)*(Stazione Celeste)
La chiave
È possibile che tu non sappia
ancora che Io sono, che tu non creda che Io sono Te realmente, e
che Io sono in ugual modo tuo fratello e tua sorella e che siete tutti
parti di Me e uno con Me. Tu puoi
non riconoscere che l'animo tuo e quello dei tuoi fratelli, le sole parti
veramente imperiture del tuo tu mortale, sono soltanto aspetti differenti di Me,
esprimentisi nella cosiddetta Natura. Così
pure può essere che tu non comprenda che tu e i tuoi fratelli siete aspetti o
attributi della mia divina Natura, precisamente come la tua personalità umana,
con il suo corpo, la sua mente e il suo intelletto mortali, è un aspetto della
tua natura umana.
No,
tu non puoi ancora comprendere questo, ma io te ne parlo ora, perché tu possa
conoscere i segni quando essi cominceranno ad apparire nella tua coscienza, come
certo appariranno. Ma per
riconoscere questi segni, tu devi studiare attentamente e meditare quanto segue
e non passare oltre finché tu non abbia, almeno in parte, afferrato quel che io
voglio dirti. Una volta compreso bene il principio che io qui stabilizzo, tutto
il mio messaggio diviene chiaro e comprensibile.
Io
ti do innanzitutto la chiave con la quale aprirai ogni mistero che ora ti
nasconde il segreto del mio Essere. Quando
avrai imparato ad adoperarla, questa chiave ti aprirà le porte di tutta la
sapienza, di tutto il potere nel Cielo e sulla Terra. Invero essa ti aprirà la
porta del Regno dei Cieli e tu non avrai che da entrare per divenire
coscientemente uno come me.
Questa
chiave è: Pensare è creare. Ciò può essere espresso così: Tu sei
come pensi nel tuo cuore. Fermati e medita su questo, affinché si fissi
saldamente nella tua mente.
Un
pensatore è un creatore; egli vive in un mondo di propria cosciente creazione. Quando tu sai come pensare puoi creare a volontà qualunque
cosa tu voglia: una nuova personalità, un nuovo ambiente, un nuovo mondo.
Vediamo se puoi afferrare alcune delle verità
nascoste e dominate da questa chiave. Ti ho mostrato come tutta la coscienza sia
una e come tale coscienza sia al tempo stesso la tua, quella dell'animale, della
pianta, della pietra e della cellula invisibile.
Hai
visto come questa coscienza sia retta dalla mia volontà che unisce le cellule
invisibili, forma i vari organismi per l'espressione e l'uso dei diversi «centri
d'intelligenza» attraverso i quali io desidero esprimermi.
Ma non puoi ancora comprendere come tu possa dominare e dirigere la
coscienza delle cellule del tuo corpo e, più ancora, quelle degli altri corpi,
quantunque tu e io ed essi siamo tutti uno in coscienza e intelligenza.
Facendo bene attenzione a quanto segue, potrai riuscire a comprenderlo.
Hai
mai meditato su cosa sia la coscienza? Come
essa paia essere uno stato impersonale di attenzione, un'aspettazione di servire
o di essere adoperata da qualche potere latente in te e in intima relazione con
te? E come molti paiano essere il
tipo più elevato di organismo contenente tale coscienza, diretta e usata da
questo potere interiore? E che tale
potere, latente tanto nella coscienza umana quanto in ogni altra, è soltanto la
mia volontà?
Ti
è stato detto che al principio io creai l'uomo «a mia immagine e somiglianza»;
che poi soffiai in lui l'alito di vita, e che egli divenne un'anima vivente.
Creando l'uomo a mia immagine e somiglianza, io creai un organismo capace
di esprimere
tutta
la mia Coscienza e la mia Volontà, il mio Potere, la mia Intelligenza e tutto
il mio Amore. Io lo feci perfetto fin dal principio, modellandolo secondo la mia
perfezione.
Quando
io soffiai nell'organismo umano il mio alito, esso divenne vivo di me, poiché
in quell'istante io alitai in esso il mio volere non dall'esterno ma
dall'interno, dal Regno dei Cieli dove sempre Io sono.
E
d'allora in poi io sempre respirai e vissi ed ebbi esistenza dentro l'uomo,
avendolo creato a mia immagine e somiglianza a questo scopo.
Perciò, dovunque sia l'uomo lo sono; e qualunque cosa l'uomo faccia, o
tu faccia, sono Io che la faccio; e qualunque cosa tu dica o pensi, sono Io che
dico e penso attraverso il tuo organismo. Ti fu pure detto che quando l'uomo fu
così compenetrato dal mio alito, gli fu dato il dominio su tutti i regni della
Terra. Il che significa che egli fu fatto signore della terra, del mare,
dell'aria e degli èteri e che tutti gli esseri viventi in tutti questi regni
rendevano omaggio a lui ed erano soggetti al suo volere. Naturalmente era così,
poiché io, dentro la coscienza umana e dentro tutte le coscienze, manifesto
continuamente il mio volere; e io, il signore e regolatore dell'organismo
dell'uomo, sono pure signore e regolatore di tutti gli organismi in cui dimora
la coscienza. E poiché tutta la coscienza è la mia coscienza e dimora dovunque
è vita e poiché non v'è sostanza in cui non sia vita, la mia coscienza dev'essere
in ogni cosa: nella terra, nell'acqua, nell'aria e nel fuoco e deve perciò
riempire tutto lo spazio. Infatti
essa è spazio o ciò che l'uomo chiama spazio.
La Mia Volontà, essendo il potere latente in
tutta la coscienza, deve estendersi dappertutto; quindi la volontà dell'uomo,
che è solo una localizzazione della mia volontà, deve pure estendersi
dappertutto e perciò la coscienza di tutti gli organismi, la tua compresa, è
soggetta al dominio e alla direzione dell'uomo.
Occorre
soltanto che egli realizzi coscientemente che io, il Sé imperante dentro di
lui, di continuo dirigo, domino e uso la coscienza di tutti gli organismi,
in ogni momento, in ogni giorno della loro vita.
E io faccio questo per mezzo del suo pensiero; io lo faccio per mezzo
dell'organismo dell'uomo. Egli
crede di pensare; ma sono io, il suo Sé reale, che penso per mezzo del
suo organismo. E per mezzo
dell'atto di pensare, io compio tutto ciò che compie l'uomo e faccio dell'uomo
e del suo mondo ciò che sono.
Non
importa che l'uomo e il suo mondo non siano ciò che egli suppone.
Essi sono precisamente come io li ho creati per il mio scopo.
Ma
tu dirai: se è sempre questo solo «Io» che pensa, l'uomo non pensa e non può
pensare. Sì, questo sembra un
mistero, ma ti sarà svelato, se tu osserverai attentamente quanto segue: poiché
io insegno ora a te, uomo, come pensare.