)* (Stazione Celeste)

 

 

Multidimensions

 

Inconscio

 

 

 

Il Primo Gradino

 

ESTRATTI  DA: 

SETTE GRADINI VERSO L'ANIMA

Le sette sezioni di questo libro rappresentano i sette chakra. Il risveglio dei nostri chakra e il levarsi della Kundalini è il processo che ci allinea con la nostra Anima. Quando siamo allineati con l’Anima, possiamo cominciare ad abbandonarci alla sua guida e al fatto che dimori nel nostro corpo fisico. Alla nascita, poco dopo l’entrata dell’Anima nel corpo, cominciamo a dimenticare il nostro Sé Superiore. Tuttavia, il nostro bambino interiore tiene quel segreto per noi finché non saremo pronti per ricordare. Ma perché dimentichiamo? Alla maggior parte di noi viene insegnato a dimenticare dalla gente che non ricorda più.

Spesso, dimentichiamo a causa di avvenimenti dolorosi che sono troppo grandi da sopportare per un bambino, ma nel processo della dimenticanza, perdiamo spesso anche ricordi felici. Dimentichiamo anche perché le nostre reazioni emozionali al mondo intorno a noi, offuscano le nostre esperienze e, a loro volta, offuscano la memoria delle nostre esperienze. Proprio come le frequenze basse nascondono le frequenze alte, il dolore e la paura possono nascondere l’amore.

Tuttavia, se riusciamo a sentire e ad esprimere le nostre emozioni senza giudizio o critica nei nostri confronti, possiamo rilasciare il dolore e la paura che coprono l’amore e diminuiscono la nostra capacità di accettarlo. Per imparare ad essere onesti con noi stessi, ad accettare e ad amare noi stessi possono volerci anni. Durante l’infanzia la maggior parte di noi ha imparato che non è sicuro essere completamente aperti ed onesti. Troppo spesso la paura ci insegna a giudicare, anziché accettare. Questi giudizi rendono difficile amare noi stessi e gli altri.

Il Sé è la parte della nostra coscienza che NON è caduta nella paura, nella critica e nel giudizio. Quando si riesce a diventare il Sé, possiamo riottenere la nostra connessione cosciente con l’Anima. Questo viaggio comincia con il ricordo dei tesori della nostra infanzia che sono nascosti sotto il dolore.

Infanzia

Una Vita incomincia e Presto Dimentica

Vide il primo gradino davanti a lei. Sembrava molto familiare, come qualcosa che arrivava dalla sua infanzia. Sì, era quello; questo era il primo gradino sulla scala che la conduceva alla casa della Nonna. Qualcosa era accaduto, accanto a questa scala, perché per moltissimi anni aveva avuto un sogno ricorrente. In questo sogno si era persa. Aveva vagato cercando di trovare la sua strada finché, alla fine, non poteva andare più avanti. Poi, vedeva le scale che portavano sul portico anteriore della casa della Nonna. Ma, era salita? No! Si era, invece, sdraiata sul prato accanto alla scala e si era messa a dormire – a dormire nel suo sogno. Perchè non fosse mai salita per ricevere dalla Nonna il conforto di cui aveva bisogno, non lo sapeva.

Forse, non era ancora pronta.

 

IL PRIMO CHAKRA E L’INFANZIA

Il primo chakra rappresenta la coscienza della sopravvivenza. Quando eravamo bambini, come prima cosa, abbiamo imparato a sopravvivere. Abbiamo dovuto imparare ad adattarci al nostro ambiente – non importa quale fosse. Spesso abbiamo utilizzato meccanismi di sopravvivenza che funzionavano da “rotelle” (ndt: le rotelle che si mettono sulla bicicletta dei bambini.) che ci aiutassero in momenti dove non riuscivamo a trovare un modo migliore per adattarci al mondo intorno a noi. Queste “rotelle” funzionavano quando eravamo bambini, ma ciò che ci faceva sopravvivere da bambini, ci tratteneva da adulti. Se riuscissimo ad esplorare la nostra infanzia da una prospettiva adulta, potremmo cominciare a rilasciare ciò di cui non si ha più bisogno e ricordare ciò che abbiamo perso.

 

RICORDARE L’INFANZIA

Ricordare l’infanzia, ci permette di riottenere la memoria del sé multidimensionale che abbiamo perduto, quando siamo “diventati grandi”. Le memorie di Casa nelle dimensioni superiori sono diventate sempre più vaghe, mentre cercavamo di metterci a proprio agio nel mondo e nel corpo fisici. Il primo chakra rappresenta le nostre prime impressioni della vita. Queste impressioni sono diventate le basi delle nostre convinzioni. A loro volta, le nostre convinzioni hanno diretto le nostre aspettative di percepire un mondo che fosse conforme al mondo per cui eravamo stati preparati. In questo modo ci sentivamo al sicuro, perché ci sentivamo più inseriti nel nostro mondo.

Quindi, a poco a poco, la conoscenza ILLIMITATA che era dei mondi superiore, fu costretta nella conoscenza del LIMITATO mondo fisico. Sfortunatamente, troppo spesso il nostro mondo fisico era colmo di paura. La paura che avevamo sperimentato da bambini ci aveva separati dall’amore che è innato nella nostra Anima. L’Anima divenne la parte di noi che dimenticavamo ogni giorno un pochino di più.

Infanzia

La bambina non vedeva l’ora di andare a Casa,

ma non conosceva la strada.

 

Riusciva a ricordare i panorami

e i prati di Casa e

i suoi meravigliosi amici.

 

Qui si sentiva sola,

in questa strana e desolata terra.

Desiderava così tanto trovarsi alla presenza

di tutto ciò che era Casa –

Vero Amore,

Accettazione Totale,

Bellezza Divina

e Unione Completa con tutta la vita.

 

Qui si sentiva divisa.

C’erano muri immensi che dividevano

ogni parte della vita.

e c’era un muro più piccolo intorno a lei.

 

Quando arrivò per la prima volta in questo posto

aveva paura.

Non capiva questa

strana gente o le loro maniere.

 

Fiori, alberi ed animali

non le parlavano.

E se lei cercava di parlare con loro

gli altri ridevano.

 

Perciò, cominciò a costruire

un muro intorno a lei.

Con ogni risata ed

ogni pensiero di condanna

un nuovo mattone veniva posto.

 

Non poteva più parlare alle sue

piante ed amici animali,

non importa quanto ci provasse.

Il muro diventò così pesante ed alto che

a malapena riusciva a vedere il sole

o a percepire la brezza

o vedere il mondo intorno a lei.

 

Poi decise che era il momento

che il muro cadesse.

Anche se loro ridevano,

riusciva a percepire il sole.

Anche se la condannavano,

poteva vedere i fiori.

 

Perciò cominciò.

Mattone dopo mattone, il muro si sbriciolava.

Al principio era molto difficile.

I mattoni era cementati strettamente,

e ci volle un grande sforzo per

toglierne persino uno.

 

Tuttavia, i mattoni erano

in qualche modo connessi e

quando uno veniva rilasciato

gli altri si indebolivano.

Con il rilascio di ogni mattone,

il processo divenne sempre più facile.

 

Mentre il muro diventava più piccolo

il sole diventava più brillante

e la brezza più rinfrescante.

Aveva dimenticato che,

dopo tutto, il mondo era bello.

 

Non si era resa conto che

per ognuno che rideva –

c’era qualcuno che ci teneva.

 

Non si era resa conto che –

se ignorava il ridicolo degli altri,

riusciva ad ascoltare le piante e gli animali

che avidamente ricambiavano il suo richiamo.

 

Quando riuscì ad avere il coraggio

di cominciare a rimuovere il suo muro,

riuscì ad avere il coraggio di affrontare

ciò che vi si trovava dietro.

 

Alla fine, il muro

sembrava molto piccolo.

O, forse, lei era cresciuta.

 

Sembrava che,

mentre toglieva ogni mattone,

diventasse più alta.

 

Non era sicura di questo, certo.

Ma... sembrava proprio così.

 

Di fatto, non era sicura di molte cose.

Sapeva solo che la vita era migliore.

Non sapeva cosa sarebbe accaduto

quando i mattoni se ne fossero andati.

 

Sapeva, però,

che la paura aveva costruito il muro

e solo l’AMORE

poteva rimuoverlo completamente!

 

 

PRENDERE IL DONO DELL’INFANZIA

Le memorie infantili dei mondi superiori, sono un dono che possiamo scegliere di negare. Siamo arrivati a sentirci molto a nostro agio con le nostre percezioni di limitazione e separazione che funzionano come uno steccato che ci separa dalla nostra paura. Tuttavia, nessuno steccato è alto o robusto abbastanza da respingere la paura che vive dentro. L’unica protezione contro questa paura è l’amore, l’amore per il nostro sé. L’amore è l’ultimo regalo che TUTTI noi meritiamo e che POSSIAMO accettare.

 

Il Regalo

La bambina voleva veramente tanto

il regalo così vivacemente incartato.

Ma, in qualche modo, sentiva di non meritarlo.

Ogni volta che le era dato

si ritirava timidamente ed abbassava lo sguardo.

 

Come avrebbe potuto quel bel premio diventare suo?

Come avrebbe potuto accettarlo?

 

“Prendilo e basta,” arrivò una voce gentile.

“Ci sono altri che sanno più cose di te.

Anche se non riesci a vedere

tutto ciò che ti ha portato questo,

sappi che è tuo.”

 

La bambina non capì.

Ma si fidava della voce gentile e

timorosamente si allungò per prendere il suo premio.

Ma, non appena lo toccò,

questo scomparve.

 

“Dov’è andato?”

Pianse la bambina.

 

“Ma come, è tuo adesso,”

disse la voce.

 

“Non è più qualcosa

che devi prendere.

Ora è qualcosa

che devi possedere.”

 

 

CRESCERE

Mentre “diventiamo grandi”, sono le impressioni degli altri che vengono fissate per prime nella nostra coscienza, perché i nostri genitori e chi ci alleva definiscono il nostro mondo attraverso le loro percezioni. Da bambini dipendiamo dai nostri genitori, affinché ci spieghino il mondo e ci proteggano dai suoi pericoli, ma, alla fine, dobbiamo fare il salto per vedere il mondo attraverso i nostri stessi occhi, anziché attraverso gli occhi degli altri. Questo cambiamento di percezione, può sembrar essere una morte.

 

Cambiamento

C’era una volta un uccellino.

Non poteva volare o nutrirsi.

Rimaneva, indifeso, nel nido e

aspettava che i suoi genitori

gli portassero il nutrimento.

 

Poiché l’uccellino era così dipendente

crebbe adorando chi badava a lui.

Dopo tutto, senza di loro, sarebbe morto.

 

Tuttavia, con il tempo,

l’uccellino cominciò a cambiare.

La lanugine intorno a lui cominciò a cadere

e qualcos’altro prese il suo posto.

 

Certo, quando l’uccellino

cominciò a perdere la sua lanugine

si preoccupò moltissimo.

 

“Che cos’è questo ‘qualcos’altro’?

E se questo ‘qualcos’altro’

non va bene come la mia lanugine?” pianse.

 

Inoltre, per rendere le cose peggiori,

i genitori dell’uccellino che stava crescendo

non venivamo più tanto spesso con il cibo.

E lo lasciavano nel nido da solo

per ciò che sembrava un periodo di tempo lunghissimo.

 

E ora il “qualcos’altro”

cominciò a prudere.

L’uccellino voleva scuotersi

E allargare le braccia.

Ma, ahimé, il nido era diventato molto piccolo

e, se l’uccellino si doveva muovere,

doveva stare proprio sul bordo.

 

Un giorno, quando il nido

era ormai diventato molto piccolo

e l’uccellino si sentiva prudere tutto,

estese le sue braccia.

Proprio in quel momento, arrivò una folata di vento

e soffiò il terrorizzato uccellino fuori dal nido.

 

Oh no!

I genitori se n’erano andati di nuovo

e il terreno era davvero molto lontano.

Sarebbe sicuramente morto.

Che cosa poteva fare per salvarsi?

Chiaramente era da solo e non c’era nessuno che potesse aiutarlo.

E, oh, aveva un prurito terribile.

 

Ora, però, poteva almeno stirarsi,

anche se solo per pochi momenti.

Qualcosa accadde però

quando l’uccellino stese le braccia.

 

Il vento così cattivo che

lo aveva fatto cadere dal nido

sembrò prenderlo per mezzo del “qualcos’altro”

che pendeva dalle sue braccia.

 

“Ma… è meraviglioso,”

pensò l’uccellino.

“Anche se la fine è vicina, posso gioire

del tempo che mi rimane.”

 

Poi, appena prima

di toccar terra

pensò di guardar verso l’altro, dove era stato

e dove non sarebbe mai più tornato.

 

Sorprendentemente, così facendo,

il vento lo portò proprio in quella direzione.

L’uccellino era così eccitato

che mosse rapidamente le sue braccia

che avevano il “qualcos’altro” appeso.

 

Per la prima volta, si guardò veramente

e scoprì che era proprio come i suoi genitori.

 

“Ma allora, queste solo ali,” grido l’uccellino.

“E sto volando.”

 

Perciò la fine fu veramente il principio.

E, ciò che il giovane uccellino

aveva pensato fosse la sua morte,

era veramente una nuova vita.

 

MANTENERE LA CONNESSIONE

Una volta riottenuta la connessione con i nostri segreti perduti dell’infanzia, dobbiamo imparare a mantenerla. Il nostro bambino ci può aiutare a ricordare l’Anima, e l’Anima ci può insegnare a vedere il mondo attraverso i nostri occhi, anziché attraverso gli occhi degli altri. Tuttavia, talvolta dobbiamo andare molto lontano da noi stessi, prima di poter apprezzare ciò che abbiamo sempre avuto. 

 

Il Cordone D’Oro

“Dove siamo?” disse la bambina al grande Essere di Luce Dorato che si trovava accanto a lei.

“Siamo a Casa, mia cara,” fu la semplice risposta.

“È per questo che il mio cuore mi fa il solletico?” ridacchiò la bambina.

L’essere dorato tese un lungo braccio e, con un dito, toccò l’esatto punto del “solletico”. La bambina fu trasformata in una giovane donna.

“Dov’è la bambina?” fu la sua prima domanda.

“La bambina è dentro, dove è sempre stata,” rispose l’essere dorato. “Riesci a percepirla?”

“Sì, credo. Sembra che sia dentro di me, ma anche da qualche altra parte. Voglio dire, è qui, ma sta anche giocando in un prato meraviglioso colmo di fiori, farfalle e fate. Come può essere? Come fa ad essere in due posti nello stesso momento?”

“Ora tu ti trovi sul piano di quinta dimensione. Puoi essere in tanti posti quanti la tua mente riesce a ricordare. Il trucco è sentire l’unità di ognuna di queste realtà. Senti quest’unità come un cordone d’oro. Riesci a vedere dove si unisce alla scintilla vitale nel tuo cuore?”

“Sì,” rispose la giovane donna. “Sembra un profondo desiderio di qualcuno. Ma chi?”

Il lungo braccio dell’essere dorato si tese e, di nuovo con il dito, toccò il posto esatto del “desiderio”.

La giovane donna non era più una donna, né un uomo. Era entrambi.

“Molte grazie,” rispose l’essere androgino che era alto quanto quello dorato. Di fatto, anche questo era dorato.

“Il tuo tocco mi ha fatto ritornare in mente ci sono. Sono Kepier. Anch’io sono multidimensionale e sto accogliendo una parte tridimensionale di me stesso che si sta risvegliando. La sua bambina non mi ha mai dimenticato.”

“E io chi sono?” domandò l’essere dorato con il tocco sacro. “Riesci a ricordarti di me?”

Kepier si guardò dentro, sapendo che era lì che si trovavano tutte le risposte.

“Sei una parte del “mio sé” che risuona alla sesta dimensione. Sei Wolal?”

Sebbene il volto dell’essere fosse appena percettibile attraverso la sua raggiante aura, Kepier “percepì” la risposta di un caldo sorriso.

Wolal si avvolse in un vortice turbinante ed estese un braccio.

“Fai toccare il tuo cuore al mio dito e faremo un viaggio.”

Kepier chinò la sua lunga forma per permettere alla punta del dito di Wolal di toccare il suo cuore e fu istantaneamente risucchiato nel vortice.

Nel vortice non c’era alcuna forma, neanche per Kepier. Kepier vide se stesso come una macchiolina di luce che turbinava con milioni di altre luci. Il vortice turbinò sempre più velocemente finché milioni di luci diventarono Uno.

“Scendiamo in quella macchia d’oscurità da cui proviene questa luce,” disse Wolal.

Kepier non era sicuro di voler lasciare la luce per esplorare l’oscurità, ora, però, era in unità completa con Wolal. Come il dito segue la mano, Kepier seguì Wolal nell’oscurità.

Mentre scendevano la rotazione del vortice rallentò. Kepier cominciò a sentirsi separato da Wolal.

Ad una vibrazione molto più bassa della sua, Kepier riusciva a percepire la bambina e la donna che era appena stato. Kepier sapeva che erano altri componenti del suo sé. Sembrava che la bambina piangesse perché non voleva lasciare Casa. La donna era chiaramente arrabbiata perché neanche lei voleva andar via.

Poi Kepier sentì uno strattone al cuore.

Il lungo braccio di Wolal toccò nuovamente il cuore di Kepier nel punto esatto dello “strattone”. In quel posto c’era il cordone d’oro.

“Connetti questo cordone attraverso il tuo cuore. Lo terrò qui, poiché posso scendere ulteriormente. Scendi quanto più riesci e dai alla donna l’altra estremità del cordone. Dille di darlo alla bambina.”

“Obbedirò,” rispose Kepier, comprendendo la ragione di quell’ordine.

Kepier scese sempre più in basso, nell’oscurità fino a che la densità lo fermò così da non poter scendere oltre.

“Questo deve essere il modo in cui si è sentito Wolal, quando è venuto a toccare me,” disse fra sé e sé Kepier.

Come affermazione, il cordone d’oro vibrò.

Kepier sorrise. Ora doveva trovare la donna.

Eccola, seduta su un divano, mentre scriveva su un piccolo libricino dorato. La donna non poteva vedere Kepier, tranne che nella sua immaginazione.

“Prendi il cordone d’oro e connettilo al tuo cuore,” scrisse la donna sulla sua pagina. “Ora dai l’altra estremità alla tua bambina interiore.”

“Posso trovare la mia bambina?” espresse la penna.

Come affermazione, il cordone d’oro vibrò. La donna sorrise. Ora devo scendere giù, nel vortice, come avevano fatto Kepier e Wolal, scrisse la donna.

L’immaginazione della donna mostrava il vortice nella sua visione interiore, ma l’oscurità non era invitante.

“Devo essere coraggiosa come lo sono state le altre parti di me. Non posso abbandonare la mia bambina. Ha bisogno di me e io di lei, moltissimo.”

La donna scese nel vortice e sentì una crescente densità spingere contro la sua forma. Alla fine vide una bambina che diventava sempre più piccola, sempre più giovane. Se non avesse raggiunto in fretta la bambina, lei avrebbe potuto non nascere mai.

Quando infine la donna raggiunse la bambina che stava velocemente tornando indietro nel tempo, la bambina era una neonata che stava per lasciare l’utero di sua madre.

“Presto, afferra questo cordone d’oro ed attaccalo al tuo cuore,” disse la donna alla neonata.

La neonata aveva quasi finito di attraversare il canale della nascita e tendeva un minuscolo braccio insanguinato. La punta del suo dito toccò la punta del cordone d’oro.

Il tempo si fermò.

La forma della neonata si congelò nel tempo con un braccio teso che toccava la punta di un cordone d’oro che solo lei poteva vedere.

Gradualmente, la luce assunse una forma vagamente umana. Non era un corpo, però.

Era un’Anima. L’Anima della neonata.

L’Anima afferrò il cordone che la neonata aveva scelto di toccare e lo connesse al piccolo cuore palpitante.

“Ora,” sorrise radiosamente l’Anima, “Non dimenticherai mai, chi sei davvero!”

 

Continua: "Il Secondo Gradino: Le Emozioni"

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Originale in inglese: http://www.multidimensions.com/Unconscious/uncon_spiritual_1step.html

 

Tradotto da Susanna Angela per Stazione Celeste

 

www.stazioneceleste.it