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È facile parlare della bellezza del matrimonio. Ci sono degli aspetti ispiratori
ed elevati nella promessa solenne di vivere una vita sacra nella sacralità con i
nostri partner. I cristiani si sposano chiamando il marito Cristo e la moglie
Chiesa, ed è meraviglioso vedere l’archetipo del maschio come amante, colui
che provvede e l’archetipo della femmina come focolare domestico e nutrimento. E
tutti questi ideali sono veri e meravigliosi, nonostante la nostra società li
abbia fatti apparire distorti. Ma il matrimonio è anche lavoro duro, molto
duro. All’inizio non lo è, forse, perché sappiamo essere bravi a mostrare il
nostro lato migliore. Possiamo anche essere così proiettati sugli obiettivi,
come avere una casa e creare una famiglia, che siamo troppo impegnati a non fare
null’altro se non il nostro lavoro e il nostri doveri. Ma le case sono solo delle
strutture, e i bambini non hanno mai reso le cose più semplici, e man mano che
impariamo a riconoscere le più piccole inclinazioni e i reciproci pensieri,
possiamo diventare molto esigenti l’uno nei confronti dell’altro, più sensibili
ai difetti percepiti di entrambi e pronti a criticare. Nel frattempo, i nostri
degni compagni ci vedono con uno sguardo altrettanto chiaro. Diventa più facile
avere una relazione avversa che un’unione d’amore. Ed è sempre più facile
separarsi, andare d’accordo è diventata la vera sfida. Eppure questa
ostinazione al duro lavoro è ciò che distingue un buon matrimonio da uno
cattivo e, sempre più, coloro che sono ancora sposati da chi è separato o
divorziato. Non saprei cosa scrivere del matrimonio se lo privassi di queste
difficoltà intrinseche e persistenti. Posso solo dire che i momenti più felici
della mia vita sono stati all’interno di un rapporto di coppia. Per me, resta
uno stato che è come un immenso regalo, un meraviglioso dono sempre
pronta ad aprire.
Per la fiducia, l’infedeltà nel matrimonio è ancora più dannosa
dell’infedeltà in una relazione al di fuori del matrimonio, perché si è preso un
impegno per la vita, c’è stata una promessa di vivere nella fedeltà, fatta in
pubblico e davanti a un’autorità importante, la stessa divinità o il sacerdote o
il sindaco che svolge la cerimonia. Eppure accade.
Il ricercatore
metafisico, per lo più, cercherà di ignorare i suggerimenti che
sono casuali e ripetuti di riportare l’attenzione nella
relazione di coppia. Il maschio non riuscirà mai a farlo
perfettamente. La femmina può cercare di essere indulgente,
comprensiva e così via, ma nuovamente, il fallimento è
inevitabile. Amici miei, in questo caso come in tutti gli altri,
avete l’un l’altro per aiutarvi reciprocamente, e soprattutto
incoraggiamo ciascuno di voi a vedere, con uno sguardo
misericordioso e deciso, la dinamica che la sessualità vi offre
ed essere pronti a perdonarvi e sempre disposti a fidarvi
reciprocamente. A questo livello, quando c’è un contrasto, si
blocca molta energia, ed è una cosa ricorrente per il
ricercatore metafisico essere un po’ bloccato a tale livello. Vi abbiamo
già parlato dei pericoli legati al lavoro sulla
consapevolezza se prima non liberate le energie inferiori, e lo
ricordiamo ancora a ciascuno di voi: il lavoro iniziale è quel
lavoro che è il più basso, il più basilare e il più
fondamentale. La prima santità è lì, dove i piedi incontrano la
terra, dove lo spirito incontra il corpo. È lì dove nascono le
entità; è lì dove le entità esprimono la loro più
profonda natura fisica; è lì dove inizia un buon lavoro.
[Q’uo, trascrizione del 9 aprile 1995, pagg. 9-10]
So che è possibile perdonare l’infedeltà perché il mio primo marito
ebbe un’amante in un momento difficile, mentre sfuggiva ai vincoli
della sua umanità e del nostro matrimonio. Sapevo che era
tremendamente infelice e non avevo nessuna speranza di consolarlo. E
così accettai la sua infedeltà, sperando che potesse dargli un po’
di pace e di felicità, e chiaramente non fu così. Risultò esserci un
ulteriore dolore nel suo cuore. Perdonai, e perdonai ancora, anche
se mi fu strappato il cuore, o così sembrava. Se il matrimonio fosse
stato in grado di sopravvivere, avrei potuto dimenticare
l’incidente, sia perché era stata una breve parentesi, sia perché
lui iniziò a trattarmi meglio. Non fu questo ciò che distrusse il
matrimonio; l’odio genuino di mio primo marito nei confronti del
matrimonio stesso fece terminare la nostra unione. In un certo
senso, avrei preferito non conoscere l’intero episodio, ma lo
conoscevo troppo bene per non sapere quello che lui stava
attraversando. Per coloro che possono aver tradito una volta, solo
per essersi amaramente pentiti, possono scegliere di trattenersi
dal condividere questo errore con il compagno. Tuttavia, se è un
peso troppo grande per l’anima, deve essere condiviso. Alcune
persone fanno molta fatica a perdonare l’infedeltà, per quanto
isolata o superficiale, rispetto a una ricorrente o seria, perciò,
prima di farlo, abbiate molto chiare le conseguenze che ci saranno
quando racconterete tutto!
Ci sono diversi livelli di infedeltà. Flirtare per me è doloroso
quanto la spudorata promiscuità sessuale. La richiesta del mio
attuale marito, negli anni ’80, di avere un matrimonio aperto fu per
me fonte di
grande sofferenza. Richiese questa condizione
all’inizio della nostra vita coniugale ma non si diede mai da fare
in tal senso e, man mano che la sacralità della nostra vita sessuale
fioriva, finì col diventare un assoluto sostenitore della monogamia. Ma quello che stava esprimendo in quel periodo era un desiderio di
libertà. Sapevo che nessun uomo rimane mai fedele perché sua moglie
glielo chiede, perciò semplicemente acconsentii ad avere un
matrimonio aperto, sentendomi enormemente sollevata e felice quando
lui stesso maturò abbastanza come essere umano e iniziò a percepire
la libertà come l’opportunità di essere libero con me, e a
sviluppare quel sentimento coniugale che è così importante per una
relazione duratura e sana. Alla fin fine si tratta sempre della
nostra sessualità. Un uomo o una donna possono considerare il
proprio compagno come un dei tanti partner sessuale presenti su
questo pianeta, oppure il partner sessuale che concentra tutta la
polarità sessuale del pianeta in un solo essere a noi vicino. Credo
che le donne, rispetto agli uomini, siano maggiormente spinte dalla
cultura a vedere i propri mariti in questo modo sacro, ma ho anche
notato che entrambi i sessi sono in egual misura capaci di
raggiungere questo livello di desiderio sessuale nei confronti del
loro unico e perfetto compagno. Per fortuna questo non ha quasi mai
nulla a che vedere con il nostro aspetto ma ha molto a che fare con
il modo in cui ci trattiamo a vicenda. I regni più reconditi del
sesso sacro sono accessibili per quelle coppie che attraversano il
fuoco e sono in grado di riconoscersi reciprocamente come partner
perfetti. Inoltre in questo gioco luminoso c’è l’energia che dà la
vita. Credo sinceramente che il sesso sacro consapevolmente offerto
abbia alimentato il contatto del nostro gruppo con
Ra, e persino
oggi alimenta la vita di entrambi, mia e di Jim.
A volte il miglior tentativo in un matrimonio può fallire. Melissa
dice:
Lui aveva
bisogno di una separazione. Giunsi alla conclusione che,
nonostante le mie paure e i miei bisogni, dovevo concedergliela.
Tutto quello che sarebbe potuto accadere in una separazione era
successo, tra cui permettere alle energie di altre persone di
entrare romanticamente. Per me è stato tutto tremendamente
doloroso.
Continuiamo
ad essere molto intimi, infatti ci parliamo diverse volte al
giorno. Questa esperienza mi ha obbligato a guardare molto più
da vicino la mia cosiddetta fede in qualcosa, la mia
“spiritualità”, la mia disciplina mentale-emotiva e la mia forza
di carattere. Mi sento così incerta in certi giorni, e non mi ha
sorpreso che proprio in quel particolare giorno è arrivata la
tua lettera, ancora una volta stavo mettendo in dubbio se volevo
rimanere su questa terra oppure no.
[Melissa, lettera del 10 giugno 1999]
E 169 fa
eco:
Ho vissuto un
divorzio tremendamente doloroso che mi ha lasciata con una
sensazione di vuoto e, senza capire perché, la fiducia e la fede
profondamente sentite che mi avevano portato ad abbandonare la
mia sicurezza in Europa e a seguire fin qui quest'uomo, mi hanno
lasciata priva di amore e sostegno.
[169, lettera del 23 settembre 1997]
Possiamo
sentire il dolore e lo strazio in questi eventi, la separazione di
ciò che si riteneva durasse una vita intera.
Q’uo ci assicura che
anche se finisce con il divorzio, è sempre valsa la pena avere una
relazione così impegnativa.
Ora parliamo del
concetto di fallimento nelle relazioni. La promessa di
matrimonio termina spesso con l’equivalente di una dichiarazione
di cessazione o divorzio. Cosa succede quindi all’accordo in
termini metafisici? Ha ancora valore? Ha valore nella misura e
dal momento in cui il ricercatore sia stato sincero nel
rivendicare la sua promessa metafisica. È nella natura
dell’illusione truffare, ingannare e ostacolare l’altro, così,
spesso capita che le promesse vengano rotte e i matrimoni
finiscano. Eppure, metafisicamente, la forza della promessa, la
forza della volontà di servire nel rispetto della promessa,
servono molto a rafforzare, equilibrare e regolarizzare la
propria ricerca interiore. Non c’è modo per chi ricorre alla
promessa, di sapere con certezza che sarà in grado di mantenerla
perché all’interno dell’illusione che sperimentate, possono
entrare in gioco diverse forze che possono distruggere le vostre
fondamenta e strapparvi dalle radici che avete messo.
Semplicemente andate alla deriva, e nella vostra confusione vi
domandate se sia valsa la pena sperimentare tutto quello che
avete sperimentato. Vi assicuriamo che tutti i tentativi di
mantenere le promesse che avete fatto sono stati molto utili.
Ogni giorno, ogni ora, se sembra sia avvenuto un fallimento, è
opportuno ricordare che il fallimento rientra nella vostra
illusione, ma che la promessa è eterna, non una promessa da
mantenere eternamente ritornando con un compagno ripetutamente
attraverso l’infinito ciclo del tempo, ma piuttosto una luce che
è resa eterna da due che metafisicamente sono diventati uno e
che insieme hanno ricercato la maestria.
[Q’uo, trascrizione del 28 giugno 1987, pag. 4]
Trovo che
sia bello augurarsi che tutti abbiano una relazione, sia che si
riesca oppure no a esprimere pienamente le qualità e gli ideali che
vorremmo offrirci l’un l’altro. La reciproca attrazione è il primo
passo per diventare uno attraverso molte vite. Immagino che tutti
noi abbiamo avuto amori e passioni sfortunati, che a loro modo sono
stati tutti veri. Lo scopo di ognuna di queste esperienze è di
diventare veramente uniti, come il complesso di memoria collettiva
che ci stiamo sforzando di diventare nella densità successiva, in
cui tutti siamo innamorati l’uno dell’altro e ci accettiamo a
vicenda per come siamo, pur dandoci reciprocamente il diritto ad
avere i confini dell’unicità e del valore personale. Che ciascuno di
noi possa fiorire nelle relazioni, portando in esse tutto ciò che
siamo e tutto ciò che abbiamo, perché sono veramente una parte
importante della ricchezza di questa esperienza di vita terrena.
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