)*(Stazione Celeste)
IL 2° SPECCHIO ESSENO
di Gragg Braden
Il secondo specchio esseno, dei rapporti umani, ha una qualità simile alla precedente ma è un po’ più sottile. Anziché riflettere ciò che siamo, ci rimanda ciò che noi giudichiamo nel momento presente.
Se siete circondati da persone, i cui modelli di comportamento vi provocano frustrazione o scatenano la vostra rabbia o astio e se percepite che quei modelli non sono vostri in quel momento, allora chiedetevi: Mi stanno mostrando me stesso nel presente? Se potete onestamente rispondervi con un no c’è una buona probabilità che vi stiano invece mostrando ciò che voi giudicate nel momento presente. La rabbia, l’astio o la gioia che voi state giudicando.
Pensiamo a quando varie persone impersonano gli stessi modelli per voi esprimendo rabbia ed astio. Vi è mai capitato di essere irritati o ansiosi di arrivare da qualche parte e di salire in macchina rendendovi conto che avete fatto continuamente delle scelte sbagliate: in banca avete scelto la fila più lenta, avete sbagliato la rampa di accesso nel raccordo stradale, e ora mentre guidate vi ritrovate dietro a macchine che vanno a 50 Km all’ora in una strada dove si potrebbe andare a 100? Può darsi che quelle persone vi stiano riflettendo ciò che siete in quel momento.
Spesso il mistero del primo specchio rappresenta esattamente ciò che sta succedendo A volte siamo in presenza di persone che ci rimandano come siamo in quel momento e altre volte non è così. Allora la gente dice che gli specchi non funzionano.
Invece funzionano! Se abbiamo la saggezza di comprendere cosa ci stanno dicendo.
Alcuni anni fa ho avuto la rarissima possibilità di vedere entrare nella mia vita tre persone diverse durante lo stesso mese. Avrebbe dovuto essere un segno premonitore abbastanza chiaro per me! Quando tre nuovi rapporti umani, diversi fra loro, si presentano durante lo stesso mese, è come una bandierina che dice: “ Qui sta per accadere qualcosa! Credeteci!
Uno era un potenziale rapporto amoroso
Un altro era un potenziale rapporto d’affari.
Il terzo era un misto di amicizia e di lavoro.
Fu ciascuna di quelle tre persone a venire da me, ognuno di loro mi aveva cercato. Questo avrebbe dovuto essere il secondo segno.
Il rapporto amoroso riguardava una persona con cui avevo lavorato; avevamo passato molto tempo insieme scoprendo vari interessi comuni e, stare con lei, aveva senso per me. Non era tanto una potente attrazione magnetica, quanto la cosa giusta da fare.
Il secondo rapporto, quello d’affari, era molto interessante. Ero occupatissimo a svolgere seminari a tempo pieno in quel momento e una persona, un uomo, venne da me offrendosi di curare gli aspetti logistici del mio lavoro, il che mi avrebbe permesso di fare altre cose, che mi premevano di più, mentre lui avrebbe potuto svolgere compiti che gli riuscivano facili. Sembrava una buona idea.
Il terzo rapporto era di amicizia e quasi di affari e riguardava un bravissimo falegname che si offrì di prendersi cura della mia casa nel Nuovo Messico Settentrionale durante l’autunno successivo quando avrei condotto un gruppo in Egitto.
In effetti avevo già cominciato a cercare qualcuno che abitasse nella mia proprietà, quindi anche quella mi sembrò una cosa giusta da fare.
L’uomo mi disse che gli sarebbe piaciuto stare da me in cambio di servizi di falegnameria e di custodia della casa.
Tutto mi accadde quasi contemporaneamente in un periodo della mia vita in cui ero veramente molto impegnato.
Io decisi di farlo e in quello stesso mese ciascuno delle tre persone che erano entrate nella mia vita, ognuna di loro cominciò a farmi impazzire. Mi facevano veramente imbestialire. C’era un modello che mi si era presentato varie volte nella mia vita. Quando le cose mi rendevano furioso, io usavo la logica e mi dicevo: “Beh, sei solo stanco, hai viaggiato molto, sei sotto pressione, in questo momento, prenditi un’altra settimana di tempo forse due, per vedere come vanno le cose.” Quindi partivo – e l’ho fatto anche con quelle persone. Facevo un viaggio, tornavo una decina di giorni dopo e tutto era come prima, e allora ripartivo.
Avevo una routine a quell’epoca. Facevo un viaggio, tornavo all’aereoporto di Albuquerque, mi fermavo al bancomat per prelevare dei contanti, andavo a prendere i miei animali dal veterinario che li aveva in custodia, tiravo fuori l’auto dal parcheggio, facevo il pieno e guidavo per quattro ore fino a casa nel Nuovo Messico del Nord.
Durante quello specifico viaggio iniziai la solita routine e non andai molto lontano perché, arrivato al Bancomat dell’aereoporto di Albuquerque, alle 5 di pomeriggio, mi vidi recapitare il messaggio che sul mio conto non c’era più niente.
Sapevo che si trattava di un errore e che il conto era ben fornito, perché mi era appena stato concesso un permesso di costruzione per un’attività da realizzare sulla mia proprietà ed avevo molti soldi a disposizione per questo. Quindi decisi che avrei verificato tutto il lunedì mattina successivo.
Guidai fino a casa e il lunedì mattina, puntualmente chiamai la banca dove mi dissero che non solo non c’era denaro sul conto ma che avevo anche 71 assegni scoperti e che per ciascun assegno c’era una penale da pagare.
Poi mi chiesero quando sarei potuto passare in banca a discutere la situazione.
Ci andai immediatamente
Uno di quegli assegni era all’ordine del mio caro amico Jerry Home e questo è il modo in cui ci siamo conosciuti.
Andai in banca e chiesi cos’era successo. Mi risposero che c’era stato un prelievo per mezzo di un bonifico telegrafico, che non era stato autorizzato da me, nonostante la banca avesse creduto il contrario e che tutto il denaro era stato prelevato fino all’ultimo centesimo. Quindi gli assegni che avevo già emesso erano scoperti e mi erano stati addebitati.
Quando qualcosa del genere accade non c’è nessun senso nel razionalizzare. Non si può farci niente.
Siccome non avevo neanche i soldi per fare benzina e per riprendere i miei animali dal veterinario, fui costretto a cercare di rendermi conto pienamente di cosa mi stava succedendo. Ricordo di aver pensato: “Santo cielo! Qui sta succedendo qualcosa di grosso”. Avevo appena terminato di svolgere una serie di seminari nel Nord Ovest del Pacifico durati circa un mese e gli organizzatori di quei programmi mi stavano dando mille ragioni per cui non c’erano ancora fondi per pagarmi. Nel frattempo l’uomo che viveva nella mia proprietà in cambio di lavori di falegnameria – questo è un argomento veramente molto delicato per me – diciamo che aveva scelto uno stile di vita che non solo non corrispondeva a quello della nostra proprietà, ma era anche illegale nello Stato del Nuovo Messico ed io gli avevo chiesto di cambiare stile di vita.
Quindi tutte quelle cose mi accadevano contemporaneamente ed io mi sono detto: “Ebbene, se è vero che gli specchi funzionano, ovviamente me ne vengono presentati alcuni in questo momento. Cosa mi stanno dicendo?” Sono così andato a fare una passeggiata – non avevo molta scelta quel giorno – in una bellissima strada che da casa nostra si inoltra per circa quattro miglia fino alle gole del Rio Grande ed è un meraviglioso santuario naturale. Lungo quella strada c’è un’enorme montagna, chiamata il “Pick”.
Gli indiani raccontano un sacco di storie su quella montagna sacra che segna la fine dei loro terreni di caccia. Avevo immaginato dei libri e condotto interi seminari su quella strada e poi ero andato a casa e li avevo trascritti al computer.
Mi chiesi nuovamente: “Se gli specchi funzionano, che aspetto di me stanno riflettendo queste persone?” Sapevo che avrei dovuto trovare un filo conduttore comune- Quindi cominciai ad analizzare cosa rappresentava per me ciascuno di quei rapporti. Analizzai molte possibilità e quando ebbi finito sapevo che ciascun rapporto era collegato ad elementi di onesta, integrità e fiducia. Quindi mi sono detto: “Se questo specchio è vero, se queste persone stanno riflettendo tali modelli di comportamento, mi stanno forse mostrando che in qualche modo io manco di onestà, di integrità o di fiducia?”
Ed ancora prima che io formulassi quella frase ero certo che non fosse così, perché quelle erano proprio le qualità che applicavo nel mio lavoro. Esattamente quelle. Allo stesso tempo ebbi un’illuminazione, così potente e sottile che mi fece realizzare questo: Gli specchi non mi stavano mostrando – come avevo pensato – un riflesso di ciò che io ero nel momento presente, mi stavano invece proponendo un’immagine più sottile: lo specchio di ciò che io giudicavo in quel momento, lo specchio di come giudicavo, proprio in quel momento. Solo questo.
Avevo in me una fortissima carica su l’onestà, integrità e fiducia,. Era una carica tale che non ero disposto a permettere che esistesse in altre persone. Quando avete una carica emotiva su qualcosa, che cosa vi promette? Promette che la incontrerete nella vita. Io avevo quella carica.
Ciascuna delle tre persone che erano entrate nella mia vita – ora lo so – era un potente ed abile maestro che impeccabilmente ha retto uno specchio davanti a me riflettendo le mie cariche più potenti. Il processo fu relativamente breve, anche se sarebbe potuto durare per anni. Forse era stato davvero così, forse quegli specchi mi erano già stati mostrati per molto tempo a dei livelli tanto sottili che non li avevo riconosciuti. Poi erano divenuti sempre meno impercettibili, fino a che successe qualcosa che non avevo potuto ignorare.
In quel momento della mia vita mi fu mostrato quello specchio, in quel momento avevo davanti a me il secondo mistero dei rapporti umani ciò che giudichiamo nel momento presente.
A proposito dell’uomo che si era offerto di organizzare i miei seminari, l’attimo in cui ci eravamo conosciuti a casa di un comune amico in California del Nord, era successo qualcosa di interessante. Non ci eravamo ancora incontrati di persona. Avevamo solo parlato per telefono e appena lo vidi gli posi una domanda che faccio raramente: “Qual è la sua data di nascita?” Rispose “28 giugno 1954”. Ed io ne fui molto stupito perché era anche la mia! Lo stesso giorno, mese e anno!
Anch’io come tutti quelli del segno del Cancro vivo in un mondo fatto di sentimenti, sono un doppio segno del Cancro e questo significa il doppio di sentimenti, inoltre ho 5 o 6 pianeti nella dodicesima casa, tutti nel segno del Cancro, quindi il mio mondo è un mondo di sentimenti. Il mio sentiero di vita è stato quello di conciliare il sentimento con il mondo accademico e scientifico attraverso il lavoro nelle imprese e nelle università. Ho guardato in faccia quell’uomo e gli ho detto che, sicuramente anche lui, aveva avuto le stesse esperienze. Un altro uomo del Cancro! Che fantastica persona con cui entrare in affari!. Lui allora mi guardò direttamente negli occhi e mi disse qualcosa di cui non tenni conto perché stavo usando la logica. “Ah, io sono il suo gemello negativo” mi rispose. Io non ascoltati, perché la logica mi diceva “Sta solo scherzando”, però provavo una strana sensazione qui, anche con l’uomo che si trasferì nella mia proprietà per prendersene cura in cambio di ospitalità provai una certa sensazione ma non ci feci attenzione, perché la mia logica diceva: non lo conosci nemmeno, perché lo giudichi?
Anche nel rapporto amoroso provai una certa sensazione e la mia logica mi disse: Beh, quella sensazione ti viene dall’ultima volta in cui hai sofferto, quindi dai una possibilità a questo nuovo rapporto!.
La ragione per cui vi racconto queste storie è che in ciascuna di esse provai una sensazione immediata e che ciascuna mi procurò più di una lezione, come ho detto anche ad altri che hanno trovato questi esempi molto stimolanti. Era una lezione di cui non mi importava in quel momento.
Durante la settimana in cui io riconobbi il modello del giudizio e cioè che ciascuna di quelle persone era un maestro nel rispecchiarmi le cose che giudicavo, ogni altro rapporto che esisteva in virtù del giudizio critico, iniziò a scomparire dalla mia vita. E’ un effetto a catena. Ve lo dico perché so che funziona proprio così. Se vivete un certo modello in un area della vostra vita, esso rispunta anche altrove e una volta che viene guarito ed appianato, anche in una sola aerea, guarisce dappertutto, simultaneamente, perché la nostra natura è oleografica. La consapevolezza funziona così: si riflette su moltissimi livelli diversi.
Il rapporto con l’uomo che si era offerto di entrare in affari con me non funzionò affatto, anche se io sentivo di avergli dato ampie opportunità.
In effetti però funzionò bene perché mi offrì uno specchio, anche se non sapevo cosa mi stava mostrando. Quindi un bel giorno chiamai quell’uomo al telefono e gli dissi: “Non intendo più lavorare con te”. La conversazione in realtà fu un po’ più elaborata, ma non voglio dilungarmi troppo. Riagganciai il ricevitore e nel farlo mi resi conto di aver appena disdetto tutti i miei programmi, tutte le mie fonti di reddito e per i 6 mesi successivi. Era un sabato pomeriggio e passai tutto il resto del giorno e la domenica a riflettere sul da farsi. La domenica sera trovai sulla segreteria telefonica il messaggio di una donna che non conoscevo che aveva sentito parlare dei miei seminari da amici comuni e che mi chiedeva di richiamarla.
Mi disse che era interessata a sponsorizzarmi e a creare programmi per me in tutto il paese se accettavo di collaborare con lei. La prima cosa che le chiesi fu: “Qual è la sua data di nascita?” Lei disse “28 giugno 1954”. E’ una storia vera. La mia prima reazione fu di chiudere la comunicazione ma non riuscii a farlo e le raccontai tutta la storia. Lei mi chiese se intendevo dare una possibilità alla sua proposta. Questa volta feci attenzione a cosa sentivo e c’era qualcosa di diverso, perciò dissi di sì.
Oggi quella donna è coordinatrice di seminari, svolge laboratori per conto suo ed ha scritto molti libri. Si chiama Joan Carrol Cornak, se la conoscete.
Io non ho permesso al primo rapporto di inquinare il secondo perché sono riuscito ad aver fiducia in ciò che sentivo e a capire il significato della sensazione che provavo e si è realizzato fra noi un rapporto molto forte. Ed è stato attraverso quella persona che ho incontrato Melissa.
Riassumendo, è interessante come funzionano queste cose, attraverso il secondo specchio del giudizio critico, mi è stato mostrato quali erano le mie più grosse cariche. Non tanto cosa io ero, quanto ciò che io giudicavo nel momento presente ed ho imparato una grande lezione sul discernimento e sulla fiducia.
E’ stata una lezione relativamente poco gravosa in paragone di ciò che è venuto immediatamente dopo, perché ho cominciato ad avere a che fare con creditori, contratti ecc. E attraverso il mio potere di discernimento, ho evitato seri problemi potenziali. Quindi vi invito a passare in rivista le vostre vite, le persone che vi sono più care, perché sono quelle che fanno da calamita, siano esse relazioni amorose oppure rapporti di famiglia – questi ultimi non ci è dato di sceglierceli. Osservate le caratteristiche che le persone usano nel premere i vostri bottoni e chiedetevi: “Mi stanno mostrando me stesso nel momento?” Se la risposta onesta è “No”. Allora chiedetevi questo: “Mi stanno mostrando ciò che io giudico nel momento?” La risposta potrebbe sorprendervi.
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tratto dalla trascrizione della videoconferenza "Camminare tra i mondi"