo umano, nel proprio disegno. O, come
si usa dire, “L’Uomo è la misura di tutte le cose.”
Ora
possiamo vedere che la divisione cellulare è un altro esempio naturale
di questi sacri principi matematici basati sull’ottava che si
manifestano nell’universo fisico. La cellula originale rappresenta la
sfera, o la prima nota dell’ottava. Ci sono sette stadi, o frequenze,
che provocano la formazione della divisione cellulare. Poi, allo stadio
finale, l’ottavo, abbiamo ormai due cellule, e la divisione è completa:
è emersa di nuovo la forma originale, solo che ora ha prodotto una copia
precisa di se stessa.
Questo è
simile anche alla struttura ad ottava dell’atomo, in cui ogni elettrone
rilasciato spinge l’atomo attraverso diversi stadi di isotopo. Una volta
infranta la soglia dell’ “ottava”, l’atomo si trasforma nell’elemento
successivo della Tavola Periodica. In altre parole, questo processo di
espansione energetica, che emerge dal cuore centrale, o nucleo, o Sole,
produce un’evoluzione nella vera forma della sua intera struttura.
Questo è il modo in cui operano le unità di coscienza, siano esse a
scala sub-microscopica, atomica, cellulare, planetaria o addirittura del
Sistema Solare.
Sappiamo
che anche il sistema della geometria delle CU è armonico e basato
sull’ottava, e così vediamo emergere le forme Platoniche nei minerali,
nelle organizzazioni cellulari di un zigote in via di sviluppo, e nelle
stesse griglie planetarie. Questi numeri si manifestano quando misuriamo
le vibrazioni delle frequenze sonore nell’aria. Pertanto, quando nei
prossimi capitoli vedremo questi stessi numeri di frequenza per le CU
che compaiono nel Grande Ciclo delle Macchie Solari, possiamo vedere che
nel nostro Sistema Solare avviene una divisione ed una crescita simile
in quanto parte di questo fondamentale, interconnesso sistema di
energie. Questa, ancora una volta, è un’altra ragione per guardare
perché qui sulla Terra ci stiamo dirigendo tanto velocemente verso un
salto dimensionale spontaneo, ovvero il Più Grande Momento di Tutti i
Tempi.
Note:
[1]
Poliedro 120 della Geometria del Vettore Unificato, UVG 120 "Stella Terrestre".
[2] "Devil's Graveyards"
[3]
"Fingerprints of Gods"
[4]
"Quando Cadde il Cielo"
[5] Il Triangolo del
Diavolo
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* * *
Originale in inglese:
http://www.divinecosmos.com/index.php?option=com_content&task=view&id=68&Itemid=36
Tradotto da Mauro Carfi per
Stazione Celeste
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