)*(Stazione Celeste)
Capitolo Cinque
FORME DI ENERGIA GEOMETRICA SU AMPIA SCALA
di David Wilcock
Abbiamo ora visto l’esistenza di forze a livello quantico che producono strutture geometriche, e che permettono a gruppi di atomi di unirsi insieme in interi più grandi dove la loro identità individuale non è più percepibile. Grazie alle scoperte di Rod Johnson e altri, per spiegare l’esistenza di queste forze ora disponiamo di un modello quantico unificato che ingloba tutti quegli argomenti apparentemente scollegati di cui allo stato attuale si conosce l’esistenza nella teoria dei quanti, come il significato della costante di Plank. In questo capitolo il nostro obiettivo sarà di dimostrare che in un modello eterico veramente Unificato, queste formazioni energetiche continueranno ad esibire la stessa struttura e la stesso comportamento a tutti i livelli di grandezza. Inizieremo la nostra esposizione guardando alla ricerca del dr. Massimo Teodorani e associati sul ricorrente fenomeno delle formazioni di “Plasma Termico” a Hessdalen, in Norvegia. Ci muoveremo poi a rivedere le informazioni riguardo la griglia geometrica di energia di onde di torsione della Terra, argomento del quale abbiamo in gran parte parlato nel capitolo 11 del nostro precedente libro.
5.1 - FORMAZIONI DI PLASMA SULLA TERRA
Il 17 Novembre 2001, la ricercatrice e stimata speaker radiofonica Linda Moulton Howe ha pubblicato un articolo in esclusiva sulle ricerca del dr. Massimo Teodorani e associati riguardante le formazioni anomale di plasma che sono state osservate nella valle di Hessdalen, in Norvegia. La Howe scrisse che nel corso dell’ultima decade, molti testimoni oculari hanno osservato e riferito:
…luci pulsanti e tremolanti che cambiano forma. Un paio di volte negli anni ’90, gli ingegneri Norvegesi hanno investigato sulle luci. Ma la ricerca è diventata più seria lo scorso Agosto 2001 quando alcuni astrofisici italiani si sono uniti si sono uniti agli ingegneri norvegesi in uno studio congiunto con radar, fotografie, videocassette e spettroscopi. I risultati possono essere suddivisi in due categorie: il 95% sono plasma termici e il 5% sono oggetti solidi non identificati. I plasma emettono frequenze radio ad onda lunga e, stranamente, la loro temperatura non varia al variare di grandezza e luminosità.
La Howe, poi, va avanti a citare dal sommario della ricerca di Teodorani et al.:
La maggior parte del fenomeno luminoso è plasma termico;
I globi di luce non sono singoli oggetti ma sono costituiti di molti piccoli componenti che vibrano intorno ad un baricentro comune;
I globi di luce sono in grado di espellere globi di luce più piccoli;
I globi di luce cambiano forma in continuazione;
Il crescere di luminosità dei globi di luce è dovuto [solo] all’incremento dell’area radiante. Ma la causa, e il meccanismo fisico, per il quale viene emessa tale radiazione è tuttora sconosciuta.
Come possiamo vedere da questa lista, abbiamo una formazione che possiede certe caratteristiche in comune con i microcluster, cioè abbiamo una serie di “molti piccoli componenti” di campi energetici sferici (come gli atomi di un microcluster) che “stanno vibrando intorno ad un baricentro comune”. Secondo il dr. Erling Strand, queste formazioni plasmatiche possono rimanere visibili anche fino a due ore, cosa che li rende decisamente diversi dai fenomeni di breve durata delle palle luminose. Come il dr. Teodorani riporta,
…quando rielaboriamo i dati vediamo che molti piccoli globi di luce vibrano intorno ad un baricentro comune. Quindi si tratta di qualcosa come una forza centrale che espelle dei globi, oppure di mini-globi che girano intorno al corpo centrale. E’ piuttosto complicato.
La prossima citazione stabilisce un fatto non osservato nella ricerca di Dmitriev ed altri, sulle formazioni naturali di luce spontanea, ma che si accorda perfettamente con l’idea che queste formazioni di plasma possono comportarsi secondo gli stessi principi geometrici fondamentali dei microcluster, anche se ad un ordine di grande maggiore. In questo estratto abbrevieremo Teodorani con “MT:” e Linda Moulton Howe con “LMH:”, con grassetti aggiunti:
MT: E abbiamo anche osservato durante la fase di analisi che questi plasma sono in grado di assumere svariate forme. Talvolta anche geometriche.
LMH: Anche forme geometriche?
MT: Si. Talvolta anche geometriche. Non ne conosciamo ancora la ragione, ma abbiamo visto qualcosa che era simile ad un rettangolo. Essa ha immediatamente cambiato forma da un plasma amorfo in un rettangolo. E’ accaduto in modo transitorio e l’abbiamo visto ed è nel mio documento, EMBLA 2001: The Optical Mission. (La Missione Ottica)
LMH: Così stavate osservando qualcosa come una sfera di plasma e improvvisamente si è trasformata in un rettangolo?
MT: Esattamente. Inizialmente abbiamo pensato che fosse una sorta di effetto strumentale dovuto alla videocamera. Ma poi abbiamo comparato la foto di questo stesso fenomeno con il video, abbiamo visto che erano la stessa cosa, cioè un plasma, a dispetto di quella forma geometrica, poiché possiamo eseguire determinate analisi studiando la distribuzione della luce, ed anche eseguendo le spettroscopie. Vediamo che questo è un plasma. Quindi è strano: un fenomeno plasmatico che possiamo descrivere ma di cui ancora non possiamo dire quale sia la principale ragione che lo causa.
LMH: Ed è corretto dire che nessuno di voi o qualsiasi altro astrofisico ha mai documentato questo tipo di interazione e trasformazione plasmatica prima d’ora?
MT: No… So che alcuni astrofisici hanno osservato il fenomeno luminoso come globi di luce amorfi, è la prima volta che lo osserviamo quest’anno.
LMH: E perché avete concluso nei vostri documenti scientifici che questi sono plasma termici?
MT: Perché se eseguo una spettroscopia e inserisco lo spettro in una lunghezza d’onda di flusso, quello spettro assomiglia alla tipica curva di Max Planck, che è tipica di un cocktail di ioni ed elettroni. Questo parla molto chiaro. E possiamo anche misurare la temperatura e la temperatura in quel caso era poco più alta della temperatura del sole; 6.500 gradi Kelvin.
Nell’articolo on-line della Howe è riportata la fotografia di questa formazione, ed è visibile una chiara forma geometrica; ricordate che è stata ripresa sia su pellicola fotografica convenzionale sia su videotape. Nell’intervista da qui in avanti il dr. Teodorani ci racconta che questi plasma possono cambiare improvvisamente dimensione senza alcuna variazione nella loro temperatura rilevata, cosa che è certamente un’anomalia dal punto di vista della fisica convenzionale. Nel nostro modello, vediamo che come le dimensioni del plasma si riducono, l’energia mancante si posiziona in una densità di energia eterica più alta. E’ per questa ragione che la temperatura del plasma non varia; parte del plasma è semplicemente uscita dalla nostra densità eterica della materia. Tuttavia può essere ancora rilevata da alcuni strumenti come il radar, solamente non dai nostri organi sensoriali.
Inoltre, il prof. Erling Strand associato di Teodorani ha fotografato circa 34 tracce radio di fenomeni di plasma che si alternavano tra visibilità e invisibilità. Un radar avrebbe indicato posizione e velocità del plasma, ma l’occhio nudo non poteva rilevarne la presenza, e i passaggi tra visibilità e invisibilità erano pressoché istantanei. Questo cambio improvviso di visibilità aggiunge alla prova il fatto che l’energia del plasma si sposta ad una densità più alta di energia eterica quando diventa invisibile. Una prova preliminare indica che il plasma scende improvvisamente a 100° Kelvin o meno quando scompare, il tutto può accadere in meno di un secondo [6]. Tali cambi repentini di temperatura ovviamente non obbediscono alle regole della termodinamica convenzionale: il plasma “un minuto c’è e quello dopo non c’è più”.
Figura 5.1 – Una foto ingrandita di una formazione plasmatica rettangolare
dopo la trasformazione da una sfera, così come la corrispondente funzione 3-D a distribuzione di punti
che si usa per ottenere simultaneamente l’intensità del picco e la dimensione apparente, in pixels, del soggetto.
Data 18 Agosto 2001. Immagine elaborata da M. Teodorani.
Nella sua intervista al sig. Teodorani, Linda Moulton Howe aggiunge un ulteriore supporto alla connessione tra le sfere di plasma, l’invisibilità e le strutture geometriche, come riporta nella sua stessa esperienza in Inghilterra con una formazione di plasma che era visibile solo attraverso un apparecchio a infrarossi:
LMH: Ed è così evidente con almeno dodici anni di resoconti di testimoni oculari in Inghilterra, compresa la sottoscritta, nei quali attraverso un apparecchio ad infrarossi ho potuto osservare quello che sembrava un ovale di luce che cambiava in un quadrato di luce pulsante. L’ho visto insieme ad altre persone e lo potevamo vedere solo attraverso gli infrarossi; non si vedeva ad occhio nudo. (grassetto aggiunto)
Come riportato nel capitolo 11 del libro di Richard Pasichnyk, The Vital Vastness, Volume One (La vastità della Vita, Volume Uno), tali formazioni di plasma sono quasi sempre associate con alcune forme di attività geofisica amplificata. Uno dei più anomali singoli eventi di questo tipo è stato riportato il 30 Novembre 1930 a Tango, in Giappone, e abbiamo aggiunto una nota dopo la prima frase:
C’era un cielo chiaro senza nuvole quando è comparso uno strano arcobaleno, che ha catalizzato l’attenzione. [Nota: quest’arcobaleno pare fosse causato da una distorsione locale del campo di energia eterica in quell’area, per cui la luce visibile si rifrangeva in uno spettro]. Essendo fuori stagione e diverso da qualunque cosa vista prima, quel fatto unico si impresse bene nella memoria di molti. Quando la mattina è poi avanzata, con esso è arrivato anche il rombo e il tremore del suolo. Negli occhi di facce esterrefatte si potevano vedere i riflessi di luci lampeggianti, fiammate blu e ultimi bagliori simili all’aurora, che dipingevano i cieli. Laddove il suolo ha tremato di più, sono apparsi sconcertanti raggi brillanti, palle di fuoco, luci a forma di imbuto e colonne luminose mobili. Verso il Tempio Manpukuzi, si è vista una fila dritta di radiose masse rotonde che ruotavano con considerevole splendore. (grassetto aggiunto)
Tali eventi non sono così rari come molte persone possono credere; semplicemente non sono raccolti e riportati con lo stesso grado di presentazione imparziale che è tipica delle forme convenzionali dei dati scientifici. Sia Pasichnyk sia il dr .Aleskey Dmitriev citano studi che indicano incrementi significativi nel numero di segnalazioni di avvistamenti UFO durante periodi di intensa attività geofisica. Pasichnyk segnala un libro del 1977 di M.A. Persinger e G.F.Lefreneire che misero in un grafico una combinazione di terremoti e segnalazioni UFO su carte geografiche degli USA tra il 1820 e il 1971, e si nota che entrambi i fenomeni “coincidono piuttosto bene” nelle stesse aree e negli stessi periodi. [9]
Quindi, una prova chiara punta al fatto che questi plasma energetici sono emanati direttamente dal centro della Terra, come nel caso di un terremoto, e sono quindi composti dello stesso materiale di cui è composto il centro della Terra. Così, condividiamo l’affermazione di Pasichnyk che il centro della Terra è composto della stessa forma di plasma energetico che vediamo nel Sole: il che spiegherebbe perché le misurazioni di Teodorani e altri mostravano che il plasma aveva la stessa temperatura della superficie del Sole.
Nei prossimi due capitoli, presenteremo prova che i pianeti sono in realtà materia espulsa dal Sole, e quindi composti della stessa sostanza di base del Sole stesso. Infatti, in una cosmologia eterica unificata, tutta la materia si origina in forma di un plasma condensato di Bose-Einstein superconduttore con proprietà geometriche, come detto nel capitolo precedente, prima di raffreddarsi, separarsi e cristallizzarsi in atomi e molecole individuali.
5.2 - LA PROVA CHE IL CUORE DELLA TERRA E’ UN PLASMA LUMINOSO
Gran parte dell’argomento riguardo al centro della Terra plasmatico è stata presentato nel nostro volume precedente, ma per via della loro importanza ripetiamo ancora qui molti dei fatti salienti. La gran parte delle persone istruite sanno che l’area più calda della Terra è nel centro, e che gradualmente si raffredda attraverso gli strati successivi conosciuti come mantello fino ad arrivare infine all’area più fredda sull’esterno della sfera, che è la dura crosta o litosfera. E’ anche importante ricordare che la crosta esterna della Terra è così sottile, comparata al resto della massa terrestre, che se la Terra fosse ridotta alla grandezza di un bicchier d’acqua, la crosta sarebbe spessa e densa solamente come la tensione superficiale della cima del bicchiere stesso. Questo mostra quanto poca materia solida ci sia in realtà sulla Terra.
I geologi convenzionali credono che il centro della Terra sia composto di ferro e nickel. Nella prevalente teoria della “dinamo”, questo centro metallico ruota dentro la terra e girando crea il campo magnetico terrestre. Comprensibilmente, la ragione più forte per la popolarità di questa teoria è la credenza che ci sia bisogno di un pezzo di metallo come il ferro per costituire un campo magnetico. Tuttavia, numerosi ricercatori compresi Schappeller, Searl e Roschin & Godin hanno dimostrato in laboratorio che si può creare un campo magnetico nient’altro che come onda stazionaria di un energia plasmatica di etere luminoso.
Di fatto, tutte le nostre “prove” di ciò che giace nel centro della terra sono indirette, ricavate principalmente attraverso ricerche sugli impulsi sismici che si creano durante i terremoti. Come spiegato nel volume precedente, le onde che viaggiano da parte a parte, conosciute come onde S o onde trasverse, non possono passare attraverso il centro dalla Terra, e questo è quanto ci si aspetterebbe se il centro fosse solido. Pasichnyk fa notare che le onde S potrebbero non attraversare il centro della Terra anche nel caso che esso fosse composto di energia plasmatica compressa.
Tali modelli [basati sul] plasma normalmente verrebbero immediatamente repressi, poiché la scienza convenzionale pensa alla Terra come ad una massa inerte e respinge immediatamente l’idea di un centro plasmatico, perché una tale fonte di energia richiederebbe una continua immissione di energia. Tuttavia, una volta che comprendiamo che sia la gravità sia le onde di torsione sono forme di energia eterica che scorrono continuamente all’interno della Terra, ecco che troviamo una fonte di energia che può passare senza sforzo attraverso la materia fisica e rifornire la fonte di plasma nel centro della Terra. Una gran parte dell’attività energetica di queste onde di torsione avviene ai poli della Terra, allineati con il campo magnetico. Ricordiamo dal primo capitolo che Kozyrev ha scoperto che i maggiori effetti nel campo di torsione si verificano nei pressi del Polo Nord, e Pasichnyk ci ha anche portato molti altri tipi di prova. Per esempio,
Le onde del terremoto viaggiano più veloci lungo l’asse nord-sud dell’interno della terra di quanto non facciano sull’asse est-ovest.
Come detto nel precedente volume, altre osservazioni puntano al fatto che l’attività energetica proveniente dalle regioni polari, in realtà acceleri verso il centro della Terra:
1. Attività di aurora associata con magnetismo e attività solare. L’aurora boreale, o “Luci del Nord”, è una formazione di energia luminosa che si osserva solitamente sopra i poli. Quando l’attività del Sole aumenta, l’aurora diventa più brillante, e l’aurora varia anche in proporzione diretta al campo magnetico terrestre. Quest’aurora ci mostra lo scorrere dell’energia.
2. Aurore a forma di tende ai poli. Dagli studi sulle formazioni dell’aurora, sappiamo anche che sono stati osservati vortici di protoni ed elettroni energetici in formazione elicicoidale, come imbuti super-allungati, che scendevano secondo un moto spiraliforme dentro le regioni polari terrestri ad alti livelli di intensità.
3. Il centro della Terra è troppo caldo per il magnetismo metallico. I metalli non possono mantenere un campo magnetico oltre una certa temperatura cruciale, conosciuta come punto di Curie. Tuttavia, contrariamente ai modelli convenzionali, si è scoperto che le temperature all’interno della Terra crescono molto rapidamente mentre perforiamo verso il basso, e se proseguiamo idealmente il lento incremento estrapolandolo su un grafico, allora a soli 100km o 62 miglia, le temperature nel pianeta sarebbero troppo alte perché i metalli possano produrre un campo magnetico.
4. Anomalie di magnetismo e gravità durante l’eclisse. Durante un’eclisse i campi magnetici terrestri sono indeboliti e questo effetto è abbastanza significativo da mandare in confusione gli uccelli migratori. Durante un’eclisse anche il campo gravitazionale viene alterato, come osservato in vari studi sui pendoli. Entrambe queste osservazioni mostrano che la Terra è continuamente “influenzata” dalla radiazione del campo torsionale del Sole e dalle “particelle” energetiche che vi scorrono attraverso.
5. Inclinazione del campo magnetico della Terra. Se il centro della Terra fosse una dinamo metallica, allora ci aspetteremmo che il suo campo magnetico sia allineato col suo asse di rotazione. Tuttavia, dal momento che il campo magnetico è sfalsato di circa 11° dall’asse di rotazione, il modello della dinamo è inadeguato.
6. Cambi di lunghezza del giorno con attività solare. La lunghezza del giorno (LOD[1]) sulla Terra è la misura di quanto veloce ruoti la terra. Sono state stabilite chiare correlazioni per mostrare una connessione tra la LOD e il livello di attività solare. Ciò mostra una interazione energetica diretta tra il Sole e la Terra di cui il modello della dinamo non poteva tener conto.
7. Cambi nel magnetismo con attività solare. L’attività solare può anche variare la direzione e l’intensità dei campi magnetici terrestri. E’ altamente improbabile che una dinamo gigante dentro la Terra possa subire influenze da cambi tanto esterni.
8. Capovolgimento dei poli, spostamenti e scossoni. Il campo magnetico della Terra possiede una serie di movimenti che il modello della dinamo non può giustificare. Schemi circolari conosciuti come “Chandler’s Wobble” (“Dondolii di Chandler”) vengono continuamente tracciati ai poli, e il campo magnetico può sperimentare improvvisi scossoni e anche completi capovolgimenti dei poli. Una fonte di energia che fluisce liberamente nel centro della Terra, in conseguenza dei cambi del Sole, tiene conto di queste anomalie molto più facilmente rispetto all’idea che il centro della Terra sia un grosso pezzo di metallo solido.
9. Il ruolo della gravità come forza formativa. Nel nostro modello, la gravità è un movimento all’interno della Terra di energia eterica che vi crea materia ed energia in ogni momento. Una volta che andiamo in profondità oltre i 2700km o 1.678 miglia, c’è un grado di forza gravitazionale diretta in uscita dal centro maggiore di quella diretta verso il centro. Ciò mostra il ruolo [importante] della gravità nella formazione del centro della Terra, similmente all’effetto Biefield-Brown, che mostra che la nuvola elettronica negativa corre verso il nucleo positivo. Una volta che l’energia che scorre converge al centro della Terra, una parte di essa torna verso l’esterno, creando queste anomalie gravitazionali.
10. Vento plasmatico che emerge dalla Terra. La sonda spaziale Dynamic Explorer della NASA ha determinato che un vento plasmatico emana dai poli della Terra in aggiunta al vento che scorre dentro i poli. Questo dimostra la qualità dell’energia sia in entrata sia in uscita che avviene in queste aree, che sarà discussa più approfonditamente nei capitolo che seguono.
5.3 - IL MODELLO DEL TERREMOTO ETERICO DI WILCOCK
Basandoci su tutte queste prove, possiamo chiaramente vedere che esiste un rimarchevole parallelismo tra il modello eterico dell’atomo come toroide sferico e le formazioni di plasma di grandi dimensioni come il cuore della Terra. Come Pasichnyk e molti altri hanno documentato, incrementi dell’attività solare sono strettamente correlati con gli incrementi nel numero e nell’intensità dei terremoti sulla Terra. Quando avvengono questi terremoti, spesso si osservano anche formazioni anomale di plasma. Un ulteriore supporto a questo concetto si ha nel fenomeno dei “radar angels”, dove gli operatori radar rilevano frequentemente falsi segnali su aree della Terra geofisicamente attive. La maggior parte dei radar ora sono equipaggiati per schermare questi segnali, che pare siano causati da sfere di plasma in gran parte invisibili che vengono continuamente espulsi dalla Terra nelle regioni sismicamente attive.
E allora, cosa è esattamente un terremoto? Presentiamo quanto segue come una ragionevole supposizione, basata sulle prove presentate nel corso di tutto questo libro:
Si comincia con un’improvvisa ondata di attività energetica, come potrebbero essere i brillamenti solari o altre fonti di cui discuteremo più avanti.
Questa ondata incrementa improvvisamente il quantitativo di energia che scorre nel centro della Terra.
La quantità totale di plasma luminoso nel centro aumenta di conseguenza.
Tuttavia, dalla Terra non c’è una decrescita nella pressione per circondare e contenere il plasma, quindi l’energia extra non ha nessun posto dove andare eccetto l’essere compressa sotto una maggiore quantità di pressione.
Basandoci sulla semplice fisica eterica, se l’ondata di energia è sufficientemente alta, allora questo improvviso incremento di pressione spinge una parte del plasma a dislocarsi in una densità superiore di energia eterica.
Una volta che il plasma raggiunge una densità superiore, può passare agevolmente attraverso la materia fisica di densità inferiore, dando alla Terra quei connotati che noi ora conosciamo e misuriamo.
A questo punto, il plasma non viene più trattenuto nel centro della Terra dalle imponenti forze di pressione, ma è libero di evadere dal centro della Terra grazie alla forza centrifuga.
Ora, in questo stato di densità superiore, il plasma ribolle verso la superficie del pianeta, così come le bolle d’olio emergono verso la superficie dell’acqua.
Dal momento che la pressione scorre sempre dall’alto verso il basso, il plasma si muoverà naturalmente verso l’area di minor densità di energia eterica in prossimità della superficie terrestre.
Lo spazio “vuoto” è molto meno denso della materia solida, e quindi ha una minore densità di energia eterica.
Pertanto, una frattura della crosta terrestre, che è relativamente vuota, possiede una minor densità di energia eterica rispetto alla materia solida circostante.
Il plasma in movimento viene attratto naturalmente in tali fratture
Una volta che il plasma raggiunge questo spazio, la pressione si allevia, e una parte di essa torna a ridislocarsi al suo originale stato di plasma che aveva nel centro della Terra.
Comunque, dal momento che la temperatura è ora molto inferiore, parte del plasma si raffredda immediatamente.
Non appena il plasma improvvisamente si raffredda, cristallizza in nuova materia fisica.
Questa nuova materia si forma quasi subito lungo i bordi della frattura
Ricordate che quando l’acqua cristallizza in ghiaccio, si espande. Similmente, il volume del plasma cresce quando si raffredda (trasformazioni di stato) in materia fisica.
Quando si crea questa nuova materia può essere rilasciata una grande forza esplosiva, dal momento che spinge lateralmente le zolle che stanno intorno al sito della frattura.
Quando ciò avviene può verificarsi un terremoto se la quantità di materia è abbastanza grande da causare uno slittamento lungo la faglia.
In molti casi, parte del plasma rimane in uno stato di densità superiore, e continua a fuoriuscire attraverso la superficie terrestre.
Non appena questa energia attraversa l’atmosfera, può anche non ritornare ad uno stato di densità sufficientemente basso da essere visibile.
Se il plasma rimane ad una densità superiore si formano gli invisibili “radar angels”
Se il plasma torna alla sua densità originale, si possono rilevare le “formazioni di plasma”.
Se il plasma è in uno stato riverberante, o dondolante, può alternarsi tra visibilità e invisibilità, muovendosi su e giù fra due livelli di densità eterica adiacenti, come il prof. Erling Strand ha osservato e filmato in Norvegia.
Certamente, anche i modelli più convenzionali della formazione dei terremoti e la pressione dei movimenti della superficie devono essere tenuti in considerazione; questo è solo un fattore che può dare origine ai cambiamenti più improvvisi. Questo nuovo modello aiuta anche a spiegare il fenomeno dei “tubi di kimberlite”, menzionati sia dal dr. Dmitriev sia dal dr. V.L. Dyatlov. Questo fenomeno, in Russia, è considerato “il grande mistero della geologia moderna”, ed è stato osservato essenzialmente in Alaska. Dapprima i geologi rilevano un’improvvisa esplosione e un’ondata di calore vicino alla superficie terrestre. Se l’area dove è avvenuta l’esplosione è abbastanza vicina alla superficie, si può trivellare ed osservarla. [in alcuni casi, gli Eschimesi sono stati in grado di scavarsi a mano la via verso il sito]. Nel sito dell’esplosione si è scoperto un tubo vuoto allungato nella crosta. Ma cosa molto più sorprendente, e remunerativa, l’interno del tubo era completamente pieno di file di diamanti!
Normalmente si ritiene che i diamanti e altri cristalli simili necessitino di parecchie migliaia di anni per formarsi, invece in questi casi pare che si formino istantaneamente. Questo discorso assumerà più senso per noi nel Capitolo 10, quando studieremo il lavoro del dr. Krasnoholovetz e altri, i quali hanno scoperto che campi di torsione creano naturalmente maggiore durezza e cristallizzazione in ogni materia alla quale sono esposti. I metalli che vengono esposti ad apparecchi generatori di onde di torsione diventano significativamente più duri e più cristallizzati nella loro forma, e i campi di torsione possono anche creare formazioni di microcluster nell’acqua e in altri composti. Dunque, una formazione di plasma contiene campi torsionali ad alta intensità, pronti a comprimersi in cristalli geometrici in un batter d’occhio.
Un lettore acuto dovrebbe comprendere che c’è un altro possibile effetto in questo modello dei terremoti. In tale modello, quando c’è un’improvvisa ondata di incremento energetico nella Terra, il plasma viene spinto ad una densità superiore e fugge dal centro della Terra. Questo in genere crea un terremoto, laddove si crea nuova materia. Tuttavia è anche possibile che se gli incrementi di energia avvengono più lentamente e regolarmente, allora l’intera dimensione del centro stesso potrebbe gradualmente espandersi senza dislocarsi in una densità superiore. Questo, in genere, incrementerebbe l’intera dimensione del pianeta stesso.
Ciò si accorda certamente con il modello quantico che abbiamo proposto nei capitoli precedenti, dal momento che abbiamo visto con i microcluster, i quasi-cristalli e i condensati di Bose-Einstein che gli atomi possono raggrupparsi in gruppi più grandi che formano una singola identità. La chiave di lettura qui è che quando a queste strutture viene aggiunta sufficiente energia essi continuano ad espandersi di grandezza.. I microcluster iniziano come atomi individuali che poi si “fondono” in formazioni cristalline più grandi. I quasi-cristalli possono essere cresciuti ad oltranza proprio come ogni altro cristallo, e ancora continuano a mantenere un’identità individuale. Anche un condensato di Bose-Einstein (superconduttore) può essere espanso in grandezza con l’aggiunta di nuova energia, tuttavia continua a comportarsi come se fosse un atomo unico. Nel nostro modello, tutte le strutture base a tutti gli ordini di grandezza nell’Universo si comportano in accordo a questi stessi principi energetici, e sono in grado di espandersi se vi viene immessa una più grande quantità di energia.
Quindi, la Terra dovrebbe essere capace di crescere continuamente in grandezza dal momento che il suo cuore viene continuamente rifornito di nuova energia eterica, proprio come avviene nella crescita di un organismo. Questa previsione si concretizza nella scienza della “Tettonica ad Espansione Globale”.
5.4 - TETTONICA AD ESPANSIONE GLOBALE
Christopher Otto Hilgendberg è stato il primo, nel 1933, a mostrare che se restringiamo la Terra al 55-60% della sua attuale dimensione, allora tutti i continenti si incastrano insieme a formare un puzzle, come mostrato in figura 5.2. Egli ha fatto la coraggiosa supposizione che ciò fosse causato dall’espansione della Terra; un tempo nel passato essa era veramente il 55-60% dell’attuale dimensione. L’articolo più rigoroso che abbiamo trovato sull’argomento è di James Maxlow [7], e sarà citato nel proseguio.
Questo nuovo modello certamente non è nei libri di testo delle scuole di oggi, ma sta lentamente guadagnando popolarità nel corso degli anni. Un Simposio sull’Espansione della Terra è stato tenuto a Sidney, in Australia nel 1981, e lo Smithsonian Institution ha ospitato un meeting nel 1989 dove sono stati discussi questi concetti ed altri relativi a modelli tettonici globali. Come scrive Maxlow,
Questi argomenti [nel meeting dello Smithsonian] hanno indicato che sembra esserci qualcosa di discutibile nella teoria della tettonica a placche per come è attualmente presentata (Kremp, 1992) e che i presenti concetti di tettonica a placche / deriva dei continenti / oscillazione dei poli, possano aver bisogno di essere rivalutati, rivisitati e respinti (Smiley, 1992).
Figura 5.2 – I modelli del “pianetino” di Hilgenberg sull’espansione della Terra. Il globo più piccolo è il 60% del raggio attuale (da Vogel, 1983)
Attualmente fra le autorità scientifiche è in voga il modello della “tettonica a placche” o “deriva dei continenti”. In questo modello la Terra ha mantenuto una dimensione costante durante tutto il corso della sua vita, e i continenti sono stati originati come un’unica massa gigante conosciuta come “Pangea”. Ad un dato momento, questo continente si è spezzato in molti pezzi, e le fratture erano siti di attività vulcanica. Siccome lungo queste creste vulcaniche veniva espulsa nuova lava che successivamente veniva raffreddata dagli oceani, i diversi pezzi del continente originale sono stati lentamente spinti via l’uno dall’altro fino alle loro posizioni attuali.
Tuttavia, affinché avvenga questa deriva su un Terra di dimensioni invariate, “ciò che sale deve anche scendere”. In termini più scientifici, se ci sono aree di “risalita orogenica” dove si forma continuamente nuova crosta, allora devono esserci anche delle “zone di subduzione” dove la crosta terrestre torna a riaffondare nel mantello e si fonde ancora in uno stato fuso. Come indica Maxlow, questo modello ha un grande, enorme difetto:
Non sono state mai trovate prove definitive di “zone di subduzione” sulla Terra.
Inoltre,
Le aree dov’anche possano esistere zone di subduzione sono molte meno di quante ne richiede il modello della Tettonica a Placche.
O per farla ancora più semplice,
Possiamo facilmente dimostrare l’espansione della Terra con dati oggettivi, ma non abbiano nessun interesse nel provare che stia contemporaneamente avvenendo la presunta subduzione.
Maxlow continua affermando che le conclusioni della “tettonica a placche” sono basate su un insieme di dati incompleti:
Nel presentare la Tettonica dell’Espansione Globale si deve comprendere che l’insieme delle informazioni globali, geologiche e geofisiche ha raggiunto solo ora [2001] lo stadio dove ogni ipotesi tettonica globale può essere confidentemente quantificata, testata e/o accantonata.
Ora, con in mano i nuovi dati, il modello della “tettonica a placche” può essere scartato. Comunque, secondo Maxlow e altre fonti, ci sono due ragioni principali per cui la scienza ufficiale e la comunità geologica non accetta la Teoria dell’Espansione della Terra:
1. Nella nostra attuale comprensione della fisica quantica non si pensa che la materia possa espandersi
2. La prova necessaria per creare un modello matematico che possa riprodurre accuratamente un processo di espansione ad oltranza della Terra , sembra non esistere.
Il primo punto viene efficacemente confutato dai modelli quantici di cui abbiamo discusso in questo libro, e Maxlow ha fornito la prova richiesta dal secondo punto. Man mano che vengono acquisite maggiori informazioni sulla geofisica della Terra, la Teoria dell’Espansione della Terra ne viene sempre più accresciuta nella sua credibilità. Nuove mappe degli schemi, velocità e direzioni dell’allargamento dei fondi marini mostrano che la Terra è “soggetta ad un’espansione esponenziale dall’era Arcaica ad oggi”, in accordo con Maxlow, e in questo documento si presentano mappe e immagini a supporto di queste conclusioni.
Basandoci sui modelli matematici di Maxlow la Terra si starebbe espandendo in grandezza alla velocità di approssimativamente 21 millimetri all’anno. E infatti
1. Carey nel 1986 ha usato un laser satellitare per misurazioni radiali per calcolare che il raggio della Terra si sta espandendo di 24 millimetri all’anno, [con una tolleranza] di più o meno 8 millimetri.
2. Robaudo e Harrison nel 1993 hanno usato misure geodetiche VLBI e SLR per concludere che la terra si sta espandendo di 18 millimetri all’anno.
La spiegazione convenzionale è che questa espansione osservata nella Terra è causata dal flusso continuo di polvere e meteoriti, ma combacia perfettamente anche con i calcoli di Maxlow basati su una schietta raccolta di dati dall’espansione dei fondali marini. Altri scienziati in Russia hanno concluso che la Terra fa improvvisi incrementi nella sua grandezza in certi periodi della nostra storia geologica, e questo potrebbe rendere conto del perché Robaudo e Harrison hanno osservato un’espansione di soli 18 millimetri annui anziché i 21 calcolati da Maxlow.
La successiva, e ovvia, domanda che questo modello solleva è questa: se tutti i continenti erano un tempo parte di una singola superficie esterna della Terra, allora dove li mettiamo gli oceani? Maxlow suggerisce che in quei primi tempi sulla superficie della Terra c’era meno acqua totale, e si sono formati “mari epi-continentali[2] poco profondi” tra le varie aree di quelli che ora sono i continenti. La crosta originale sulla Terra ha raggiunto un certo livello di spessore, (probabilmente il risultato del raffreddamento da uno stato fuso appena dopo essersi separata dal Sole) ma poi con la continua espansione della Terra, la nuova crosta che si andava formando era molto più sottile, e quindi più bassa. Non appena i continenti hanno iniziato a dividersi, questi mari epi-continentali si sono riversati nelle fratture più profonde, formando le versioni primordiali dei nostri oceani.
Questo solleva un’altra questione: “Da dove proviene tutta l’acqua dei nostri oceani se all’origine non c’era?” La Terra “cresce” di dimensione attraverso continui incrementi di energia eterica che riceve dal Sole e da altre fonti. Gli stessi processi energetici che incrementano la dimensione della Terra stanno anche creando continuamente nuove molecole come idrogeno e ossigeno nella nostra atmosfera, rendendola così più spessa in densità. L’idrogeno e l’ossigeno poi si legano insieme per formare ulteriori grandi quantità d’acqua, che piovono dal cielo negli oceani, mescolandosi con i sali della crosta terrestre. E’ molto interessante notare che, come abbiamo documentato nella pubblicazione precedente, è stato osservato che i pianeti gassosi possiedono tutti un centro roccioso delle dimensioni simili alla Terra, perciò sembra plausibile che la Terra possa diventare a sua volta un pianeta gassoso allorquando si allontanerà ulteriormente dal Sole. Nell’Ottavo Capitolo passeremo in rassegna la prova del Dr. Aleskey Dmitriev che dimostra che questa creazione di nuova atmosfera è un processo incessante, dal momento che si stanno scoprendo nuovi cambiamenti nelle atmosfere della Terra e di altri pianeti come Marte.
5.5 - ESPANSIONE GEOMETRICA RADIALE DEI CONTINENTI
Se l’attività della Terra condivide un legame comune con le attività a livello quantico, allora durante il processo di espansione ci dovremmo aspettare di vedere coinvolta la geometria dei Solidi Platonici, proprio come la vediamo nella formazione di un microcluster o di un quasi-cristallo. Abbiamo già visto come le osservazioni del dr. Teodorani sulle formazioni di plasma in Norvegia adottino configurazioni geometriche spontanee, e questo suggerisce che anche il plasma nel centro della Terra debba possedere le stesse proprietà. Inoltre, grazie al lavoro investigativo del dr. Pasichnyk, sappiamo che W.R. Corliss, A.M. Dziewonski e J.H. Woodhouse hanno confermato che il centro della Terra mostra una “simmetria esagonale”, cioè che è nella forma di un solido geometrico tridimensionale che, se osservato da determinate angolazioni, ha sei lati. Nel video della sua conferenza del 1996, Gregg Braden indica che questo dato simmetrico suggerisce che il centro della Terra è a forma di dodecaedro perfetto, uno dei cinque principali solidi Platonici, con 12 facce pentagonali. Sicché, il fenomeno geometrico dei “microcluster” si conferma valido anche a scale di grandezza molto più grandi di quelle del regno dei quanti. (Anche l’icosaedro possiede una simmetria esagonale molto ripetitiva).
Non dimentichiamo che la geometria è il semplice sottoprodotto della vibrazione/pulsazione in un materiale fluido; gli studi del dr. Hans Jenny hanno rivelato che quando il livello di vibrazione/pulsazione viene incrementato, le forme geometriche che si osservano all’interno del fluido diventano più complesse. Così, se la velocità della vibrazione/pulsazione nel centro luminoso della Terra sta continuamente incrementando, allora ci si dovrebbe aspettare di vedere all’opera forme geometriche sempre più complesse.
Tenendo questo a mente, nel 1993, Vogel e altri esordirono con le seguenti conclusioni riguardanti le Ipotesi di Espansione Terrestre, basate sulla loro vasta esperienza nel fare modelli della superficie terrestre. Se si riduce il raggio della Terra al 55/60% della sua attuale dimensione, allora:
1. I confini esterni dei continenti possono essere composti insieme per formare un’unica crosta chiusa;
2. La posizione dei vari continenti rimangono generalmente costanti rispettivamente l’uno all’altro, e la loro separazione è causata da una “espansione radiale della Terra” e;
3. La causa dei movimenti dei continenti deriva da un sempre più veloce incremento di raggio nel tempo, in accordo con l’espansione dei fondali marini…
La concordanza di questi tre fenomeni non può essere casuale, [ma è dovuta a] processi operanti dall’interno della Terra, e il risultato è l’espansione del pianeta.
La chiave di lettura di quanto abbiamo bisogno di vedere qui sta nel punto 2, dove Vogel stabilisce che la separazione dei continenti avviene secondo un movimento “radiale” o a spirale. Si può osservare parte di questo modello nella figura 5.3, basata sulla ricostruzione al computer di Perry della espansione radiale della Terra. Quando studiamo la struttura gerarchica dei Solidi Platonici singolarmente “annidati” l’uno all’interno dell’altro, osserviamo che c’è sempre un movimento a spirale quando una forma meno complessa si espande in una di complessità superiore. Questo argomento è stato già ben trattato nei nostri precedenti volumi.
Figura 5.3 - Ricostruzione al computer della espansione radiale della Terra di Perry (da Carey, 1986)
Il dr. Athelstan Spilhaus, affermato scienziato che lavora per la National Oceanic and Atmospheric Association (NOAA), ci ha fornito la prova che la Terra si sta davvero espandendo in forme di armonia geometrica sempre più grandi. Secondo le informazioni forniteci dal dr. Bethe Hagens, le scoperte del dr. Spilhaus in questo campo sono state pubblicate sulla rivista Scientific American negli anni ’80, e ci auguriamo di ottenere una copia delle altre immagini di quell’edizione. Nel modello di Spilhaus, la Terra non si sta espandendo in grandezza, ma le sottostanti forme geometriche che lui ha scoperto possono ancora essere direttamente applicate a un modello di espansione della Terra, dal momento che tutti i suoi dati si basano su linee rette con relazioni angolari significative. In maniera molto simile a un microcluster in espansione, la gerarchia delle forme che la terra ha sperimentato risulta come segue:
1. Tetraedro: Quando il “continente” Pangea si è rotto la prima volta, ogni frattura principale era esattamente della stessa lunghezza o equidistante da ogni altra frattura. Queste linee equidistanti formano le linee esterne di un tetraedro allorquando i continenti si allontanano dal loro centro originale. Come abbiamo detto in entrambi i nostri precedenti volumi, questa forma continua a lasciare una firma energetica sulla Terra, e il lavoro di Richard Hoagland con The Enterprise Mission ha chiaramente dimostrato formazioni di energia tetraedriche su altri pianeti.
2. Cub-ottaedro: Mentre i continenti continuano a separarsi, la loro geometria si espande a una maggiore complessità di linee equidistanti, componendo la forma combinata di un cubo con un ottaedro. Come abbiamo scritto in The Shift of Ages, Bruce Cathie ha dimostrato chiaramente che questa griglia è tuttora all’opera sulla Terra. Con queste precise misure della griglia, Cathie ha prodotto molte svolte decisive in questo nuovo campo della “fisica armonica dell’etere” che sono molto utili, alcune delle quali sono state riportate in The Shift of Ages.
3. Icosa-dodecaedro: I continenti della Terra si sono ora espansi in una forma combinata di icosaedro e dodecaedro di linee equidistanti. Ancora una volta, il processo di espansione a questo stadio avviene lungo schemi spirali radiali.
Nella figura 5.4, cortesemente concessa dalla pubblicazione originale della NOAA, possiamo vedere lo stadio finale della espansione geometrica della Terra di Spilhaus per come si presenta oggi. La principale faccia pentagonale che vediamo proverrebbe dal dodecaedro, e le facce triangolari proverrebbero dall’icosaedro. Ovviamente le linee puntinate rappresentano le creste sottomarine e/o i rilievi montuosi. Non sorprende vedere questa conformazione, considerando che il centro della Terra appare ora in forma di un dodecaedro:
Figura 5.4 – Espansione geometrica finale dei continenti secondo Spilhaus, per gentile concessione del suo giornale NOAA
Sebbene i dati di Spilhaus siano piuttosto soddisfacenti, c’è una gran mole di informazioni addizionali a supporto dell’idea che tali forme geometriche circondano attualmente la Terra. Il team russo di Goncharov, Morozov e Makarov ha determinato in modo indipendente che la Terra ha la forma di una griglia icosa-dodecaedrica, [fig. 5.5] basata sulle posizioni dei continenti e delle creste vulcaniche sottomarine. La cresta medio-atlantica corre precisamente lungo la verticale zig-zagante nell’Atlantico, come si vede nel diagramma. In questa immagine si possono vedere sia i pentagoni dei dodecaedri sia i triangoli dell’icosaedro:
Figura 5.5 – Griglia icosa-dodecaedrica di Goncharov, Morozov e Makarov
Sorprendentemente, Goncharov ha passato in rassegna la collocazione di oltre 4000 antichi siti sacri differenti sulla Terra, come pietre verticali, piramidi, monoliti, menhir, obelischi, templi, pagode, sotterranei di pietra, cerchi di pietre, ziggurat, sollevamenti di terra, e simili, e ogni singolo sito antico che hanno catalogato è situato, senza eccezioni, da qualche parte su questa griglia icosa-dodecaedrica. Scopriremo nel Capitolo 9 il perché gli antichi abbiano usato tale tecnologia; riguarda l’abilità che ha una formazione come la piramide di imbrigliare le onde di torsione da utilizzare per bilanciare il pianeta. Vedremo ricerche russe e ucraine di fonti esimie che hanno provato che le piramidi possono smorzare la potenza dei terremoti, le emissioni meteorologiche e radioattive, mentre aumentano la purezza di acqua, petrolio e minerali sotterranei. Le piramidi possono anche essere usate per curare, stimolare la crescita e l’espansione della coscienza in relazione ad una elevazione spirituale.
Tutti i sopracitati effetti sulla materia fisica sono creati dall’azione delle onde di torsione, la cui delicata pressione, se in forma sufficientemente concentrata, può creare effetti significativi sulla materia, ed è importante ricordare che le “linee di questa griglia” sono essenzialmente formazioni di onde di torsione. I rivelatori di campi torsionali percepiscono, lungo queste linee, una quantità di radiazione torsionale molto più alta rispetto ad ogni altra zona, e i punti nodali dove le linee si incrociano sono particolarmente attive. Perciò, dovremmo essere molto ben stimolati a ricostruire una volta ancora un simile sistema di piramidi attraverso tutta la Terra al fine di compensare gli attuali danni che la civilizzazione sta a tutt’oggi producendo. In caso di un limitato scambio nucleare e/o ulteriori distruzioni ambientali, un simile progetto diventerà estremamente necessario, così come lo è stato dopo la caduta delle antiche civiltà di Atlantide e Rama.
5.6 - CAMPI DI ENERGIA CONTRO-ROTAZIONALE E DINAMICHE DI GRIGLIA
Ricordiamo che nel modello quantico di Johnson, l’atomo è in realtà composto di campi di energia contro-rotazionale. Affinché un atomo o una molecola diventi stabile, la geometria deve mescolarsi in una formazione bilanciata. Similmente, possiamo osservare nei due ultimi stadi del modello del dr. Spilhaus sulla espansione terrestre che ci sono sempre due geometrie coinvolte; abbiamo la combinazione di cubo con ottaedro e la combinazione di icosaedro con dodecaedro. Anche il primo stadio dell’espansione terrestre, che ha visto coinvolto il tetraedro, può in realtà aver visto incorporato anche l’ottaedro, dal momento che l’ottaedro è in relazione diretta con il tetraedro, come abbiamo visto nel capitolo precedente.
Basandosi sul modello di Johnson, appare che l’icosaedro e il dodecaedro visti nella Griglia siano di fatto campi energetici opposti che hanno raggiunto uno stato di armonia obbligata, nella stessa esatta maniera in cui, nel regno quantico, si crea un composto molecolare. Crediamo che lo stress creato da queste forze di contro-rotazione sia la vera causa della rotazione anti-oraria della Terra intorno al proprio asse. In tal caso, mentre le due forme geometriche sono obbligate insieme, la geometria che ruota in senso anti-orario ha una forza di rotazione leggermente più forte della geometria che ruota in senso orario, e questo fa sì che la Terra ruoti in direzione anti-oraria.
Così, le prove disponibili suggeriscono che la Terra abbia effettivamente una griglia energetica globale che è stata ben compresa e utilizzata dalle civiltà antiche. Il fatto chiave che analizzeremo nel resto di questa sezione include i fenomeni che avvengono lungo le linee e i nodi di questa griglia. Sebbene questa informazione non sia pubblicamente riconosciuta, nondimeno essa è assai reale ed abbondantemente documentata nei nostri volumi precedenti e in molte altre fonti. Per i non addetti, ci concentreremo sui dodici punti equidistanti (vertici) dell’icosaedro attualmente visibile sulla superficie terrestre, introdurremo una lista di proprietà anomale estratte dal lavoro di Richard Pasichnyk. Anche questo materiale è inserito nel volume precedente, ma a questo punto è utile una ripetizione. Ricordiamo che Pasichnyk si riferisce a queste dodici aree come “i Campi”:
1. In ognuna [area] si verificano spirali di elettricità terrestre, suoni strani, e anomalie magnetiche e gravitazionali
2. Le zone più profonde degli oceani [si trovano in queste aree]
3. Schemi delle correnti oceaniche [scorrono intorno a questi punti]. [Nota: I dati di Ivan P. Sanderson rivelano che gli schemi di queste correnti mostrano un movimento contro-rotazionale]
4. [In queste aree si sono osservati] forti tempeste nel fondale oceanico profondo
5. [In queste aree si sono osservati] alcuni dei valori più alti di salinità superficiale degli oceani
6. [In queste aree si sono osservate] le località più abbondanti di bolle che scoppiano, producendo cariche atmosferiche più forti e altre associazioni
7. Queste stesse aree sono sistemi di alta e bassa pressione nel meteo e nei centri delle tempeste.
8. sono state osservate dallo spazio nubi gassose spiraliformi con centro in ogni Campo
9. Lo strato superficiale della terra (litosfera) e gli aspetti fisici della tettonica a placche (zone di subduzione, confini delle placche, alture, spaccature, schemi di stress, anomalie delle onde dei terremoti, ecc.) sono in relazione con le località dei campi (un’ulteriore analisi è nella sezione 3.4)
10. [In queste aree] si sono osservati ripetutamente fenomeni luminosi (particelle ionizzate) e masse oscure (neutroni)
11. Gli schemi e le trasformazioni nell’atmosfera superiore, le cinture di radiazione, e la magnetosfera mostrano relazioni con i Campi
12. Anguille, batteri a precipitazione ferrosa, e pesci elettrici sono geograficamente collocati in queste aree
13. Più del 70% di tutta la vita sulla Terra è insediata in relazione ai Campi (tra le latitudini di 40°) il che è ideale per la generazione di energia elettrica per la vita.
Effettivamente una gran parte della trilogia Vital Vastness di Pasichnyk è incentrata sugli studi di come questi “Campi” si verificano sulla Terra e su altri pianeti. Nel capitolo 12 del nostro precedente volume abbiamo riassunto da Pasichnyk una gran quantità di informazioni convincenti che mostrano che questi Campi sono all’opera su ogni pianeta di tutto il nostro sistema solare. Come possiamo vedere, tutti questi effetti possono essere causati dal potere che forti campi torsionali possono esercitare sulla materia fisica, dal momento che i campi torsionali creano una pressione tangibile. Questa è la pressione che appare come la responsabile della formazione delle correnti che osserviamo negli oceani e nell’atmosfera, che la ricerca di Pasichnyk mostra associate alla Griglia Terrestre.
Come abbiamo già mostrato, le aree di campi torsionali di intensità superiore sono anche le aree dove la materia è capace di spostarsi ad un livello più alto di densità eterica. La chiave qui è comprendere che in questi dodici nodi della Griglia Globale la materia e l’energia possono effettivamente essere dislocate in un livello di densità eterica superiore, a causa dell’alto grado di radiazione torsionale di queste aree, e questo è stato già documentato e osservato nel 20° secolo con il lavoro, tra gli altri, di Ivan P. Sanderson.
Nel 1972, Ivan Sanderson ha pubblicato un articolo intitolato “The Twelve Devil’s Graveyards Around the World” (“I Dodici Cimiteri del Diavolo intorno al Mondo”) sulla rivista Saga. Questi “Cimiteri del Diavolo” sono gli stessi dei Campi di Pasichnyk, e rappresentano i punti dell’icosaedro sulla griglia terrestre, come si vede in figura 5.6. Tanto per rinfrescare la memoria, sappiamo che ogni faccia dell’icosaedro è un perfetto triangolo equilatero dove ogni angolo interno misura 60°. All’interno di una sfera come la Terra, i punti dell’icosaedro sono localizzati fra i 30° e i 40° di latitudine sopra e sotto l’equatore. Ogni punto è distanziato da intervalli di 72° dai punti vicini, ed eccetto per i due ai poli, il loro esatto centro geometrico è a 36° di latitudine Nord e Sud. Tutti insieme, ci sono cinque punti nell’emisfero nord, cinque nell’emisfero sud e due ai poli.
Sanderson ha scoperto questi punti facendo una massiccia meta-analisi di tutti i dati disponibili su aerei e navi scomparse. Da questi dati, ha determinato che tali scomparse erano molto più probabili in questi dodici punti che in ogni altra area. Nel libro di Charles Berlitz The Bermuda Triangle, ci viene fornita una descrizione più ampia delle proprietà di queste aree, sia in termini di processi fisici della Terra sia di anomalie temporali elettromagnetiche:
Queste aree… rappresentano i punti nodali dove le correnti oceaniche di superficie girano in un verso e le correnti sotto la superficie girano nell’altro verso. [Nota: vediamo ancora all’opera forze di contro-rotazione]. Le grandi correnti di marea sotto la superficie che strisciano tangenzialmente, e influenzate da differenti temperature, provocano vortici magnetici, disturbando le comunicazioni radio, il magnetismo – forse anche la gravità – ed eventualmente causando, in speciali condizioni, la scomparsa di veicoli aerei e di superficie – che navigano o volano in differenti punti dello spazio e del tempo. Un interessante effetto collaterale del comportamento erratico di queste aree è sottolineato da Sanderson nel descrivere gli stupefacenti “arrivi anticipati” di aerei attentamente cronometrati dove aeroplani sono arrivati così in anticipo rispetto al previsto che l’unica possibile spiegazione è che avessero un vento impetuoso che soffiava dalla loro spalle a, per esempio, 500 miglia all’ora. [Nota: si ricordi che questo genere di velocità dei venti si osserva solamente nei peggiori uragani] Tali incidenti possono essere il risultato di venti mai scoperti ma sembra che avvengano per il più delle volte nel Triangolo delle Bermuda e in altre aree di vortice, come se questi particolari aerei avessero incontrato l’anomalia ma avessero planato o fossero stati sospinti in sicurezza attraverso quei “buchi nel cielo” che sono costati la vita di così tanti viaggiatori.
Le sparizioni nelle aree come il Triangolo delle Bermuda o il Triangolo del Diavolo al largo delle coste del Giappone (che sono state ampiamente documentate nel capitolo 10 del precedente volume) sono prodotte quando le navi o i velivoli vengono dislocati in una densità superiore di energia eterica e non tornano indietro. I dr. William Becker e Bethe Hagens conferiscono ulteriore supporto alle anomalie relative al tempo nel loro articolo “The Planetary Grid: A New Synthesis” (La Griglia Planetaria: Una Nuova Sintesi), che è stato ristampato nel libro Anti-Gravity and the World Grid (L’Antigravità e La Griglia Mondiale). In questo articolo essi riferiscono di un’anomalia di tipo temporale che si verifica nel punto nodale vicino alle Hawaii:
Un pilota che volava con passeggeri vicino alla zona delle Hawaii [dell’icosaedro di punti energetici sulla Terra] si è trovato improvvisamente in una “zona morta” senza strumenti [elettromagnetici funzionanti] e impossibilitato a comunicare fuori dalla cabina di pilotaggio. Dopo aver volato più o meno 350 miglia, [impiegando molto probabilmente un’ora e più] il “fenomeno” è svanito e il pilota scoprì che gli ufficiali di torre non potevano verificare che tra l’inizio della sua esperienza nella “zona morta” e la sua fine fosse trascorso alcun tempo misurabile.
Questi cambi nella velocità del tempo concordano chiaramente con le teorie di Kozyrev per cui lo scorrere del tempo è una funzione della radiazione di torsione, che è a sua volta funzione della densità di energia eterica. Se ci si sposta in una densità eterica più alta il tempo può rallentare per noi tanto quanto ha rallentato per il pilota. In casi come questi, la nave dall’area di densità superiore ritorna al nostro livello di densità di energia eterica, e i superstiti vivono per raccontare l’avventura. Bisogna ammettere che tutto questo appare come un’eccezione alla regola, ma sembra proprio che le antiche culture avessero una conoscenza migliore su come non “finire dispersi” in queste aree di “vortici” eterici, e che fossero in grado di utilizzarli in modo costruttivo, come per viaggi fisici attraverso la terra.
Nel precedente volume abbiamo discusso delle storie di testimoni di prima mano che sono volati all’interno di queste aree di densità eterica più alta e sono ritornati vivi. L’ultimo esempio è il caso di Charles Wakeley. Brevemente, non appena Wakeley è passato in un’area di densità eterica più elevata nel vortice del Triangolo delle Bermuda, i suoi strumenti elettromagnetici hanno mostrato un comportamento molto anomalo, e sulle punte delle ali hanno cominciato a crescere delle luci blu-verdi, che alla fine diventavano bianche e si diffondevano nella cabina di comando. Al culmine di questo evento era circondato da accecanti luci bianche che sembravano provenire “contemporaneamente da ogni direzione” e l’effetto poi è svanito alla stessa velocità con la quale era cominciato, permettendogli di riprendere il controllo del velivolo.
Come abbiamo detto nel precedente volume,
E’ molto probabile che la forte luce che egli ha visto intorno a sé non sarebbe stata visibile da terra; essa era una conseguenza visiva del suo stesso corpo in movimento in un’area più energetica. Per un osservatore esterno non ci sarebbe stato nessun cambiamento, dal momento che il suo corpo si muove all’interno di un’area di energia vibrazionale superiore che è al di fuori del tempo e dello spazio osservato da terra. Se egli non fosse tornato, il suo aeroplano sarebbe semplicemente scomparso dalla vista, e se fosse tornato allora per un osservatore esterno sarebbe stato come se nulla fosse successo; si sarebbe visto solo il suo aereo nella sua ininterrotta continuità.
5.7 - LA GRIGLIA DI BECKER-HAGENS E NUOVE SCOPERTE DI “GRANDI CERCHI”
Un modello ancora più completo della griglia terrestre è stata elaborata dai dr. William Becker e Bethe Hagens, conosciuta come griglia di Beker-Hagens. Abbiamo riportato questa informazione in entrambi nostri precedenti volumi. Questa griglia è stata prodotta prendendo due icosaedri e ruotandone uno leggermente fuori fase rispetto all’altro, un concetto introdotto da Buckminster Fuller nella sua opera magna, Synergetic Geometry (Geometria Sinergica). Da questo processo, che riguarda tutti i Solidi Platonici, si forma un poliedro a 120 lati. La prossima immagine mostra la struttura base di questo modello della Griglia, benché ogni triangolo possegga anche molte sotto-linee al suo interno. Continuiamo con un altro estratto dal nostro volume precedente, che ci aiuta a comprendere quello che stiamo osservando:
Da questo disegno di griglia, possiamo vedere che la struttura attuale di continenti, catene insulari, rilievi montuosi, creste oceaniche e molto altro seguono tutte questo schema. Studiando lentamente e cautamente questa mappa, come abbiamo documentato in The Shift of Ages, possiamo vedere come sembri che la Terra stessa sia un palloncino flessibile che è circondato da questa griglia. Se la griglia è simile a un gruppo di fili, e i fili stanno esercitando forze sul palloncino, allora possiamo vedere come essi stanno spingendo le masse di terraferma nella loro conformazione attuale.
Figura 5.7 – La Griglia di Becker-Hagens, ispirata dal lavoro di Chris Bird
Studiando attentamente la mappa, viene facile capire come i continenti siano spinti e tirati dalla Griglia. Abbiamo diligentemente parlato di tutti i punti più importanti in entrambi i nostri precedenti volumi. Solo per fare qualche esempio, si noti come il Sud America sia circondato perfettamente da linee, e come il fondo di quel continente sia spinto a destra dal nodo 58, mentre il nodo 49 lo spinge sulla sua costa orientale vicino a Rio de Janeiro in Brasile. Si noti anche come l’Australia sia perfettamente stirata tra i nodi 43 e 45, con il vertice nord del continente che forma una baia pressoché circolare intorno al nodo 27, includendo anche la massa di terra più piccola della Nuova Guinea direttamente sopra di essa.
Al fine di rendere più visibili certe formazioni, nella prossima figura abbiamo alterato digitalmente la mappa in modo che si possa vedere principalmente l’area dell’Oceano Pacifico. Se ripensiamo ai modelli di Solidi Platonici in un fluido vibrante del dr. Jenny, ricordiamo che si possono vedere le curve delle spirali tra i vari nodi, che formano un leggero contrasto rispetto alla rettitudine delle linee delle geometrie stesse. Se questo modello eterico fosse effettivamente corretto ci aspetteremmo di osservare sulla Terra formazioni simili. Attraverso lo studio delle catene insulari e dei rilievi montuosi, possiamo effettivamente vedere strutture circolari su larga scala proprio come quelle che circondavano le formazioni negli esperimenti del dr. Jenny.
Figura 5.8 - Le scoperte dei Grandi Cerchi di Wilcock nell’aree dell’Asia e del Pacifico della Griglia Terrestre
Per gli inesperti, quando guardiamo alla mappa del pianeta che mostra i rilievi montuosi scopriamo che quasi l’intero confine occidentale dell’Asia è delimitato da gruppi montuosi leggermente curvati che non hanno un singolo nome. Nella mappa abbiamo disegnato grezzamente questi rilievi montuosi con una serie di linee a ricciolo all’estrema sinistra del cerchio più grande. La posizione di questa mega-catena corrisponde con estrema precisione a un ellisse che può essere disegnata tra i nodi 12, 4 e 5, passando per il Pakistan e l’Afghanistan, il confine occidentale della Cina, il confine tra Russia e Mongolia e poi il confine tra Russia e il nord-est della Cina, continuando fino alla linea costiera oceanica. Anche il mare allungato in Russia proprio a destra del nodo 4 (vedi figura precedente) è allineato in modo praticamente perfetto con questa ellisse. Ora possiamo combinare questo dato con altre formazioni su scala minore, come la catena insulare di Taiwan, Filippine, Nuova Guinea e Isole Salomone, per mostrare che ci sono effettivamente strutture circolari giganti di energia per completare le sottili linee della griglia geometrica.
Notevolmente, entrambi questi “Grandi Cerchi” toccano ordinatamente e simmetricamente molti nodi sulla griglia terrestre, ed entrambi i cerchi si allineano perfettamente con Russia e Alaska nel loro confine nord. Anche altre formazioni possono essere osservate su questa mappa, come la catena di isole formate dalla punta inferiore della penisola di Myanmar (Burma), Tailandia e Malesia, e in modo più specifico la prima catena insulare dell’Indonesia. La catena di isole forma un semicerchio praticamente perfetto proprio sulla sinistra del cerchio più piccolo che abbiamo disegnato in questa mappa. E’ anche altrettanto interessante notare che il cerchio più piccolo su questa mappa sembra molto simile allo stadio finale della mitosi cellulare, con i nodi 14 e 16 che formano il nucleo cellulare e la linea verticale tra di essi che rappresenta i cromosomi che si dividono.
Nella prossima figura, mostriamo una struttura energetica che è incentrata nel nodo numero 4 in Siberia, dove molte anomalie magnetiche sono state registrate e analizzate dal dr. Aleksey Dmitriev et. al. Se prendiamo questo punto come centro, allora osserviamo una spirale in espansione che appare in formazione da esso. La spirale ha tre bracci principali, formati dai Monti Urali in Russia, visti sulla sinistra del cerchio esterno, le montagne Himalayane che attraversano Pakistan, Kashmir, India, Nepal, Buthan e Tibet, (che abbiamo mostrato solo con una linea molto sottile per enfatizzare la loro formazione ricurva a spirale) e l’arcipelago Giapponese. Una volta che si vede questa struttura spirale ripiegata verso l’interno in un atlante mondiale, guardando ai rilievi montuosi attuali, non si potrà non rivederla ancora. Questo illustra chiaramente le tracce residue degli stadi di espansione geometrica della Terra all’opera. Inoltre, lo stile di questa proiezione su mappa distorce la vera forma della linea costiera della Russia superiore, e così in realtà questo cerchio è molto più direttamente allineato con la forma e la posizione della costa di quanto si possa vedere qui:
Figura 5.9 – La formazione a vortice spirale di Wilcock che incorpora i Monti Urali, l’ Himalaya e il Giappone
5.8 - SOMMARIO
Quindi, con le informazioni che abbiamo fatto emergere in questo capitolo, abbiamo ora stabilito una chiara connessione tra il comportamento energetico che è stato osservato a livello quantico con quello a livello planetario. Proprio come le “esplicite forze multi-corpo angolo-dipendenti” devono essere invocate per spiegare la formazione di microcluster, simili forze geometriche devono essere chiaramente all’opera nelle formazioni di plasma osservate a Hessdalen, Norvegia, ed effettivamente sulla Terra stessa che ha un cuore di plasma energeticamente strutturato e una complessità geometrica della posizione dei continenti in evoluzione quando si espande nella sua dimensione fisica. Ora abbiamo anche una nuova visuale della formazione dei terremoti che spiega perché vediamo formazioni di plasma nei periodi di intensa attività sismica, e che concorda anche con la nuova concezione che il centro della Terra è composto di plasma luminoso. Le anomale sparizioni di navi e velivoli ai punti nodali della nostra Griglia Globale puntano in modo evidente sulla validità di un modello che include densità eteriche multiple, dove la materia può essere spostata da una densità ad un’altra se la pressione delle onde di torsione a livello molecolare cresce abbastanza da superare a livello vibrazionale la velocità della luce.
Da ora, il nostro prossimo passo è quello di espandere ancora di più questo modello “olografico”, dimostrando che questi stessi principi energetici sono all’opera attraverso l’intero Universo, a ogni livello di grandezza, con semplici ma precisi principi armonici che definiscono le loro relazioni l’uno con l’altro. Questo stabilirà un modello veramente unificato come non è stato mai osservato prima in nessun moderno lavoro scientifico, ma che molto probabilmente è un ritorno alle antiche comprensioni del Cosmo Divino. I due capitoli seguenti formano il cuore del modello che si presenta in questo libro, e poggerà su tutte le precedenti conoscenze che abbiamo presentato in questo libro fino ad ora.
RIFERIMENTI
1. Berlitz, Charles. The Bermuda Triangle. (1974) Avon Books, New York, NY. ISBN: 0-380-00465-8 [See also http://www.bermudatriangle.org]
2. Braden, Gregg. Awakening to Zero Point. [Videotape Presentation] 1996. URL: http://www.greggbraden.com
3. Corliss, W.R. (comp) (1982) Lightning, Auroras, Nocturnal Lights and Related Luminous Phenomena. A cagalog of Geophysical Anomalies. [and] (1991) Inner Earth: A Search for Anomalies. Glen Arm, MD, Sourcebook Project.
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5. Dziewonski, A.M., Woodhouse, J.H. (1987) Global Images of the Earth’s Interior. Science 236:37-48.
6. Howe, Linda M. Scientists Say Mysterious Lights in Hessdalen, Norway are Thermal Plasmas. (2001) November, 2001. [Technical references in this article to Dr. Massimo Teodorani and Prof. Erling Strand’s research.] URL: http://www.earthfiles.com/earth301.htm
7. Maxlow, James. Expanding Earth Theory. URL: http://www.tmgnow.com/repository/global/expanding_earth.html
8. Pasichnyk, Richard. The Vital Vastness – Volume One: Our Living Earth. Writer’s Showcase / Iuniverse.com, 2002. ISBN: 0-595-21078-3; URL: http://www.livingcosmos.com
9. Persinger, M.A., Lafreniere, G.F. (1977) Space-Time Transients and Unusual Events. Chicago, Nelson Hall.
10. Wilcock, David. Convergence III – Extraterrestrial Physics. 2001. URL: http://ascension2000.com/ConvergenceIII
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Originale in inglese: http://www.divinecosmos.com/index.php?option=com_content&task=view&id=99&Itemid=36
Tradotto da Mauro Carfi e Andrea Calabrese per Stazione Celeste