)*(Stazione Celeste)

 
 

 

 Il Ritorno a Casa

di Thorwald Dethlefsen 

 

 

Il destino anonimo, dalla cui cieca fatalità l'uomo si sente minacciato, rivela ora a chi cerca la sua legge piú intima: il destino è quell'istanza che fa sí che il singolo segua la via prescritta. Il terribile nemico destino diviene ora un partner che impedisce che per pigrizia noi ci escludiamo da soli dall'evoluzione. Piú una persona rifiuta di risolvere certi problemi e quindi di imparare, piú si oppone al destino e piú di conseguenza imparerà a conoscerne l'aspetto negativo, cioè il dolore.

 

Il dolore è semplicemente l'attrito che si crea tra la traiettoria regolare, prescritta, e la direzione di movimento del singolo. Il dolore diventa superfluo solo se ci si sforza di individuare con chiarezza sempre maggiore la propria traiettoria e di inserirsi volontariamente in essa. Solo chi impara a sottomettersi alla legge non vivrà piú la propria esistenza come una costrizione. La libertà totale è sperimentata solo da chi si adegua all'ordinamento del cosmo in modo da fondersi con esso.

 

Questo per altri richiede il superamento delle pretese di potere dell'ego. La volontà di potenza è il peggior nemico dell'uomo e si maschera in modo sempre piú raffinato.

  

Il polo contrario del potere si chiama umiltà o amore. In tutti i piani dell'esistenza dell'essere è soltanto l'amore che può superare la polarità di Io e non-Io. Solo la forza dell'amore trasforma veramente ciò che è basso in ciò che è alto ed è in grado di trasmutare. La lotta genera sempre lotta, l'odio sempre odio, la pressione genera una contropressione. Nell'amore si vede che il debole è in realtà il piú forte, l'umile il vero potente.

 

Cosí nei ventidue arcani dei tarocchi l'undicesima carta forma il centro; essa si chiama « la forza » e mostra una donna delicata, cinta di rose, che con le mani nude tiene spalancata la bocca di un leone. Questa carta simbolizza la forza e la potenza dell'amore, che può vincere il mondo senza esercitare alcuna forza esteriore.

 

Chi ha imparato a mettere in atto la grande potenza del servizio e dell'umiltà, ha fatto un gran passo per questa via. L'amore vuole superare la polarità degli opposti e ricondurre l'uomo a quella unità di coscienza dalla quale è precipitato un tempo attraverso il peccato originale.

 

L'uomo, che come essere androgino era ancora perfetto nell'unità del paradiso, diede retta ai suggerimenti del serpente e volle ottenere la conoscenza, volle sapere che cosa è bene e che cosa è male. Si separò quindi dall'unità e ora sa che cosa è bene e che cosa è male.

 

La conoscenza divenne per lui un veleno - e per questo solo la conoscenza stessa può essere per lui la medicina, perché « similia similibus curantur ». L'uomo si ammala per la polarità della conoscenza e spera nella guarigione. La situazione patologica consolida. l'umanità. La malattia è la grande chance dell'uomo, perché solo in quanto ammalato egli può essere curato e diviene capace di guarigione. La malattia è il peccato originale microcosmico ed è sempre un dissidio con Dio - la guarigione è la conciliazione con Dio. Tutte le misure esterne che portano alla guarigione possono fornire soltanto condizioni formali per questo evento.

 

Malattia e dolore non sono quindi disturbi negativi nella vita dell'uomo, *non sono cose da evitare, ma sono soltanto le premesse della liberazione, che debbono essere vissute e sofferte per trovare in profondità la luce. L'aspetto impersonale della malattia è la colpa originaria, mentre l'aspetto personale è definito karma.

 

Una vita consapevole dovrebbe essere tesa è, risolvere sempre píú il karma senza produrne altro. L'aspetto personale e impersonale della colpa formano un punto di ribaltamento, in cui la malattia si trasformo. in guarigione.

 

Solo quando l'uomo è pronto ad assumersi tutta la responsabilità di quello che vive e che gli accade, scopre la significatività del destino.  

 

La malattia del nostro tempo è la mancanza di significato della vita, e questo mancanza di significato ha sradicato l'uomo dal cosmo. La mancanza di significato è il prezzo che l'umanità ha dovuto pagare per il suo tentativo di evitare la responsabilità. I segni del tempo portano a pensare che questa malattia collettiva si trasformerà in salvezza e sempre píú persone saranno indotte a riconquistare il senso del loro esistere.

 

Chi è disponibile ad assumersi la responsabilità del proprio destino, si ritrova inserito nelle leggi di questo universo e perde tutte le paure in quanto ha ritrovato il rapporto con la sua origine prima.  

 

 Soltanto questo ritrovato rapporto è il contenuto della vera religione.  

 

 Solo la conoscenza della propria origine prima consente all'uomo di riconoscere il proprio fine.  

 

 Il fine è la perfezione.  

 

 La perfezione è l'espressione dell'unità.  

 

 Questa unità noi la chiamiamo Dio.

 

 

 tratto da:

 "IL DESTINO COME SCELTA"

(psicologia esoterica)

di Thorwald Dethlefsen 

(edizioni mediterranee) 

(disponibile su macrolibrarsi.it)

 

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