"Il mio interesse va a un’unica cosa essenziale: la liberazione dell’Uomo" -Jiddu Krishnamurti
)*(Stazione Celeste)
Si, cari amici. Noi Possiamo!!! :)))) E quello che è avvenuto lo scorso 4 novembre ne è una lampante dimostrazione, il mio entusiasmo è grande, e il mio cuore palpita di gioia, quello che è avvenuto non è "Il Cambiamento" , ma solo una ulteriore conferma sul fatto che il cambiamento è in atto, ed è un cambiamento che sta risvegliando milioni di coscienze umane.
Solo fino ad una decina di anni fa, uno come Barak non sarebbe mai potuto diventare il presidente degli Stati Uniti d'America. Certamente l'11 settembre, e i conseguenti 8 anni di presidenza Bush che hanno contribuito al compimento di questo miracolo, perché essi hanno dato una accelerazione alla consapevolezza umana. E che poi è quello che ci avevano detto Kryon, Tobias e tanti altre energie canalizzate, quando, attraverso i loro messaggi, ci hanno parlato del senso dell'11 settembre.
Inoltre se ciò è potuto avvenire è stato anche grazie ad Internet, milioni di persone hanno potuto manifestare il loro assenso verso Obana, finanziandolo personalmente cliccando sul proprio PC, e permettendogli così di non aver bisogno dell'appoggio condizionato delle grandi imprese. Questo è il grande potere della rete e le sue immense potenzialità hanno appena iniziato a manifestarsi.
E a chi cercherà di smorzare il mio entusiasmo affermando che anche con l'elezione di Clinton c'erano grandi speranze poi rimaste deluse, dico che le due realtà non sono paragonabili, perché si trovano su livelli dimensionali diversi: l'elezione di Obama rappresenta una svolta epocale per l'umanità e un salto quantico per la coscienza collettiva. Obama incarna la nuova energia, e il suo compito di vita è quello di essere un costruttore di ponti, costruire ponti per avvicinate gli opposti è quello che Barak ha fatto in tutta la vita, e continuerà a fare anche come presidente, perché è scritto nel suo DNA.
Nella nuova energia, il paradigma è cambiato, non serve più ricorrere alla polarità per muovere le cose. Adesso la parola chiave è "armonia", l'armonia tra due opposti che non si percepiscono più come separati, distanti e assestanti ma parte integrante di una stessa unità. E l'armonia tra gli opposti è anche quella si sente ascoltando il discorso di McCain (potete ascoltarlo qui). Il suo volto e le sue parole trasmettono un grande senso di pace e di serenità che tocca i nostri Cuori, egli è un grande Uomo, e non sarebbe potuto essere altrimenti: nel nuovo paradigma, se Obama è un grande Uomo, deve esserlo anche il suo antagonista, poiché l'uno non è altro che un riflesso dell'altro.
E' vero che le cose potrebbero andare diversamente, però intanto fatemi/ci godere ORA questo momento di gioia senza pensare a ciò che potrebbe accadere domani, tutta questa gioia che ci scaturisce dal Cuore è benedetta e non può che farci bene.
Forse Obama non riuscirà a fare tutto ciò che vorrebbe, oppure qualcuno cercherà di fargli fare la fine di Kennedy, purtroppo anche questa è una realtà probabile. Ma fra tutte la realtà quella che emergerà, per la ormai nota legge di attrazione, sarà quella a cui la maggior parte delle persone vorrà credere, e se l'umanità non si sente ancora pronta per il grande salto, vorrà dire che dovremo ancora aspettare un po' di tempo, come già è avvenuto in passato.
Per questo il nostro ruolo, come Esseri senzienti, in questi anni sarà fondamentale e sarà soprattutto nostra la responsabilità e l'onere di sostenere energeticamente questa realtà.
Questo significa crederci veramente con il Cuore, e attraverso ogni pensiero, parola e azione cercare di comportarsi come se essa fosse già qui. Stando attenti a non farsi agganciare emotivamente da chi ci propinerà altre realtà che alimentano l'odio e la separazione.
Il nostro compito come "Operatori della Nuova Energia" sarà proprio quello di promuovere (ognuno nel suo particolare modo) la realtà del nuovo paradigma, affinché essa possa manifestarsi pienamente in tutto il suo splendore.
L'unica certezza che abbiamo è che questo presto o tardi avverrà, ma il quando dipenderà solo da noi.
Cari amici quelli che ci aspettano sono grandi anni, ed è un grande privilegio per noi poter essere ora qui presenti e consapevoli.
Di seguito vi ho incollato la traduzione del discorso di Obama, affinché questo bellissimo messaggio di Pace possa rimanere impresso negli archivi della Stazione Celeste e nei nostri Cuori
Barack, naturalmente, in questo discorso parla all'America, ma in realtà io so che il suo Cuore sta parlando a tutta l'umanità, provate a sostituire la parola America con Mondo, e guardate cosa viene fuori, ecco quello è per me, il suo messaggio.
Leggetelo e rileggetelo con questa nuova chiave di lettura, perché' in esso è custodito il germe della nuova Umanità.
(((: Abbracci & Sorrisi :))))
dalla Stazione Celeste
Pietro)*
(Obama a Berlino saluta l'Europa, sullo sfondo la colonna della Vittoria con l'Angelo d'oro)
Il discorso di Barack Obama il giorno della Vittoria
Ciao Chicago, Se c'è qualcuno lì fuori che ancora dubita che l'America sia un posto dove tutto è possibile; che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è vivo ai nostri tempi; che ancora mette il dubbio il potere della nostra democrazia: questa notte è la vostra risposta. E' la risposta delle code che si allungavano intorno alle scuole e alle chiese in numeri che questa nazione non aveva mai visto, della gente che ha aspettato tre e quattro ore, molti per la prima volta nella vita, perché credevano che questa volta dovesse essere diverso, che le loro voci potessero fare la differenza. E' la risposta che viene dai giovani e dai vecchi, dai ricchi e dai poveri, democratici e repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, indigeni americani, gay, eterosessuali, disabili e no. Gli americani hanno mandato un messaggio al mondo: non siamo mai stati solo una lista di individui o una lista di Stati rossi e Stati blu. Siamo, e sempre saremo, gli Stati Uniti d'America.
E' la risposta che ha guidato quelli che si sono sentiti dire per tanto tempo di essere cinici e spaventati e dubbiosi su quello che possiamo ottenere, mettendo le loro mani sull'arco della storia e piegandolo una volta di più alla speranza di un giorno migliore. C'è voluto molto a venire, ma stanotte, per quello che abbiamo fatto in questo giorno in questa elezione in questo momento cruciale, il cambiamento è arrivato in America. Poco fa stasera ha ricevuto una bellissima telefonata dal senatore McCain. Il senatore McCain ha combattuto lungamente e duramente in questa campagna e ha combattuto anche più lungamente e duramente per il paese che ama. Ha sopportato sacrifici per l'America che la maggioranza di noi neanche possono immaginare. Siamo tutti migliori per i servigi resi da questo coraggioso, altruista leader. Mi congratulo con lui e mi congratulo col governatore Palin per quello che sono riusciti a fare. E aspetto con ansia di lavorare con loro per rinnovare la promessa della nazione nei mesi a venire. Voglio ringraziare il mio compagno in questo viaggio, un uomo che ha fatto campagna dal cuore e ha parlato per gli uomini e le donne con cui è cresciuto nelle strade di Scranton ... E con cui è andato in treno verso casa nel Delaware, il vicepresidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden.
E non sarei qui stasera senza il sostegno incrollabile della mia migliore amica degli ultimi 16 anni, la roccia della nostra famiglia, l'amore della mia vita, la prossima first lady del paese... Michelle Obama. Sasha e Malia... Vi amo più di quanto potete immaginare. E vi siete guadagnate il nuovo cucciolo che verrà con noi alla Casa Bianca. E anche se non è più con noi, so che mia nonna sta guardando, insieme alla famiglia che mi ha fatto quello che sono. Mi mancano stanotte. So che il mio debito verso di loro è incommensurabile.
A mia sorella Maya, a mia sorella Alma, a tutti gli altri fratelli e sorelle grazie per tutto il sostegno che mi avete dato, vi sono grato. E al manager della mia campagna, David Plouffe... L'eroe silenzioso di questa campagna, che ha costruito la migliore campagna politica, credo, della storia degli Stati Uniti d'America. E al mio principale stratega David Axelrod, che mi ha accompagnato in ogni passo della via. Alla migliore squadra di campagna mai messa insieme nella storia della politica: è merito vostro e vi sono grato per sempre per i sacrifici che avete fatto perché accadesse. Ma soprattutto, non dimenticherò mai a chi appartiene davvero questa vittoria. Appartiene a voi. Appartiene a voi. Non sono mai stato il candidato più probabile per questo incarico. Non abbiamo cominciato con molti soldi o molti sostegni. La nostra campagna non è nata nei corridoi di Washington. E' iniziata nei cortili di Des Moines e nei salotti di Concordia e sui portici di Charleston. E' stata costruita da uomini e donne che lavorano che hanno tirato fuori i pochi risparmi che avevano per donare 5, 10, 50 dollari alla causa. Ha tratto forza dai giovani che hanno rifiutato il mito dell'apatia della loro generazione; che hanno lasciato le case e le famiglie per lavori che davano loro pochi soldi e ancor meno sonno. Ha tratto forza dai non più giovani che hanno affrontato il freddo intenso e il caldo afoso per bussare alle porte di assoluti sconosciuti, e dai milioni di americani che si sono offerti volontari e hanno organizzato e dimostrato che oltre due secoli dopo, un governo della gente, dalla gente e per la gente non è scomparso dalla Terra.
Questa è la vostra vittoria. E so che non l'avete fatto solo per vincere le elezioni. E so che non l'avete fatto per me. L'avete fatto perchè capite l'enormità del compito di fronte a noi: mentre celebriamo stanotte, sappiamo che le sfide che ci porterà domani sono le più grandi della nostra epoca: due guerre, un pianeta a rischio, la peggior crisi finanziaria da un secolo. Anche mentre siamo qui stasera sappiamo che ci sono coraggiosi americani che si svegliano nei deserti dell'Iraq e fra le montagne dell'Afghanistan per rischiare le loro vite per noi. Ci sono madri e padri che restano svegli quando i bambini dormono e si chiedono come pagheranno il mutuo o le parcelle del medico o come risparmieranno abbastanza per mandarli all'università. C'è una nuova energia da sfruttare, nuovi lavori da creare, nuove scuole da costruire, minacce da affrontare, alleanze da riparare. La strada davanti a noi sarà lunga. La salita sarà ripida. Forse non ci arriveremo in un anno o nemmeno in un mandato. Ma, America, non ho mai nutrito tanta speranza come stanotte che ci arriveremo. Ve lo prometto, noi come popolo ci arriveremo.
PUBBLICO: 'Sì possiamo. Sì possiamo'.
Ci saranno ricadute e false partenze. Ci sono molti che non saranno d'accordo con tutte le decisioni e le politiche che seguirò da presidente. E sappiamo che il governo non può risolvere ogni problema. Ma sarò sempre onesto con voi sulle sfide che affrontiamo. Vi ascolterò, soprattutto quando non saremo d'accordo. E soprattutto vi chiederò di partecipare nell'opera di rifare questo paese, nell'unico modo in cui l'abbiamo fatto in America per 221 anni, pezzo a pezzo, mattone dopo mattone, mano callosa su mano callosa. Quel che è cominciato 21 mesi fa nel profondo dell'inverno non può finire in questa notte d'autunno. Da sola questa vittoria non è il cambiamento che vogliamo. E non potrà succedere se torniamo alle cose com'erano. Non può succedere senza di voi, senza un nuovo spirito di servizio, un nuovo spirito di sacrificio. Quindi richiamiamo un nuovo spirito di patriottismo, di responsabilità, in cui ognuno di noi si decide a partecipare e lavorare più duro e a badare non solo a noi stessi ma agli altri. Ricordiamoci che se questa crisi finanziaria ci ha insegnato qualcosa, è che non è possibile che Wall Street prosperi mentre Main Street (la gente comune) soffre. In questo paese, cresciamo o affondiamo come una nazione sola e un popolo solo. Resistiamo alla tentazione di ricadere nelle stesse divisioni e nelle stesse meschinità e immaturità che hanno avvelenato così a lungo la nostra politica. Ricordiamoci che ci fu un uomo di questo Stato che per primo portò la bandiera del partito repubblicano alla Casa Bianca, un partito fondato sui valori della fiducia in se stessi e delle libertà individuali e dell'unità nazionale. Sono valori che tutti condividiamo. E se il partito democratico stanotte ha ottenuto una grande vittoria, lo facciamo con umiltà e determinazione per sanare le spaccature che hanno frenato il nostro progresso. Come Lincoln disse a una nazione ben più spaccata della nostra, non siamo nemici ma amici. Le emozioni possono forzare ma non devono spezzare i legami dell'affetto. E a quegli americani di cui devo ancora conquistare l'appoggio: non avrò ottenuto il vostro voto stasera ma sento le vostre voci. Mi serve il vostro aiuto. E sarò anche il vostro presidente. E a tutti coloro che guardano stasera al di là delle nostre spiagge, dai parlamenti e dai palazzi, a quelli che si raccolgono intorno alle radio negli angoli dimenticati del mondo; le nostre storie sono diverse ma condividiamo lo stesso destino; una nuova alba della leadership americana è a portata di mano.
Sì possiamo.
Quando c'era solo disperazione nella polvere e la depressione in tutto il paese, ha visto una nazione che sconfiggeva la paura stessa con un New Deal, nuovi lavori, un nuovo senso di scopo comune.
Sì, possiamo. PUBBLICO: Sì possiamo.
Quando le bombe sono cadute sul nostro porto e la tirannia minacciava il mondo, lei era lì a testimoniare una generazione che si elevava all'eroismo e una democrazia che veniva salvata:
sì possiamo. PUBBLICO: Sì, possiamo.
Lei c'era per gli autobus a Montgomery, gli idranti a Birmingham, un ponte a Selma, e un predicatore di Atlanta che disse a un popolo che 'We Shall Overcome', 'noi ce la faremo'.
Sì, possiamo. PUBBLICO: Sì, possiamo.
Un uomo ha camminato sulla luna, un muro è caduto a Berlino, un mondo è stato messo in rete dalla nostra scienza e dalla nostra fantasia.
E quest'anno in questa elezione, lei ha messo il dito su uno schermo e ha votato, perché dopo 106 anni in America, attraverso i tempi migliori e le ore più buie, lei sa come l'America può cambiare.
Sì, possiamo. PUBBLICO: Sì possiamo.
America, abbiamo fatto tanta strada. Abbiamo visto tanto. Ma c'è ancora tanto da fare. Stasera chiediamoci: se i nostri figli dovessero vivere fino a vedere il prossimo secolo, se le mie figlie fossero così fortunate da vivere tanto quanto Ann Nixon Cooper, che cambiamenti vedranno? Che progressi avremo fatto? Questa è la nostra opportunità di rispondere.
Questo è il nostro momento per ridare alla nostra gente il lavoro e aprire porte dell'opportunità ai nostri bambini, per ridare la prosperità e promuovere la causa della pace; per reclamare il sogno americano e riaffermare quella volontà fondamentale, che di tanti, siamo uno; che finché abbiamo respiro, abbiamo speranza.
E se troviamo davanti a noi il cinismo e i dubbi e chi ci dice che non possiamo, risponderemo con quel credo senza tempo che riassume l'intero spirito di un popolo:
sì, possiamo.
Grazie. Dio vi
benedica. E Dio
benedica gli Stati
Uniti d'America.
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