A CASA PRIMA CHE FACCIA BUIO
Vedo il passato davanti a me. Mi riscaldo davanti ai fuochi della mia gioventù.
Sento una voce familiare e ricordo – e, in quel ricordo, c’è pace e la sicurezza che pensavo di aver perduto.
Quante volte sono rimasto seduto al buio, prigioniero di quei toni ricchi e chiari, mentre ricevevo gli incarichi dell’anima in una lingua che solo il cuore poteva riconoscere?
Quella notte eravamo in tanti ed eravamo solo UNO. Poiché eravamo seduti tutti come bambini, tutti insieme abbiamo udito. E non siamo stati trasformati allora? Non ci siamo affrettati e siamo stati completati?
È venuto poi il momento di imboccare i nostri sentieri separati. Sentieri di separazione – sentieri di dolore necessario.
E non sembravamo sorridere, mentre partivamo? … sorrisi che offrivano una promessa benedetta, un pegno per incontrarsi una volta ancora quando i nostri incarichi fossero terminati.
“Non starò via a lungo,” dissi. “Non preoccupatevi per me. Sarò a casa prima che faccia buio.”
Poi, ho messo da parte i miei ricordi più dolci e sono entrato nella nebbia del tempo e dello spazio. In qualche modo sono riuscito a dimenticare quelle ore trascorse insieme e a perdermi nel mondo comune.
Ho partecipato al Gioco, l’ho fatto bene. Ho tribolato, ho pianto, ho riso e affidato i miei desideri ad una stella. E voi eravate tutti là, non siete mai andati via. Mi osservavate e mi sostenevate quietamente.
I giorni fluivano nelle notti e le settimane sono diventate anni. Ma restavate e vegliavate su di me.
Mentre due piccole mani tenevano le mie, bisognose di forza e offerenti un amore innocente – sorridevo, mi stringevo nelle spalle ed ero all’altezza del compito. Era stato pianificato così, vedete? Lì è dove doveva essere la crescita.
“Non starò via a lungo, non preoccupatevi per me. Sarò a casa prima che faccia buio.
E quando il mio seme è stato seminato, la mia armatura si è piegata sotto la stanchezza di quel rifiuto di chi io sono veramente – la vostra voce ha parlato dolcemente al mio cuore ansioso ed ha cominciato a risvegliare tutto quello che avevo lasciato indietro.
Lentamente, in modo esitante, l’intorpidimento se ne va e io posso sentirvi tutti, una volta ancora.
Nascosti, come uova di Pasqua – alcuni qui, alcuni là – si trovano i ricordi del mio antico passato, del mio amato Sé Superiore.
Li raccolgo in un’unica ciotola. Mi siedo con loro al tramonto e lascio che la loro dolcezza si riversi su di me.
In un istante, siamo una volta ancora tutti insieme. Seduti a gambe incrociate ed entusiasti – mentre strimpella la sua chitarra e canticchia una melodia sacra.
Tanto velocemente quanto eravamo spariti tutti in quella nebbia, la nostra anima singola si è riunita nuovamente. Scarmigliata, ma intatta, dal viaggio.
Intrecciati, mentre le nuvole della notte si avvicinano, la notte che minaccia il sorgere del sole – e non lascia che la luna illumini la via.
“Non starò via a lungo - non preoccupatevi per me.” “Sarò a casa prima che faccia buio.”
Ispirata da una canzone di Judy Collins.
© Copyright, 1992, di Daniel Jacob. Tutti i diritti riservati.
Le Riconnessioni
Originale in inglese: http://www.reconnections.net/home_before_dark.htm
Tradotto da Susanna Angela per Stazione Celeste