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  ESSERE GENITORI                                               Q’uo attraverso Carla L. Rueckert e James McCarty (Jim)
  Meditazione della domenica

  10 Gennaio 1988

Domanda del Gruppo: Oggi la domanda è di C. Vorrebbe avere informazioni su come essere genitori, sulla disciplina in particolare e focalizzarsi sulla relazione appropriata tra genitori e figli.

(Canalizza Carla)

Sono Q’uo. Vi saluto nell’amore e nella luce dell’uno infinito Creatore. È un grande privilegio per me e mio fratello Hatonn essere qui con voi questa sera. Hatonn è stato chiamato per rafforzare le vibrazioni meditative di chi è presente, mentre noi siamo stati chiamati per condividere i nostri pensieri su come meglio entrare in relazione con i giovani sé che vengono affidati alle vostre cure. È più appropriato parlare non solo delle azioni dei genitori nei confronti dei figli, ma anche delle intenzioni che i figli hanno nei confronti dei genitori. Spieghiamo questo punto.

Chi diventa genitore e chi diventa figlio è un’entità come tutte le altre, tuttavia ognuno è unico, come può esserlo soltanto un’entità auto-consapevole. Ognuno di voi ha scelto le entità cui desidera insegnare o da cui desidera apprendere, e questi ruoli si alternano dal principio alla fine della relazione tra genitore e figlio.

Dapprima, osserveremo la situazione culturale e fisica in cui il giovane sé è incapace di mantenere da solo il proprio sé e deve imparare ciò che la sua cultura gli chiede, prima che possa diventare un’entità adulta e produttiva. Per ogni genitore, quindi, è un dovere fondamentale e necessario e un onore nutrire e vestire i giovani sé con cui entra in relazione attraverso la nascita e insegnare quello che è richiesto per soddisfare, per quanto sia possibile, la curiosità che fa domande su domande. Questa è la parte domestica, diciamo, della relazione tra genitore e figlio, o per dirlo più chiaramente, tra un’anima in qualche modo più esperta di questa illusione e l’anima che invece è ancora poco esperta.

Bisogna comprendere che l’anima che si manifesta nell’illusione della Terra è già un’anima antica, poiché in vite passate ha avuto molte esperienze, e ha sviluppato, da quelle esperienze, certe inclinazioni, credenze, caratteristiche e comportamenti che non sono insegnati nell’incarnazione in corso, ma ne costituiscono il corredo. Queste sono le inclinazioni su cui sia il genitore che la giovane anima, in questa esperienza di vita, desiderano lavorare e da cui vogliono apprendere. Quindi, devono entrambi capire che, quando le situazioni diventano complicate e disturbano, il genitore può aiutare il figlio e il figlio può aiutare il genitore. Possono farlo unendo gli sforzi e domandandosi: “Cosa desideriamo uno dall’altro? In che modo stiamo tentando di insegnare uno all’altro?”  

Quando il genitore affronta le questioni piuttosto complesse della vostra cultura, atte a creare i mezzi con cui acquistare le cose necessarie alla sopravvivenza e alla comodità, l’entità può forse preoccuparsi eccessivamente delle cose del mondo materiale, perché è sempre apparentemente difficile, come dite voi, arrivare alla fine del mese. Dato che si preoccupa, il genitore insegna al figlio la natura del bisogno del denaro, del bisogno del potere, del bisogno dell’auto-realizzazione nell’illusione. Nella struttura del mondo terreno, queste lezioni sono utili.

Tuttavia, è bene che il genitore si preoccupi abbastanza anche di se stesso e delle sue responsabilità nei confronti del giovane sé con cui è entrato in relazione, e crei e mantenga una ricerca quotidiana, amorevole, costante e genuina della verità spirituale che non si può trovare nello scompiglio dell’indaffarato mondo del mercato e delle televisioni, perché i bambini, come chiamate le anime con poca esperienza, imparano ciò che viene loro offerto, e saranno ben felici di imparare dalla televisione. Non diciamo che questa occupazione sia dannosa per la crescita di un bambino; suggeriamo solo che se i bambini non vedono i genitori impegnati in una ricerca spirituale costante, seria e sincera, essi saranno vulnerabili a entità carismatiche che insegnano le proprie distorsioni delle leggi dell’amore e del servizio.

In breve, la chiave per la relazione tra l’anima più esperta e quella meno esperta in questa illusione, è il riconoscimento del fatto che l’anima meno esperta impara con l’imitazione, e, sebbene il dialogo possa aiutare fino a un certo grado, le azioni sono sempre la chiave di ciò che l’anima meno esperta impara dal genitore.

Chiedete anche dei modi migliori per disciplinare un bambino. È un soggetto alquanto difficile da trattare, perché nelle densità superiori le vibrazioni che influenzano e irradiano dal sé sono tali che l’entità si disciplina da sé, non importa quanto sia giovane. Se una giovane entità si sentisse in uno stato di alienazione e desiderasse farsi strada, questo individuo si troverà in un ambiente che gli permetterà di fare proprio quelle cose in maniera innocua e per quanto tempo desidera.

Nelle dimensioni più rilassate e capienti delle densità superiori, è accettabile permettere a una giovane anima di giocare ed evitare di apprendere ciò che è necessario per tutto il tempo che vuole, affinché diventi curiosa e affamata di conoscenza. In quel momento la piccola entità andrà da un insegnante, e chiederà di imparare. L’insegnante insegna e può essere considerato un insegnante severo, ma, poiché ora è pronto a imparare per sua stessa decisione, lo studente accetta la difficoltà di studio e apprendimento. Non tutte le giovani entità desiderano imparare le stesse cose, perciò per noi il concetto di scuola è un concetto di maestri che attendono il desiderio di imparare della giovane entità. Ogni apprendimento sarà diverso. Ogni entità sarà accettata nel suo essere diversa.

Veniamo a voi ora, genitori e figli dell’illusione di terza densità. La vostra cultura crede nei numeri. Presume che tutti coloro che sul vostro pianeta hanno percorso sei giri intorno al sole siano pronti, disposti ed entusiasti di imparare ciò che viene insegnato in prima elementare, e in ogni anno e classe a seguire. L’irreggimentazione della scuola crea una notevole difficoltà alla giovane anima, perché la giovane anima sa che la vera conoscenza non è noiosa, ma eccitante, e imparerà velocemente, appassionatamente e con gioia soggetti e materie in cui è interessata. Tuttavia, con un sospiro, la giovane anima deve mettere da parte quest’idea, perché la scuola della vostra cultura è rigida. Perciò, una grande parte dell’esperienza della giovane anima, attraverso ciò che è nota come infanzia, è una situazione scolastica altamente irreggimentata in cui a tutti viene chiesto di studiare corpi di informazioni che possono affascinare alcuni e lasciare totalmente indifferenti altri.

Osserviamo ora la questione della disciplina. La nota chiave per la disciplina tra genitore e figlio o anima più vecchia e più giovane, è che l’anima più vecchia non dovrà sminuire quella più giovane, ma esprimerà solo le correzioni che possono normalizzare, per così dire, la relazione dell’anima più giovane con la cultura in cui dovrà vivere dopo essere cresciuta e diventata adulta. Spesso, le anime più giovani e più vecchie della stessa famiglia vengono messe insieme affinché continuino a lavorare su come amare, come amare veramente. Questa illusione è progettata per essere un ambiente in cui le persone svolgono tale attività d’apprendimento sin dai loro primi ricordi, e lo fanno a lungo, fino alla pienezza dell’età, fino a quando l’anima chiude gli occhi e si allontana da questa piccola ombra di vita. Molte delle cose che la giovane anima fa, e sembrano dispetti, indicano l’incapacità della giovane anima di esprimere il dolore che sta attraversando. E molte delle punizioni offerte dalle vecchie anime chiamate genitori, sono modi di esprimere la frustrazione e il dolore di non conoscere nessun modo per aiutare l’anima più giovane. Perciò, entrambe le anime sono in difficoltà e chiuse alla comunicazione, non sono in grado di comunicare.

Un modo molto positivo di comunicare a una giovane anima quali comportamenti sono accettabili nella vostra società, è quello di comportarsi nello stesso modo accettabile. L’anima giovane impara con l’imitazione. Ci sono molte occasioni in cui la giovane anima non riesce a vedere, al principio, la saggezza di un comportamento che la cultura ritiene appropriato. Questi comportamenti pubblici spesso sono appropriati semplicemente perché permettono agli altri, che condividono lo spazio pubblico, la propria misura di tranquillità e rilassatezza. Perciò, nell’ambito sociale, prima dell’uscita pubblica, si può discutere dei comportamenti ritenuti appropriati nella cultura in cui entrambe le anime vivono. Questo non rende i comportamenti giusti o sbagliati in senso fondamentale, ma li rende comportamenti appropriati. La disciplina di un’anima più giovane che nella società pubblica comincia ad agire in maniera non appropriata, può essere quella di rimuovere il sé e l’amata anima più giovane dall’ambiente pubblico, affinché sia chiaro che ci sono alcuni comportamenti che non possono essere accettabili.

Allo stesso modo, ci sono dei comportamenti appropriati che si tengono con gli altri componenti della famiglia, in quanto fanno sì che la famiglia d’anime, che si occupano una dell’altra, cominci a sentirsi a disagio e tesa, sia discorde e infelice. Alla giovane anima, che al principio è ribelle, la vecchia anima può permettere di dire il suo punto di vista, la può ascoltare e comprendere. Poi, se il genitore ritiene che la giovane anima sotto la sua tutela nell’affrontare gli altri sé stia agendo in modi che non sono appropriati, è allora che quei comportamenti devono essere cambiati per mezzo della spiegazione dell’inadeguatezza o della semplice rimozione della giovane anima dall’immediato ambiente del disagio. Bisogna rendersi conto che in qualsiasi interazione di questo tipo, la disciplina deve essere onesta, sincera e compassionevole, perché, sebbene l’anima di un bambino sia giovane in questa illusione, è uguale a tutte le altre, e riconosce chiaramente ogni mezza verità e ogni modo trasversale di esprimere il pensiero.

Quando osserviamo la vostra cultura e le relazioni incostanti, mutevoli e turbolente tra ciò che potete chiamare adulti, troviamo che, per le giovani anime che devono entrare in questa cultura di incertezze e brama materialistica, essere aggressivi e molesti nel [loro] comportamento, sia una caratteristica prevedibile. Perciò, dopo che il processo della vita, per la giovane anima, è proseguito per dieci anni, diciamo, no due volte tanto, anzi di più, vediamo che nella vostra cultura estremamente mobile…

(La prima parte del nastro termina.)

(Canalizza Carla)

… l’effetto è un’esperienza di natura indiretta che la giovane anima ha accumulato dalle fonti di informazioni quali la televisione, la radio e così via.

Per riassumere il nostro incoraggiamento ai genitori che desiderano avere informazioni sulla disciplina, suggeriamo: primo, di vivere come suggerirebbero ai loro figli di vivere; secondo, di essere onesti nel gestire le giovani anime che accudiscono, intendendo ciò che dicono e dicendo ciò che intendono. E infine, quando bisogna ottenere la disciplina, lasciare che sia quella che pungola l’orgoglio della giovane anima, ma in modo privato, affinché gli altri non sappiano che quest’anima viene disciplinata, e questo da un genitore così tanto amato.

Spostiamo quindi, la focalizzazione della disciplina dei bambini in due aree. Primo, l’arena del genitore, dove il genitore è incoraggiato a pensare profondamente all’accentuazione della spiritualità e della giustizia e, secondo, l’arena del figlio, dove il bambino può imparare ad avere fiducia nell’onestà del genitore e può imparare con l’imitazione le cose che devono essere imparate. Sappiamo che i genitori, i figli e tutte le entità, molte volte cadranno e risaliranno con difficoltà. Si fanno errori su errori, tuttavia c’è una cosa profonda e incommensurabile che lega il genitore al figlio ed è l’amore, perché il genitore non può fare a meno di amare il figlio, né il figlio può fare a meno di amare il genitore. Lasciate che questo amore sia comunicato. Lasciate che questo amore sia celebrato. Non lasciate che questo amore sia dato per scontato. Amatevi l’un l’altro, perché entrambi siete pellegrini sulla strada, genitore e figlio. Il genitore deve essere una guida, deve suggerire e, sì, disciplinare, poiché la via migliore per imparare ha i suoi limiti, il lato destro e il lato sinistro, e al di là di quella strada si trovano desolati deserti d’esperienza che non sono utili per imparare l’amore.

Amici miei, sappiamo che in un ambiente in cui l’alienazione tra le persone è così comune, possiamo sembrare idealisti in modo impossibile, ma vi diciamo che se un genitore riesce ad avere fiducia in un figlio, se un genitore può mantenere la sua parola con un figlio, sia nel bene che nel male, se un genitore riesce a rispettare la giovane anima, la giovane anima rifletterà e imiterà quel comportamento.

Possiate amarvi l’un l’altro. Possiate percepire l’armonia dei piani che avete fatto insieme. Possiate avere fiducia persino nei tempi difficili, perché sono parte della realizzazione di un piano armonioso, alla fine del quale saprete di più come amare: la più grande lezione che questa densità abbia da insegnare.

Trasferiamo ora questo contatto a colui noto come Jim. Sono Q’uo.

(Canalizza Jim)

Sono Q’uo e vi saluto nuovamente nell’amore e nella luce attraverso questo strumento. È nostro privilegio ora, offrirci nel tentativo di rivolgerci a qualsiasi altro quesito che chi è presente ha per noi. Vi rammentiamo nuovamente che diamo ciò che è una nostra opinione e la offriamo liberamente e gioiosamente, e chiediamo che ogni parola che non suona vera sia lasciata indietro senza pensarci una seconda volta. C’è una domanda cui possiamo rivolgerci?

C: Non una domanda, ma un’affermazione. Nel messaggio di questa sera avete risposto bene alla domanda che ho posto. Mi ha mostrato cose avvaloranti che sapevo ma che non ho messo in pratica. Voglio quindi ringraziarvi per le vostre parole.

Sono Q’uo e, fratello, noi ringraziamo te, perché senza questi quesiti, non avremmo modo di offrire un servizio che si rivolga in modo tanto diretto al cuore delle necessità. C’è un’altra domanda ora?

Carla: Mi sono sentita a disagio riguardo alla possibilità di canalizzare in un gruppo composto soltanto da due persone. Ho ricevuto anche una telefonata da una sorella che prega costantemente per me. Ha sentito che c’erano delle influenze negative che sono state in qualche modo allertate dalla nostra presenza. Mi chiedevo se potete commentare la pratica di due persone che si sintonizzano [ndt: per canalizzare].  

Sono Q’uo e sentiamo che non è una pratica che sia generalmente raccomandata, perché in un contesto simile c’è, come ben sai, chi desidera causare danno, dove il muro di luce protettivo non è costruito in maniera sufficiente. Tuttavia, ci sono casi di entità preparate così armoniosamente a lavorare in tandem, che questa difficoltà non è necessariamente predominante. Possiamo darti quindi, una raccomandazione limitata a tali sforzi e possiamo suggerirti inoltre, se si pensa che sia necessario, che chi è presente a tali sforzi, raddoppi il desiderio di essere di servizio attraverso canalizzazioni vocali e le due persone trovino la sintonizzazione più chiara e purificata dentro di sé e insieme per ottenere ciò che possibile, affinché il desiderio di servire possa essere riflesso non solo nella protezione, ma anche nella preparazione interiore che permette a questo contatto di avvenire. Siamo consapevoli che chi partecipa a questa attività è incapace di afferrare appieno i mezzi con cui la protezione è offerta ed è, in qualche modo, preoccupato che l’adempimento di questo servizio sia effettuato in maniera stabile e sicura. Encomiamo la diligenza che fa sì che questa domanda sia posta.

Possiamo esprimerci in altro modo, sorella mia?

Carla: No, grazie.

Sono Q’uo e ringraziamo te, sorella mia. C’è un’altra domanda?

(Pausa)

Sono Q’uo e sembra che abbiamo esaurito le domande per questa sera. Vi ringraziamo per aver invitato la nostra presenza, e salutiamo e ringraziamo particolarmente colui noto come A per aver permesso la nostra presenza e per aver preso parte al circolo di ricerca questa sera. È stato nostro grande privilegio e onore parlarvi e saremo con voi dietro vostra richiesta mentale nel futuro, per aiutarvi nella meditazione e per parlare quando richiesto sugli argomenti che hanno un significato per voi. Siamo a voi noti come quelli di Q’uo e prenderemo ora commiato da questo strumento (Jim) e da questo gruppo, lasciandovi, come sempre, nell’amore e nella luce dell’uno infinito Creatore. Adonai, amici miei. Adonai.

 

  Copyright © 2002 L/L Research                                                                                                                                                   Traduzione di Susanna Angela per Stazione Celeste

Trascrizione originale in inglese: http://www.llresearch.org/transcripts/issues/1988/1988_0110.aspx

 

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