)* (Stazione Celeste)
Multidimensions
Inconscio
Una Casa nel Regno Fatato
VISIONI DA VENERE
Una Storia
d’Amore Multidimensionale
di Suzan Caroll
Il personaggio principale, Shature, sperimenta la fine di Atlantide, il leggendario “continente perduto”. Dopo la sua “morte”, Shature viaggia attraverso molti sub-piani della quarta dimensione alla ricerca della sua nuova casa. Questo estratto ha inizio poco prima che Atlantide sprofondi nell’oceano.
I primi brontolii iniziarono quando la luna piena cominciò a sorgere e, nel momento in cui raggiunse il suo culmine, la terra era in piena turbolenza. Shature e ognuno dei suoi tre migliori amici avevano trascorso ventiquattro ore in meditazione e in profonda comunione con il loro Sé Superiore. Quando la terra iniziò a tremare, Shature sentì la paura degli abitanti del Tempio minacciare di indebolire la sua coscienza. Si costrinse a rimanere calma e focalizzò la sua attenzione sul suo Sé Superiore. Shature avvertiva tutto il dolore e la solitudine della sua vita ad Atlantide appena sotto la soglia della sua consapevolezza come rocce frastagliate sotto un ponte altissimo. Man mano che le scosse aumentavano, dovette fare appello a tutta la disciplina appresa come Sacerdotessa del Tempio Viola.
Le scosse aumentarono così come la sua Luce Interiore. Shature fissò il vuoto muro di pietra davanti a lei. Nella mente poteva vedere le acque che si avvicinavano a lei a gran velocità. Sapeva che i suoi tre amici avevano la stessa visione. Era la visione che tutti avevano visto moltissime volte. Shature immaginò le acque in arrivo come portatrici non di morte, ma di riunione, invece, con il suo spirito e il suo destino. Il suo corpo fisico vacillava e veniva colpito, così Shature dovette legarsi al suo altare per non essere scagliata contro le mura della piccola stanza. Fatto questo, ritornò alla meditazione.
Non appena Shature rivolse la sua focalizzazione interiormente, la luce ritornò. Adesso la luce era accompagnata da un tono. Con ogni rimbombo della terra, la luce diveniva più forte e il tono più alto finchè non fu accecata dalla luce e assordata dal tono. Non riusciva più a vedere la stanza intorno a lei e neanche il muro. Non riusciva più a sentire la terra tremare o le acque rombare quando irruppero veramente attraverso il muro di pietra. Shature riusciva a vedere soltanto la luce. Riusciva a sentire soltanto il tono. Non provava emozioni, né aveva pensieri. Le sue emozioni si erano estinte. I suoi pensieri erano superflui. Tutto ciò che rimaneva era l’accecante luce dorata e il potente tono che l’accompagnava.
La luce attirava la mente di Shature e il tono chiamava il suo cuore finchè non la inghiottirono. Entrò nella luce e si arrese al tono. Quando fece quel passo, scoprì di non essere sola. Davanti a lei c’era un raggiante essere dorato – il suo Sé Superiore. Shature avanzò e il sentimento dell’Amore Incondizionato l’abbracciò. Shature accolse l’unione da lungo tempo attesa. La sua Anima era colma.
Quando alla fine si guardò intorno, vide i suoi tre amici, anche loro abbracciati dai loro Sé Superiori. Dopo il loro soggiorno come umani sulla Terra, erano ritornati tutti alla cuspide della quinta dimensione. Shature si lasciò trasportare verso di loro e insieme formarono un cerchio. All’interno del cerchio c’era un vortice di Luce che viaggiava dalla soglia della quinta dimensione, attraverso la quarta e giù sulla terra agitata. Il piccolo gruppo non pensava, né provava sensazioni. Si focalizzarono soltanto sull’equilibrio – un equilibrio per mantenere la Terra nel suo campo gravitazionale.
Si resero conto in quel momento che su tutta la Terra c’erano altri gruppi di quattro che servivano lo stesso scopo. Alcuni dei gruppi si trovavano sulla terra e altri avevano ceduto i loro involucri fisici alle acque impetuose. Lavorando insieme, questi gruppi formarono una rete magnetica di luce che protesse la Terra dalla distruzione completa.
La rete era un’infusione degli elementi fisici e spirituali – Spirito e Materia – uniti come UNO! Dal centro del vortice partiva un ponte ricolmo dei colori dell’arcobaleno. Attraverso il ponte arrivavano coloro che credevano che la morte non fosse una fine, ma, invece, un nuovo inizio. Lasciando indietro la loro forma fisica alla stretta delle acque impetuose, percorsero con calma il ponte verso lo spirito.
Lasciarono la loro paura e la loro tristezza indietro, nei loro veicoli vuoti. Queste emozioni avrebbero offuscato la visione del ponte. Spinsero via la rabbia nei confronti degli altri e di loro stessi perché li avrebbe intrappolati nelle loro forme fisiche morenti. Solo l’amore risplendeva nel loro cuore e nella loro mente. Su tutto il pianeta, anche in zone dove il veicolo fisico era al sicuro, anime coraggiose e amorevoli si resero conto che questa era la chiusura di un’era. Con questa consapevolezza decisero di cogliere l’opportunità per liberarsi dalla ruota della nascita e della morte. Dato che avevano affrontato il loro lato oscuro e lottato con esso, erano in grado di riconoscere la propria luce e di vedere la scala verso una dimensione superiore.
Alla Terra ci sarebbe voluto molto tempo per riprendersi da questo cataclisma e molte anime coraggiose avevano scelto di restare indietro per assistere alla ricostruzione. Altri, però, colsero l’occasione per elevare le loro vibrazioni e proseguire la loro esistenza sui piani superiori della realtà. Shature e i suoi tre amici avevano compiuto il sacrificio di cedere le loro vite in servizio al loro destino spirituale. Loro, e gli altri che avevano dato la loro vita in servizio, avrebbero potuto scegliere di reincarnarsi in un’area sicura sul pianeta fisico, servire negli inquieti Piani Astrali della Terra, o restare nei Piani Mentali superiori per continuare il loro risveglio spirituale. Ramor e Vicor, due dei tre amici di Shature, scelsero di reincarnarsi, poiché credevano che le loro qualità di leadership sarebbero state necessarie. A Vicor fu persino permesso di entrare nel bambino non ancora nato della sua compagna. Ramor si reincarnò in Egitto, per essere nuovamente un Sacerdote. Shature e la sua terza amica Lateen, scelsero di restare nei Piani Mentali più elevati, sulla cuspide della quinta dimensione.
Shature era sicura della sua decisione quando si unì al suo Sé Superiore al di sopra degli inquieti Piani Astrali della Terra. Era sicura della sua decisione quando abbracciò il suo Sé Superiore nei mondi più elevati. Sapeva che sarebbe stata felice e contenta. Sapeva, o anzi, sperava di trovare la pace. Ma, udiva ancora la grida di coloro che erano appena morti da Atlantide. Avvertiva ancora il loro bisogno. Moltissimi erano morti nel cataclisma, e la maggior parte di loro non sapeva neppure di essere morto. Avrebbero continuato a rivivere continuamente la loro morte orribile. Il loro terrore era tangibile. Dato che non avevano affrontato la propria oscurità, dato che non avevano abbracciato la loro luce, non riuscivano a vedere il ponte.
Non potevano controllare la loro paura e la loro tristezza che manteneva le loro anime in un costante stato di agitazione. Non riuscivano neanche a controllare la loro rabbia. Quindi, una parte della loro coscienza vagava tra le memorie in rovina della loro casa perduta, mentre un’altra parte di loro riviveva continuamente il diluvio. In altre parole, si trovavano nel Piano Astrale Inferiore – il loro Inferno. Shature sapeva che li poteva aiutare. Molti di loro la conoscevano o sapevano di lei. Alcuni di loro erano malvagi e crudeli. Shature li avrebbe lasciati al loro destino. Non l’avrebbero comunque ascoltata perché avrebbero preferito restate attaccati al terrificante ricordo del loro potere perduto anziché affrontare l’umiltà del loro stato presente.
Alcuni, tuttavia, furono semplicemente sviati. Gli anni finali di Atlantide furono un periodo di tempo terribile. Molte persone non avevano alcun modo di vedere la luce perché erano circondate dall’oscurità. Erano queste le persone che chiamavano. Se qualcuno che conosceva chiedeva aiuto, come avrebbe potuto voltargli le spalle e andare verso i Campi della Gloria?
Si voltà per guardare il suo Sé Superiore. Sì, vide che capiva. Poteva portare questa parte più elevata del suo sé totale con lei nell’Astrale Inferiore? Mentre viveva nel mondo fisico, aveva sentito che si erano divisi in due entità separate, il suo vero Sé superiore e la persona che viveva nella limitata forma umana. Questa parte più elevata di se stessa, avrebbe potuto andare con lei nei piani inferiori?
“Sì,” sussurrò il suo Sé Superiore nella sua Anima. “Posso venire con te e anche rimanere qui.” Certo, pensò Shature, il suo Sé Superiore non era confinato dalle limitazione del sé fisico. Poteva avvolgere la sua essenza nel corpo superiore di luce e usarla per la protezione di cui avrebbe avuto bisogno nel piani di coloro che erano appena morti.
“Anch’io starò qui,” disse il suo Sé Superiore. “Potresti non essere in grado di ricordare la mia vibrazione a lungo, mentre ti trovi nel Piano Astrale Inferiore. Quindi ti invierò un’ancora di salvezza: il mio Amore Incondizionato. Shature ricordò quanto l’amore del suo Sé Superiore l’aveva aiutata ad Atlantide. Il suo Sé Superiore spesso l’aiutava a essere obiettiva e a vedere il vero significato delle difficoltà della vita. Sì, sarebbe rimasta aggrappata alla “sensazione” del suo Sé Superiore mentre abbassava la sua vibrazione all’inquieto Piano Astrale della Terra.
Shature aveva imparato ad alzare e ad abbassare la sua vibrazione per viaggiare attraverso le diverse dimensioni quando si trovava ad Atlantide. La sua essenza primaria, tuttavia, era rimasta nella forma fisica affinché potesse mantenerla in vita. Soltanto in occasioni speciali, quando altri proteggevano il suo corpo, aveva elevato la scintilla vitale nei piani superiori. Adesso la sua essenza primaria era libera da tutte le limitazioni fisiche e lei sarebbe stata in grado di muoversi attraverso i diversi piani della quarta dimensione con un più grande senso di consapevolezza e intimità. Sarebbe ritornata da sola. Da sola avrebbe portato avanti il suo destino. Da sola, ma nella coscienza condivisa con il suo Sé Superiore. Da sola, tuttavia d’accordo con la conoscenza e la memoria della sua vera completezza.
Quando Shature riportò la sua vibrazione all’inquieto Piano Astrale intorno alla Terra, scoprì che c’era molto da fare. Con meraviglia, notò che anche gli altri tre del suo gruppo si trovavano lì. La rete spirituale formata, aveva impedito alla Terra di uscire dal suo asse e di precipitare verso il suo disastro. Tuttavia, i poli si erano capovolti e l’asse della Terra si era inclinato. Sulla Terra ci fu una distruzione diffusa. Il genere umano fu quasi spazzato via, ma la Natura avrebbe ripopolato Se Stessa. Madre Terra era resiliente e poteva sostituire le Sue parti vecchie e morte con nuove parti di insuperata bellezza e meraviglia.
Anche in mezzo allo scompiglio e alla sofferenza di questo piano, Shature poteva vedere il pianeta da una nuova prospettiva. Poteva vedere la Terra nella sua totalità e, quindi, si rese conto che era viva. Questa Terra, che lei aveva odiato perché non era la sua amata Venere, era una creatura vivente. Non era soltanto un ammasso di rocce e acqua, ma un’entità vivente. Lei era stata un minuscolo granello sulla sua superficie come una pulce su una capra. Questa entità, questa Terra, aveva visto che era tempo di scuotersi e di liberarsi da tutto ciò che era distruttivo per la Sua sopravvivenza.
Shature apprese un nuovo rispetto e amore per l’essere chiamato Terra. Shature vide anche come la sua negatività aveva contribuito alla condizione che era venuta a correggere. Mentre scendeva nei piani inferiori per liberare e aiutare gli altri, si rese conto che doveva liberare e aiutare se stessa. Doveva affrontare tutta la negatività che aveva portato all’inquieto mondo ed eliminarla dall’aura della Terra prima che potesse aiutare gli altri. Da questo punto di prospettiva, si rese conto di quanto fossero piccoli e insignificanti i suoi problemi all’interno della scala dell’evoluzione. Nel mondo fisico, tutto ciò che nasceva sarebbe cresciuto fino a maturare e infine sarebbe degradato fino alla sua morte. Ora, il ciclo evolutivo che aveva avuto il suo culmine ad Atlantide era giunto al termine.
Molti avevano imparato le lezioni appropriate ed erano riusciti a spostarsi a un piano d’esistenza più elevato. Purtroppo, molti avevano anche perduto molto della loro crescita evolutiva ed erano caduti nella distruzione. Come accade alla fine di ogni grande civiltà, l’oscurità e la luce erano divenute estremamente polarizzate. La luce era cresciuta a una vetta d’eccellenza che aveva permesso la creazione del ponte verso una coscienza superiore, ma anche l’oscurità aveva avuto molti eoni per accrescere la sua forza. Come sempre, il male aveva deteriorato la sua casa nella sua stessa avidità e fame di potere. Tra questi due poli si trovavano molte anime spaventate e confuse che non sapevano neanche di essere morte.
Shature si muoveva in mezzo ai morti tentando di ottenere la loro attenzione, ma la sua vibrazione era ancora sopra la loro percezione. Avrebbe dovuto abbassare ulteriormente la sua vibrazione per aiutarli? Era felice di essere consapevole del suo Sé Superiore sulla soglia della quinta dimensione, così non sarebbe rimasta nuovamente intrappolata in quei mondi inferiori. Restò aggrappata alla parte del corpo che aveva avvolto intorno a se stessa e connesse l’ancora di salvezza al suo cuore.
“Sono qui, mia Cara,” la rassicurò il suo Sé Superiore. “Proprio come tu sei là e puoi sperimentarmi, io posso essere qui e sperimentarti. Ricorda che qualunque cosa affronti, non sei da sola. Io sono sempre con te.”
Con queste dolci parole che riecheggiavano nella mente, Shature abbassò ulteriormente la sua vibrazione affinché fosse visibile alle anime perdute.
“Shature”, udì una voce, “Ci devi salvare. Il disastro presto ci colpirà.”
“Ma ha già colpito! Non vi ricordate? Siete morti!” disse loro.
“Come puoi mentirci in questo modo? Siamo svegli e insieme. Come possiamo essere morti?”
La maggior parte di loro si allontanò da lei arrabbiato, quando disse loro la verità, ma alcuni stavano iniziando a ricordare. Shature non poteva aiutare chi non avrebbe affrontato la verità, ma gradualmente un piccolo gruppo in grado di affrontare il proprio stato attuale si riunì intorno a lei. Erano tutti spaventati e arrabbiati.
“Come può essere successo? Perché i leader non ci hanno avvertito o hanno cercato di far deviare questo disastro?”
“Non avrebbero ascoltato, proprio come non ascolterebbero adesso. Il loro diniego li tratterrebbe in questo posto terribile. La vostra accettazione della verità, però, vi permetterà di elevarvi a una vibrazione superiore dove potrete imparare le lezioni della vostra vita passata e proseguire.”
Il Ponte di Luce era ancora al suo posto, ma si stava rapidamente deteriorando dalla vibrazione più bassa verso l’alto. Il dubbio, la paura e la rabbia del Piano Astrale Inferiore della Terra lo stavano gradualmente forzando a retrocedere nelle dimensioni superiori. Chi avrebbe proceduto oltre, doveva farlo in fretta o avrebbe mancato questo momento cosmico e avrebbero dovuto trovare la strada da soli. Shature era felice di avere la linea di comunicazione con il suo Sé Superiore che, quando il lavoro fosse compiuto, l’avrebbe guidata verso Casa.
Alla fine si convinse che tutti coloro che l’avrebbero ascoltata erano riusciti ad arrivare al ponte e sentì la sua stessa connessione con il suo Sé Superiore diminuire. Si unì agli altri che si erano offerti volontari per aiutare chi era appena morto ed elevarono la loro vibrazione al di sopra dei piani della morte e della sofferenza. Shature si domandò quanti eoni ci sarebbero voluti, affinché le anime che non avrebbero ascoltato si volgessero verso la verità.
Quando con gratitudine Shature ritornò al suo Sé Superiore, vedendo lo sguardo inquieto sul suo volto, si preoccupò.
“Cosa c’è che non va?” domandò.
“Il tuo compagno e figlio terrestri sono in pericolo. La loro barca non è salpata abbastanza in fretta e i mari sono molto infidi. Vicor e Ramor stanno tentando di guidarli, ma le loro forze unite non sono sufficienti perché gli impauriti passeggeri della barca possano udirli. Tuo figlio è sintonizzato alle vibrazioni superiori. Forse, se ti unissi agli altri, lui potrebbe udirti.”
Devo ritornare ancora, pensò. E come non avrebbe potuto? Aveva conosciuto l’amore umano e le gioie di essere madre. Non aveva dubbi. Era loro destino fondare una nuova colonia e doveva aiutarli. Abbassò la sua frequenza. Di nuovo, usando il suo Sé Superiore come ancora di salvezza, abbassò la vibrazione al Sub-piano Emozionale del regno astrale dove Vicor e Ramor l’attendevano. Da questa vibrazione, potevano vedere la Terra fisica, ma erano al di sopra della sofferenza del Sub-piano Astrale Inferiore. Shature si unì a loro per chiamare suo figlio. C’era una massa di terra con vette elevate molto vicina, ma chi si trovava sulla barca poteva facilmente mancarla nei mari burrascosi. Un’ondata gigantesca li avrebbe presto colpiti. Si erano allontanati abbastanza da Atlantide per essere al sicuro dalla sua sommersione, ma non lontani abbastanza per essere al sicuro dalla successiva ondata che presto li avrebbe raggiunti.
I tre esseri dei piani superiori chiamavano il figlio di Shature, Vidann, perché era il più ricettivo di tutti quelli presenti sulla barca. Tuttavia, per quanto la loro chiamata fosse incalzante, non sembrava udirli. Poi Shature si rese conto che la loro preoccupazione si andava ad aggiungere alla paura di Vidann, il che lo rendeva meno ricettivo. Quindi, si fermarono un momento e ognuno fece appello a tutto l’amore che poteva e lo focalizzarono verso Vidann.
“Segui l’amore,” chiamarono, “SEGUI L’AMORE!”
Improvvisamente, Vidann guardò verso di loro. C’era quasi uno sguardo di riconoscimento sul suo viso. All’unisono, i tre indirizzarono l’attenzione di Vidann verso la terra lontana, che corse dal Capitano e indicò verso quella direzione. I tre nei piani superiori concentrarono il loro amore verso il mare che circondava la nave. La loro vibrazione amorevole servì per diminuire l’azione delle onde nello stesso momento in cui dirigeva la nave verso terra. Costrinsero il vento e l’acqua a far muovere il vascello verso la più vicina spiaggia sicura. Quando la nave entrò in un piccolo porto, i tre concentrarono nuovamente i loro pensieri su Vidann.
“Lasciate immediatamente la nave, e salite su un terreno elevato.”
Il ragazzo sembrava confuso. Perché non si sentiva al sicuro? Si allontanò dagli altri e focalizzò la mente.
“Madre,” lo udì dire Shature. La sentiva! Poteva udire la sua chiamata. I tre ripeterono il loro messaggio di nuovo, “lasciate immediatamente la nave e dirigetevi verso un terreno più alto!”
Vidann focalizzò gli occhi come se avesse udito e corse di nuovo dal Capitano.
“Dobbiamo andarcene immediatamente e dirigerci verso l’alto!”
Al principio il Capitano non l’ascoltava, ma poi si ricordò che era stato il ragazzo ad aver scoperto la terra.
“Tu ci hai salvato una volta, ragazzo mio. Mi fiderò nuovamente dei tuoi
istinti.”
“Presto, presto,” gridò il ragazzo. “Abbiamo davvero poco tempo!”
Freneticamente il Capitano preparò le scialuppe per lo sbarco. Presero solo quello che potevano trasportare. Non appena le scialuppe raggiunsero la spiaggia, i passeggeri sbarcarono e seguirono il ragazzo, che stava ancora ascoltando i richiami d’amore dai piani superiori. Alcuni passeggeri rifiutarono di lasciare la nave e alcuni di lasciare la spiaggia soltanto per seguire gli istinti di un ragazzo, ma la maggior parte di loro si fidò. O, forse, anche loro riuscivano a udire i richiami.
La salita sulla montagna fu difficile e lenta, poiché il pendio era piuttosto ripido, ma alla fine in cima trovarono una grande caverna. Non appena l’ultima persona raggiunse la salvezza dell’elevata caverna, udirono un boato che sembrava l’eruzione di un vulcano. Verso sud-ovest (o qualunque direzione fosse, ora che il sole sembrava muoversi in una traiettoria diversa da prima), videro un’onda immensa. Erano in alto abbastanza? Era la domanda nella mente di tutti.
“Presto,” urlò il Capitano. “Nel fondo della caverna. Costruiremo una barricata così se l’acqua entra non saremo spazzati via dal riflusso.”
“Il ragazzo ci ha portati fuori strada,” gridò qualcuno spaventato. “Saremmo stati più al sicuro sulla nave.”
“No,” urlò il Capitano. “Ci saremmo capovolti o saremmo stati scagliati sulla spiaggia. Le voci che ci hanno avvertito di lasciare la nostra casa, ci hanno condotti qui e dobbiamo ascoltarli attraverso chiunque riesca a udirli. Ora, non perdiamo tempo. Dobbiamo costruire una barricata.”
Lavorarono come una persona sola, ergendo un muro che chiudesse parzialmente la caverna. Non appena la barriera fu completata, udirono le acque impetuose. Si strinsero tutti insieme sul fondo della caverna e usarono una corda per legare persona a persona. La cresta dell’onda entrò nella caverna ma non fu forte abbastanza da abbattere tutta la barricata. Si strinsero insieme e riuscirono a restare nella caverna anche quando le acque defluirono. Rimasero legati per ciò che sembrò un’eternità prima di osare andare verso la parte anteriore della caverna.
“È sicuro,” disse il ragazzo.
Vidann aveva avuto ragione. Ora tutti erano disposti a fidarsi di lui, e uno per uno si slegarono e rimossero una parte della barricata per guardar fuori. L’acqua era molto più alta di prima e ciò che una volta era una montagna ora non era che una collina. Non potevano vedere nulla del piccolo porto, della nave o di chi non era andato con loro. Erano soli in un luogo che non conoscevano, senza mezzi per lasciarlo e solo il loro ingegno ad aiutarli a sopravvivere.
“Dobbiamo rendere grazie,” dissero alcuni di loro e si strinsero tutti insieme. Questa volta si unirono non nella paura ma per rendere grazie.
I tre nei piani superiori potevano sentire la loro gratitudine. Vicor poteva sentire la forza d’attrazione del suo nuovo corpo, il frutto della sua unione con la sua compagna terrestre. Poteva restare nei pressi come guida finchè non fosse stato il momento della sua rinascita. Anche Ramor era attratto verso la sua nuova vita in Egitto. Shature non voleva entrare di nuovo in una forma fisica, ma sentiva anche di non poter ritornare ai piani superiori e lasciare la sua famiglia nel loro stato attuale. Si domandò se avrebbe potuto continuare ad occupare questa vibrazione.
Di nuovo, Shature era sola.
La sua famiglia e i suoi amici si trovavano nella terza dimensione, ma per percepirla avrebbero dovuto meditare ed elevare la loro coscienza. Shature sospettava che soltanto Vidann sarebbe stato in grado di adempiere questo compito. Non voleva vivere nel Piano Astrale Inferiore ed essere quello che sulla Terra si percepisce come fantasma. Aveva bisogno di trovare un posto sicuro nella quarta dimensione dove poter udire ancora il richiamo di suo figlio. Suo figlio e Jatain erano occupati a cercare una casa e un modo per sopravvivere e probabilmente non avrebbero avuto bisogno di lei per un po’. Shature alla fine decise di trovarsi una casa.
La forma che ora indossava non era il corpo di luce androgino della vita di quinta dimensione su Venere, né il corpo fisico femminile di terza dimensione. Il suo corpo aveva una forma umana ed era ancora femmina, ma era più etereo che sulla Terra. Si identificava ancora come Shature, perché era legata ad amici e famiglia di quella vita. Era legata anche al suo Sé Superiore e poteva chiamarlo proprio come Vidann poteva chiamare lei.
Mentre rifletteva sul suo corpo, Shature rifletteva anche sul suo ambiente. Mentre era occupata con Ramor e Vicor ad aiutare la sua famiglia e amici da Atlantide, aveva a malapena notato dove fosse. Vedeva Vidann e gli altri attraverso una fitta nebbia. Ora, mentre si guardava intorno, vedeva la stessa nebbia. Se concentrava l’attenzione, poteva vedere la Terra, ma non importa quanto provasse a concentrarsi, tutto quello che riusciva a vedere era la nebbia. La luce di questo piano era costante e senza nessuna fonte evidente. Non poteva misurare il tempo perché non c’era il sole né la luna a sorgere o a tramontare. Non poteva misurare la distanza perché non c’erano punti di riferimento o stelle. Si domandava come avrebbe potuto trovare una casa qui.
Durante il suo addestramento ad Atlantide, Shature aveva imparato che per viaggiare nella quarta dimensione aveva bisogno dell’intenzione di una destinazione. Pensò a dove le sarebbe piaciuto stare. Voleva un posto sicuro e tranquillo con persone che non fossero limitate dalla terza dimensione e che fossero in grado di capire chi lei fosse e da dove venisse. Shature chiuse gli occhi e si concentrò sul suo desiderio. Aveva imparato che i suoi pensieri avrebbero dato il via all’intenzione e le sue emozioni le avrebbero dato potere. Voleva che la sua nuova casa fosse ricolma d’amore, così emanò l’intenzione con amore. Quando aprì gli occhi riuscì a sentire il mondo fisico ma non a vederlo, e il mondo intorno era più chiaro. In lontananza vide ciò che sembravano essere degli alberi. Desiderava l’esperienza degli alberi e fluttuando si sentì portare verso di loro.
Quando raggiunse il boschetto poté vedere un gruppo di piccoli esseri che stavano amorevolmente accarezzando gli alberi. Erano grandi quasi quanto la sua mano e avevano piccoli volti tondi, con caratteristiche appuntite e occhi chiari e intensi. Ma, quando toccarono l'albero, il loro terzo occhio brillò così luminosamente che non riusciva a vedere i loro visi attraverso la bellissima e multicolore radiazione di luce. Il loro corpo era come una veste leggera e sottile che svolazzava mentre volavano tra gli alberi. C'era soltanto un accenno di braccia e, attraverso la bellissima luce che irradiava da loro, non si riuscivano a vedere le mani. Le loro gambe erano più simili a una gamba, che sembrava una radice sugli esseri vicino a terra e sembrava la piuma di una coda sugli esseri più in alto sull'albero. Guardando più da vicino, Shature vide che avevano la capacità di cambiare forma. In un certo momento assomigliavano a una foglia o a un ramo e un attimo dopo ritornavano alla loro veste sottile e leggera.
"Siete fisici?" domandò, non appena ebbe l'attenzione del gruppo. Con i loro pensieri al posto delle voci, registrarono confusione.
"Che cos’è fisico?" si domandarono con un’unica mente.
Shature si rese conto che avrebbe dovuto cambiare il suo approccio. Questo mondo non era certamente fisico. Non c'era ancora il sole, e lei poteva vedere chiaramente l'aura che irradiava intorno a ogni cosa vivente, compresa lei.
"Mi chiamo Shature", disse. "Come vi chiamate?"
"Ohhh," risero all'unisono. "Veniamo chiamati coloro che cambiano."
Coloro che cambiano sembravano essere una coscienza di gruppo e parlavano telepaticamente come un’unità.
"Che cosa state facendo?" chiese Shature, felice di avere qualcuno con cui parlare.
"Stiamo aiutando questo albero a far crescere nuove foglie. Ognuno di noi è conosciuto attraverso il compito che svolge. Aiutiamo il cambiamento delle stagioni. Che cosa stai facendo?"
"Sto cercando una casa", disse Shature con più solitudine nella voce di quanto avesse previsto.
Coloro che cambiano la circondarono e iniziarono a toccarla come avevano toccato gli alberi. Lei avvertiva i loro tocchi come esplosioni d’amore e luce. Che creature meravigliose erano. Mentre continuavano a lavorare su di lei, Shature sentì i vecchi sentimenti di paura e di rabbia che aveva provato su Atlantide salire in superficie, ma solo per un attimo. Coloro che cambiano sembravano tirar fuori quei sentimenti da lei. Riusciva a vedersi diventare sempre più luminosa, finché non li circondò tutti. Ricordi di Venere, del suo Sé Superiore, di Vidann e degli altri suoi cari su Atlantide colmavano il suo cuore.
"Ti senti meglio ora", esclamarono coloro che cambiano interrompendo le sue fantasticherie.
Shature aprì gli occhi che non si era resa conto di aver chiuso.
"Sì, grazie".
Coloro che cambiano si allontanarono da lei e formarono un capannello come se stessero tenendo una conferenza. Ruppero poi la formazione e si librarono proprio davanti al suo viso con un movimento fluttuante. Devono essere i membri del popolo delle fate, pensò Shature.
"Sì, lo siamo", dissero rispondendo ai suoi pensieri. "Adesso ti trovi nella Terra del Regno Fatato. Se desideri seguirci, ti possiamo portare dalla nostra regina. Saprà come aiutarti".
"Sì, per favore. Questo è un posto incredibile. Penso che potrei essere felice qui".
“Allora seguici".
Formarono una V come uno stormo di uccellli e condussero Shature attraverso gli alberi e più in profondità nei boschi. Shature li seguì correndo, ma il movimento era talmente naturale che sembrava che anche lei stesse volando. Poteva sentire l’irradiazione di ogni albero che oltrepassava e gli uccelli che li abitavano sembravano consapevoli di lei, come se fosse una di loro. Quando Shature domandò loro di questo, coloro che cambiano la guardarono ancora confusi.
“Gli esseri alati ci aiutano. Sono nostri amici. E in cambio, noi aiutiamo loro,” fu la risposta.
Che posto meraviglioso, pensò Shature. Tutta la vita sembrava lavorare in collaborazione e ovunque vedava grande bellezza. Mentre il suo piccolo gruppo viaggiava attraverso i boschi, vide altri coloro che cambiano che emisero suoni melodiosi in saluto. Il suo gruppo di coloro che cambiano ricambiò il saluto con cinguettii. Da questo piano riusciva ancora a contattare e aiutare i suoi cari che si trovavano sul piano fisico, ma lei non era limitata dalle loro limitazioni fisiche. Shature si domandò se avrebbe potuto contattare il suo Sé Superiore e istantaneamente avvertì in risposta le sue emanazioni rassicuranti. Sì, questo è un luogo in cui poteva restare, almeno per ora.
Alla fine giunsero su una radura nella foresta. C’erano piccole capanne sistemate in cerchio. Molti adulti e alcuni bambini si occupavano delle faccende quotidiane, parlando o giocando. L’ambiente era ricolmo di gioia e pace. Quando si mosse nello spiazzo, gli abitanti del piccolo villaggio si fermarono e la osservarono attentamente. Esprimevano curiosità, ma nessuna paura o malizia, mentre l’intero gruppo la seguivano da una certa distanza verso la capanna più grande del villaggio. Un elemento di coloro che cambiano sparì nella capanna. Un’attraente giovane donna ne emerse e fece cenno a Shature di entrare.
Quando entrò nella capanna, Shature fu sorpresa di vedere quanto sembrasse spaziosa dall’interno. Nel centro c’era un piccolo fuoco. Dall’altro lato del fuoco c’era una donna familiare seduta su una grande sedia di legno. Sebbene fosse piccola di statura come tutte le altre donne del villaggio, aveva un tale portamento regale che Shature era certa che fosse la loro Regina.
“Siediti”, disse una voce squillante come un campanello mentre invitava Shature a sedersi in una sedia simile alla sua dall’altro lato del fuoco.
“Sono Tamara. Benvenuta nella mia umile dimora. Ho sentito che coloro che cambiano ti hanno trovata tra gli alberi. Sei umana, non è vero?”
“Sì, sono umana, ma non sono del tutto sicura di ciò che sono ora.”
“Sei ancora all’interno dell’evoluzione umana, mia cara. Occasionalmente arrivano umani nei loro involucri fisici a trovarci. Se sono sensibili, riescono a vederci. Tuttavia, attualmente sei priva del corpo terrestre. Per quale ragione sei venuta qui?”
“Non volevo ritornare alla mia forma fisica, ma non riuscivo neanche a sopportare l’idea di lasciare i miei cari che sento hanno bisogno di me in questo momento.”
“Sarebbe il gruppo che è appena sbarcato?”
“Come fai a sapere di loro?” domandò Shature.
“Mia cara, qui lo spazio non limita la nostra visione, né lo fa il tempo. Di fatto, in qualche modo ti stavo aspettando. Abbiamo dei “veggenti” qui, come Lynette,” disse Tamara indicando la ragazza che aveva invitato Shature nella capanna. “Conosciamo i problemi di Atlantide e vi abbiamo osservato mentre il vostro gruppo formava la rete di luce per stabilizzare il pianeta e il Ponte di Luce verso le dimensioni superiori. Ti siamo debitori. Salvando il pianeta, hai salvato anche noi. Potresti non esserne consapevole, ma ci hai ispirati a unirci alle tue meditazioni e alla creazione della rete e del ponte. Mi sembra di conoscerti anche se ci siamo appena incontrate.”
“Anche a me sei familiare. Sei la Regina del Regno Fatato?”
“Sì, e sento che ti piacerebbe restare qui con noi. Sei sicuramente benvenuta. Se vuoi, Lynette ti porterà a una capanna che abbiamo preparato per te, nel caso tu fossi venuta qui. Siamo felici che tu lo abbia fatto.
“Potremo parlare ancora, dopo che ti sarai sistemata. Credo che rimarrai qui con noi per un po’.”
“Mi piacerebbe davvero tanto!”
Tamara si alzò e sembrò guardare nell’anima di Shature. Shature avvertì un travolgente senso d’amore e accettazione.
“Benvenuta nel Regno Fatato. È casa tua fino a quando lo desidererai.”
Anche Shature si alzò e ringraziò Tamara per averle dato il benvenuto.
Con gioia nel cuore, Shature seguì Lynette verso la sua nuova casa. Poteva sentire il suo Sé Superiore dai mondi più elevati e desiderò comunicare con lui. Sorpresa, udì la sua voce come se fosse accanto a lei.
“Siamo interi, mia Cara. Siamo completi. Tu sei nella mano del lungo braccio di Dio/Dea e io vivo dentro il suo cuore. Come io posso vegliare su di te, tu puoi farlo con me. Né il tempo né lo spazio ci separeranno mentre viviamo insieme nello Spirito!”
Shature si sentiva calma e serena mentre seguiva Lynette. Le parole del suo Sé Superiore la rassicurarono. Sapeva di aver fatto la scelta giusta. Presto arrivarono nel luogo che sarebbe stato la residenza di Shature. Era una piccola capanna che sembrava essere fatta di foglie impilate a forma di cupola. Entrando, scoprì che dall’interno era trasparente, anche se dall’esterno era opaco. Si sentì immediatamente a casa.
Shature pensò che le sarebbe piaciuto un vaso di fiori. Poi, dietro sua richiesta, apparve su un tavolo di cristallo un bellissimo vaso dei suoi fiori preferiti da Venere. Pensò a delle candele e una candela viola apparve in un portacandele di cristallo accanto ai fiori. Il suo altare era completo. Pensò poi a una sedia bassa e morbida e ne trovò una proprio dietro di lei.
Non appena riempiva i suoi pensieri con un desiderio, questo si manifestava. Sì, le sarebbe piaciuto stare lì. Se su questo piano ci fossero state delle forze oscure, riusciva a sentire di essere in un posto protetto. Poteva contattare il suo Sé Superiore con facilità e stava aspettando la sua avventura successiva. Era felice e tranquilla.
I boschi intorno alla capanna erano ricolmi di vita. C’erano creature che ricordava da Atlantide e altre che assomigliavano di più a come sarebbero state su Venere. Quando guardò la propria forma, notò che era molto simile a quella della sua vita terrestre. Le sue mani avevano una forma complicata, ma poteva vedere un piccolo vortice su ognuno dei polpastrelli e uno grande sul palmo di ogni mano. Quello sulla mano destra girava in senso orario e il vortice sulla mano sinistra in senso antiorario.
Quando Shature mosse le mani davanti a sé, vide che lasciavano una scia di finissima polvere luccicante. Quando le mosse su e giù, il corpo iniziò a sollevarsi da terra. Decise di uscire ad esplorare. Non appena lasciò la capanna fu attratta nella foresta circostante. Si spostò tra gli alberi con un movimento fluttuante a cui si stava rapidamente abituando. Mentre fluttuava, mosse nuovamente le mani e presto salì sempre più in alto. Con molta sorpresa, scoprì di poter volare. Volò intorno agli alberi e al di sopra della volta della foresta. Si ricordò che prima di incontrare coloro che cambiano aveva effettivamente volato. Tuttavia, era così presa dalla sua missione di trovare una casa che non si era resa conto di ciò che stava facendo.
Era così bello volare. Tutte le creature del Regno Fatato potevano comunicare con lei e le davano il benvenuto a casa loro. Ma, poi si domandò come stavano suo figlio e Jatain e iniziò a preoccuparsi. All’istante si ritrovò a cadere. Si spaventò e poi cadde sempre più velocemente. Poteva vedere il terreno salire e venirle incontro. La paura attanagliò la sua gola e Shature iniziò a gridare. Poi, improvvisamente, udì una voce che arrivava dal profondo dentro di lei.
“Ricorda l’Amore, mia cara!” Era il suo Sé Superiore.
Proprio quando stava per schiantarsi a terra, Shature ricordò l’AMORE. Il sentimento dell’Amore la catturò come una rete e la posò gentilmente sull’umido suolo della foresta. Gli uccelli e le altre creature accorsero per rassicurarla.
“Sì,” pensò. “Devo ricordarmi l’AMORE!”
Continua: "Il Cerchio della Paura"
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Originale in inglese: http://www.multidimensions.com/Unconscious/uncon_dreams_home.html
Tradotto da Susanna Angela per Stazione Celeste