)*(Stazione Celeste)
LA LEGGE DELL'UNO
LIBRO II THE RA
MATERIAL
Sessione 42
22 Marzo 1981
RA. Sono Ra. Vi do il benvenuto nell'amore e nella luce nell'Uno Infinito Creatore. Stiamo comunicando.
INTERVISTATORE: Farò un'asserzione e ti prego di correggermi se sbaglio. Credo che l'entità equilibrata non venga influenzata da emozioni positive o negative, qualunque situazione si trovi ad affrontare. Rimanendo così indifferente può discernere chiaramente le reazioni adeguate e necessarie in armonia con la Legge dell'Uno. E' corretto?
RA: Sono Ra. Questa è un'applicazione scorretta dell'equilibrio di cui abbiamo discusso in precedenza. L'esercizio di sperimentare i sentimenti e quindi trovare consapevolmente la loro antitesi all'interno di se stessi, ha come obbiettivo, non il tranquillo fluire dei sentimenti sia positivi che negativi rimanendo distaccati, ma piuttosto l'obiettivo di divenire distaccati. Questo è un risultato più semplice e richiede molta pratica.
Il catalizzatore dell'esperienza opera perché avvengano gli apprendimenti/insegnamenti di questa densità. Tuttavia, se nell'essere vi è una qualsiasi reazione, l'entità sta ancora utilizzando il catalizzatore per apprendere/insegnare. Il risultato finale prevede che il catalizzatore non sia più necessario. Di conseguenza non sarà più necessaria questa densità. Non si tratta di indifferenza o obiettività, ma di compassione e amore ben sintonizzati che considerano tutte le cose come amore. Questa visione non suscita alcuna risposta a causa delle reazioni catalitiche. Così l'entità è in grado di divenire co-Creatore di avvenimenti empirici. Questo è il vero equilibrio.
INTERVISTATORE: Proverò a fare un'analogia. Se un animale, diciamo, un toro, ti attacca perché sei entrato nel suo recinto, scappi immediatamente ma senza prendertela con lui. L'unica reazione che sovviene è quella che potrebbe farti del male. Tuttavia, se incontri un altro essere nel suo territorio ed egli ti attacca, la natura della tua reazione sarà più emozionale, e originerà risposte fisiche corporee. Ho ragione a presumere che se la tua razione, sia nei confronti dell'animale che dell'altro essere, sia quella di vederli entrambi come il Creatore ed amarli entrambi e capire che la loro azione di attaccarti sia stata dettata dal loro libero arbitrio, allora hai bilanciato te stesso in modo adeguato? E' corretto?
RA: Sono Ra. E' sostanzialmente corretto. Tuttavia, l'entità bilanciata vede nell'attacco di un altro essere le cause di questa azione che sono, in molti casi, di natura più complessa che non quella del toro di seconda densità che tu hai preso ad esempio. Così questa entità bilanciata sarebbe aperta a molte più opportunità per il servizio di un altro essere di terza densità.
INTERVISTATORE: Un'entità perfettamente equilibrata avvertirebbe una qualche reazione emozionale nell'essere attaccata da un altro individuo?
RA: Sono Ra. Esatto. La reazione è amore.
INTERVISTATORE: Nell'illusione che stiamo vivendo è difficile avere questo tipo di reazione soprattutto se l'attacco provoca del dolore fisico, ma presumo che questo tipo di reazione dovrebbe verificarsi anche nel caso di dolore fisico o di morte. E' corretto?
RA: Sono Ra. E' corretto ed è inoltre di basilare importanza per la comprensione, diciamo, del principio dell'equilibrio. L'equilibrio non è indifferenza: chi osserva non deve essere accecato da alcun sentimento di separazione ma piuttosto deve essere pienamente permeato d'amore.
INTERVISTATORE: Nell'ultima seduta hai detto, "Noi di Ra, abbiamo trascorso molto tempo/spazio in quinta densità per bilanciare l'intensa compassione che avevamo guadagnato in quarta densità". Puoi approfondire questo concetto riferendoti al materiale appena trattato?
RA: Sono Ra. La quarta densità, come abbiamo detto, abbonda di compassione. Questa compassione è assurda se vista attraverso gli occhi della saggezza. E' la salvezza della terza densità ma crea un disaccordo nell'equilibrio finale dell'entità.
Così noi, come complesso di memoria collettiva di quarta densità, avevamo la tendenza alla compassione, persino al martirio, per aiutare gli altri esseri. Quando venne raggiunto il raccolto di quinta densità, scoprimmo che in questo livello vibratorio vi erano delle imperfezioni nell'efficacia di tale compassione. Trascorremmo molto tempo/spazio in contemplazione di quei modi del Creatore che permeano l'amore con la saggezza.
INTERVISTATORE: Vorrei provare a fare un'analogia di questo concetto per la terza densità. Molte entità provano una grande compassione riguardo i problemi fisici di altri esseri di terza densità, che li porta ad aiutarli in molti modi: con il cibo, se il problema è la fame, come avviene nelle nazioni africane, dando loro le medicine, se l'aiuto necessario è di tipo medico, e dimostrandosi molto altruisti in tutti questi servizi.
Tutto ciò sta creando una vibrazione in armonia con il raggio verde, o di quarta densità, ma non è bilanciato con la comprensione di quinta densità per il quale queste entità stanno sperimentando dei catalizzatori e un aiuto più bilanciato ai loro bisogni sarebbe quello di fornir loro l'insegnamento necessario a raggiungere lo stato di consapevolezza di quarta densità piuttosto che soddisfare i loro bisogni fisici in questo tempo. E' corretto?
RA: Sono Ra. Non è corretto. Per un complesso mente/corpo/spirito che sta morendo di fame, la risposta adeguata è il nutrimento del corpo. Puoi dedurre qualcosa da tutto ciò.
D'altro canto, hai ragione nel dire che la risposta del raggio verde non è affinata quanto quella che è stata permeata di saggezza. Questa saggezza permette all'entità di apprezzare i propri contributi alla coscienza planetaria tramite la qualità del proprio essere senza tenere conto dell'attività o del comportamento che si aspetta dei risultati su piani visibili.
INTERVISTATORE: Allora perché, in questo tempo, in Africa abbiamo il grave problema dell'inedia? Ci sono delle ragioni metafisiche? O è puramente casuale?
RA: Sono Ra. La tua precedente assunzione era corretta: cioè l'azione catalitica svolta dall'inedia e dalla malattia.
Tuttavia, rientra nel libero arbitrio di un'entità rispondere a questa situazione difficile di altri esseri e l'offerta di cibo e altre sostanze è una risposta adeguata che rientra nella struttura del vostro apprendimento/insegnamento di questo tempo che prevede la crescita del senso di amore e servizio verso gli altri esseri.
INTERVISTATORE: Qual è la differenza, in termini di attivazione dei centri di energia, tra una persona che reprime le reazioni emozionali di fronte a situazioni con una forte carica emotiva e la persona davvero bilanciata che, di conseguenza, non ne viene influenzata?
RA: Sono Ra. Questa domanda contiene un presupposto scorretto. Per l'entità perfettamente bilanciata nessuna situazione avrà una forte carica emotiva. Con questa precisazione, possiamo asserire quanto segue: la repressione delle emozioni depolarizza l'entità al punto che in seguito sceglierà di non utilizzare l'azione catalitica dello spazio/tempo presente in modo spontaneo, indebolendo così i centri di energia.
Tuttavia, se la causa di questa repressione è la considerazione per gli altri esseri, vi è una certa polarizzazione verso il positivo. L'entità che ha lavorato a sufficienza con il catalizzatore, così da essere in grado di percepirlo ma che non sente la necessità di esprimere delle reazioni, non è ancora bilanciata ma non viene depolarizzata grazie alla trasparenza del suo continuum empirico. Così, il graduale aumento della capacità di osservare la reazione di un essere e di conoscere il sé avvicinerà ancora di più il sé a un reale equilibrio.
E' necessaria e opportuna la pazienza, poiché sul vostro piano il catalizzatore è intenso e il suo utilizzo può essere apprezzato solo dopo un lungo periodo di apprendimento/insegnamento.
INTERVISTATORE: Come fa una persona a sapere se non è influenzata da una situazione con una forte carica emotiva, o se sta reprimendo il flusso di emozioni o ancora, se è davvero in equilibrio e quindi realmente non influenzata?
RA: Sono Ra. Abbiamo già parlato a questo riguardo. Quindi, possiamo brevemente reiterare che per l'entità bilanciata nessuna situazione ha una carica emotiva ma è semplicemente una situazione come un'altra in cui l'entità può o non può intravedere l'occasione per essere di servizio. Più un'entità si avvicina a questo atteggiamento più è bilanciata.
Ti preghiamo di notare che non intendiamo consigliare la repressione o la soppressione delle reazioni di fronte al catalizzatore, a meno che tali reazioni costituiscano un ostacolo inadeguato alla Legge dell'Uno verso un altro essere. E' molto, molto meglio permettere all'esperienza di esprimersi, così che l'entità possa utilizzare appieno il catalizzatore.
INTERVISTATORE: In che modo un individuo valuta quali centri di energia all'interno del proprio essere sono attivati e non hanno immediato bisogno di attenzione e quali centri di energia non sono attivati e necessitano di un'attenzione immediata?
RA. Sono Ra. I pensieri di un'entità, i pensieri o le emozioni, e quasi tutto il suo comportamento sono le indicazioni per l'insegnamento/apprendimento del sé da parte del sé. Nell'analisi della esperienze di un ciclo diurno un entità può valutare ciò che considera pensieri, comportamenti, sentimenti ed emozioni inadeguate. Esaminando queste attività inadeguate dei complessi mente, corpo e spirito, l'entità può porre queste distorsioni nell'adeguato raggio vibrazionale e quindi considerare dove è necessario operare.
INTERVISTATORE: Nell'ultima seduta hai detto che, "quando il sé è consapevole in misura sufficiente all'opera di questo catalizzatore e alle tecniche di programmazione, può, attraverso la concentrazione della volontà e la facoltà della fede, determinare la riprogrammazione senza l'analogia del digiuno, l'alimentazione o altre discipline". Quali sono le tecniche di programmazione che utilizza il Sé Superiore per assicurarsi che le lezioni desiderate vengano imparate, o comunque si cerchi di impararle, dall'entità di terza densità?
RA: Sono Ra. Vi è solo una tecnica per questa crescita o nutrimento della volontà e della fede: cioè la focalizzazione dell'attenzione. Il metro dell'attenzione di coloro che voi chiamate bambini è considerata breve. Il metro dell'attenzione spirituale di gran parte della vostra gente è come quella di un bambino. Quindi bisogna imparare a intensificare l'attenzione e mantenerla per la programmazione desiderata.
Questo processo, se continuo, rafforza la volontà. L'intera attività può avvenire solo quando esiste la fede che un risultato di questa disciplina sia possibile.
INTERVISTATORE. Puoi dirmi qualche esercizio che aiuti ad aumentare questo metro di attenzione?
RA: Sono Ra. Questi servizi sono piuttosto diffusi in molte tradizioni mistiche delle tue entità. La visualizzazione di una forma e di un colore che ispiri la meditazione è il cuore di ciò che voi chiamereste l'aspetto religioso di questa sorta di visualizzazione.
La visualizzazione di semplici forme e colori che non hanno qualità ispiratrici innate per l'entità, formano la base di ciò che voi potreste chiamare tradizioni magiche.
Sia che l'immagine sia una rosa o un cerchio, non è importante. Tuttavia, è consigliabile scegliere uno o l'altro cammino verso la visualizzazione allo scopo di esercitare questa facoltà. Ciò è dovuto all'attenta disposizione di forme e colori che sono stati descritti come visualizzazioni da coloro permeati di tradizioni magiche.
INTERVISTATORE. Da giovane ho studiato la scienza dell'ingegneria che comprende la necessità di visualizzazioni tridimensionali per i processi di progetti. Può essere di aiuto, come base, per il tipo di visualizzazione di cui stai parlando, o non conta niente?
RA: Sono Ra. Per te, intervistatore, questa esperienza è utile. Per un'entità meno sensibilizzata non produrrebbe l'adeguato aumento di energia di concentrazione.
INTERVISTATORE: Quindi l'entità meno sensibilizzata dovrebbe usare... Cosa dovrebbe usare per l'energia adeguata?
RA: Sono Ra. Nell'individuo meno sensibilizzato è adeguata la scelta di immagini personalmente ispiratrici, che sia una rosa, simbolo di perfetta bellezza, la croce, simbolo di sacrificio, il Buddha che rappresenta Tutti-gli-esseri in Uno, o qualunque cosa possa ispirare l'individuo.
INTERVISTATORE: Utilizzando la relazione insegnamento/apprendimento di genitore e figlio, che tipo di azione dimostrerebbe l'attivazione dei centri di energia in sequenza dal rosso al viola?
RA: Sono Ra. Questa sarà l'ultima domanda completa della seduta.
L'entità, bambino o adulto, non è uno strumento con cui giocare. L'adeguato insegnamento/apprendimento del genitore al figlio è la sincerità del padre e la totale accettazione del bambino. Tutto ciò racchiuderà qualsivoglia materiale l'entità figlio ha portato nell'esperienza di vita di questo piano.
Ci sono due cose particolarmente importanti oltre all'accettazione di base del bambino da parte del genitore. Innanzitutto, l'esperienza di qualunque mezzo il genitore utilizzi per adorare e rendere grazie all'Uno Infinito Creatore, dovrebbe, se possibile, essere condivisa con l'entità figlio su base giornaliera, come voi direste. Secondo, la compassione del genitore verso il figlio può essere moderata dalla comprensione che l'entità figlio può imparare dal genitore le tendenze del servizio verso gli altri o verso il sé. Questa è la ragione per cui una certa disciplina è adeguata nell'insegnamento/apprendimento. Ciò non ha attinenza con l'attivazione dei centri di energia poiché ogni entità è unica e ogni relazione con il sé e con gli altri è doppiamente unica. Per questa ragione le linee guida offerte sono solo generali.
Hai una breve domanda prima che lasciamo questo strumento?
INTERVISTATORE: Possiamo fare qualcosa perché lo strumento sia maggiormente a proprio agio o per migliorare il contatto?
RA: Sono Ra. Lo strumento è a posto. Vi lascio, amici miei, nell'amore e nella luce dell'Infinito Creatore. Continuate, quindi, a rallegrarvi nel potere e nella pace dell'Uno Infinito Creatore. Adonai.
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Originale in Inglese: http://www.llresearch.org/transcripts/issues/1981/1981_0322_book_2.htm
Traduzione di Gisella Bianchi, Amala Montecucco e Lara Varisco