)* (Stazione Celeste)
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Inconscio
Accettare la Chiamata
Un Racconto Personale sulla Kundalini
Quando sentiamo e accettiamo la chiamata della Dea, la nostra Kundalini comincia a risalire. Poi, dobbiamo essere disposti a osservare non solo i nostri pensieri e le nostre sensazioni, ma anche il nostro comportamento. Quando i nostri chakra cominciano ad aprirsi e la Kundalini comincia la sua risalita verso la corona, spesso i nostri comportamenti vanno “fuori controllo” più del solito. Vale a dire, il nostro comportamento è fuori dal controllo del nostro ego.
Quando la nostra Anima comincia a insediarsi nel corpo fisico, bisogna far defluire vecchi schemi di paura, limitazione, separazione e indegnità. Questi schemi e credenze sono spesso il fondamento che i nostri ego hanno utilizzato per definire loro stessi. Perciò, la battaglia tra l’ego e l’Anima comincia.
Il nostro ego funziona dall’auto-immagine che abbiamo creato per noi stessi e l’auto-immagine che gli altri hanno creato per noi. Una volta che abbiamo dato il via al processo di riequilibrio e di risanamento della nostra infanzia, delle emozioni e dei pensieri, possiamo imparare ad accettare noi stessi per chi siamo e non per chi dovremmo essere.
Tuttavia, fino ad allora, i nostri bisogni e desideri inconsci troppo spesso vengono scoperti soltanto attraverso il nostro comportamento. Questo processo si amplifica molto, quando la Kundalini comincia a risalire. Il riequilibrio e il risanamento del nostro passato è un processo lento, e la sua dinamica occupa tutta la vita, se, certamente NON viviamo nel diniego.
Quando neghiamo il nostro dolore, sia del passato che del presente, ci blocchiamo in reazioni inconsce alla vita, perché un dolore inconscio del passato, amplifica il dolore del presente. Per esempio, se qualcuno che deve passare a prenderci è in ritardo, possiamo arrabbiarci un po’. Tuttavia, se i nostri genitori erano sempre in ritardo quando dovevano venirci a prendere, e abbiamo vissuto molte esperienze in cui eravamo spaventati o imbarazzati, quel vecchio dolore si accavalla alla situazione corrente. Potremmo poi essere furiosi perché il nostro amico ha dieci minuti di ritardo.
Quando riusciamo a rivelare e guarire il vecchio dolore, le reazioni al presente possono basarsi sulla situazione e sulla persona presenti. Gli echi del passato non ci daranno più la caccia e non faranno in modo che noi reagiamo in modo inappropriato. Se sappiamo di essere molto sensibili rispetto al tempo, possiamo affrontare coscientemente la situazione in maniera adulta. Per esempio, potremmo chiedere soltanto a persone affidabili di passarci a prendere, essere sicuri riguardo al conducente o trovare un’altra soluzione, affinché non insorga la situazione che urta i nostri sentimenti.
Se riusciamo a studiare il nostro comportamento, possiamo cominciare a capire le motivazioni inconsce da cui ha origine. Spesso è soltanto attraverso il nostro comportamento e i nostri “fallimenti” che riusciamo a far defluire e a guarire il vecchio dolore e la paura.
Questa storia personale della Kundalini che sale viene presentata come mio caso personale di studio, affinché gli altri comprendano meglio in che modo il comportamento ci può dire le verità che altrimenti la mente e le emozioni non ci possono raccontare.
IL PRIMO CHAKRA
PERIODO DI TEMPO: 1974-1979
Era il 1974 e avevo tutto. Ero sposata, il che significava che ero “brava abbastanza”. Avevo due figli che mi amavano incondizionatamente. Amore incondizionato… sì, l’amore incondizionato era un desiderio segreto che arrivava da un ricordo del tempo “precedente”. Tuttavia, in questo mondo non l’avevo trovato, il posto in cui vivevo, ma che non avrei mai potuto chiamare Casa.
Avevo la mia casa e non dovevo lasciare i miei figli per andare a lavorare (un forte messaggio degli anni ’50) e avevo moltissimo tempo per osservare la mia vita. Ma era la mia vita? No, era la vita di tutti gli altri. Era la vita che avrei dovuto avere. Era una buona “vita esteriore”. Con questo voglio dire che chiunque avesse guardato la mia vita dall’esterno avrebbe detto: “Che bella vita.”
Ma che cosa dicevo io della mia vita? Dicevo: “Dove sono finita?” Tuttavia, per scoprire dove ero finito, dovevo scoprire chi ero.
Avevo trascorso la mia vita essendo chi avrei dovuto essere e non avevo mai avuto tempo di essere chi “Io” ero. Abbastanza presto, durante la mia infanzia, avevo dimenticato la mia vita interiore, la mia vera vita, il mio Sé. Avevo nascosto il mio Sé perché era troppo diverso da chi si trovava intorno a me. Essere diversi era una cosa molto “brutta”. Se eravate diversi NON eravate “bravi abbastanza”.
Ero cresciuta negli anni ’50 e primi anni ’60, la prima onda di Bambini del Boom. Ero stata programmata bene dalla mia famiglia e dalla società. Avevo perso il senso di chi ero e avevo abbracciato l’idea di chi avrei dovuto essere. E adesso avevo tutto! Ero triste e sola. Per il mio Sé ero sola. Gli unici momenti in cui potevo essere il mio Sé era con i miei figli e pochi amici. Avevo 28 anni ed ero MOLTO stanca.
Guardavo la vita che AVREBBE dovuto rendermi felice. Avevo tutto. Avevo una casa nuova di mia proprietà; un matrimonio, due figli, un maschio e una femmina, e potevo rimanere a casa con loro. Secondo le sit-com degli anni ’50, avrei dovuto essere straordinariamente felice. Tuttavia, era il 1974.
Per fortuna stavo ancora approfittando della fine dell’era hippie. Facevamo feste grandiose, due o tre volte la settimana, e la nostra casa era sempre piena di gente e divertimento. Quando ci eravamo trasferiti nella nuova casa, avevo piantato tutto il giardino, dall’erba agli alberi, preparato un orto e cucito tutte le tende, i cuscini e le coperte. Ero molto creativa. Adesso dovevo cominciare a creare me stessa.
La mia creatività destava la Dea dentro di me e lei cominciò a chiamarmi affinché mi unissi a Lei. Ma non riuscivo a sentire il Suo amore. Tutto quello che riuscivo a sentire era la Sua intensa solitudine. “Dove sono?” mi chiedevo, e “Che posto è mai questo?” Ho tutto quello che la società e la mia famiglia mi ha detto di ottenere, eppure sono orribilmente infelice. Perché?
Iniziai la mia ricerca con i miei migliori amici: i libri. Cercavo furiosamente perché riuscivo a sentire il demone della depressione che mi opprimeva come una nuvola oscura. Tutto quello che avevo, tutto quello che avevo ottenuto, non significava niente per questo demone, dato che inghiottiva tutto nella sua oscurità.
Le porte rosse dell’inconscio si stavano aprendo davanti a me e non riuscivo a chiuderle. “Forse dovrei smettere di opporre resistenza e lasciare che questa follia mi raggiunga,” pensavo. Ma due dei miei amici libri: I Never Promised You a Rose Garden (Non ti ho mai promesso un giardino di Rose) e Eden Express, mi dimostravano che la pazzia NON era la risposta.
Poi trovai un altro libro, Richard Hiddleman’s 28 Day Plan for Yoga (28 Giorni per lo Yoga di Richard Hiddleman), che mi mostrava un altro percorso, il percorso spirituale. Invece di diventare pazza, decisi che avrei lasciato andare ciò che LORO volevano che io facessi. Ma non sapevo come.
Per fortuna, la mia Anima aveva sentito la mia chiamata e gradualmente aveva cominciato a cambiare il mio comportamento. Ero scesa nel mio inconscio più profondo e sentito l’antico dolore che era rimasto nascosto lì per tutta la vita, di fatto, tutte le mie “vite”. Grazie al viaggio, un barlume del mio spirito riuscì a filtrare attraverso l’ampia rete di muri e maschere erette intorno a me in quei 28 anni.
Alla fine della seduta di yoga, Hiddleman scriveva: “Adesso, ascoltate il vostro corpo.” Non avevo idea di quello che volesse dire. Il mio corpo non era me, non era mai stato me. Il mio corpo era la trappola che mi impediva di ritornare a Casa. Il mio corpo era ciò che mi separava da… che cosa? Non lo sapevo. Sapevo soltanto che volevo sentirmi connessa di nuovo, connessa a qualcosa che si trovava ALL’INTERNO.
Continuavo a leggere ogni libro che riuscivo a trovare sullo yoga, lo yoga sutra, la spiritualità, la meditazione, tutto. Un libro, e non ricordo quale fosse, diceva: “ Quando imboccate Il Sentiero, dovete farlo DA SOLI.” Be’, mi ero sentita sola per tutta la vita, quindi non era un problema.
Infatti le uniche volte in cui non mi sentivo sola era quando stavo con il mio Sé, quello che avevo abbandonato per sposarmi e vivere nel diniego. Per fortuna, c’erano anche i miei figli e pochissimi amici speciali. La mia spiritualità è sempre stata qualcosa che ho sperimentato da sola. Anche quando stavo insieme alla compagnia dell’oratorio, mi sentivo diversa e sola.
Poi incontrai la Signora Reed. Una mia amica, una di quelle speciali, me l’aveva presentata e nel preciso momento in cui la incontrai seppi che sarebbe stata la mia maestra. Tuttavia, credo che fosse un anno prima di essere pronta a cominciare a studiare con lei. Dovevo decidere di rendere la mia crescita spirituale più importante dei molti drammi emozionali che riempivano la mia vita. Praticare lo yoga era stato quello che mi aveva aiutata a prendere quelle decisioni. Lo yoga mi dava un senso di pace e ne volevo di più!
Dopo aver studiato con la Signora Reed i Maestri ascesi e l’astrologia per un po’, ero riuscita a ottenere il coraggio di finire la scuola e prendere un diploma. Quando la Kundalini cominciò a risvegliarsi, la Dea mi disse che non sarei stata libera nel mondo in cui vivevo fino a quando non avrei potuto mantenere i miei figli e me stessa.
VITA PROFESSIONALE
Portare a termine la scuola è stato un grande specchio per le mie numerose paure inconsce. La mia prima paura era che ero troppo “stupida” per ottenere una laurea. Quindi, la mia seconda paura era che avrei fallito gli esami. Tuttavia, entrambe queste paure consce impallidivano di fronte alla mia paura inconscia che era: “Se riesco a ottenere la laurea e un lavoro, dovrò lasciare il mio infelice matrimonio e stare SOLA.” Ecco di nuovo quella parola. Pensavo di non aver paura di stare sola, almeno non consciamente.
Dato che la mia mente conscia e quella inconscia non erano d’accordo, avevo dovuto creare una storia di copertura. “Lo so,” dicevo a me stessa, “sto andando a scuola per salvare il mio matrimonio.” In realtà, la ragione per cui stavo andando a scuola era lasciare il mio matrimonio; due opinioni veramente diverse per restare chiuse in un’unica mente. Per fortuna, o sfortuna, la mia mente era molto impegnata a imparare molte cose e a preoccuparsi di non “passare gli esami” che, certamente successe, ma molto più avanti.
CORPO FISICO
La mia mente era una meravigliosa bugiarda e credeva alla mia storia di copertura. Pensavo di essere determinata ad adempiere il mio scopo, ma quale scopo? Il mio scopo era lasciare o salvare il matrimonio? Il mio scopo era ottenere la laurea o non passare gli esami? Il mio scopo era seguire la guida interiore, come avevo imparato dalla Signora Reed, o manipolare gli “Esseri Superiori” affinché mi dessero conforto anziché la verità?
Il mio corpo era molto confuso e un povero bugiardo. Il mio corpo sapeva che le ghiandole surrenali del primo chakra scaricavano adrenalina nel mio sistema, che non ero assolutamente radicata e che con ogni pensiero andavo in direzioni opposte. Il mio corpo sapeva anche che una guerra, di cui io ero totalmente ignara, stava per infuriare dentro di me. Andrà tutto “bene”, erano parole che arrivavano da una voce che etichettai come spirito. In realtà, era la voce del diniego.
Il diniego è scaltro. Quando si vive nel diniego nel mondo esterno, come si può determinare se si sta vivendo nello stesso modo anche nel mondo interiore? Ero io che dicevo che sarebbe andato tutto bene, o era la mia guida spirituale che lo diceva? Be’, avevo una soluzione semplice: negavo di che stavo vivendo nel diniego.
Nel frattempo il mio corpo si fermava e ripartiva, continuamente. In un anno ebbi cinque incidenti d’auto. Nessuno di questi per colpa mia. Diniego! E mentre praticato yoga, una notte tempestosa in cui ero a casa da sola, mi slogai un ginocchio. Ora, questo era un messaggio interessante dal mio corpo. Il ginocchio destro, il lato maschile che ci insegna come andare per il mondo, l’ammortizzatore dell’“imparare-come-andare- fuori-nel-mondo-e-prendersi-cura-di-se-stessi” mi stava dando un messaggio.
Il ginocchio destro, che si trova sulla gamba destra che spinge i freni e l’acceleratore nella macchina così da NON avere cinque incidenti d’auto, provava grande dolore. Il mio corpo mi stava dicendo di rallentare e di guardare dove stavo andando? Il mio corpo mi stava dicendo che stavo sperimentando moltissimo dolore psichico? Il mio corpo mi stava dicendo che avrei dovuto piegare il mio ginocchio alla guida superiore e ascoltare anziché dirigere?
No, negai, la mia ferita era soltanto sfortuna, come lo erano gli incidenti. Per fortuna, però, la mia guida superiore mi stava proteggendo e, a volte, l’ascoltavo. Andando a scuola cantando: “Ardi, Ardi, Ardi Fuoco Viola e trasmuta tutta l’oscurità in Luce, Luce, Luce”. Quando cercavo di studiare nella mia casa dove la tensione era palpabile, cantavo: “Niente disturberà la mia armonia.”
La mia guida superiore venne a trovarmi anche sotto forma di una brillante sfera di luce dorata, una sera in cui ero da SOLA. Successe prima degli esami. La luce dorata entrò nella mia stanza e si avvicinò lentamente al letto. Era venuta ad avvertirmi, a dirmi che NON ero nello stato mentale adatto da affrontare una sfida simile? Non seppi mai la risposta perché mi nascosi sotto le coperte finché non se ne andò. Oh, le gioie del diniego.
Quando appresi che i miei esami erano andati male, biasimai Dio per “avermi traviata”. Ma, più avanti, dopo essermi assunta la responsabilità della mia battaglia interiore, dopo aver appreso che creavo io stessa la mia realtà, e dopo aver imparato che la paura ha il potere di creare quanto l’amore, passai gli esami.
L’INIZIAZIONE FINALE DEL PRIMO CHAKRA
Posso perdonarmi per gli errori di gioventù, perché adesso vedo che era tutto un dramma grandioso, “tutto il mondo è un palcoscenico”, che salì in un crescendo fino alla mia iniziazione finale. Durante l’ultimo anno di liceo, facevo moltissimi sogni su grandi disastri che coinvolgevano me e i miei figli, SOLI. Sopravvivevamo sempre.
Riesco a guardare quel periodo e a pensare che stavo per avere un esaurimento nervoso, o posso guardarmi indietro e pensare che stavo per affrontare un’iniziazione spirituale. Scelgo la seconda. Un esaurimento nervoso può essere “sfortuna” o “un contrattempo importante”, laddove un’iniziazione spirituale è “una difficile transizione per diventare una persona migliore”. Be’, ERA una transizione difficile, e credo di essere veramente diventata una persona migliore. Divenni una persona migliore perché avevo imparato alcune lezioni molto importanti.
Quando ricevetti per posta la triste notizia di essere stata bocciata, tutte le mie illusioni esplosero fragorosamente. Non potevo più negare di essere infelice. Poi, quando mio marito trascorse la notte delle mie “brutte notizie” lontano da casa e da me, non potevo più negare che il mio matrimonio era finito. Il giorno successivo, dopo una delle notti peggiori della mia vita, con i miei figli, il nostro cane e i miei libri spirituali e di scuola, me ne andai. Lasciai quella casa e quella vita. Avrei rifatto gli esami e li avrei passati perché non ero più in guerra con me stessa.
Il mio inconscio e la mia Anima avevano visto. Imparai che NON ero stupida. Di fatto, imparai che ero intelligente e potente. Inoltre, imparai ad ascoltare la mia Anima, quando tentava di avvertirmi. Ma, certamente, in quel momento, probabilmente, se lo avessi sentito, non avrei badato all’avvertimento.
Dovevo manifestare le mie paure più grandi per poterle conquistare. Dovevo fallire, per imparare di essere forte abbastanza da provare di nuovo e avere successo. Dovevo fallire per sfondare finalmente il mio muro di diniego per trovare il coraggio di lasciare una brutta situazione e affrontare la mia paura di essere sola. E, dovevo fallire, per imparare a distinguere tra la voce della paura e la Voce dell’Anima.
Attraverso il mio comportamento, avevo provato a me stessa ciò che la mia Anima aveva sempre saputo. Il mio primo chakra si era aperto. Che corsa! Per la prima volta imparai a mantenermi, creai una nuova casa e imparai che potevo integrare la mia energia maschile e femminile per creare una NUOVA VITA. Salii sul primo gradino verso l’Anima. Adesso dovevo VIVERLO.
IL PRIMO GRADINO VERSO L’ANIMA
La bimba era cresciuta. C’era voluto più tempo di quello che aveva pensato. E anche se si sentiva adulta, sapeva che c’era un centro che era ancora tenero e vulnerabile.
Se avesse dovuto rinunciare al centro, sapeva che sarebbe diventata dura e inflessibile, perché nel centro, sentiva dolore. Sentendo il dolore poteva ricordare di imparare, crescere e cambiare.
Aveva dovuto imparare a guidare se stessa, non soltanto dal suo forte adulto esteriore, ma anche dal tenero e vulnerabile interiore che era il centro del suo Sé. Aveva dovuto imparare a schermare quel centro dal dolore esterno, mentre lasciava che entrasse l’amore proveniente da coloro di cui si fidava.
Questo centro era la soglia della sua vita interiore. I mondi interiori erano adesso pienamente accessibili per lei. Sulla soglia avrebbe posto l’amore e la fiducia più profondi, così che sarebbe stata protetta e guidata in ogni momento della sua vita.
All’interno di quella soglia c’era un pilastro di luce con un cristallo scintillante sulla sommità. Questo pilastro sorvegliava il primo gradino verso l’Anima. La luce di questo pilastro avrebbe sempre brillato per ricordarle della forza vitale spirituale che fluiva continuamente dalla sua Anima verso il suo universo fisico.
Oltrepassò la soglia e salì sul primo gradino verso l’Anima. In piedi, scrutò nel cristallo e vide un acceso scintillio rosso. Mentre la sua visione si focalizzava, si rese conto che lo scintillio rosso era una fiamma – UNA FIAMMA DI CORAGGIO!
Avrebbe avuto bisogno di questo coraggio per mantenere le responsabilità nella sua vita di tutti i giorni, mentre continuava il suo viaggio interiore sui Sette Gradini verso l’Anima.
Continua: "Il Secondo Chakra"
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Originale in inglese: http://www.multidimensions.com/Unconscious/uncon_behavior_accept.html
Tradotto da Susanna Angela per Stazione Celeste