)*(Stazione Celeste)
-L/L Research-
Sunday Meditation
LAVORARE CON LE EMOZIONI
Q’uo attraverso Carla L. Rueckert e James McCarty (Jim)
7 Maggio 2000
Domanda del Gruppo: Oggi la nostra domanda riguarda il concetto delle emozioni. Un paio di mesi fa, Q’uo ha descritto le emozioni come il pensiero della mente profonda e ha detto qualcosa riguardo a come potremmo riuscire ad utilizzare le nostre emozioni nella nostra evoluzione spirituale. Oggi, vorremmo che Q’uo elaborasse un po’ di più questo concetto.
(Canalizza Carla)
Siamo quelli a voi noti come il principio di Q’uo. Saluti nell’amore e nella luce dell’Uno Infinito Creatore. Vi ringraziamo per averci chiamato alla vostra sessione di lavoro, oggi. E’ una grande benedizione per noi essere in grado di parlare delle emozioni e del loro ruolo nel lavoro di accelerazione del ritmo della vostra evoluzione spirituale e mentale. E’ nostro privilegio poterci rivolgere a questo soggetto, ma, come sempre, vi chiediamo di astenervi dal seguire i nostri consigli senza un’attenta riflessione, poiché ciò che vi offriamo sono opinioni e considerazioni che siamo lieti di condividere con voi, purché comprendiate che non siamo delle autorità. Non desideriamo essere considerati autorità, poiché siamo i vostri fratelli e sorelle che percorrono il vostro stesso polveroso sentiero.
C’è uno stimolo irresistibile verso l’evoluzione. In un universo di luce costruita, le sottigliezze sono infinite e, allo stesso tempo, il progresso delle densità gradualmente ascendenti, è inevitabile ed irresistibile. La sola domanda che ogni entità affronta è: “Quanto velocemente desidero progredire?” Non ci sono dubbi sul fatto che progredirete. Per la nostra natura è tanto necessario progredire quanto per il ferro essere attratto dalla calamita. E’ comprensibile che possiate dubitarne, poiché avete esempi della vostra stessa mancanza di percezione di progresso, e vedete mancanze evidenti nella progressione da parte di coloro con cui entrate in contatto. Nel momento in cui queste mancanze sono percepite è facile scoraggiarsi, ma v’incoraggiamo ad affrontare queste sensazioni di giudizio sul sé e sugli altri, con il coraggio della vostra convinzione che tutto procede secondo un piano invisibile.
A poco a poco crescete in esperienza e in consapevolezza, e ognuno di voi è su un sentiero di notevole avanzamento. Mentre il tempo passa, incoraggiamo ognuno di voi ad entrare in una comprensione più completa del significato dell’imperfezione. Non era stato inteso che la terza densità fosse un’illusione, in cui qualsiasi ricercatore cosciente della verità potesse percepire onestamente il sé come perfetto. Infatti, nell’esperienza della terza densità era stato progettato che, dall’inizio alla fine dell’esperienza di ogni persona, questa percepisse il sé come sottilmente e grossolanamente imperfetto, non una volta, non due volte o tre, ma sette volte e sette volte sette; in altre parole, ciclicamente, senza fine, dal principio alla fine dell’esperienza incarnazionale.
Questa può sembrar essere una ricetta per lo scoraggiamento, per un cuore pesante e sensazioni d’impotenza; tuttavia, l’intenzione reale, è l’opposto. Vedete, quando lo spirito si risveglia, questo processo d’evoluzione mentale e spirituale comincia ad accelerare. Laddove, prima del risveglio, eravate contenti di pattinare sopra la superficie della vita come fosse uno stagno, una volta che vi siete risvegliati, siete consapevoli di e attratti verso le profondità di ogni momento presente. Le profondità, le implicazioni, le risonanze e le sfumature di ogni momento presente sono infinite. L’apprendimento in ogni momento presente è potenzialmente infinito. La porta per l’infinito intelligente si trova dentro ogni momento presente. Quando lo spirito si risveglia, diventa gradualmente più capace di sentire le sinfonie più complesse dei messaggi che arrivano in ogni momento presente.
Il peso risultante dell’esperienza può essere schiacciante, e, tipicamente, il ricercatore spirituale lotterà per trovare un modo di controllare questo processo, che sembra troppo caotico per essere utile. La prima difesa di un’entità che desidera controllare l’esperienza è la mente analitica, logica e raziocinante. C’è il desiderio di mantenere la presa sull’esperienza, di razionalizzarla e di comprendere i suoi meccanismi con l’analisi e la logica. Sono stati costruiti grandi sistemi religiosi che favoriscono e strutturano tali analisi d’esperienza intellettuali e logiche. Vi offriamo, ad esempio, i sistemi di studio, d’apprendimento e di culto Buddista, Taoista e Yogico, che sono progettati, in primo luogo, per utilizzare l’intelletto, le facoltà della ragione e della logica, per imparare a distanziare il sé da quelle cose che accadono al sé e che il sé percepisce. Questo lo chiamiamo approccio di base alla via della saggezza. Ha molti vantaggi per il ricercatore, e incoraggiamo chi non riesce a muoversi direttamente verso il lavoro con le emozioni, la ricerca di uno studio simile, poiché accelera, fino ad un certo grado, l’evoluzione dello spirito e della mente. Tuttavia, la via della saggezza, come disciplina generale – e qui sovra-generalizziamo per il risultato – è una via per rimanere a proprio agio mentre si impara, evitando così l’impeto principale dell’esperienza di terza densità.
C’è un altro modo per osservare questo processo d’apprendimento dall’esperienza, ed è, diciamo, la via del cuore aperto, o la via dell’amore. La religione che è nota a questo gruppo come Cristianità, è un sistema di studio, d’apprendimento e di culto che si muove lungo questo sentiero d’amore o sentiero del cuore aperto, e favorisce l’utilizzo delle emozioni. Ora, lasciateci osservare perché può essere così. Che cosa sono esattamente le emozioni?
Se osservate la panoplia e il raggio d’azione dell’esperienza della vostra vita, potete vedere una progressione precisa e una traccia coerente di emozioni che sono difficili ed emozioni che sono meravigliose. Entrambi i tipi d’emozione si sono presentati nell’esperienza di vita come risposta alle difficoltà e alle sfide dell’incarnazione e come risposta ai doni e alle gioie che sono dati spontaneamente al cuore, che sia la canzone di un passero, il sorriso di un bambino, un pensiero letto in un libro o qualsiasi altra cosa che abbia ampliato la gioia e favorito la fede dentro di voi come ricercatori spirituali. Per la maggior parte può sembrare che le emozioni difficili – rabbia, colpa, rimorso, paura, angoscia, gelosia, orgoglio, alienazione – sono la maggioranza e che le emozioni gioiose siano elargite dalla mano dell’avaro. E, davvero, questo sembra ingiusto. Qual è la giustificazione per l’eccesso di sofferenza che ogni ricercatore spirituale che si risveglia sembra affrontare?
La vita è energia. Il progresso entro la vita è un cambiamento d’energia. Ogni cosa che fate e che pensate, crea una certa energia vibrazionale e la somma di tutti questi processi di cambi e scambi energetici nella vostra vita rappresentano un sistema, o campo, energetico che ha una certa forza. Per il ricercatore risvegliato che cerca la via della saggezza, queste energie si muovono in maniera spontanea e lo scopo del ricercatore è, più o meno, permettere loro di procedere. Questo permette al ricercatore di rimanere relativamente tranquillo e a proprio agio. Tuttavia, questo crea anche rigidezza e resistenza al processo di trasformazione, e qui è dove entriamo in ciò che sono le emozioni.
La via della saggezza contiene una struttura lineare, per seguire i propri processi e parlarne in modo logico, e trattiene l’energia nei chakra, o centri energetici, superiori. Lavorare con la saggezza non è lavorare con [il] cuore [centro energetico] o con le energie inferiori, ma, piuttosto e in gran parte, con il raggio indaco, e ad un certo grado, con i centri energetici del raggio blu. Mentre va bene fare il lavoro nella coscienza in questo modo, è anche alquanto sbilanciato, perché non si favorisce il flusso d’energia attraverso il sistema, ma, piuttosto, si trattiene l’energia nei chakra superiori. Viceversa, quando si lavora secondo la via del cuore aperto, si è costantemente di fronte all’intero spettro del sé, dall’emozione più bassa e più primitiva, il desiderio della sopravvivenza, il desiderio della riproduzione sessuale, il desiderio del cibo e della sicurezza, verso l’alto da una parte all’altra del sistema, toccando tutti i centri energetici, salendo in alto fino al raggio indaco, ma scaturendo sempre dal cuore. Quindi, anziché muoversi e mantenere uno stato di fiducia disciplinata nei chakra superiori, il ricercatore sulla via dell’amore ha lasciato la preferenza per il lavoro nei centri energetici superiori ed ha accettato il sé come un sistema energetico completo ed ha riconfigurato lo scopo dallo stare nei centri energetici superiori all’accelerazione del flusso d’energia da una parte all’altra dell’intero sistema. Invece di un sicuro, ma alquanto pomposo e lento sentiero di perfezionamento energetico, i fratelli e le sorelle del cuore aperto tentano di accogliere il sé com’è, attraverso la sola fede cieca e i processi d’auto-accettazione, auto-perdono, benedizione, indulgenza, redenzione, trasformazione e offrendo ogni singola emozione e sensazione all’Uno Infinito Creatore.
Questo rinvigorisce, energizza e ravviva l’intero sistema. È come se il proprietario di un’automobile cominciasse a far funzionare il motore a pieno ritmo, in modo tale da bruciare il monossido di carbonio dalle valvole. La via della saggezza raccoglie detriti, diciamo, che sono il carbonio sulle valvole, e non li affronta facilmente. In confronto, la via dell’amore è un modo grezzo e confuso, ma è anche il modo più veloce e pulito di usare il sistema energetico del corpo, mente e spirito; poiché le emozioni che sono le risposte al catalizzatore, sono le ombre, i simboli, o sempre più, mentre si progredisce, l’essenza di profondi e purificati fiumi d’energia che dimorano dentro ciò che i vostri psicologi chiamano la mente inconscia. Alle radici della coscienza si trovano fiumi d’emozione purificata che sono come gemme, che rifrangono perfettamente e regolarmente dalla luce bianca d’energia illimitata le colorazioni d’energia che sono chiamate emozioni, che esprimono essenze che il Creatore ha imparato riguardo a se stesso in precedenza. Queste essenze sono come grandi verità cui il ricercatore attinge, per quanto imperfettamente e per quanto distortamente, mentre si muove attraverso il catalizzatore, incontra difficoltà e incontra sfide.
Tutti hanno provato quei momenti in cui una piccola cosa ha innescato un flusso massiccio di emozioni; quando questo avviene, è un segnale eccellente dal sé al sé che qui c’è un dono che è visto in modo imperfetto, forse, ma è reale. Questo si muove nell’esperienza come una cosa fatta, come qualcosa che si prova, non che si crea. Le emozioni sono messaggi dall’inconscio, o sé più profondo, al sé conscio. Ora, ci sono vari livelli di messaggi e vari strati d’emozione. Non è una pratica semplice entrare nelle proprie emozioni e tentare di arrivare ad una comprensione più profonda del cuore di quelle emozioni, non semplicemente ciò che ha innescato l’emozione, ma il tipo d’emozione che essenzialmente è e che sfida rappresenta. In questo modo, spesso è utile pensare ai centri d’energia nel corpo fisico, poiché le emozioni difficili, spesso, possono essere collocate entro certi centri energetici e possono essere viste come messaggi che esprimono al cuore il bisogno di lavorare con gli aspetti di quelle emozioni che sono inquietanti, per essere capaci di equilibrare e chiarire quelle sensazioni. In ogni emozione, c’è una verità più profonda. La chiave per lavorare sulle emozioni è rendersi conto della sede dell’emozione, diciamo, che è quella del centro energetico del raggio verde o chakra del cuore.
Se si tenta di lavorare con emozioni negative o bloccate dall’energia in cui si sono originate senza muoversi nel chakra del cuore, non ci sono molte opportunità od occasioni per l’auto-perdono. Quindi, mentre è molto importante valutare e determinare il valore di tali emozioni negative, come scaturenti probabilmente da determinati centri energetici, è bene modellare il lavoro con questi punti d’unione [nexi] essenziali ed energetici che sono le emozioni, con il modello del mantenimento del flusso d’energia, che si muove ripetutamente nel chakra del cuore e che riposa in quell’emozione primaria che è chiamata fede.
C’è una profonda fonte d’emozione, il cui scopo di base è di portare tutte le entità nell’amore incondizionato. È verso l’amore incondizionato che il sentiero della vostra evoluzione si muove irresistibilmente. Questo amore incondizionato è l’emozione più potente e universale e, davvero, è tutto ciò che c’è. In altre parole, il Logos stesso, l’uno grande Pensiero originale, è un’emozione purificata. Non è esattamente un pensiero. Un pensiero è lineare. Un’emozione è globale, universale, rotonda, tridimensionale. Non si arrampica; rotola. Non cade; continua a rotolare. Niente può eliminare la forza dell’emozione. Davvero, è quello a cui ognuno deve arrivare, per poter essere promosso alla densità dell’amore, che è la vostra prossima esperienza.
Di conseguenza, è molto più efficace scegliere la via del cuore, secondo noi, e vedere lo scopo del lavoro con le difficoltà, non raggiungendo la felicità, la pace, o la soddisfazione, ma piuttosto, continuando semplicemente ad accelerare il ritmo dell’evoluzione spirituale e mentale. Il traguardo dell’energia del cuore aperto, è aperto. Non comporta un risultato. Cerca semplicemente un’apertura del sé più grande e una capacità più grande per permettere a queste emozioni che insorgono di fare il lavoro del fuoco del raffinatore. Il ricercatore che ha fede nella via del cuore, ha fede che, non importa ciò che arriva, sarà capace di sopravvivergli. Non importa quante diverse difficoltà causano sofferenza e dolore, sarà capace di usare quelle difficoltà per raffinare quei fiumi d’emozione che insorgono nella coscienza.
E’ una corsa irregolare e non costante cercare la via del cuore aperto, che cercare la via della saggezza. È un modo che invoca la fede senza prova, ragione o logica. Non c’è tentativo di giustificare le avversità, ma non c’è neanche il tentativo di non autorizzare le avversità alzandosi sopra di esse. Piuttosto, la via del cuore aperto è la via della vulnerabilità, del rimanere aperti e deboli di fronte alle sensazioni forti e, a volte, dolorose. Tuttavia, poiché vede l’interezza dell’imperfetta personalità come una cosa bellissima e perfetta, in tutto il suo paradosso c’è il sentiero più saggio per la vostra densità. C’è tempo a sufficienza per imparare la saggezza una volta che avete imparato ad amare senza paura, ad affrontare ogni momento con cuore aperto e senza difese.
Questa entità (Carla) ha sperimentato due emozioni pure, di cui è coscientemente consapevole: afflizione e amore. Nessuna esperienza sarà mai dimenticata. Quando il ricercatore tocca il cuore di un’emozione e questa risuona in modo puro, è un evento che cambia la vita. Il dolore non sarà mai più sprecato per questo strumento, come lo era prima di aver sperimentato il dolore puro; e possiamo dire che è così per ogni ombra d’emozione, ogni affluente di ogni fiume d’essenza purificata.
Quando ognuno di voi vacilla sotto il carico dell’emozione difficile, possiamo solo chiedervi di pensare a ciò in cui credete fondamentalmente sia vero riguardo alla vostra esperienza incarnazionale. Se credete che la vostra vita abbia senso, e questo è ciò che crediamo, siete allora capaci di vedere che ogni emozione difficile è un dono dal sé al sé della verità di ciò che il sé sta elaborando al momento e della sua relazione con le più profonde verità interiori. Se il ricercatore può credere che la vita ha senso, c’è allora quella fede che può essere invocata, quella fede che dice: “La mia vita ha senso. Queste difficoltà hanno una ragione per essere qui. Passato il momento, esse sono il mio modo d’apprendimento.” Il ricercatore allora ha una ragione per lavorare con queste sensazioni provocatorie e difficili, per permettere, e persino incoraggiare, il loro movimento attraverso il sistema energetico.
Può aiutare, come fa questo strumento (Carla), pensare al cuore come ad un posto che contiene la divinità, un luogo in cui le emozioni possono essere portate, adagiate e consegnate all’Uno Infinito Creatore. Molte volte, le emozioni sono opprimenti e non c’è, letteralmente, niente da fare con loro, tranne offrirle e, se sono offerte nella fede, anche questa lavora con loro nel centro del cuore ed è parte di un lavoro ben fatto.
Questo strumento ci informa che dobbiamo terminare il nostro messaggio iniziale, e così facciamo con la speranza di avervi dato del cibo per il pensiero che possa darvi sia conforto, sia risorse. Trasferiamo ora questo contatto a colui conosciuto come Jim. Siamo noti come quelli di Q’uo e lasciamo questo strumento (Carla), ringraziandola, nell’amore e nella luce.
(Canalizza Jim)
Sono Q’uo, e saluto ancora ognuno nell’amore e nella luce attraverso questo strumento. E’ nostro privilegio, ora, offrire noi stessi nel tentativo di rispondere a qualsiasi ulteriore domanda che potrebbe ancora rimanere nelle menti di coloro che sono presenti. C’è un’altra domanda ora?
R: Ne ho due. Nel vostro discorso avete detto che la porta per entrare nell’infinito intelligente è presente in ogni momento. Vorreste elaborarlo in altre parole, per aiutarmi a capire il concetto?
Sono Q’uo, e sono consapevole della tua domanda, fratello mio. Con quell’affermazione, vogliamo dire che ogni momento contiene non solo amore ma perfezione. Se si investigasse su tutte le energie che si sono aggiunte in quel periodo di tempo che voi chiamate il momento presente, se foste capaci di indagare la vostra stessa esperienza che conduce a quel momento, ogni momento vi offrirebbe l’opportunità di prendere contatto con l’Uno Creatore, di sperimentare la piena presenza dell’Uno Creatore. Così, l’uso del catalizzatore è la variabile che offre ad ogni entità, in parte, quest’opportunità, per rendersi conto della perfezione e dell’amore contenuto in ogni momento. Quindi, se si è capaci di utilizzare pienamente il catalizzatore che si è presentato, le porte verso l’infinito si aprono per voi.
C’è un’altra domanda, fratello mio?
R: Sì, ci dovrò pensare. L’altra domanda riguarda un altro termine che hai usato ed è emozione purificata. Vorrei chiederti di rielaborarlo in altri termini.
Sono Q’uo e sono consapevole della tua domanda, fratello mio. L’emozione purificata è strettamente relazionata a ciò di cui abbiamo parlato nella vostra prima domanda, e questo è il processo che ognuno di voi attraversa quando utilizzate il catalizzatore che vi è dato nelle serie di attività quotidiane. Quando siete in grado di vedere dove si origina il catalizzatore, di vedere il suo effetto su di voi, di vedere la vostra risposta, di vedere le risposte che avete dato in precedenza – questa capacità di vedere la natura della vostra esperienza è anche il processo di differenziazione delle emozioni che sono fuse insieme, magari in modo confuso, per separare la rabbia dalla gelosia, dal disappunto, dal dubbio, dall’ilarità, dalla furia, da tutte le varie fonti che possono essere parte della vostra esperienza, cosicché quando avete scoperto l’origine delle vostre sensazioni avrete trovato i vari fili che, insieme, formano il tessuto o l’arazzo della vostra vita. Vedrete che parte interpreta ogni emozione. Un’emozione purificata è un’emozione che sta da sola, che è, essa stessa, pura, che ha un’origine e un effetto nel vostro essere. Non è fusa con nessun’altra emozione. Non è confusa con nessun’altra emozione. E’, essa stessa, una cosa in se stessa.
C’è un’altra domanda, fratello mio?
[…]
Carla: Vorrei dar seguito a qualcosa che è comune alla domanda di P e alla conversazione che ho avuto con M, prima della meditazione per la canalizzazione, ed ha a che fare con ciò che hai detto prima riguardo alla benedizione, al perdono, alla redenzione, all’accettazione e alla trasformazione di queste emozioni difficili. Prima dicevo a M: “Dovrai aver cura di te stesso, perché nessun altro è interessato al tuo aver un cuore felice. Dovrai sostenere emozionalmente il tuo stesso lavoro e la tua stessa sicurezza.” Mi stavo solo chiedendo: Come sosteniamo noi stessi? Come portiamo a noi stessi risanamento e conforto, quando affrontiamo queste difficili emozioni quali l’ansia?
Sono Q’uo, e sono consapevole della tua domanda, sorella mia. Nel vostro stato meditativo – e questa è ancora nostra raccomandazione per l’indagine delle emozioni, usare la meditazione – osservate le sensazioni che avete, poiché sono preziose in loro stesse. Sono la temperatura, diciamo, della vostra esperienza attuale. Ognuno può essere visto come una parte di un cammino, un filo, che condurrà a scoperte più fertili del valore dell’esperienza. Le emozioni che si provano in ogni momento particolare, danno un posto per cominciare a stimare ciò che sta avvenendo nello schema di vita, per vedere la risposta onesta e spontanea del sé al sé. Allora, poiché si è capaci di utilizzare queste emozioni nel processo d’equilibrio, si scopriranno gli avvenimenti contrari. Così, se siete capaci di rivivere una situazione in cui c’è una forte emozione e nello stato meditativo vedere questo evento, dargli libero sfogo, diventare tanto grande quanto potete immaginare, c’è, allora, l’opportunità per l’emozione diametralmente opposta di insorgere, per cominciare a sentirvi in un altro modo riguardo ad una certa situazione, persona o evento. Permettete allora, a questa emozione opposta di diventare tanto grande e tanto potente quanto sia possibile. Quando questa ha completato la sua crescita e presentazione a voi, accettate allora voi stessi, poiché avete entrambi questi mezzi con cui il Creatore può conoscere se stesso in voi, nella vostra esperienza. In questo modo avete insegnato al Creatore ciò che avete imparato nella situazione e avete visto un’espressione più completa dell’emozione naturale dentro il vostro essere come un mezzo con cui conoscete il Creatore in voi. Così, lavorando con ogni emozione che lascia la sua impronta su di voi, siete in grado di vedere la gamma completa della vostra essenza (individualità), l’appropriatezza di ogni aspetto dell’emozione, così che, alla fine, non c’è solo che un’emozione per [ogni] evento, che può essere compassione, amore, perdono, misericordia, comprensione – tutte quelle qualità dell’amore incondizionato.
C’è un’altra domanda, sorella mia?
Carla: Solo per concludere. Allora tutte le emozioni, tutti questi fiumi purificati del Creatore, sfociano nell’amore o hanno origine dall’amore, o sono un derivato dell’amore, o sono distorsioni dell’amore?
Sono Q’uo, e sono consapevole della tua domanda e sono anche consapevole dell’accuratezza di ogni osservazione che hai fatto nel chiederlo; perché tutto viene dall’amore. Tutto esiste nell’amore. Tutto è diretto verso l’amore. La vita esaminata è quella vita che è capace di cogliere un lampo di questa verità di quando in quando nel processo d’esame, d’equilibrio e d’accettazione di ogni emozione, mentre si muove attraverso il vostro essere e si dirige verso ogni cuore.
C’è un’altra domanda, sorella mia?
Carla: No. Grazie. E’ un bellissimo messaggio.
Sono Q’uo, e vi ringraziamo ancora una volta. C’è una domanda finale, ora?
(Nessun’altra domanda)
Sono Q’uo e poiché sembra che abbiamo esaurito le domande per questa sessione di lavoro, ringraziamo ognuno di voi ancora una volta per averci invitato ad unirci a voi per la vostra sessione di meditazione. Siamo colmati dalla gioia, ad ogni opportunità che ci si presenta. Prendiamo commiato ora da questo strumento (Jim) e da questo gruppo, lasciando ognuno nell’amore e nella luce dell’Uno Infinito Creatore. Siamo a voi noti come quelli di Q’uo. Adonai, amici miei. Adonai.
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Trascrizione originale in inglese: http://www.llresearch.org/transcripts/issues/2000/2000_0507.htm
Tradotto da Susanna Angela per Stazione Celeste