)*(Stazione Celeste)
IL 4° SPECCHIO ESSENO
di Gragg Braden
Il quarto specchio esseno dei rapporti umani è una qualità un po’ diversa. Spesso nel corso degli anni ci accade di adottare dei modelli di comportamento che poi diventano tanto importanti da farci riorganizzare il resto della nostra vita per accoglierli.
Sovente tali comportamenti sono compulsivi, creano dipendenza. Il Quarto mistero dei rapporti umani, ci permette di osservare noi stessi in uno stato di dipendenza e compulsione. Attraverso la dipendenza e la compulsione, noi rinunciamo lentamente proprio alle cose a cui teniamo di più. Cioè mentre le cediamo, poco a poco vediamo noi stessi lasciare le cose che più amiamo. Ad esempio, quando parliamo di dipendenza e compulsione, molte persone pensano all’alcol e alla nicotina che sono certamente capaci di creare tali stati.
Ma ci sono altri modelli di comportamento più sottili come l’esercizio di controllo in ambiente aziendale o in famiglia o come la dipendenza dal sesso, dal possedere o generare denaro e abbondanza, anche questi sono esempi di compulsione e dipendenza.
Quando una persona incarna un simile modello di comportamento, può star certa che il modello, che pur è bello di per sé, si è creato lentamente nel tempo. Poco a poco, noi rinunciamo alle cose che ci sono più care. Se riorganizziamo le nostre vite per far posto al modello dell’alcolismo o all’abuso di sostanze forse stiamo rinunciando a porzioni della nostra vita rappresentate dalle persone che amiamo, dalla famiglia, dal lavoro, dalla nostra stessa sopravvivenza.
Il tratto positivo di questo modello è che può essere riconosciuto ad ogni stadio, senza bisogno di arrivare agli estremi perdendo tutto. Possiamo riconoscerlo, guarirlo, e ritrovare la nostra interezza ad ogni stadio.
Alcuni anni fa ho condotto, nel Sud-Ovest del Paese, un seminario composto da 40 uomini, tutti uomini – che diede ottimi risultati. Alcuni dei partecipanti erano dei cowboys, dei ragazzi che non si sarebbero tolti il cappello e gli stivali per nessun motivo al mondo.
Mi dissero: Posso abbracciare un uomo in questa stanza, ma non lo farò mai là fuori. Per loro fu molto importante ricevere questa piccola informazione sul quarto specchio, perché erano tutti sposati, volevano bene alle loro mogli ed erano tutti continuamente attratti da altre donne al lavoro, o in ufficio e non capivano il perché.
Questo è uno specchio potente che si applica anche al mondo aziendale ed io l’ho fatto.
Ero manager nel settore delle telecomunicazioni, dirigevo due dipartimenti separati e collegati dove c’erano degli impiegati che credevano di essere innamorati gli uni degli altri. Di per sé non era un problema, anche se causava grossi sprechi di tempo: pause pranzo molto lunghe, un sacco di gomme forate, molti bambini ammalati, nonni deceduti…
Io sospettavo che si trattasse proprio di questo. E’ da notare che il valore di questi principi sta nel fatto che li possiamo applicare nella vita di ogni giorno. Infatti invitai due degli impiegati – entrambi felicemente sposati – nella stanza delle riunioni e in tutto rispetto della loro privacy, chiesi loro di guardarsi negli occhi e di condividere che cos’era che li attraeva.
Diedi quasi un respiro di sollievo, quando i due si resero conto che in realtà non erano innamorati, che non dovevano rischiare di rinunciare alle loro beneamate famiglie e che in realtà ciascuno vedeva nell’altro delle ampie parti di sé, che aveva perso.
Che specchio potente!
Un altro esempio: nel 1998 quando lavoravo per il programma Star... a Sud di Denver, alcuni alti ufficiali del Pentagono ci fecero visita per revisionare il programma. Ciascun dipartimento designò un delegato ed io, non so come, finii per essere scelto.
Dopo la riunione ebbi l’opportunità d’incontrare personalmente alcuni degli ufficiali e di partecipare ad una conversazione, proprio prima di cena, durante la quale una persona del gruppo si rivolse ad un membro dell’équipe, che aveva raggiunto il rango di Corporate American e che rientrava tra i capi del personale. La domanda era: “Come ha fatto a raggiungere questa posizione? Cosa è dovuto succedere nella sua vita affinchè lei arrivasse a ricoprire un posto di potere e di controllo così prestigioso?”
L’uomo rispose, molto consapevolmente, guardandoci tutti negli occhi e dicendo: “Per arrivare dove sono oggi, ogni volta che sono salito di un gradino ho dovuto rinunciare ad una parte di me stesso. Poi aggiunse: “Ben presto capii che avevo rinunciato a tutto ciò che mi era caro: i miei amici, la mia famiglia (mia moglie ed io siamo divorziati, i miei figli ed io non ci parliamo nemmeno più). Per me valeva la pena farlo perché lo scopo della mia vita era di esercitare questo potere e controllo”. Quindi l’uomo ne era consapevole ed io mi stupii della sua sincerità.
So che noi tendiamo a far compromessi, cedendo in cambio parti di noi stessi per riuscire a sopravvivere.
Quindi, quando vi scoprite fortemente, magneticamente attratti, verso altre persone, forse senza riuscire a dare un senso a ciò, forse anche quando siete attratti da una persona dello stesso sesso e cercate di etichettare quell’esperienza, come è capitato a molti miei clienti in anni recenti, a quel punto potreste pensare: “Sono una donna e mi piace stare accanto agli uomini, o viceversa: Sono un uomo e mi piace stare accanto alle donne.”
Pensate a come è strano! Siamo essenzialmente delle anime asessuate, non siamo né maschi né femmine, finchè non entriamo nel corpo fisico, Poi, arrivando nel mondo della polarità, dobbiamo scegliere un genere o l’altro e nello scegliere, rinunciamo automaticamente a quello che abbiamo escluso.
Siccome io sono un maschio. Sono arrivato in questo mondo scegliendo di polarizzarmi in un corpo maschile, nonostante la mia anima sia asessuata, cioè maschile e femminile insieme, quindi ho messo la mia parte femminile in secondo piano. Le donne invece mettono in secondo piano la loro parte maschile. Ecco perché può accadere di sentirsi inspiegabilmente attratti verso qualcuno che ha una polarità opposta alla nostra.
Alcuni mesi fa ho svolto un seminario dove alcuni mi hanno chiesto: “Cosa significa quando si è attratti dalla stessa polarità?”
Io credo che lo specchio funzioni. E’ uno specchio potente che non ha bisogno di etichette. E’ solo uno specchio. Ecco l’esempio di un caso su cui ho lavorato.
Cosa succede se siete un maschio – spiritualmente asessuato – ma che, scegliendo di diventare un maschio in questo mondo, ha fatto in partenza una rinuncia della femminilità, al 50% dell’esperienza. Cosa succede se all’inizio della vostra vita di maschio vivete delle situazioni in cui vi viene sottratta la vostra mascolinità?
Nel caso in questione si trattava di abuso. Hai rinunciato al tuo femminile per essere qui, e una volta che sei qui, ti viene portato via il tuo maschile! Cosa ti resta? Niente. Allora che cosa fai? Cerchi di rinforzare ciò con cui ti identifichi meglio in quel momento della tua vita.
Se sei venuto al mondo come maschio e ti è stata portata via la mascolinità, cercherai di rinforzare la condizione maschile, che ti è vicina nel tempo, e forse cercherai la compagnia di un maschio, come accadeva all’uomo di questa storia, che si sentiva confuso e non sapeva spiegarsi perché lo faceva.
Quando cominciò a capire il funzionamento dello specchio, il perché gli divenne estremamente chiaro e dopo alcuni mesi non aveva più quell’orientamento. Se l’avesse avuto sarebbe andato bene lo stesso perché, finchè non ci mettiamo sopra delle etichette, stiamo semplicemente parlando di modelli di energia.
Non è interessante come funziona?
Cerchiamo di rafforzare ciò che abbiamo perso o ceduto o che ci è stato portato via.
Vi invito a porre attenzione alla vostra vita e al tipo di persone verso cui vi sentite fortemente attratti e a chiedervi che cosa possiedono di voi che è stato perso o ceduto o preso.
Pensiamo ai rapporti amorosi, quante volte avete sentito parlare di coppie che si formano a causa di questa carica e poi la carica scompare e i due si rendono conto di non essere più innamorati?
In realtà forse il loro amore li ha serviti così bene, cioè sono riusciti a tal punto a guarire in sé stessi ciò che hanno visto nell’altro, che non sentono nessuna carica e cominciano ad incarnare l’interezza. Da quel momento in poi entrambi possono scegliere di continuare il rapporto sulla base di principi completamente diversi, basati sul fatto che ciascuno semplicemente riesce a godere della compagnia dell’altro.
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tratto dalla trascrizione della videoconferenza "Camminare tra i mondi"