)*(Stazione Celeste)  

-L/L Research-

 

Sunday Meditation

 

 

 

 

LA RABBIA

Q’uo attraverso Carla L. Rueckert e James McCarty (Jim)

 6 Ottobre 1996

Domanda del Gruppo: Oggi la domanda riguarda il nostro lato più oscuro, perché quando siamo trattati ingiustamente, si vorrebbe far male a chi si comporta così, e questo ci mette a disagio. Vorremmo sapere come affrontare questo lato più oscuro, perché è una parte di noi che ha bisogno di un certo tipo di riconoscimento. Ci puoi parlare riguardo al modo in cui ci possiamo relazionare a questo lato più oscuro dei nostri sè?

(Canalizza Carla)

Siamo quelli di Q’uo. Saluti nell’amore e nella luce dell’Uno Infinito Creatore. Siamo molto felici di essere chiamati a questo circolo di ricerca, vi ringraziamo e vi benediciamo, poiché la vostra ricerca della verità vi ha condotti a questo luogo oggi. Come sempre, vi chiediamo di essere consapevoli che non siamo infallibili. Commettiamo errori. Abbiamo opinioni. Siamo coloro che camminano con voi. Non siamo sopra di voi, ma pellegrini come voi. Condividiamo una strada regale, poiché c’è un regno al cui capo c’è l’Amore stesso, e su quella strada verso l’Amore siamo compagni. Vi ringraziamo per la compagnia e per il vostro grande desiderio di progredire e di diventare sempre più chi siete veramente. Questo è il grande viaggio verso il cuore del sé.

In questa sessione desiderate avere delle considerazioni da parte nostra, riguardo alle emozioni più oscure, nello specifico della rabbia. Siamo consapevoli che questo vi allontana dalla vostra densità, verso il potere e l’attrazione dell’emozione magnetica che chiamate rabbia. Se avessimo bisogno di usare un termine più accurato, la chiameremmo un tipo di paura. Tuttavia, sulla superficie quell’emozione è rabbia. Ci ricordiamo bene che mette molto a disagio. È estremamente difficile da ignorare, perché, senza tener conto da dove è venuta la rabbia, la sua base è nel chakra della sopravvivenza, il centro energetico del raggio rosso. Chi è arrabbiato sta lottando per la sopravvivenza. Vale a dire, il corpo e il cervello di seconda densità della creatura che porta la vostra coscienza sono onestamente e autenticamente preoccupati per la loro sopravvivenza.

La seconda densità non è una densità in cui la ragione ha una grande parte, e quelle rabbie istintive che vengono dalla sensazione di essere invasi o minacciati, hanno come risposta naturale conseguenze emozionali sostenute profondamente nell’individuo che si muove attraverso l’incarnazione. La rabbia e il lato più oscuro in generale non sono cose che vi incoraggiamo semplicemente ad ignorare o a mettere da parte, poiché non potete dire al vostro corpo fisico ed emozionale di seconda densità di non essere arrabbiato perché non è spirituale. Questo non ha senso. È solo in quella coscienza, che è estratta dall’incarnazione, che si ha l’abilità o il diritto di lavorare in profondità con questo lato oscuro. 

Perciò la prima cosa che diciamo riguardo alle emozioni più oscure è che meritano un posto, meritano rispetto. Meritano attenzione. Se un tale dolore interiore non è indirizzato ed onorato può accartocciare la natura più robusta.

Osserviamo ora ciò che abbiamo detto prima, che la rabbia è un tipo di paura. Nel vostro linguaggio utilizzate parole che sono approssimative e non possiamo trovare parole nel vostro linguaggio che ci soddisfano nel parlare attraverso questo strumento (Carla), per distinguere fra i vari aspetti della rabbia e della paura. Tuttavia, in generale diciamo che l’amore, quel Pensiero originale che ha creato tutto ciò che c’è, ha una natura che è puramente espansiva, si muove verso l’esterno e irradia, da ogni punto, in tutte le direzioni. È la grande celebrazione che dura all’infinito. Quando quell’amore si riversa attraverso il veicolo – fisico, emozionale e mentale dell’entità entro l’incarnazione – quell’amore si muove nel campo del corpo alla base o chakra del raggio rosso, il chakra della sopravvivenza, e se è bloccato lì dalla contrazione, dalla paura, non c’è molta energia che lo può attraversare per spostarsi nei centri energetici superiori. Lo stesso è vero per ogni centro energetico.

Quindi, il primo lavoro sul sé che ha a che fare con la rabbia, è di vedere il suo posto e di perdonare il sè per avere questa natura, questa natura che contrae contro le minacce, che difende dal nemico. Ciò che non è amore è illusione, tuttavia ciò che è amore, entro la vostra densità, è, allo stesso modo, illusione. Quindi, quando voi, come ricercatori, vi trovate ad irradiare dentro con ostilità, aggressione, rabbia, collera o risentimento, il vostro primo dovere è per voi stessi ed è legittimare e supportare quel lato oscuro, poiché il lato oscuro è molto preoccupato per la vostra salute e il vostro benessere ed ha bisogno di essere rassicurato, confortato e sostenuto gentilmente e con amore, come un bambino al seno.

La risposta di un ricercatore al proprio lato oscuro deve essere, all’inizio, un’accettazione di ciò che sembra essere una parte meno attraente del sè. Gli oggetti della rabbia e del risentimento, parlando spiritualmente, sembrano essere solo altri sè. A dire il vero, potete guardare ogni altro sè con cui interagite come uno specchio che vi riflette quelle cose che vi piacciono riguardo a voi e quelle cose che non desiderate siano una parte di voi, e più siete arrabbiati con l’altra entità, più state riconoscendo e rispondendo ad una vostra parte.

È come se la rabbia fosse un vampiro dello spirito che minaccia di sopraffarvi, di succhiare da voi la vostra vita e la vostra forza. E come si può fare per far cessare quest’attività vampirica? C’è solo un modo, e quel modo è accettare nel cuore quell’energia vampirica, cullarla e riconoscerla come il sè, e dire con compassione: “Io sono anche questo.” Sì, potrete aver paura. La vostra illusione è stata creata per non far altro che rispondere ciecamente al catalizzatore entrante. Non era stato inteso che un’incarnazione nella terza densità fosse senza conflitto e sofferenza. Davvero, quella parte di voi che è il vostro sè superiore si rallegra quando percepite il catalizzatore della collera, del risentimento o della rabbia, perché ora state facendo il lavoro che siete venuti a fare. 

La fonte di una grande rabbia è la dinamica fra due entità, voi e un’altra, quindi, sebbene tutta la paura abbia un blocco nel raggio rosso, molte sensazioni di rabbia generano un blocco anche nel raggio arancione, poiché quello è il raggio in cui lavorate con voi stessi e con un altro sè. Quello è il chakra della relazione, il chakra della pancia, il chakra da cui molte entità proveranno a controllare. La persona che ha una tensione nella parte inferiore della pancia, spesso sta reagendo ad un altro essere che sta tentando di controllarla o sta reagendo perché il sè sta tentando di controllare un’altra persona. In entrambi i casi, non solo il centro energetico del raggio rosso sta sperimentando dei blocchi ma anche quello arancione e quando la rabbia ha a che fare con rabbia nei confronti della società, della cultura o dei gruppi, questa rabbia genera un blocco anche nel raggio giallo.

Questo significa che a voi, come utilizzatori d’energia, vengono decurtate razioni di questa, così che, sebbene l’energia che vi arriva sia infinita, l’energia che dovrebbe raggiungere il chakra del cuore, affinché possa essere aperto, è molto diminuita, quindi una volta che vi siete accettati per avere questo lato oscuro, avete la base per un lungo programma di lavoro, per fare ciò che possiamo chiamare uscire da un posto nascosto. Abbiamo dato a questo strumento la visione di uno stanzino. È come se la vostra paura, il vostro blocco, quando sperimentate il catalizzatore che crea rabbia, vi contraesse in un piccolo e affollato spazio e sentite che potreste esplodere se non riuscite a renderlo più largo; tuttavia il modo più abile per lavorare con questa rabbia una volta che è stata identificata, accettata e perdonata nel sé, è vedere che c’è una preoccupazione reale cui ci si può rivolgere con l’amore stesso.

In questo lavoro di indirizzamento della paura va bene, come direbbe questo strumento, mantenere il passo del bambino e non tentare di uscire dallo stanzino nella luce di mezzogiorno dicendo: “Bene, sono fuori dello stanzino e non ci tornerò mai più.” Perché non importa quale sia la vostra base, le vostre circostanze o la natura vibratoria, sarete di nuovo in quello spazio finché il velo è teso fra voi, la vostra mente cosciente e quel grande magazzino d’informazioni che si trova sotto la mente cosciente.

Ci vuole fede per osservare una situazione in cui vi siete arrabbiati ripetutamente e siete ancora capaci di dire: “Aprirò la porta solo un poco di più. Non cercherò di diventare una persona senza rabbia, ma proverò a diventare un poco più luminoso, un poco più sollevato dalla paura, un poco più libero di quello che ero un anno fa, un mese fa, una settimana fa, o un’ora fa.” Non cercate uno sfondamento drammatico. Queste cose accadono, ma non possono essere forzate. Provate, invece, a riversare la vostra compassione in quello spazio chiuso e permettete alla compassione stessa di riportare l’essere gentilmente indietro, nella luce. Passettino per passettino. Vedete le emozioni più oscure come un colore più scuro e la pace della compassione di servizio come luce, e osservate il vostro essere che si sposta lentamente e gentilmente di due passi avanti, un passo indietro, dal principio alla fine della vita, e sentitevi bene riguardo a questo, perché il lavoro nella coscienza è un programma di manutenzione. Non è un liceo in cui si è promossi.

Tutto l’universo creato esiste grazie agli opposti. Esiste perché c’è luce ed oscurità. Il lato oscuro dentro ognuno di voi è come deve essere, affinché vi possiate manifestare in questo momento, in questo posto. Non potete oltrepassare la vostra umanità. Non potete diventare un’entità senza polarità. Dovete essere ciò che è la vostra natura. Voi siete, da capo a piedi, entità a trecentosessanta gradi, l’intero cerchio della personalità, dal più leggero e luminoso al più profondo e oscuro. L’abilità si trova nel vedere le vostre emozioni come informazioni che portano energie, che vi offrono i frutti del vostro stesso passato e i semi della vostra trasformazione in un sè sempre più vuoto, sempre più leggero. La parte terrestre del sè, il terreno in cui si nasconde la natura oscura, è una cosa pesante, ed è da quel terreno che la verità, la bellezza e quei misteri che vi chiamano crescono.

Quindi, incoraggiamo ognuno ad osservare senza paura quelle emozioni oscure, ad amarle e ad accettarle, e a lavorare con loro gentilmente, con ostinazione e anche con ironia, mettendole in prospettiva, vedendole come i vampiri quali sono e permettendo alla compassione di fluire mentre abbracciate il vostro lato oscuro nel cuore. La meta per ognuno è quella di aprire il cuore.

Trasferiamo ora, il contatto a colui noto come Jim. Ringraziamo questo strumento (Carla) e la lasciamo nell’amore e nella luce. Siamo quelli di Q’uo.

(Canalizza Jim)

Sono Q’uo e vi salutiamo nuovamente attraverso questo strumento (Jim) nell’amore e nella luce. E’ nostro privilegio ora, aprirci a nuove domande, che possano essere nelle menti di coloro qui riuniti. C’è un altro quesito ora, cui ci possiamo rivolgere?

P: Come possiamo aiutare una persona che è infuriata?

Sono Q’uo, e sono consapevole della tua domanda, sorella mia. È una situazione in cui le proprie capacità intuitive sono spesso chiamate in causa, perché è una situazione più fluida sperimentare la rabbia di un altro, specialmente se si è al centro di una tale rabbia. Possiamo raccomandare di tentare di accettare l’altra entità per avere una tale rabbia e attraverso quest’accettazione cercare una comunicazione che possa chiarire non solo la situazione in cui la rabbia è espressa, ma che possa andare più in profondità, all’origine della rabbia dentro l’altra entità. Questo tipo di comunicazione è ciò che è più facilmente realizzato con coloro che sono amici intimi, e coloro che sono disposti ad esplorare con voi una parte del sè che non è piacevole esporre. Se l’entità non desidera parlare della rabbia nel momento in cui è espressa, allora è meglio aspettare fino ad un momento in cui l’entità è disposta a parlare di questa questione, poiché le emozioni riguardo alla situazione sono scomparse. Raccomandiamo, come prima cosa, tuttavia, quell’accettazione che è il fondamento su cui tutta la comunicazione e l’interazione successive possono essere intraprese.

C’è un’altra domanda, sorella mia?

Carla: Vorrei dare un seguito a questa domanda. Ho osservato un paio di relazioni che erano come questa. Una persona rifiutava di comunicare ed era semplicemente offensiva. Questo non aiuta, ma ferisce. C’è un modo per difendersi dall’essere feriti personalmente da una tale offesa? Anche le parole fanno molto male.

Sono Q’uo, e sono consapevole della tua domanda, sorella mia. Abbiamo scoperto che il mezzo più efficace con cui si può affrontare una situazione simile, è lavorare interiormente sul sè per la costruzione della fiducia che una sensazione simile non è stata generata da noi, ma l’entità che sperimenta la rabbia ha la responsabilità di generare quella rabbia, perché come coloro noti a questo gruppo come Ra hanno detto, non c’è una situazione caricata emozionalmente. Ci sono solo risposte caricate emozionalmente, e ogni entità risponderà ad ogni situazione nel modo in cui l’entità ha polarizzato se stessa nella coscienza precedentemente a questa incarnazione. 

Perciò, chi sperimenta ed esprime la rabbia ha la responsabilità di affrontare quella rabbia e le sue cause. Chi percepisce la rabbia ha la responsabilità di affrontare le emozioni che emergono come risultato dell’esperienza della rabbia dell’altro. Così, se si può tenere a mente e in prospettiva ciò che riguarda la propria responsabilità, questo è un lavoro molto utile.

C’è un’altra domanda, sorella mia?

Carla: Mi piacerebbe conoscere qualche tecnica che non escluda l’altra persona, ma che possa rendere sicura la persona che subisce l’offesa.

Sono Q’uo, e chiedo se c’è una domanda specifica cui possiamo rispondere.

Carla: Sono solo preoccupata per P, che è una persona forte e che viene fatta a pezzi, quando è esposta alla rabbia di suo marito.

Sono Q’uo, e sono consapevole della tua preoccupazione e della tua domanda, sorella mia. Questa è una cosa della terza densità, l’interazione delle entità, le cui motivazioni, intenzioni e talenti sono vari, i cui sentieri si incrociano più volte, portando in gioco tutto il catalizzatore pre-incarnazione su cui si intendeva lavorare in ogni incarnazione. C’è confusione, c’è rabbia, c’è dubbio. Ci sono molte emozioni che entrano in gioco quando ci si relaziona con un altro o con altri. In un certo senso non c’è sicurezza, poiché si è sempre vulnerabili, quando si apre il cuore con amore ad un altro. E in un altro senso c’è solo sicurezza, e non può essere fatto alcun danno, poiché ognuno è un’entità eterna e tutto il danno apparente è solo quello che esiste nel momento, affinché si possa elaborare come catalizzatore per una crescita futura e per il rafforzamento del concetto del sé. 

C’è un’altra domanda, sorella mia?

Carla: No, grazie.

(Il nastro termina.)

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Trascrizione originale in inglese: http://www.llresearch.org/transcripts/issues/1996/1996_1006.htm

Tradotto da Susanna Angela per Stazione Celeste

www.stazioneceleste.it